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05. Vita doppiamente impossibile




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Mentre stavamo viaggiando tranquillamente - si fa per dire - alla volta di villa Cha, o come caspiterina si chiamava, ad un certo punto Eun Woo svoltò a destra, immettendosi in una viuzza non asfaltata, abbandonata da D.O., e dopo una decina di metri ci ritrovammo nel bel mezzo di un inquietante e oscuro viale incorniciato da fitti alberi.

L'unica e debole illuminazione era quella proveniente dai fari poco funzionanti dell'auto di mia nonna, che effettivamente non sarebbero stati nemmeno in regola, dato che la loro luce arrivava massimo massimo ad un raggio di due metri.

Anche per questa ragione Eun Woo stava guidando piuttosto piano, con eccessiva prudenza.

Non sapevo perché, ma tutto ciò non mi dava proprio una gran sensazione di sicurezza.

«Yah... come mai questo viale alberato è infinito e soprattutto così buio? È bella imboscata, casa tua!» commentai, sperando che il mio tormento finisse al più presto.

«E beh, certo, deve stare al riparo da paparazzi e da altri brutti esseri di quella razzaccia, non può essere mica esposta ai quattro venti!» mi illustrò Eun Woo, anche se non mi tranquillizzò affatto.

«Non è che c'è in giro qualche strana trappola che adesso ci farà finire in un dirupo o impantanarci malamente nel fango?» non potei fare a meno di insospettirmi, assottigliando gli occhi.

Di tutta risposta, lui si mise a ridere... di nuovo.

Lo conoscevo solo da poche ore, ma mi sembrava già uno che prendeva molte cose alla leggera. Speravo di sbagliarmi, però, chissà... lo avrei scoperto solo vivendo.

«Tranquilla, cosa vai a pensare? Ci sono io alla guida, e conosco questa strada come le mie tasche, non ci succederà assolutamente nien-...»

Ma, neanche il tempo di fargli finire la frase, che sentimmo un tonfo sordo provenire dall'auto di mia nonna, che cominciò a deviare a destra e a manca con strani tremolii, senza seguire una direzione precisa, rischiando di farci davvero schiantare contro un albero.

«Santi numi! Cos'è stato?!» urlai, terrorizzata, reggendomi al sedile con entrambe le mani, con tale forza che avrei quasi potuto squartarlo con le unghie.

«N-niente! Ho solo preso una buca!» balbettò Eun Woo in risposta, mostrandomi un sorrisetto che più fasullo di così non poteva essere.

«Oh, no, no, bello mio: avrà potuto essere di tutto, ma non una buca!» cominciai ad incazzarmi io, trattenendomi dal dovergli imprecare in faccia, ma giusto perché ero una persona abbastanza educata.

Pochi secondi dopo, riecco un altro tonfo e un'altra deviazione improvvisa, che mi tolsero nuovamente il respiro.

«AAAAAHHH!» urlai, in preda ad un misto di sensazioni di rabbia e spavento. Di lì a poco, se nessuno mi avesse spiegato che diamine stava accadendo, avrei avuto una crisi di nervi, ne ero sicura.

«E va bene, okay, sono solo dei sistemi di depistaggio notturni installati dalle mie guardie del corpo per sviare i paparazzi!» mi disse allora Eun Woo senza che dovessi chiedergli nulla, quasi leggendomi nel pensiero, e mi lasciò a dir poco allibita.

«E tu da bravo idiota patentato ci sei andato contro in pieno!»

Accidenti... Ma si poteva essere così scemi? No, dico io, arrivare a cascare nella tua stessa trappola! Va bene che era notte ed era buio pesto, ma un occhio di riguardo non lo si nega mai a niente né a nessuno!

«Aish! Non l'ho fatto mica apposta, cosa credi?!» cercò di discolparsi lui, ma io ero già sull'orlo della disperazione.

Non credevo più a niente, ormai. Ero stufa marcia di tutte queste disavventure che si stavano susseguendo una dietro l'altra senza sosta, e volevo solo andare a casa.

«Aish lo dico io, dannazione! Che cosa hai fatto alla mia macchina?!»

Qualunque cosa fosse, nonna non ne sarebbe stata affatto contenta, e ora mi sarei dovuta di sicuro inventare un'astrusa storia non solo per la mia improvvisa sparizione, ma anche per quella di Petunia.

«Ehm... diciamo che... ecco, potrebbe essersi effettivamente bucata una gomma» mormorò Eun Woo, come se fosse stato timoroso di rivelare il suo delitto a gran voce.

Stavo cercando di trattenermi con tutte le mie forze dal riversargli addosso il fiume di parole accusatorie che avevo già in mente, ma dopo questa sua uscita non ce la feci proprio più a trattenermi.

