-even my phone misses your calls, by the way-
Nick sapeva perfettamente che era finita, che non c'erano speranze, ma pensava che lui non sarebbe mai tornato indietro.
Per questo, quasi non credette ai suoi occhi, quando Tristan attraversò la stanza al braccio di un affascinate ragazzo sulla ventina.
Stava sorridendo, e aveva gli occhi chiari innamorati di questo nuovo sconosciuto. Non sapeva che Nick avesse iniziato a lavorare alla tavola calda di Zia Pez naturalmente, come avrebbe potuto saperlo? Era scappato via a gambe levate da tutto ciò che erano, da tutto ciò che amavano. Nick aveva aspettato così tanto quella ricomparsa, per quei due lunghissimi anni, per quel suo solo e triste cuore spezzato, facendo di From the Dining Table, la colonna sonora della sua vita non del tutto solitaria.
Pensava che il suo cuore si stesse ricucendo, e che le ferite si fossero chiuse e che i suoi sorrisi fossero finalmente tornati sinceri, e poi il moro era entrato in quel locale con gli occhi lucidi di vita e lo stesso taglio di capelli di sempre e dei vestiti attillati che Nick sapeva odiasse, e allora il castano era rimasto immobile, le dita strette al vassoio vuoto e nessun apparente motivo che giustificare la sua immobilità al centro della stanza.
-Scusi?- lo chiamò una ragazza dietro di lui, e Nick sorrise cordiale ascoltando il suo ordine e pregando gli dei che fosse solo un allucinazione, e che non fosse tornato nessun Tristan con nessun ragazzo entusiasta al suo fianco, pronto a ri-gettarlo nel baratro, e poi tornò verso il bancone senza controllare, perché nemmeno nei suoi peggiori incubi la sua risata era stata tanto vivida.
-Scusi!- lo richiamò la voce di Tris, squillante come quando erano solo due adolescenti che si baciavano sotto la luce della luna.
-Ci sono tavoli liberi?- chiese e il ragazzo stretto al suo braccio lo riprese -Possiamo tornare un altra volta amore, con calma. Possiamo davvero trovare un altro posto per pranzo.-
Nick prese fiato, la voglia di piangere a bloccargli la gola, poi mise su un sorriso di sfida sulle labbra e gli occhi accesi che aveva sempre avuto durante le peggiori marachelle fatte a zia Pez.
-Ma certo che ci sono!- si voltò, e sugli occhi di Tristan si dipinse un espressione tra lo stupito e il colpevole. -Nicky...- mormorò, ma l'altro stava già porgendo distrattamente l'ordine al collega, nell'attesa che quello lo preparasse.
-Oggi siamo a corto di personale, quindi forse dovrete aspettare un po',- sorrise con un tono di scuse molto caloroso, e poi si rivolse al giovane sconosciuto. -Ma le assicuro che ne vale la pena.-
-Nicky, davvero...- sussurrò Tristan e Nick incrociò il suo sguardo per la prima volta. -Ti sei perso tanta roba Tristan, nessuno mi chiama più Nicky qui ora mai. E presumo lui sia il tuo ragazzo, non è vero?-
Il ragazzo annuì, allungandogli la mano da stringere. - Mi chiamo Shawn.-
- Nick.- restituì gentilmente. -È un piacere. Se volete seguirmi fuori, vi accompagno al tavolo.-
-Eravate amici?- interrogò Shawn, evidentemente affamato di risposte. Tristan non doveva avergli detto molto della vita che conduceva prima di lasciare casa.
-Dubito che qui troverai qualcuno che non fosse suo amico. - sorrise di spalle, prima di indicargli il tavolo con un ampio gesto della mano.
-Accomodatevi pure, Paul verrà a servirvi prima possibile.-
-Perché non lei?- chiese educatamente Shawn, mandando all'indietro il ciuffo biondo con un movimento fluido della testa e un espressione sinceramente curiosa. Sembrava un ragazzo molto dolce.
