[22]
A.
Uscimmo e andammo in spiaggia a goderci la bella giornata.
"Ma... Se andassimo in piscina?" Disse improvvisamente.
"Sì, certo. A pochi chilometri da qui c'è una piscina all'aperto."
"Perfetto, allora andiamo. Il mio autista è già arrivato, lo avevo chiamato poco prima di uscire."
"Bene." Ci dirigemmo alla macchina e salimmo. Dopo breve tempo arrivammo alla piscina. "Ci sarà un po' di gente, d'estate si riempie sempre."
"Lo vedo." Rispose.
"Guarda, sono liberi quei due lettini."
Lo presi per mano ed andammo a prendere posto. Stendemmo l'asciugamano e mi spogliai. Lui fece lo stesso e mi distesi, mentre Niall era intento a prendere la crema.
"Me la spalmi?" Mi porse la crema ed annuii.
"Dai, stenditi sul lettino." Sorrisi e si distese. "Dove vuoi che la metta?"
"Sulle spalle, il viso e anche sulla schiena. Ho la carnagione un po' chiara." Si grattò la nuca e risi.
Iniziai a spalmarne un po' sui punti che prima mi aveva elencato, mentre mi raccontava degli aneddoti di quando era piccolo. Risi alle sue parole, erano davvero divertenti. Ma mi paralizzai, non appena notai una figura a me famigliare.
Non poteva essere lui, non ancora.
-
N.
"Ehi, Angie." Le passai una mano davanti al viso, ma non reagiva. "Va tutto bene?"
"S-sì, certo." Sussurrò. "Devo un attimo andare in bagno, non mi sento molto bene."
"Ti accompagno?" Le chiesi, vedendola in difficoltà.
Sembrava avesse visto un fantasma, era molto pallida. Mi avvicinai a lei e mi chinai alla sua altezza.
"Piccola, che succede?" Le presi mano, ma la tolse.
"Devo andare." Si alzò e corse al bagno, senza darmi tempo di replicare.
-
A.
Corsi verso il bagno, perché mi pervase la nausea. Arrivata in bagno vomitai e mi sciacquai la bocca per poi uscire. Ma, appena fuori, incontrai Jake.
"Che ci fai qui?" Gli domandai.
"Sono in piscina con i miei amici." Sollevò le spalle. "Non capisco dove sia il problema."
"Tu mi stai seguendo." Gli puntai il dito contro. "Capisci che non voglio vederti accanto a me? Io sto bene con Niall, perciò sparisci."
"Tu mi piaci, Angel." Si avvicinò. "E lo sai, te l'ho già detto." Mi accarezzò la guancia. "Voglio stare con te." Sussurrò sulle mie labbra. "Vieni con me." Mi trascinò. "Facciamo l'amore qui." Indicò una stanza, con un lettino per l'infermeria.
"No, scordatelo." Lo bloccai. "Adesso, lasciami andare."
Stavo per uscire, quando mi afferrò il polso saldamente. Mi gettò sul lettino e si distese su di me. Lo spinsi, ma non funzionò. Era più forte di me.
"Togliti!" Gridai, ma avvolse una mano sulle mie labbra.
"Mi sono dichiarato, ti ho rivelato tutto il mio amore, voglio prendermi cura di te e amarti. Ma tu preferisci quello stupido, perciò devo fartelo capire con le cattive."
Iniziai a piangere e singhiozzare. Volevo andarmene, volevo Niall. Avevo paura, non sapevo cosa avesse in mente o cosa avrebbe fatto. Tremavo all'idea di essere semi nuda e sotto di lui.
"Ti orego, non toccarmi." Sussurrai. "Non dirò nulla a Niall, ma per favore." Lo pregai. "Lasciami andare, ti supplico."
"Non mi interessa ciò che vuoi. Sei stata egoista con me, mi hai rifiutato senza pietà. Ora, mi prenderò la mia rivincita." Chiuse la porta, tornando poi da me. "Spogliati, tesoro."
Ero in trappola.
-
N.
Ormai, era da quindici minuti che era in bagno. Non resistevo più, dovevo cercarla. Iniziai a guardarmi attorno e raggiunsi il bagno femminile, ma Angel non c'era. Così continuai a camminare senza, metà fino a che non raggiunsi una porta.
La aprii lentamente, non sapendo cosa aspettarmi dall'altro lato. Strizzai gli occhi per via del buio, ma riuscii a distinguere un ragazzo di spalle ed una ragazza. Solo dopo che mi avvicinai, notai che quella ragazza era Angie e il ragazzo era Jake. Spalancai la porta ed Angel mi corse incontro, abbracciamdomi forte e continuando a piangere.