«Aish! Ti detesto! Mi stai rendendo la serata impossibile! Altro che paparazzi! In quattro e quattr'otto tu hai fatto fuori la mia testa e la mia macchina, anzi, la macchina di mia nonna! Dovresti vergognarti! Adesso come faccio a tornare a casa mia?» urlai, sclerando di rabbia non poco.

Fortuna che nei dintorni non c'era nessuno a sentirmi, se non altro almeno non avrei dato spettacolo.

«Beh... Penso che dovrai passare la notte qui da me, ovviamente nascondendoti per bene» rispose semplicemente lui, incremendando ancor di più la mia irritabilità.

«Cosa?! Neanche per idea!»

«Quali altre scelte avresti? Vuoi dormire fuori in giardino, allora?» mi chiese allora, sarcastico.

Giuro, stavo per esplodere. Il mio livello di sopportazione avrebbe fatto crack, se avessi sentito anche solo un'altra sua parola pungente uscire da quella boccaccia.

«Yah, non sono mica un cane! E comunque, dentro o fuori casa tua che sia, io con il tuo piccolo mondo da superstar ultra famosa non ci voglio avere niente a che fare!»

Eun Woo sospirò, lanciandomi un'occhiata indecifrabile.

«Guess I'll take you back home, then...»

Aish! Ora si metteva pure a parlare in inglese?!

«Come hai detto?»

«Ti riporterò a casa, ignorante!» mi spiegò, sbuffando, come se pretendesse che sapessero tutti l'inglese bene come lui.

«Dovrò di nuovo farmi scarrozzare in giro da te?! Ancora?! Con un'altra delle tue tante macchine?» proruppi io, incapace di contenere la mia travolgente ira.

«Caspita però, oltre ad essere acida sei anche un po' tanto caparbia! Ti ho detto, o dormi qui ed entro domani vedrò di farti riparare le gomme di questo catorcio, o ti riporto a casa stasera»

«Va bene, va bene... accetto il passaggio! Non voglio continuare quest'Odissea ancora per molto! Contento?»

Aigoo... Non volevo accettare, non volevo proprio, ma purtroppo mi vidi costretta a farlo.

«Mai quanto te!» mi fece lui, con il suo solito atteggiamento da sbruffone.

«Su, ora vieni, svelta» mi incitò poi a seguirlo, uscendo dall'auto e avviandosi a piedi verso la sua villa, distante una ventina di metri.

«Non posso aspettarti qua fuori?» proposi, da brava ragazza pigra che ero.

«No, sarebbe troppo rischioso se qualcuno ti vedesse qui»

Ma se non c'era anima viva in giro! Insomma!

«Uffa!» brontolai a bassa voce, cercando di contenermi per evitare il più possibile ulteriori liti. In quelle poche ore ne avevo già avute abbastanza per il resto dell'anno.

Mentre lo raggiungevo, mi voltai per un attimo indietro per vedere in che stato si era ridotta Petunia, e con mio grande rammarico constatai che aveva ben tre gomme a terra su quattro!

«Adesso in casa dovrebbe esserci solo la mia governante, per cui se ti vedesse non sarebbe troppo pericoloso, però meglio non rischiare: quindi rimettiti di nuovo il travestimento addosso e una volta entrata nasconditi dove ti dico io» mi spiegò Eun Woo, una volta arrivati all'imponente cancello chiuso che ci separava da casa sua, per poi tirare fuori un mazzo di chiavi dalla tasca.

«Ma si può sapere cos'è che devi fare tu? Quanto ti ci vorrà?» domandai, sperando che non mi sarei dovuta trattenere troppo a lungo nella reggia del sovrano.

«Non lo so. È stata appunto Kwang Hee, la mia governante, ad avermi chiamato, dicendomi di tornare a casa perché c'era una faccenda urgente da sbrigare» disse lui, facendo spallucce. Dopo pochi secondi eravamo già nel giardino interno della sua enorme villa, ed Eun Woo continuò il discorso. «Comunque, appena entreremo in casa, io andrò immediatamente in salotto per parlare con Kwang Hee. Tu troverai subito un ripostiglio sulla sinistra, vicino alla scarpiera. Nasconditi lì e non fiatare per nulla al mondo fino a che non torno a prenderti, okay?»

Non appena io annuii, lui subito si avvicinò al portone di casa e vi inserì dentro la chiave. Una volta che la porta fu aperta, mi incitò subito a fare come avevamo concordato.

«Nasconditi subito, svelta!» mormorò, dandomi una spintarella che mi condusse verso il famoso ripostiglio sulla sinistra, accendendomi la luce e chiudendo subito la porta alle mie spalle, tanto che non feci nemmeno in tempo a dare un'occhiata alla sua grandiosa residenza.