Un lampo di panico passò tra gli occhi di Tristan insieme a-quello era senso di colpa?
"Sul serio Tris?" Avrebbe voluto ridere amaramente "Prima ci molli tutti qui e poi ti senti in colpa?"
Prese un breve respiro e ingoiò il suo "non ti stanno bene le lacrime da coccodrillo, amore", per rispondere -Perché il mio turno è finito dieci minuti fa.-, facendo ridacchiare Shawn divertito.
Proprio in quel momento Dom decise di salvarlo, fermando la moto a pochi metri dai tavoli. -Ehi tesoro.- chiamò togliendosi il casco dalla testa e lasciando che i capelli ricci riprendessero il loro naturale volume.
-Se ritardi anche questa volta Katie ti uccide.- sorrise, e Nick sbuffò divertito iniziando a slacciarsi il mezzo grembiulino color panna della divisa. -Kate, ucciderà te se scopre che la chiami ancora Katie.- precisò e Dom scoppiò definitivamente a ridere.
-Come se lei non mi chiami Dommy quando pensa non possa sentirla.- esclamò in direzione del ragazzo, che stava già entrando nel locale per riporre il grembiule nell'armadietto della stanza dipendenti.
Quando corse fuori Dom aveva già rimesso il casco ma con la visiera alzata, il telefono in una mano e il casco per Nick nell'altra.
-Buona giornata!- sorrise Shawn, e Nick ricambiò divertito, prima di afferrare il casco.
-Ha buon gusto in fatto di ragazzi il tuo amico, huh?- chiese Shawn divertito, senza avere idea di cosa fosse appena successo davanti i suoi occhi.
-Già.- mormorò, le labbra tremanti e lo stomaco stretto in una morsa fastidiosa. Quando era tornato, non pensava avrebbe provato gelosia.
Intanto, stretto a alla schiena di Dom per non cadere, Nick lasciò che una lacrima attraversasse il suo viso.
-prima o poi riusciremo a scappare via di qui Nicky! E andremo via insieme, io tu e Katie!- aveva sorriso sotto voce Tris, accarezzando i capelli di un Nick diciottenne.
-Smettila di fare tanto il duro, sappiamo entrambi che saremo comunque qui ad ogni festività.-
-E perché mai?-
-Che domanda idiota, ma dai. Il Natale si passa in famiglia.-
La famiglia di Nick era sempre stata inconsistente, e il castano lo aveva saputo fin da bambino. Sua madre era sempre sbronza, e suo padre non lo aveva mai conosciuto davvero, a parte per le cartoline mensili e i soldi che mandava loro a fine mese. Ricordava di averlo visto per più di mezz'ora di fila solo una volta a nove anni, quando era arrivato a casa sua come una furia per litigare con sua madre riguardo qualcosa che Nicky era troppo piccolo per capire o ricordare. Si erano chiusi nella camera di sua madre, e le loro urla avevano risuonato per tutto il piano, prima di trasformarsi in suoni che il bambino avrebbe avuto modo di identificare solo durante il suo primo porno. Quando sua madre era svenuta sbronza sul divano quella sera, e Nicky era andato a guardare la sua camera, non aveva trovato preservativi o tracce di sperma in giro- invece, nove mesi dopo si era ritrovato una sorellina tra le braccia.
