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[15]

A.

Mi svegliai accanto ad un Niall dormiente. Era così tenero ce labbra leggermente socchiuse e le braccia che mi cingevano i fianchi in modo protettivo. Gli diedi un bacio sulla fronte, stranamente troppo calda.

"Buongiorno." Disse, dandomi un bacio sulle labbra.

"Buongiorno." Risposi sorridente, ma con un velo di preoccupazione.

"Ti fai la doccia con me?" Mi abbracciò, poggiando la testa sulla mia spalla sinistra.

"Non posso, e poi tu stai male. Scotti da morire e devi riposare, signorino." Lo rimproverai. "Va a fare la doccia che poi ti misuro la febbre."

"No." Incrociò le braccia al petto.

"Allora, niente colazione."

"No dai." Si lagnò

"Fila a farti la doccia." Sbuffò.

"Ma solo se mi aiuti a lavarmi."

"Ok..." Deglutii rumorosamente, e lo vidi sorridere.

"P-prego." Lo aiutai ad alzarsi e lo portai in bagno.

Gli accostai la porta e aspettai di sentire che l'acqua scorresse, affinchè fossi sicura che si stesse lavando. Per verificare ulteriormente, aprii la porta di qualche centimetro o almeno quello che bastava per sbirciare bene. Non ne ero sicura ma appena vidi la condensa e una figura dietro la tenda muoversi, chiusi di colpo la porta, arrossendo.

"Piccola, ho finito."

"Arrivo." Mi ripresi e sperai che non fosse completamente nudo.

Entrai e, per fortuna, aveva un asciugamano legato attorno alla vita e trassi un lungo sospiro di sollievo. Lo aiutai ad uscire dalla doccia e lo portai in camera da letto, dandogli i vestiti che avevo scelto in precedenza.

"Mettiti i boxer, al resto ci penso io."

"Va bene." Disse, sorridendo debolmente.

Ricambiai il sorriso e mi voltai, giusto il tempo necessario per fargli indossare i boxer. Mi voltai poco dopo e presa la maglietta dal letto, lo aiutai ad infilarsela facendo lo stesso con i jeans, ma mi fermai prima del membro. Lasciai che se li tirasse su da solo. Io li abbottonai e lo feci distendere sotto le coperte, chiamando il servizio in camera per la colazione. Non tardò ad arrivare e lo imboccai controvoglia, visto che non voleva saperne né di bere né di mangiare. L

asciato il carrello fuori dalla porta, tornai da lui e gli misurai la febbre. Trentanove gradi e mezzo. Era alta e dovevo fargliela abbassare in qualche modo. Così, mi alzai dal letto mi fiondai nel bagno. Indossai i vestiti precedentemente bagnati, per poi uscire per andare in farmacia a prendergli degli antibiotici e altre medicine. Arrivai dopo cinque minuti in farmacia e, fortunatamente, non c'era nessuno. Così ne approfittai.

"Buongiorno. Vorrei degli antibiotici, pasticche per il mal di testa e altre medicine per febbre alta, grazie."

"Si certo, mi aspetti qui." Si recò accanto ad una fila di armadi e ne trasse i medicinali richiesti. "Ecco a lei, sono trenta euro."

"Oh, certo." Presi i soldi dal mio portafoglio e dopo averglieli dati, presi la bustina e tornai in camera. Dormiva ancora, mi faceva pena svegliarlo. "Niall?" Sussurrai, per via del suo mal di testa.

"Amore, dove stavi? Volevo abbracciarti ma non eri a letto." Disse con un velo di tristezza.

"Mi dispiace, cucciolo." Gli accarezzai una guancia, ancora bollente.

"In compenso, ti ho portato le medicine. Così guarisci rapidamente. Ora aprì la bocca e prendi questa pasticca. Ti farà affievolire il mal di testa fino a farlo sparire. Poi ti do altri due antibiotici e dopo a dormire."

"Solo se tu dormi con me, amore."

"Certo."

Mi aveva chiamata amore. Se non fosse per la febbre alta, penserei fosse sincero. Mi sedetti affianco a lui nel letto e avvicinai il contenitore di acqua fredda con la pezza. Lo feci distendere sulle mie gambe, gli accarezzai i cappelli e si addormentò. Una volta addormentato bagnai la pezza nell'acqua fredda e gliela adagiai delicatamente sulla fronte, sperando scendesse.

Tolsi la pezza varie volte e la sciacquai, in modo che fosse costantemente fredda. Lo tolsi dalle mie gambe e gli feci poggiare la testa sul cuscino, coprendolo bene. Mi sedetti sul letto stanca e presi il telefono chiamando mio padre che, sicuramente, mi ammazzerà appena mi presenterò a casa. Dopo minuti di interminabili squilli, rispose.