Non che me ne importasse qualcosa, sia chiaro, solo che... beh, ormai ero a casa sua, e, con la consapevolezza che migliaia di ragazze avrebbero pagato un rene pur di entrare qui, almeno volevo togliermi lo sfizio di poter dire che c'ero stata e che l'avevo vista!

A quanto pare, però, non avrei avuto il tempo materiale di farlo... e forse, da un lato, sarebbe stato meglio così.

Niente coinvolgimenti personali. Fra poco me ne sarei tornata a casa mia e sarebbe tutto finito, così com'era iniziato.

Mi guardai un po' intorno, in quella stanzetta che mi sembrava tutto fuorché un ripostiglio.

Era un luogo piccolo, ma con veramente pochi oggetti al suo interno: una branda ripiegata, uno scaffale che occupava tutto un lato della stanza, un tavolino ligneo e una mezza dozzina di scatoloni sparpagliati qua e là.

Sembrava che fosse una camera subaffittata a qualcuno di davvero disordinato. Una suite ripostiglio in casa Cha.

Notai poi la presenza di una piccola finestra sul lato opposto alla porta, che dava sul giardino, da cui si vedeva anche un pezzo della casa non troppo distante, presumibilmente un salotto ben illuminato, dotato di un enorme paramento vitreo senza tende lungo tutto il lato.

Quella sì che era una stanza davvero grande, moderna e lussuosa. Vidi che c'era una donna sulla cinquantina seduta di spalle su uno dei tanti divani, e poco dopo vidi entrare Eun Woo, che la salutò con un sorriso.

«Kwang Hee-ssi, eccomi arrivato!»

Interessante... ora potevo spiare i loro discorsi dalla finestrina del ripostiglio, dato che aveva proprio una magnifica visuale sul salotto.

«Oh, menomale, ti stavamo aspettando da un sacco di tempo!» ripose la donna, alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui.

Le loro voci erano ovattate, ma riuscivo comunque a sentire abbastanza bene quel che dicevano.

Avranno anche voluto fare i fenomeni architettando piani assurdi per depistare i paparazzi per strada, ma di certo qui non vi era un gran sistema di isolamento acustico!

«Stavamo? Chi?» chiese Eun Woo, sorpreso.

«È venuta So Hyun a trovarti, dicendo che doveva urgentemente parlarti!» gli spiegò la donna, e l'espressione sul viso di Mr. Idiota cambiò di colpo, da così a così, mentre fissava incredulo un punto dietro la sua governante.

Seguii il suo sguardo, notando all'improvviso una terza persona materializzarsi all'interno della stanza, comparsa misteriosamente da dietro un angolo non compreso nel mio campo visivo.

Era una ragazza più o meno della mia età, o forse qualcosina di più, dall'aria abbastanza snob, e sembrava davvero agghindata e truccata bene, molto meglio di mia sorella. Una degna ospite di una villa del genere, insomma.

«So Hyun-ah? E così eri tu la faccenda tanto urgente... Qual buon vento?» disse Eun Woo, guardandola avvicinarsi con sospetto.

Questa misteriosa So Hyun non mi diede neanche il tempo di osservarla bene che passò subito all'attacco.

«Non fare finta di niente, brutto stronzo che non sei altro! È inammissibile lasciare un'esibizione a metà in quel modo, dovresti vergognarti! Tanto più che oggi era anche il mio compleanno!» urlò a squarciagola, con una voce acutissima.

Bene. Forse per il fatto dell'esibizione aveva anche ragione, ma per il resto... Chiunque fosse, era assai sclerata, e mi stava già altamente sulle palle.

«Yah, So Hyun-ah, mi dispiace davvero tanto, okay? Perdonami, ma purtroppo sono sopraggiunte alcune questioni molto più importanti, e...» cominciò a giustificarsi lui, nell'evidente intento di passarla liscia.

Certo che ci sapeva davvero fare con le scuse.

«Che cazzarola vai dicendo?! Niente può essere più importante di una esibizione per il mio compleanno!» esclamò tuttavia la ragazza, sembrando alterarsi ancor più di prima.

Cosa? Ma insomma, neanche fosse la sua ragazza!

«Ehi, ehi, stai calma! Prima di tutto non era per il tuo compleanno, anzi, è stato un caso che la data della mia esibizione alla "Jeju Private Disco" fosse fissata proprio oggi! E poi, se ci tieni tanto a saperlo, ci sono ben fin troppe cose più importanti del tuo stupido compleanno!» sbottò lui, abbandonando la sua calma, e mi venne quasi da dargli ragione, pur non conoscendo minimamente le circostanze.

