[13]
A.
Camminammo per mano, fino al portone di casa, ma pensai fosse troppo affrettato presentarlo ad i miei genitori. Insomma, non siamo fidanzati. Ma se Chase lo venisse a sapere, mi etichetterebbe come la vicina bugiarda e preferisco non ottenere questa reputazione. Ho già troppi problemi, per occuparmi anche di questo. Così, cercai di rallentare.
"Aspetta." Mi fermai di colpo.
"Che succede?"
"Niente... È solo che l'idea di presentarti a mio padre, mi sembra affrettata. Insomma, non siamo nemmeno fidanzati e mi sembra inappropriato."
"Non preoccuparti, ti capisco." Gli sorrisi in risposta.
"Dai, ora andiamo." Lo afferrai per un polso ed iniziammo a correre, per prendere l'autobus e girare la città.
Poco dopo, arrivammo davanti al Colosseo e gli spiegai un po' la storia della sua nascita e la sua utilità, per poi passare a visitare le piazze ed i monumenti restanti. Verso pomeriggio, ci recammo di nuovo in spiaggia a goderci un po' l'aria di mare, e il vento caldo che tirava. Mi distesi sulla sabbia chiudendo gli occhi, iniziando a scendere giù per le dune e vidi che mi seguì alla perfezione. Lo adoravo.
Mi faceva sentire speciale, unica, immensamente felice e spensierata. Come se quando stavamo insieme, ci fossimo solo io e lui e nessun altro. E quei occhi... In cui mi perdevo ogni volta. Alla fine mi fermai esausta, iniziando a ridere e lo vidi guardarmi in malo modo.
"Come mai ridi?"
"Non lo so sinceramente, ma ne avevo voglia." Sorrisi.
"Allora, non smettere mai di farlo. Sei stupenda." Si avvicinò a me e mi accarezzò la guancia.
Sentivo il suo respiro sulle mie labbra e azzerai le distanze in un bacio passionale. Mi sollevò continuando a baciarmi e iniziò a camminare verso il mare.
"No, no! Che fai?" Ridacchiai.
"Che c'è, hai paura?"
"Non ho paura." Scandii le parole.
"Se è così..." Mi buttò in acqua.
"Horan, ti ammazzo!" Gridai.
"Vieni, non aspetto altro." Rispose ed iniziò a correre. Gli corsi dietro e alla fine riuscii a vendicarmi, gettandolo in acqua.
"Visto? Ti ho preso e ora sei solo mio." Feci sprofondare la sua testa sotto l'acqua e poco dopo lasciai la presa, ma non lo vidi risalire.
"Dai, Niall, esci fuori. Non è divertente, per favore." Mi voltai e cercai di scrutare un ciuffo biondo, trovandolo poco distante da me.
Lo trascinai fuori e iniziai a praticargli un massaggio cardiaco, ma non reagì. Alla fine, optai per la respirazione bocca a bocca. Mi misi a cavalcioni su di lui e poggiai le mie labbra socchiuse sulle sue, ma sentii la sua lingua insidiarsi nella mia bocca.
"Stupido, mi hai fatto spaventare! Pensavo che fossi affogato o che avessi bevuto, e fossi svenuto." Pronunciai, irritata.
"E dai, piccola. Mi dispiace. Perdoneresti mai questo stupido?
"Sì." Risi.
"Per farmi perdonare meglio." Mi fece alzare e si alzò anche lui, porgendomi la mano.
"Mi concede l'onore di questo ballo?"
"Con piacere." Feci un inchino.
Mi prese per i fianchi e mi attirò a sé. Gli misi le braccia attorno al collo, ed i nostri corpi vennero a contatto. Poggiai la testa sulla sua spalla e lui passò le mani dal mio bacino al fondoschiena, ma lo lasciai fare. Non volevo rovinare il magico momento che si era creato.
"Principessa, hai freddo?"
"N-no." Battei i denti.
"Sì, invece. Vieni qui, dai." Si alzò la maglietta e mi ci fece rifugiare dentro.
La trovai una cosa infinitamente dolce, da parte sua. Mi domando come le persone possano odiarlo. Mi massaggiò la schiena e mi vennero i brividi.
"Dobbiamo far asciugare i vestiti." Disse ed alzò la maglia, per toglierla.
