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10. La gemella sbagliata




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Con mia grande sorpresa, mi ritrovai di fronte un aitante giovane all'incirca mio coetaneo, il quale, con un ciuffo da far paura che si era appena scostato dalla fronte con una mano, visto il modo in cui mi aveva appena chiamato, doveva avermi proprio scambiato per mia sorella (nonostante lei avesse i capelli tinti di biondo).

«Ehm... Scusami, ci conosciamo?» domandai, confusa.

Le alternative erano due: o mia sorella ieri sera si era divertita un po' troppo senza dirmelo, oppure da due giorni a questa parte ero in preda ai più assurdi svarioni mentali, e non solo per colpa mia, ma anche a causa delle persone con cui stavo interagendo, ovvero esseri umani dotati dell'incredibile potere di distrarmi più del dovuto.

Perché, neanche a specificarlo, colui che avevo ora davanti trasudava fascino da tutti i pori, con quel viso proporzionato in cui spiccava uno sguardo magnetico da far paura, nascosto tra una frangia di curatissimi capelli mori, che gli dava tutta l'impressione di essere un modello, per non parlare di quella canottiera indosso che metteva in risalto la sua muscolatura delle braccia.

«Sono Rocky Swag! Ti ho riportata a casa ieri sera dopo il concerto, non ti ricordi?» esclamò, mostrandomi un sorriso speranzoso. Sprizzava luminosità da tutti i pori.

Dopo averlo ascoltato, ritornai in me, ed in un attimo mi fu tutto più chiaro: era proprio lui, Rocky, il ragazzo che ieri sera era stato incaricato da Cha Eun Woo di riportare a casa mia sorella con la sua auto, dato che io ero impossibilitata a farlo per ovvi motivi!

«Uuuuh, allora è lui il famoso ragazzo» sentii intanto Suzy e Ailee spettegolare sottovoce alle mie spalle, magari lanciandosi anche qualche occhiata maliziosa che però io non riuscii a cogliere, impegnata com'ero a studiare per bene il mio interlocutore, che ieri avevo avuto modo di vedere solo di sfuggita.

Mi sentivo gli occhi di tutti addosso. Sanha, in primis, ero sicura che mi stesse osservando più che confuso, ma MJ, Jin Jin, Suzy e Ailee non erano sicuramente da meno.

Ad ogni modo, mi stavo sentendo una perfetta idiota.

Come avevo fatto a dimenticarmi di avere avuto questa interazione - seppur breve - con lui? Sarà stato perché ieri era buio e non l'avevo guardato bene, o perché in quel momento avevo appena ricevuto una gran botta in testa... fatto sta che era strano che non me ne fossi resa conto prima, poiché di solito vanto una buona memoria e mi ricordo tutti i volti delle persone che vedo, anche nell'arco di molto tempo.

Questo Rocky, comunque, doveva essere molto amico di Eun Woo, se lui gli aveva affibbiato così fiduciosamente mia sorella, che effettivamente, come avevo potuto constatare stamattina, purtroppo era tornata a casa sana e salva.

Ora però non sapevo cosa fare, dato che lui mi aveva appena scambiata per Ji Hae, e di conseguenza mi si erano aperte due possibilità ben diverse: la prima era quella di rivelargli subito di non essere esattamente la ragazza che lui credeva, e la seconda... beh, consisteva nel cercare di stare al gioco almeno per un po'. Quest'ultima era un'alternativa ben più allettante, anche se non esattamente applicabile alla situazione in cui mi trovavo, con tutti gli altri che stavano assistendo alla scena.

Pensai tuttavia che, facendo due più due, se questo Rocky ora era venuto da me - credendomi Ji Hae - facendosi notare di proposito, significava che comunque mia sorella, in qualche modo, aveva lasciato il segno.

Non che per lei fosse una novità, si sa, però solitamente era una che, nel cercarsi un fidanzato, puntava molto in alto anche a livello sociale.

E poi, caspiterina, avrebbe dovuto essere fissata con Cha Eun Woo, non mettersi a flirtare e ocheggiare con il suo amichetto!

Mah... ora mi sentivo ancor più scombussolata di prima.

Una sola cosa era certa: in qualche modo, Rocky aveva avuto la premura di andare a salutare la presunta Ji Hae, e questo voleva pur significare qualcosa.

In ogni caso, non mi restava che dirgli la verità.

