[11]
A.
Mi alzai con le note di Little Things durante l'assolo di Niall. La sua voce calda e sensuale mi fece aprire gli occhi, ritrovandomi a sorridere. Erano le otto, più presto delle altre volte, perché dovevamo tornare a casa. Era da un po' che non lo sentivo e mi mancava terribilmente, forse più di quanto avrei previsto.
Mi imposi di andarmi a lavare ed indossai un paio di pantaloncini fluorescenti gialli ed una canottiera di pizzo nera, il tutto abbinato ad un paio di converse del medesimo colore. Preparai la valigia e, riposte anche le altre nel bagagliaio della macchina, entrammo tutti e partimmo. Mi sedetti al lato del finestrino sinistro e misi le cuffiette, ascoltando It's not too late, di Demi Lovato.
Adoravo quella canzone, anche se un po' triste, ma in questo momento calzava a pennello con la situazione. Mentre la sentivo il ritornello di quest'ultima, mi accorsi che stesse dicendo la verità. Non è troppo tardi per mandargli un messaggio.
Mi manchi, x.
Scrissi ed inviai, per poi tornare a guardare fuori, mentre ci allontanavamo dall'hotel. Pensai a quei bellissimi momenti passati insieme e mi cadde una lacrima. Si sarebbe presto dimenticato di me in tour, me lo sentivo. Le storie a lieto fine non esistono. Proprio mentre ero immersa nei miei pensieri, lo schermo del mio telefono si accese con un suo messaggio.
Niall: Anche tu, piccola, da morire. Voglio sentire la tua voce, lo sai? Quando possiamo sentirci? Non ce la faccio più a starti lontano. Mi mancano i nostri baci.
A quelle parole arrossii, pur essendoci il display di un telefono, aveva lo stesso effetto.
Tra poco ci fermiamo per fare colazione e ti chiamo, x.
Detto fatto, ci fermammo davanti ad un autogrill per fare colazione. Divorai impaziente il cappuccino con la brioche, e corsi fuori a comporre il suo numero, imparato a memoria. Appena sentii la sua voce, mi rilassai.
"Piccola, mi manchi." Fece una pausa. "Mi manca tutto di noi." Sorrisi e mi morsi il labbro, anche se lui non poteva vederlo.
"Anche tu mi manchi e non vedo l'ora di rivederti."
"Accadrà, vedrai." Si schiarì la gola. "Sono partito per la Spagna stamattina e sono già in hotel."
"Com'è?"
"Carina, ma tu lo sei più di qualsiasi altra cosa al mondo." Arrossii.
"Sei così dolce, Niall." Mi mordicchai il dito, timidamente.
"E tu così bella."
"Per favore, smettila."
"Di fare cosa?"
"Mi stai facendo arrossire, e sono in pubblico. Mi vergogno." Lo sentii ridacchiare e cadde il silenzio. Sperai non avesse chiuso la chiamata.
"Principessa, sei ancora lì?"
"Sì, sono qui. Mi ero solo distratta."
"Tranquilla." Ridacchiò. "Questa estate ci vedremo, vero?" Disse più per convincere lui stesso che me.
"Certo, tanto manca poco." Sorrisi.
"Meglio così." Di nuovo cadde il silenzio. "Devo andare. Ci sentiamo e... Ti voglio bene." Sentii un tuffo al cuore.
"Anche io ti voglio bene." Mi morsi il labbro.
"A presto, piccola."
"A presto." Attaccai triste, e sbuffai. Mi voltai e vidi gli altri uscire, per poi raggiungermi.
"Si può partire?"
"Sì." Salimmo di nuovo in macchina e tornammo a casa dopo due ore.
Aprii la porta e, dopo aver trascinato su la valigia, mi gettai a peso morto sul letto. La disfai e scesi giù per cenare, dopodiché, mi chiusi in camera e crollai dalla stanchezza.
[...]
[Due settimane dopo]
Finalmente la scuola era finita e potevamo dedicarci al più completo relax. Ero stata promossa senza debiti come anche Melissa, mentre mio fratello all'ultimo esame universitario, aveva ottenuto un trenta su trenta. Avevo una vita normale finalmente, dopo dodici anni di sofferenze. Scoprii che il mio patrigno fu arrestato e processato in quei giorni. Inoltre, dopo aver recuperato tutte le mie cose, la casa fu venduta a dei nuovi acquirenti, e ciò significava nuovi vicini.
Tornammo a casa e vedemmo nostra madre parlare con una signora, sulla quarantina, ed accanto c'era un ragazzo forse della nostra età. L'unica cosa che appresi dalla loro chiaccherata, era che il figlio si chiamava Chase. Non era niente male, anzi era molto attraente. Aveva i capelli castani e occhi verdi, che più verde non c'era. Notai rivolgemi numerose occhiate, seguite da occhiolini. Lo vidi avvicinarsi e prendermi per i fianchi.
"Non toccarmi." Lo spintonai. "Cosa vuoi?" Chiesi perplessa.
"Voglio portarti in un posto per conoscerti meglio. Magari, possiamo andare a farci una passeggiata o a prendere un gelato." Ci pensai su per qualche secondo, ma risposi affermativamente.
"Ok, ma metti a posto quelle mani."
"Scusa, è stato un gesto impulsivo." Alzai gli occhi al cielo.
"Forse anche troppo, ma ti perdono. A patto che non lo faccia una seconda volta."
"Non ti violento, se è questo a turbarti. E poi, voglio solo conoscerti meglio, tutto qui. Potremmo diventare amici."
"Va bene." Sorrisi e lo seguii fuori dal palazzo.
Mi portò al McDonald ed infine prendere un gelato. Non era male come persona, anzi iniziava ad essere simpatico. Conobbi meglio la sua personalità e mi confessò di avere un anno più di me, come avevo intuito, ma di essere figlio unico. Non era molto, ma almeno era qualcosa.
"Vieni, guarda!" Mi prese per mano e mi portò in un parco poco distante. Mi sedetti sotto un cipresso, e mi seguì.
"Lo sai che sei bellissima?" Prese una ciocca di capelli e la mise dietro l'orecchio.
"G-grazie." Arrossii.
Ero una frana e per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad evitarlo.
"Mi piaci davvero molto. I tuoi occhi, i tuoi capelli e le tue labbra..." Sussurrò.
Si avvicinò e mi baciò dolcemente, per poi picchiettare con la lingua sulle labbra, per chiedermi l'accesso, ma lo spintonai.
"Ti avevo detto soltanto amici!" Gridai, frustrata. "Io sono fidanzata!" Vidi formarsi un'espressione di stupore e si scusò, abbassando la testa. "Solo amici e basta, ma tu hai rovinato tutto." corsi via, piangendo.
Mi sentivo male per quel bacio. Non volevo perderlo come amico, però nel mio cuore c'era spazio solo per Niall. Aveva rovinato tutto e piansi di più, ricordando i momenti trascorsi con il biondo e a quanto lo volessi al mio fianco in quell'istante. Proseguii senza meta, fino a quando non mi scontrai con qualcuno e sollevai lo sguardo.
"Tu?" Dissi, con le lacrime agli occhi.
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