[21]
N.
Mi svegliai cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare la mia ragazza, che invece, dormiva beatamente su di me. Mi stiracchiai con cautela, senza farle del male, e mi sedei sulla sabbia con lei tra le mie braccia. La strinsi più che poteì per scaldarla contro il mio corpo e le diedi un bacio sulla fronte, per poi vederla aprire gli occhi lentamente.
"Ehi." Le dissi dolcemente. "Giorno piccola." La vidi sorridere quando pronunciaì quella parola e si ranicchiò nel mio petto.
"Giorno." Disse solamente ancora assonnata. "Sei sempre così dolce la mattina?"
"Sì, ma solo quando ci sei tu al mio fianco."
"Basta o mi sciolgo." Rsi e le accarezzai i capelli, lasciandoci un dolce bacio, e chiuse gli occhi, per godersi il momento. "Quando ieri sera hai cantato per me, mi hai scaldato il cuore. Nessun ragazzo hai mai fatto tutto questo per me." Fece una pausa, guardandomi negli occhi. "Grazie." Soffiò.
"Volevo farlo per dimostrarti che ti amo più di quello che immagini. E non devi ringraziarmi, l'ho fatto perché ti amo."
"Lo so, l'ho notato." Mi fece un occhiolino e risi. "Ti amo tanto."
"Anche io." Ci baciammo in modo passionale. "Torniamo dentro, ti preparo la colazione."
"Tu?" Disse sorpresa.
"Sì, perché?" Chiese confuso.
"Non mi sembri preparato."
"Ti piace sfottermi, eh?"
"Da morire." Si morse il labbro.
"Ogni volta che ti mordi il labbro, ti salterei addosso."
"E perché non lo fai?"
"Beh, ho una reputazione da difendere." Scoppiò a ridere.
"Stupido." Mi spintonò.
"Intanto, lo stupido ti ha fatta ridere."
"Se dici assurdità."
"Basta così, signorina." La feci alzare da sopra di me, per mettermela sulla spalla e portarla dentro.
"So camminare, James."
"Non chiamarmi con il mio secondo nome, suona strano."
"James, mettimi giù."
"Se tu la smetti di chiamarmi in quel modo, io ti lascio andare."
"Ok, James." Sbuffai, dandole una pacca sul sedere.
"Ora ti sculaccio."
"Oh, che paura." Disse, schernendomi. "Ok, ora basta." La feci scendere e le misi una mano sulla bocca, per farla stare zitta. Si dimenò per liberarsi della mia mano ma invano. "Shh, smettiamola di litigare." Tolsi la mano.
"Ma hai iniziato tu!" Si difese, puntandomi il dito contro.
"Ho detto basta." Le baciai l'angolo della bocca. "Ora cucinerò per te."
"No, grazie. Non voglio morire avvelenata."
"Sei perfida." Misi il broncio, e incrociai le braccia al petto.
"Scherzavo." Ridacchiò.
Le sorrisi e mi misi dietro di lei, aiutandola a prendere la padella e metterla sul fuoco per fare i pancake. La stringevo dai fianchi con un braccio e con l'altro la aiutavo.
"Sei bravo."
"Lo so ma solo perché ci sei tu ad aiutarmi, altrimenti sarei già saltato in aria." Si voltò e scoppiò a ridere. La sollevai e poggiai sul lavandino, tentando di baciarla.
"Smettila di scansarti." Fece di no con il capo, strofinando i nasi e sorridendo. "Ti stai divertendo?"
"Sì." Disse, circondandomi la vita con le gambe per poi avvicinarsi e baciarmi. "Meglio?"
"Un altro."
"Va bene, ma che sia l'ultimo".
"No, decido io. Perciò, ne vorrei altri." Mi diede altri dolci baci e, improvvisamente, si alzò per spegnere i fornelli.
"Si stava per bruciare tutto." Alzai le spalle. "Devi ringraziarmi perché ho salvato la colazione."
"Come vuoi essere ringraziata?" Mi inumidii le labbra.
"Con un bacio."
"Solo?" Dissi stupito.
"Si, niente di più." Pronunciò, prima di rubarmi un bacio.
"E va bene."
"Voglio ricordarti che la prima volta non hai usato il preservativo."
"Solo perché ero così bella, che-"
"Sì, certo."
"Si mangia?" La ignorai, per evitare discussioni.
Annuii, dandomi il piatto con i pancake. Inziai a mangiare, per poi finire il tutto in poco tempo.
"Quando devi partire?" Chiese, di punto in bianco.
"Tra quattro giorni, ma ho il volo la sera tardi."
"Oh, ok." Mormorò soltanto.
"Che ti prende?"
"Niente, è solo che non voglio che mi lasci da sola."
"Lo so, non lo vorrei nemmeno io, ma devo."
"E quando torni?"
"Tra un mese." Annui, chinando il capo. "Non essere triste." La presi e la feci sedere sulle mie gambe, accarezzandole la guancia. "Ti prometto che in questi quattro giorni, mi dedicherò solo a te."
"Sul serio?" Disse, facendo toccare i nasi.
"Sì." Le risposi, baciandola. "A partire da ora." Mi alzai e andammo di sopra. "Mettiti un costume, andiamo al mare." Sorrise e scese, per poi mettersi il costume.
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