Sarebbe stato divertente fare almeno per una volta la parte della sorella bella e popolare, ma... ehi, da una sempliciotta come me era pretendere davvero troppo, cosa pensavo di poter fare?! E poi sulle mie qualità recitative andava steso un velo pietoso... anzi, un'intera coperta.

«Ti sbagli. Quella di ieri non ero io, ma mia sorella gemella» gli rivelai quindi, molto semplicemente.

Rocky parve afferrare al volo, schioccando le dita. «Ah, già! Tu sei quella che era nella macchina di Dong Min!»

Eh? Dong Min?

Per poco non mi presi un colpo: cosa stavano a significare le sue parole? Si riferiva forse a Cha Eun Woo, usando un nome falso?

Seppur non avessi subito capito di chi stava parlando, va specificato che ciò che era uscito dalla sua bocca mi aveva inevitabilmente gettata nel tunnel di interrogatorio-time di non ritorno da parte di tutti i miei amici lì intorno, a cui difficilmente sarei riuscita a sopravvivere.

Lanciai a Rocky una delle mie peggiori occhiatacce, di cui però il ragazzo non parve affatto spaventarsi, dato che non si scompose nemmeno un po'.

«Eri nella macchina di chi? Cosa significa tutto questo?» si intromise ad un tratto Sanha, con un tempismo veramente di cacca, lasciandomi indecisa sul da farsi.

«Ce l'hai davvero il fidanzatino, allora!» seguì Suzy, che non esitò ad attaccarmi con un dito puntato contro, mettendo a dura prova la mia pazienza.

Volevano proprio cogliermi con le mani nel sacco, ma io in teoria non avevo nulla di compromettente da nascondere!

Oddio, sul fatto che aver conosciuto Cha Eun Woo potesse essere considerato abbastanza compromettente sotto diversi punti di vista, si poteva anche discutere, ma non era più affar mio, ormai... o forse sì?

«Ragazzi, n-non è come sembra, state solo facendo confusione!». Nel dubbio, mentre sudavo freddo, buttai lì questa frase fatta, che nove volte su dieci riusciva a tirarmi fuori dai guai, ma che quel pomeriggio non sortì l'effetto sperato.

Dovevo a tutti molte spiegazioni, è vero, ma... la vita era anche mia, e non mica ero tenuta ad informarli sui miei incontri ventiquattro ore su ventiquattro!

«A me sembra che tu stessa sia piuttosto confusa!» rise Rocky, cercando di riprendere le redini del discorso, ma non facendo altro che peggiorare la situazione.

A quel punto, realizzai l'ultima cosa che rimaneva da fare per evitare ulteriori incomprensioni.

«Potete scusarci un attimo?» domandai, rivolta ai miei amici, e, senza neanche aspettare una loro risposta, mi presi la libertà di afferrare Rocky per un braccio - non dopo avergli indirizzato l'ennesima occhiata di ghiaccio - per trascinarlo il più lontano possibile da lì, lasciando tutti gli altri con un palmo di naso.

Non appena ci fummo fermati in disparte, in uno dei pochi angoli del parco esenti dalla gran confusione, respirai a fondo prima di dare aria alla bocca. Dovevo giusto chiarire un paio di cose.

«Si può sapere perché diamine hai dovuto spiattellare certe cose pubblicamente davanti a tutti i miei amici?! Cosa ti costava startene zitto e buono, dico io!» esplosi, irritata.

Okay, inveire contro persone così affascinanti che nemmeno conoscevo non rientrava esattamente nelle mie priorità, ma in questo caso direi che se lo meritava proprio!

Cavolo, per colpa sua la serata di ieri ora sarebbe dovuta diventare di dominio pubblico senza il mio consenso, e la cosa mi rendeva assai nervosa.

«Calma, calma, non voglio dover di nuovo calmare le crisi isteriche di qualcuno, mi è già bastata Ji Hae ieri!» mi fermò Rocky, per poi provare a discolparsi. «E comunque, proprio perché ti ho vista in compagnia di amici, pensavo che loro sapessero di Dong Min, no...?» concluse, facendo spallucce.

«Aish! Si può sapere chi è questo Dong Min?!» sbottai, corrugando la fronte, in preda ad una terribile confusione mentale.

«Eun Woo, il mio compare!» ridacchiò Rocky, con un sorriso stampato in faccia.

«Cha Eun Woo?» feci, allarmata.