"Pronto, papà?"

"Angie, finalmente! Pensavo fossi stata inghiottita dalla terra. Sarà due giorni che non ti sento e non ti vedo, va tutto bene?"

"Sì, tranquillo. Mi dispiace che tu sia preoccupato, ma sono da Niall che ha la febbre alta e sono andata a prendergli delle medicine per curarlo."

"Che brava la mia bambina." Sorrisi a quelle parole. "Ora come sta?"

"Meglio, grazie. Modestamente sono una brava infermiera."

"Sì." Rise. "Ti passo Melissa, mi sta rompendo da questa mattina. Le manchi."

"Che dolce. Sì, passamela."

"Va bene, amore. Ci sentiamo e mi raccomando, prudenza."

"Sì, papà. A presto, ciao."

"Ci-" Non fece in tempo a replicare, che Melissa gli prese il telefono. "Angie!"

"Ehi! Mi sei mancata, come stai? Alex e mamma?"

"Tranquilla, stanno tutti bene ed anche io. Come sta invece il tuo biondo?"

"Meglio, anche se non è scesa del tutto. Vado che mi sta chiamando. A presto, ti voglio bene."

"Anche io." Mi salutò ed attaccò. Mi voltai verso di Niall, il quale si agitava nel sonno.

"No, piccola!" Aprì gli occhi, ansimando.

"Va tutto bene. Ci sono io qui, shh." Lo strinsi e baciai la fronte, rendendomi conto che la febbre era scesa di qualche grado. "Ti proteggo io."

"Non te ne andrai, vero?"

"Non ci pensare neanche, resto qui tutto il tempo che vuoi."

"Sei così bella, facciamo l'amore?" Gli sorrisi e non lo sgridai, perché sapevo che era un effetto della febbre alta.

"No." Lo coccolai per un po', fino a che non si addormentò di nuovo.

Presi il telefono e scesi prendendo il pranzo per entrambi e la merenda. Lo svegliai solo per farlo mangiare e per dargli i regolari antibiotici. Preferivo farlo riposare il più possibile per fargli recuperare le forze. Infatti, verso sera, la febbre sparì del tutto. Finalmente, potevo riposare anche io. Mi distesi su di Niall e chiusi gli occhi, addormentandomi subito.

-

N.

Mi svegliai, più che riposato, e mi trovai Angel sul mio petto che dormiva beatamente. Così, ne approfittai per accarezzargli i capelli. Ha fatto tanto per me. Mi ha guarito dalla febbre e mi è stata vicino.

"Niall..." La sentii farfugliare.

"Shh, dormi, piccola." Baciai ogni centimentro del suo volto.

Era dolcissima mentre era immersa nel mondo dei sogni. La guardai dormire e la coccolai, fino a che non si svegliò.

"Giorno." Si stropicciò gli occhi, sbadigliando.

"Giorno, principessa."

"Come sta il mio malato preferito?" Mi baciò delicatamente.

"Benissimo, grazie a te."

"Che dolce." Mi baciò e la sua lingua venne a contatto con la mia, in una corsa passionale.

"Mi piace baciarti."

Le baciai il collo e la vidi chiudere gli occhi, distendendosi. Scesi fino alla clavicola, dandole dei baci umidi e tornai su leccando, per poi di nuovo scendere giù.

"Niall... Ti prego." Gemette, stringendomi la maglia leggermente.

"Shh."

La baciai dietro l'orecchio e leccai insistentemente quel punto, perché sapevo che impazziva. Infatti, aumentò la presa su di essa.

"Basta..." Mi supplicò.

"Mi piace farlo." Le feci dei succhiotti su quasi tutto il collo. "Ed a te fa impazzire di piacere."

"Sì." Si morse il labbro. "Basta... Per favore..."

"Va bene." Mi staccai di malavoglia. La vidi ansimare e avvicinarsi.

"Ho mal di pancia."

"Piccola, vieni qui." Feci entrare in contatto la sua schiena con il mio petto e le massaggiai il ventre. "Come va ora?"

"Molto meglio."

"Devo dirti una cosa."

"Cosa?" Si voltò.

"Io..."

"Tu?"

"No, niente. Tranquilla."

"Oh, meglio così. Sono stanca. Notte, biondino." Mi baciò in modo poco casto e si addormentò, con la testa sul mio petto.

Niall devi dirglielo, cazzo! Deve sapere. Domani glie lo dirò. Ne sono convinto e so anche cosa fare.

Mi addormentai anche io, sorridente.

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