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[07]

A.

Mi alzai e mi vestii in fretta, ricordando che oggi era il giorno x, quello dell'appuntamento con Niall. Non avevo tempo dovevo correre, non potevo ritardare o avrebbe pensato che non volessi vederlo. O peggio, che stia fingendo fin dall'inizio per attirare la sua attenzione e non è così. Spero solo che non lo pensi sul serio.

Misi le prime cose che trovai nella valigia. Un paio di shorts azzurri e una canottiera giallo fluo con le converse nere. Scesi giù per fare colazione e trovai Alex ad aspettarmi. Così, mi sedetti vicino a lui ed iniziai a divorare la colazione dal nervoso.

"Ehi, ehi piano o ti andrà di traverso!"

"Eh?" Chiesi confusa. "Scusa non ti stavo ascoltando. Sono distratta, sto pensando ad altro in questo momento."

"Lo vedo, ma stai tranquilla andrà tutto bene." Mi sorrise dolcemente. "Solo, evita di morirmi davanti agli occhi."

"Lo terrò presente."

"Comunque, a che pensavi?"

"A niente. Invece tu, come mai sei già in piedi? Non sei mai stato mattiniero."

"Non cambiare discorso." Mi rimproverò. "A cosa pensavi o meglio a chi pensavi?"

"Io te lo dico, ma deve essere un segreto tra me te e Melissa, ok?" Lo guardai severa.

"Va bene, ma ora dimmelo. Sono curioso." Sbuffai posando il cucchiaino sul tavolo, che poco prima avevo utilizzato per girare il tè.

"Al concerto, mi sono scontrata con Niall o il biondino, come lo chiami tu. Si scusato e mi a invitata a mangiare qualcosa al bar, per poi riaccompagnarmi al posto, non prima di esserci scambiati i numeri di telefono." Feci una pausa prendendo un profondo respiro. "È stato dolcissimo, mi ha chiamata piccola e, poco prima di andarsene, mi baciata sulla guancia ed abbracciata. Mi ha anche augurato buon compleanno."

"Secondo me hai fatto breccia nel suo cuore."

"È quello che ha detto anche Melissa, ma non è così."

"Allora, perché agitata se tutto questo è successo ieri?"

"Beh, ecco... Mi ha chiesto di uscire oggi pomeriggio ed ho accettato, ma non voglio che i nostri genitori lo sappiano, perciò... Mi potresti coprire?"

"Sì, sì. Va bene." Sbuffò. "Ma solo perché sei mia sorella."

"Grazie mille, sono in debito con te." Lo abbracciai.

"Non preoccuparti, lo avrei fatto in ogni caso." Sorrisi.

Era un fratello davvero comprensivo, onestamente mi ha stupita, non pensavo fosse così. Accesi lo schermo del telefono e segnava le undici.

"Cavolo, è tardi!" Gridai. "Vado su. Devo ancora preparare i vestiti e tante altre cose. Se non mi muovo adesso, non ce la farò mai." Sospirai.

"Vai dai, non ti trattengo." Mi scompiglio i capelli e gli lanciati un'occhiataccia. "Buona fortuna, piccola."

"Grazie, speriamo bene." Gli baciai la guancia e mi alzai per recarmi in camera.

Mi presi un po' di tempo per preparare la vasca e spogliarmi, prima di fare un bel bagno rilassante, tanto da sentire la tensione svanire, poco a poco. Mi lavai i capelli così avrei fatto una buona impressione su Niall.

Optai per un vestitino corto fino a metà coscia, color mare, con converse dello stesso colore. Mi feci i ricci, dopo l'esito della prima prova, direi che avevano passato il test. Misi un filo di matita azzurra, accompagnata da un ombretto altrettanto azzurro non molto accentuato.

"Perfetto." Sussurrai, guardandomi allo specchio.