«E chi sennò! Mia nonna?» scherzò lui, sentendosi chissà quanto simpatico.

Dovetti trattenere a forza una miriade di face palm mentali. Santo cielo, non c'era davvero scampo all'idiozia di certi individui.

«Cos'è, allora, ha una specie di pseudonimo?» gli domandai, per poi portare le mani ai fianchi.

Perché mi interessava tanto saperlo? Bah... però ormai glielo avevo chiesto, quindi non mi restava che aspettare una sua risposta.

«Lee Dong Min è il suo vero nome, e Cha Eun Woo il suo stage name! Non dirmi che non lo sapevi». Rocky mi mise alla prova, assumendo la mia stessa posizione da boss e mettendosi a scrutarmi.

E così Cha Eun Woo era un nome falso! Ma guarda un po' tu quante cose dovevo venire a scoprire, per lo più nemmeno dal diretto interessato, ma dal suo amichetto, in un normalissimo pomeriggio ad un Luna Park...

«Beh, sai com'è, fino a prova contraria non sono una sua fan, non li so mica tutti questi particolari» parlai con naturalezza, evitando di scompormi troppo.

«Ah, è vero, Dong Min me lo ha detto» annuì il ragazzo, come se sapesse già più del dovuto.

«Che cosa?»

Ora cominciavo a sentirmi in ansia.

«La merda rosa!» rise Rocky, in un modo che non fece altro che riportarmi alla mente lui. Ding Dong, Dong Min, o come cavolo si chiamava.

«Aish! Dovete essere molto in sintonia, voi due: avete proprio lo stesso senso dell'umorismo squallido che non farebbe ridere nemmeno ai polli.» commentai, mentre scuotevo ripetutamente la testa con rassegnazione. «E comunque, non hai risposto alla mia domanda: cosa ti avrebbe detto Dong Min?»

Santo cielo... Stavo diventando insistente, e non era proprio da me esserlo, specie per delle motivazioni così futili.

In più, pronunciare ad alta voce il nome Dong Min mi faceva sentire ancor più strana. Per me ormai aveva la faccia da Cha Eun Woo: così lo avevo conosciuto e così sarebbe dovuto rimanere, quindi avrei cercato di buttare questa nuova informazione nel dimenticatoio quanto prima.

«Calma, calma! Semplicemente Eun Woo mi ha raccontato tutto di ieri sera, com'è giusto che sia, dato che io e lui siamo migliori amici!»

Stavo cominciando a indispettirmi. Punto primo, dovevo prendere questa come una frecciatina rivolta a me, per non aver invece detto niente di niente ai miei cinque amici? - (che, a proposito, ora si erano misteriosamente volatilizzati a provare chissà quale gioco).

Ma, soprattutto, perché diavolo quel troglodita di Eun Woo aveva dovuto parlare di me a Rocky?! Prima mi aveva fatto il lavaggio del cervello con tutto il discorsone sui paparazzi, sul fatto che meno trapela in giro sulla sua vita al di là dei riflettori e meglio è, e poi vengo a scoprire che comunque l'avventura di ieri sera non era più rimasta tra noi due, ma aveva inaspettatamente allargato il numero di ascoltatori. E poi non dovevo nemmeno arrabbiarmi!

Respirai profondamente, appellandomi alla me stessa calma e pacata.

«Senti, Rocky, i discorsi che vi fate tu e lui restino pure tra voi, del resto non sono affari miei, ma...»

Mi interruppi proprio sul più bello.

Dove volevo andare a parare? Dentro di me lo sapevo, e anche bene, solo che non riuscivo ad ammetterlo ad alta voce.

«Ma...?» mi incitò Rocky.

Il mio orgoglio, il mio povero orgoglio... accidenti a me.

Strizzai gli occhi. Ciò che stavo per chiedergli non avrebbe dovuto trapelare da nessun'altra parte.

«Che rimanga tra noi... Posso sapere almeno che cosa ti ha detto di me?»

Chiedergli ciò mi costò due fatiche: quella di mostrarmi quanto minimo interessata alla questione, e, in particolare, di doverlo fare proprio davanti al suo migliore amico, che di sicuro avrebbe fatto trapelare qualcosa al diretto interessato.

«Beh, questo puoi chiederglielo tu stessa, mi sbaglio?» se ne uscì subito Rocky, con uno sguardo più che eloquente.

«Che vorresti dire?»