«Tipo scappare via con un'altra ragazza!» continuò lei, in fibrillazione.

«Eh?!» fece lui, togliendomi le parole di bocca.

Oddio... cosa significava tutto ciò?

«Vi ho visti, sai! Non provare ad inventarti altre scuse, perché so tutto!»

Dopo questa, mi prese quasi un colpo. Come era possibile che poco prima fossimo stati visti da qualcuno, quando, mentre Eun Woo mi faceva strada verso la sua auto, non c'era praticamente nessuno in giro?!

«E cos'è che sapresti, sentiamo?» la provocò lui, incrociando le braccia e squadrandola dall'alto al basso con una gran faccia da badass.

In tutto ciò, la governante continuava ad alternare lo sguardo tra i due, con un'espressione tipica di chi si stava sentendo terribilmente in colpa, anche se non aveva fatto niente di male se non aver invitato una vipera a casa di una superstar.

«Mentre stavo uscendo per venire a cercarti, non sapendo dove diamine fossi finito al termine della pausa, ti ho visto andartene via con la tua auto, ma... non eri da solo, perché c'era una tizia seduta di fianco a te!»

«Che castronerie vai dicendo? Ti stai inventando tutto solo per farmi passare dalla parte del torto!» perseverò Eun Woo sulla sua linea dell'innocentello ignaro, facendo soltanto bene. Non poteva mica dirle la verità, dato che per di più ci ero di mezzo anche io, e quella lì di sicuro mi avrebbe strozzato!

«Ah, sì? Allora prova a discolparti, se ci riesci! Chi diamine era quella ragazza?! E perché te ne sei andato con lei quando avresti dovuto terminare la tua esibizione?!» si incazzò lei, scoppiando a piangere.

«Non sei tenuta a saperlo, ormai non fai più parte della mia vita!» le urlò lui di rimando, fulminandola con lo sguardo.

Cavolo, già dovevano essere parole piuttosto taglienti da sentirsi dire, e per di più con quel cipiglio...

«Sì che ne faccio parte, invece! Siamo stati insieme per un anno e mezzo, e pensi che io ti lasci andare tra le braccia di un'altra così senza battere ciglio?! Non puoi pretendere che i miei sentimenti se ne vadano via così con uno schiocco di dita com'è successo per te! Sono umana, io!» strepitò lei, paonazza.

Per un attimo mi bloccai lì dov'ero, immobile e con gli occhi spalancati: Eun Woo era stato fidanzato con una psicopatica del genere?! Per un anno e mezzo?!

Oh cielo... non ci potevo credere. Ci avrei messo parecchio per metabolizzare questa informazione.

«So Hyun-ah, perché diavolo non riesci a capire?! Siamo stati insieme, va bene, è stato bello finché è durato, ma ora basta! Sono passati sei mesi ormai, dacci un taglio, e soprattutto... smettila di seguirmi ovunque!» le disse lui, trattenendo un potente impeto d'ira con i pugni serrati. «Non sono più il tuo ragazzo, lo vuoi capire o no?! Mettici una pietra sopra e finiscila con tutti questi patemi! E ora vattene da casa mia! Fuori!» tuonò infine, concludendo il tutto con un perentorio gesto della mano che le indicava l'uscita.

Diamine... ero a dir poco sconvolta, tanto da rabbrividire, nonostante fossimo in piena estate e con questo foulard addosso sentissi un gran caldo.

A vederlo così, a cantare canzoni d'amore con quel suo visetto angelico, chi l'avrebbe mai detto che da incazzato faceva così paura?!

«Sei solo uno stronzo, bastardo e ipocrita! Io ti odio, Chan Eun Woo! E d'ora in poi ti renderò la vita impossibile!» si congedò lei, uscita definitivamente fuori di sé... oltre che dalla villa dei Cha, di corsa, dato che qualche secondo dopo sentii i suoi veloci passi lungo il corridoio e il portone sbattere con forza.

Certo, anche se era una matta, doveva essere stata davvero dura per lei dimenticarlo, dato che apparentemente lo amava ancora; ma ancor più indiscutibile era il fatto che ora Eun Woo avrebbe dovuto guardarsi doppiamente le spalle, poiché adesso avrebbe avuto una vita impossibile anche a causa della sua ex, oltre che per colpa dei paparazzi.

Ah, menomale che io ero una normalissima ragazza di provincia, e non avrei sicuramente mai dovuto preoccuparmi di niente del genere.

Ma allora... che cos'era questa strana sensazione, come di una stretta al cuore, che mi stava facendo sentire confusa già da un po'?

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