"Aspetta!" Mi voltai.
"Che hai?"
"Non abbiamo il cambio."
"Resteremo in intimo." Sorrise malizioso.
"Non ci pensare per neanche." Lo spintonai.
"Quindi, che si fa?"
"Non lo so, però non posso tornare a casa bagnata fradicia e nemmeno farti venire a casa mia."
"Allora, vieni. Ti porto nella mia stanza d'albergo. Ti fai una doccia e ti presto una maglietta, così ti asciughi."
"Ne sei sicuro?"
"Ma sì, certo. Inoltre, è anche vicino. Non voglio farti venire un'influenza. Almeno, ti fai un bagno caldo e ti rilassi."
"Ok, grazie." Gli sorrisi. "Niall?"
"Sì, piccola?"
"Posso dormire con te?" Chiesi, abbassando la testa.
"Sì, certo." Mi sorrise.
"Grazie." Lo abbracciai e ricambiò.
"Ora andiamo o ci ammaleremo."
Mi prese in braccio per scaldarmi, visto che stavo morendo di freddo e mi portò in hotel, facendomi sempre stare tra le sue braccia calde e confortevoli. Arrivati in camera, mi fece scendere.
"Oh, che bella!" Esclamai.
"Sono felice che ti piaccia. Volevo qualcosa di carino e poco vistoso, per non saltare troppo nell'occhio."
"Direi che ci sei riuscito." Dissi, a bocca aperta.
"Comunque, il bagno è in fondo alla stanza e dentro ci sono bagnoschiuma, sali profumati e, se ti servono, eventuali oli o balsami. Prenditi tutto il tempo che vuoi, ti aspetterò qui."
"Va bene. Ci metterò poco, promesso." Gli feci l'occhiolino e rise. Poi, si alzò a prendere una maglietta dall'armadio.
"Tieni, mettiti questa. È la mia preferita, non la faccio mettere a nessuno. Sei la prima."
"Quale onore." Ridacchiai.
"In effetti..." Si grattò la nuca, ridendo e alla fine entrai in bagno.
Chiusi la porta a chiave e posai la maglia sul lavandino. Aprii il rubinetto, facendo riempire la vasca di acqua calda e spruzzandoci del bagnoschiuma con qualche olio. Infine, misi anche il balsamo. Uscii dopo una quindicina di minuti e mi asciugai i capelli, mettendomi la sua maglietta. Però, mi sentivo quasi nuda. Infatti, avevo dimenticato l'intimo.
Era bagnato e anche se avessi usato il phon, non si sarebbe asciugato per tempo. Così rassegnata, uscii. Ringraziai che la maglietta non era trasparente. Vidi Niall guardarmi con la bocca spalancata, dato che non arrivava nemmeno a metà coscia.
"Oh, cazzo." Sussurrò ed arrossì violentemente.
"S-sto m-male?
"Affatto. Anzi, sei meravigliosa."
"Grazie." Chinai la testa, imbarazzata.
"Figurati, è la pura verità." Si schiarì la voce. "O-ora vado io."
Si fiondò nel bagno e io ne approfittai per far sapere a mia sorella che stessi bene, pregandola di riferire a mamma e papà che dormivo da lui. Almeno per oggi. Acconsentì fortunatamente e posai il telefono sul comodino, distendendomi sul letto. Uscì Niall in boxer e arrossii, ma sembrò non rendersene conto.
"Fame, piccola?"
"Un po'."
"Chiamo il servizio in camera e poi dormiamo, ok?"
"Perfetto." Mi stampò un bacio sulle labbra.
Chiamò il servizio in camera, che portò un carrello colmo di cose da mangiare. Finito il tutto, ci distendemmo sul letto e alzammo le coperte, infilandoci sotto. Mi avvicinai maggiormente a lui, che mi cinse i fianchi con un braccio, accarezzandomi la schiena e andando sempre più giù, fermandosi al mio fondoschiena, per poi ritornare su.
"Ti piace?"
"Cosa?" Chiese perplesso.
"Ciò che stai toccando."
"Molto. È invitante, e sexy."
"Niall!"
"Scusa." Mi baciò dolcemente, ridendo.
Mi canticchiò Little Things, facendomi addormentare e poco dopo crollò anche lui, restando abbracciati.
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