Avevo già un'ipotesi, ma... no, non poteva essere possibile. Se fosse stato vero, avrei fatto causa a quell'infame di Eun Woo.

«Hai il suo numero, no?»

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

«Cos- Sai anche questo?!» proruppi, in un'espressione al limite dell'incredibile.

«Hey, baby, non c'è niente che il mitico Rocky Swag non sappia su Cha Eun Woo! Sono il custode di molti suoi segreti, ormai potrei addirittura diventare famoso solo per questo... ma, essendo un amico fedele, ovviamente non lascio sfuggire mai niente, né ai paparazzi, né a nessun altro. Certo, se poi mi ritrovo davanti a una bella signorina come te, allora...»

Mamma mia, quanto chiacchierava! Certo, Cha Eun Woo era un adulatore di prima categoria, ma anche lui non scherzava mica.

«Dovresti fare l'oratore, altro che custode dei segreti» borbottai tra me e me, incrociando le braccia al petto.

«Se mi va male la carriera da ballerino, allora ci penserò su!» annuì lui, quasi come se stesse prendendo in seria considerazione la mia proposta.

Ballerino? Quindi... ah, ora si spiegava tutto!

Già, gli idol sono tutti amici tra di loro, e poi, effettivamente, il fascino di Rocky non poteva appartenere ad un comune mortale, avrei dovuto accorgermene prima!

«Ah, ma allora sei una star!» esclamai, enfatizzando in modo sarcastico l'ultima parola per prendermi gioco di lui.

«Piano con le parole, adesso sono soltanto un rookie! Non mi piace vantarmi dei miei non-ancora-successi»

Mah, se non altro era modesto. O almeno, riusciva bene a fare finta.

«Se lo dici tu...» dissi, facendo spallucce.

Dopodiché controllai l'ora. Erano già dieci minuti buoni che parlavamo, ma sicuramente Sanha e gli altri non se ne erano neanche accorti, essendo spariti chissà dove.

Quindi in realtà non avevo neanche troppa fretta di troncare lì la conversazione, anzi... potevo rivolgergli un'ultima domanda, soddisfacendo la mia curiosità.

«Senti un po', ma... cos'è che sarebbe successo ieri sera con mia sorella?»

Rocky parve accennare un sorriso appena visibile. «Se ti dico che mentre eravamo in macchina mi ha praticamente reso sordo da entrambe le orecchie sclerando a destra e a manca per Eun Woo, mi credi?»

«Oh, eccome. È pazza scatenata, quella lì...» annuii, confermando le sue eventuali ipotesi mentali. «Anzi, dato che ci sono, ti chiedo scusa a nome suo per ogni qualsivoglia tipo di comportamento che abbia leso la tua psiche e la tua immagine.» feci poi l'unica cosa giusta che avrei potuto, salvando come al solito il sederino della mia nemesi.

«No, ma tranquilla! A parte i suoi modi un po' bruschi e la sua voce squillante, mi è sembrata una ragazza tutto sommato a posto; è per questo che oggi, notandoti da lontano e pensando che tu fossi lei, sono venuto a salutare» mi spiegò più approfonditamente con un sorriso, lasciandomi a bocca aperta.

Vuoi vedere che alla fine avevo ragione? Lee Ji Hae, dannata sorella oca! A parer mio, un tipo  come Rocky - per quanto nemmeno lui fosse mr. Intelligenza - non se la sarebbe meritata. Era troppo bello per essere vero, e proprio non riuscivo a capacitarmi di come lei avesse in qualche modo attirato la sua attenzione.

«Se avessi saputo sin dall'inizio che questa conversazione avrebbe preso una piega così strana, avrei evitato anche solo di salutarti, ahaha» continuò lui, mentre ridacchiava con imbarazzo grattandosi la nuca.

«Tranquillo, anzi, è stata una bella chiacchierata!» gli dissi, rivelandogli la verità e nient'altro che la verità.

Avevo scoperto un mucchio di cose che altrimenti mi sarebbero rimaste nascoste per chissà quanto tempo... quindi, alla fine, tutto di guadagnato!

Guardai di nuovo con la coda dell'occhio l'orario nel telefono, constatando che si fosse fatto piuttosto tardi.

«Bene, penso proprio che adesso sia giunto il momento di salutarci. Sai, ho degli amici a cui devo un mucchio di spiegazioni per colpa di una certa persona» dissi, sospirando. Avrei anche continuato a parlarci, ma non mi sarebbe sembrato giusto nei confronti degli altri.