Scesi dall'hotel alle quattro in punto, ma non lo vidi. Pensai che, per non farsi riconoscere dalle fans, si fosse nascosto, così avanzai per cercarlo,ma fu tutto inutile. Continuai a camminare, fino a quando un braccio mi tirò in un vicolo piuttosto nascosto, appena visibile. Mi girai e vidi un ragazzo.

"Ciao, principessa." Si tolse il cappuccio ed era lui.

Avrei riconosciuto la sua voce tra mille.

"Mi hai spaventato a morte." Misi una mano sul cuore. "Sei totalmente impazzito?"

"Mi dispiace, non era mia intenzione." Si grattò la nuca, imbarazzato. "Volevo stare in tranquillità e per un giorno essere una persona normale."

"Hai ragione. Perdonami, non volevo attaccarti. Però, mi hai spaventata. Insomma, non è una cosa da tutti i giorni."

"Touché." Ridacchiai, scuotendo la testa. "Ho pensato che magari potremmo passeggiare e chiacchierare un po'. Ed alla fine voglio portati in un posto speciale, dove io ed ragazzi andiamo sempre ogni volta che veniamo qui."

"Certo, in fondo sei tu l'esperto qui." Rise e mi morsi il labbro. "Andiamo?" Annuii e mi sorrise. Mi prese per mano e guardai le nostre mani.

"Oh, scusa. È stato un gesto impulsivo." Cercò di toglierla, ma lo bloccai.

"No, è una cosa dolce."

Sfoggiai uno dei miei migliori sorrisi, che ricambiò, e proseguimmo. Mi portò per i vicoli stretti, preoccupandosi che non restassi mai indietro o che mi perdessi.

"Parlami un po' di te. Insomma, io non so quasi niente di te, mentre tu sai tutto su di me."

"Non c'è molto da dire, tranne che ho un fratello ed una sorella, Alex e Melissa. Un cagna, Nana, che abbiamo scelto entrambe inspirandoci alla vostra canzone."

Strinse la mano per darmi coraggio ed arrossii violentemente, come se la cosa non fosse già imbarazzante di suo.

"Tranquilla." Mi accarezzò la guancia. "Va tutto bene." Annuii e continuai, dopo aver preso un profondo respiro.

"Frequento il liceo linguistico e devo fare il secondo anno. La mia vita è tutta qui, riassunta in due frasi. Lo so non è molto entusiasmante." Raccontai, passeggiavamo.

"Fa niente. Anzi, sembra interessante."

"Credimi, non lo è." Ridacchiò e si sedette sull'erba, per poi vederlo avvicinarsi lentamente.

"Hai freddo, piccola? Ti vedo tremare."

"In effetti, un po' sì. Avrei dovuto portare qualcosa."

"Vieni qui, non voglio che ti ammali." Si tolse la giacca e me la poggiò sulle spalle.  "Meglio?"

"Sì, grazie." Arossii e mi abbracciò per scaldarmi.

"Sei bellissima oggi, più di ieri." Mi sussurrò all'orecchio ed arrossii, di nuovo, per poi stringermi più forte e poggiai la testa sulla sua spalla.

"Ti ringrazio. Anche tu stai bene." Sorrise.

"Ti porto a mangiare dai, sai il mio stomaco brontola e se non lo accontento non la finisce più." Scoppiò a ridere e scatenò anche la mia risata.

"Ok." Mi aiutò ad alzarmi e mi portò al ristorante menzionato.

Era davvero carino. Pieno di luci, colori e mi diede l'idea di essere molto intimo, ideale per le coppiette giovanili. Ci sedemmo e cenammo parlando per tutta la sera. Infine, ci alzammo e mi riaccompagnò in hotel.

"Grazie mille, sono stata davvero bene con te."

"Grazie a te, principessa, per aver accettato."

Mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia, quando mi precedette e poggiò le sue labbra sulle mie. Chiusi instintivamente gli occhi, godendomi quel momento di follia, ma pura felicità. Nel mio stomaco volavano mille farfalle.

Ora, lo posso dire. Sono davvero cotta di lui.

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