"Piccola, ora ci sono io. È tutto finito." La strinsi e le baciai la fronte, per poi farle scudo con il mio corpo. "Che cosa le hai fatto?"
"Niente." Rise. "Ci stavamo solo divertendo un po'. Vero, tesoro?" Si avvicinò a lei per accarezzarle la guancia, ma lo allontanai.
"Non toccarla." Strinsi i pugni lungo i fianchi, fino a farmi diventare le nocche bianche. "Lei è la mia ragazza. Non ti devi azzardare neanche a sfiorarla con un dito, capito?" Lo guardai.
"Alla tua ragazza, il mio trattamento stava piacendo." Angel singhiozzò da dietro il mio corpo, stringendomi.
"Non te lo ripeterò ancora, chiaro?" Annuì, sbuffando. "Ora, vattene."
Se ne andò senza aggiungere altro, probabilmente impaurito dall'idea di una mia plausibile reazione. Mi voltai e la presi in braccio, accarezzandole i capelli.
"Niall." Mi abbracciò. "È stato orribile." Un altro singhiozzo lasciò le sue labbra.
"Shh." La adagiai a terra, tenendole la mano. "Ti ha toccata?" Abbassò lo sguardo, senza rispondermi. "Ti ha fatto del male?" Ripetei, preoccupato.
"Mi ha immobilizzata e poi mi ha accarezzato la guancia." Le asciugai le lacrime. "Mi ha baciato il collo e mi ha fatto un succhiotto." Me lo indicò. "Poi, mi ha preso la mano e..." Singhiozzò. "E voleva che gli procurassi piacere." Scoppiò in lacrime.
La abbracciai fortemente, accarezzandole la schiena. Le baciai i capelli e la confortai. Non era colpa sua, non era colpa del mio angelo. Vederla così fragile, mi fa capire quanto ha bisogno di me e quanto io abbia il bisogno di proteggerla.
"Ha fatto altro?" Annuì e mi si gelò il sangue.
"Mi ha graffiato e tagliato il costume." Mi mostrò i segni. "Scusami."
"Guardami." Le sollevai il viso dal mento. "Ci penso io a quelli, l'importante è che non ti abbia toccato." La presi dai fianchi e le lasciai un dolce bacio sulle labbra. "Non è colpa tua, principessa."
"Possiamo tornare a casa?"
"Certo." La baciai. "Ti amo."
"Ti amo anche io." Mi mostrò un debole sorriso ed uscimmo dalla stanza degli orrori.
[...]
Appena tornati a casa, si addormentò. Era ancora scioccata per ciò che aveva vissuto e la feci distendere sul letto, dandole un bacio. Approfittai di questo momento per scendere in cucina e farle una bella tazza di tè caldo. L'avrebbe fatta sentire un po' meglio. Mi avvicinai a lei e aprì gli occhi, sorridendomi un po'.
"Ti ho fatto il tè, bevilo finché è caldo."
"Grazie." La baciai e bevve qualche sorso.
"Amore." La richiamai e poggiò la tazza sul comodino. "Mi dici perché sei corsa in bagno? Eri pallida."
"Avevo la nausea e ho vomitato."
"Forse, qualcosa che ti ha fatto male."
"Sì, potrebbe essere." Sussurrò. "Niall..."
"Sì?" Mi distesi accanto a lei, stringendola al mio petto.
"Grazie."
"Che principe sarei se non salvassi la mia principessa?" Mi guardò arrossendo. Mi avvicinai alla sua bocca. "Ti amo." Le dissi soffiando.
"Anche io." La baciai dolcemente, approfondendo lentamente.
"Quando ti ho vista lì, io ho provato rabbia." Le confessai. "Avrei voluto spaccargli la faccia, solo per come ti ha trattata." Si morse il labbro. "Non ti lascerò più da sola, lo giuro. Ti proteggerò sempre." Mormorai sul suo viso.
"Sei così dolce."
"È perché ti amo e non posso stare senza di te. Ne morirei." Le sorrisi e sfiorai le sue labbra con le mie.
Mi accarezzò la guancia e mi depositò un bacio sulle labbra, dolcemente. La strinsi di più a me, accarezzondole il fianco destro, come piaceva a lei. Tutto ciò che voglio è vederla felice, vederla sorridere e vederla accanto a me.
"Sei sempre più bella." Avvampò. "Sei meravigliosa." Arrossì di più.
"Anche tu." Mi cinse il collo con le braccia, abbracciandomi, e ci addormentammo.
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