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[12]

A.

"Tu?" dissi, con le lacrime agli occhi.

[...]

Senza nemmeno pensarci due volte, lo abbracciai, piangendo.

"Che succede, piccola. Perché piangi?"

"Angie!" Mi richiamò e mi afferrò il polso, cercando la mia mano. 

"Tu chi sei?" Chiese Niall.

"Mi dispiace se ti ho baciato, però tu mi piaci."

"È vero?" Mi guardò ed annuii contro il suo petto, mortificata.

"Lui è il mio vicino di casa. Ha rovinato tutto con quello stupido bacio." Mi lasciai sfuggire un singhiozzo e Niall tolse la mano di Chase, che mi teneva stretta a lui.

"Non piangere." Porse una mano verso il mio volto e mi asciugò una lacrima.

"Non la devi toccare." Mi scansò dal suo tocco. "Ora vattene."

"E lui chi sarebbe?" Ridacchiò.

"È il mio ragazzo." Azzardai e Niall mi strinse la mano, dolcemente. Scoppiò in una fragorosa risata, poi si rivolse al biondo e non più a me.

"L'anello?"

"Trovavo solo il momento giusto per darglielo. Era per il suo compleanno." Strinse i pugni.

"Non vi credo." 

Vidi lo sguardo di Niall spostarsi da lui a me, come per chiedere il permesso di quello che avrebbe fatto subito dopo. Annuii, non aspettavo altro. Si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie in un bacio casto, per poi approfondirlo lentamente. Le lingue si sfioravano con delicatezza e mi sentii in paradiso. Ansimai ed interruppe il bacio, che durò una manciata di minuti. I due minuti più belli di sempre. Mi guardò negli occhi e sorrisi, per poi stampargli un altro bacio sulle labbra.

"Ora tocca a me." Disse poco soddisfatto. "So fare di meglio."

Mi attirò a se e mi baciò, spingendo con forza sulle labbra e facendo penetrare la lingua. Rimasi ad occhi aperti per tutto il tempo, sorpresa da quel gesto. Ero pietrificata, non sapevo che fare, sentivo il corpo pesante. Percepii lo sguardo di Niall bruciare su di noi, così lo spintonai.

"Sei uno stronzo." Dissi e mi allontanai, mentre gli occhi mi si appannarono di lacrime, permettondomi di non vedere altro. 

Mi pulii la bocca con il braccio. Mi sentivo in colpa per aver baciato qualcuno che non fosse Niall. Io lo amavo così tanto, e mi sentivo una stupida egoista. So che non eravamo fidanzati, ma sentivo un peso sullo stomaco simile al senso di colpa. Mi voltai e lo guardai. Aveva lo sguardo fisso su Chase e lo stava folgorando. Mi avvicinai a lui, lentamente, per paura di essere respinta.

"Mi ha baciato di prepotenza, credimi. Io-" Mi interruppe, accarezzandomi il braccio.

"Non sono arrabbiato con te. So che mi ami."

Mi petrificai, pensando avesse capito la verità. Invece, era solo una bugia per allontanare Chase. E dentro di me un filo si ruppe. Il filo della speranza. 

"Va bene, me ne vado. Ma sappi, piccolo angelo, che io abito accanto a te." Deglutii. Lo vidi allontanarsi e  lasciarci finalmente soli. 

"Grazie mille." Lo abbracciai e lo sentii ricambiare. Mi era mancato il contatto con il suo corpo caldo.

"Tutto per te." Mi sorrise. "Mi sei mancata terribilmente." Mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra ed arrossii. Mi asciugò le lacrime, tenendomi sempre stretta al suo corpo.  

"Anche tu." Mi accoccolai a lui. "Ti andrebbe di andare in un posto più tranquillo?"

"Va bene." Sorrisi e lo presi per mano, iniziando a camminare verso il mare.

[...]

"Mi spieghi che ci fai qui?"

Poggiai le mani a terra dietro di me e chiusi gli occhi, godendomi il sole.

"Ero venuto a visitare la città. Ho sempre voluto farlo, sin da bambino."

"Ti guido io!" Esultai.

"No, grazie. Evito le brutte figure."

"Ehi!" Incrociai le braccia al petto e ridacchiò. "Sei cattivo!"

"Dai, stavo scherzando." Mi voltai dalla parte opposta e mi morsi il labbro, trattenendomi dal non ridere.

"Lo vuoi un bacio?" Si avvicinò e si mise dietro di me, dandomi un lungo bacio sul collo e provocandomi scosse di piacere. Chiusi gli occhi e gemetti. 

"Ora iniziamo a ragionare." Sussurrò contro la mia pelle. Succhiò avidamente e mi lasciai sfuggire un secondo gemito, stavolta più forte del primo. 

"Basta." Mi allontanai. "Sei sleale." Si leccò le labbra sensualmente e distolsi lo sguardo dai suoi occhi ipnotici.

"Niall?"

"Sì?"

"Ti andrebbe se ti presentassi alla mia famiglia?"

"Se a te fa piacere, perché no." Sorrise e mi sciolsi.

Così lo presi per mano e ci recammo verso casa mia, mentre ci raccontammo delle storie divertenti.

Lo desiseravo più dell'aria che respiravo.

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