«Oh... certo, lo capisco! Allora ciao, e salutami anche tua sorella!» esclamò lui, senza evidentemente cogliere che - nella mia pseudo frecciatina - mi stavo riferendo proprio a lui.

Ci sorridemmo a vicenda e prendemmo due direzioni opposte, ma, prima di voltarmi completamente, gli rivolsi un ultimo cenno di saluto, e lui fece lo stesso, per poi mettersi le mani in tasca e sparire tra la confusione.

Ci perdemmo di vista in meno di cinque secondi, e capii immediatamente che era tempo di tornare alla realtà.

Sospirai, felice. Era stato un incontro unico nel suo genere: parlare col migliore amico dell'idol da strapazzo per eccellenza ad un Luna Park... E con questo erano due persone famose che avevo conosciuto senza nemmeno andarne in cerca.

Alla faccia di Ji Hae che, con i suoi stalkeraggi maniacali, alla fine non combinava mai un tubo.

Beh, che dire... però anche lei - o meglio, la sua faccia - mi era tornata utile oggi, per una volta nella vita.

🌟🌟🌟

Tornai a casa per l'ora di cena, sfinita, e, non appena varcai la soglia, un invitantissimo odorino di carne grigliata proveniente dalla cucina invase le mie narici.

Il cibo preparato in casa da nonna era sempre il migliore... peccato che, stranamente, quella sera non avevo poi tanta fame.

Mangiai qualche boccone giusto per non restare a digiuno, e, senza nemmeno parlare troppo con Ji Hae né con nonna della mia giornata, filai in camera sola soletta, mentre mia sorella, ignara di tutto, guardava la televisione in salotto.

Era stato un giorno pienamente vissuto, in cui avevo rivisto i miei amici e scoperto un mucchio di cose che non mi sarei mai aspettata.

Poi, dopo il dialogo con Rocky, avevo pure trovato le forze di parlare agli altri di Eun Woo, senza però scendere troppo nei dettagli, ad esempio omettendo tatticamente la nottata che aveva passato clandestinamente in garage.

Insomma, avevo fatto tutto quello che dovevo, ma non mi sembrava ancora abbastanza.

Mancava qualcosa per rendere la giornata veramente degna di essere vissuta... e sotto sotto sapevo che cosa ci volesse.

La soluzione stava nel mio cellulare, ma io non dovevo cedere a nessun costo. La parte razionale di me non me lo avrebbe permesso.

Eppure non riuscivo a pensare ad altro, mentre continuavo a rigirarmi tra le coperte.

"Cha-dammiunasecondapossibilità-EunWoo".

Santo D.O... ma era scemo, o cosa? Già qualcuno che si salva in questo modo nella rubrica altrui mi faceva salire tanti dubbi, ma poi perché lo aveva fatto? Cosa avevo io di speciale da potermelo meritare?

Mia sorella avrebbe venduto un rene, pur di ritrovarsi al posto mio, eppure il caso volle che avere la fortuna di conoscere Cha Eun Woo fosse capitato proprio a me... E che ora io avessi il suo numero e una paura matta di provare a chiamarlo.

Sia chiaro... volevo solo rimproverarlo per quel suo cavolo di comportamento irrispettoso e per aver spifferato tutto a Rocky, nient'altro!

Però, chissà, magari ora si stava esibendo ad uno dei suoi tanti concerti, oppure era in giro con la sua equipe, impegnato a registrare una canzone o a girare un nuovo video musicale, e io... Non volevo disturbarlo, ecco.

Però, dannazione, la tentazione era forte. Talmente forte che, ad un certo punto, fuori da ogni controllo, mi alzai dal letto, presi il cellulare, e, dopo aver scorso velocemente la rubrica, mi ritrovai a fissare quel numero senza riuscire a trattenermi dal cliccare sul tasto di chiamata.

Al massimo mi avrebbe ignorato. Ma non mi importava, dovevo farlo e basta.

Uno squillo, due squilli, tre squilli...

«Pronto, chi parla?»

La sua voce era così chiara e limpida... Ma fu sicuramente il caldo a causarmi una momentanea accelerazione cardiaca.

«Ciao, Dong Min»

Lo chiamai con il suo vero nome, curiosissima di sapere come avrebbe reagito.

E l'attesa di quei pochi attimi successivi mi sembrò infinita.

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