La sua fortuna era in qualche modo stata il luogo in cui viveva. Se il giorno prima era solo un bambino di tre anni con una madre un po' particolare, e che aveva imparato a scaldarsi da solo le zuppe precotte al microonde, ora pranzava con la signora Carrie del primo piano tutti i giorni, e la signorina Ashes gli portava fogli e pastelli dall'asilo in cui lavorava una volta a settimana, e in signor Micheal giocava con lui a pallone in cortile, e le portinaie Annabelle e Giselle gli davano un occhio mentre giocava fuori, disinfettavano il suo abituale ginocchio sbucciato, gli offrivano del gelato nei pomeriggi estivi e tutti i pranzi delle festività si avevano dalla signora Perrie Incall, meglio nota come zia Pez, perché alla fine quel condominio era una grande famiglia e nulla di meno. Quando il test di gravidanza di Estelle Rodney era risultato positivo era scoppiato un gran trambusto al condominio. Annabelle e Giselle sembrava facessero i turni di ronda per assicurarsi che la donna non scappasse nella notte per andare a sbronzarsi in un qualche bar, qualcuno la accompagnava (sorvegliava) al supermercato e in tutte le sue uscite quotidiane, e il signor Carter aveva intimato ad un paio di spacciatori insistenti di scomparire, prima che usasse il suo fucile da caccia per fargli un bel buco in fronte. Quando quelli erano tornati, la banda al completo, prima ancora che qualcuno potesse allarmarsi, o chiamare la polizia, o almeno afferrare seriamente il fucile da caccia di James, zia Pez aveva sceso le scale, il volto dolce e un sorriso serafico, e aveva parlato col capobanda. Nessuno sapeva cosa gli avesse detto, ma oramai gli spacciatori non importunavano più nessuno al condominio, nessuno aveva osato vendere più nemmeno mezzo grammo di Cocaina ad Estelle, e ogni volta che i condomini incontravano uno della banda ricevevano saluti calorosi, sorrisi tranquilli, e cordialissimi "saluta zia Pez, da parte mia e del Capo".
Quando poi la piccola Katie era nata era successo il finimondo. La bambina era sana, e Carrie e il suo ragazzo Jim le cambiavano il pannolino, la signora Edwards dall'ultimo piano aveva fornito loro le vecchie tutine di sua figlia, e il figlio dei Jefferson, Paul, era diventato il suo compagno di sonnellini e pappe indiscusso.
Era stato stressante fare coming-out con un intero condominio, ma in maniera piuttosto verosimile, l'unica persona ad aver avuto problemi con la sua sessualità era stata sua madre.
E poi c'era Tristan.
Dalla rottura aveva fatto del suo meglio per separare Tristan da tutti i suoi ricordi felici, ma sembrava impossibile. Tris era sempre lì. Era lì, pranzava con lui da Carrie, e giocava a pallone con lui e Mike, e colorava i fogli della signorina Ashes, mangiava la cialda del suo gelato e stringeva la sua manina fino a farla sbiancare mentre zia Pez spiegava loro che presto sarebbe arrivata una sorellina.
Tris era lì, con la sua mamma infermiera che si spaccava la schiena a lavoro tutto il giorno per arrivare a fine mese, e una famiglia enorme fatta di strani parenti non di sangue che evidentemente non gli era bastata.
Ma una volta era felice. Era felice mentre Jim cucinava la pizza, mentre aiutava Zia Pez a ridipingere il suo appartamento di un bel verde mela, mentre conosceva il nuovo fidanzato di sua mamma, mentre stringeva la sua mano durante il loro coming out (letteralmente: "bene il nostro annuncio è : stiamo insieme. Quindi credo che ci si possa considerare gay" "Giselle, mi devi venti dollari" "Sta zitta, io non ti devo proprio nulla" "ma sta zitta tu, mi devi venti dollari" "e Jim, tu mi devi una birra" "oh ma andiamo Mike, ho perso per meno di un giorno, le tre settimane scadevano domani. Anzi, letteralmente tra tre ore" "cari, da quanto? Perché noi non sappiamo chi ha vinto questa scommessa." Tris era solo scoppiato a ridere, prima di baciargli affettuoso una spalla), mentre Santiago e il suo scagnozzo più minaccioso (tutto aspetto per la cronaca, Raph aveva davvero un cuore d'oro) gli insegnavano ad andare in moto sotto l'attentissima supervisione della signora Michaelson e di Annabelle.
Era stato lì, ed aveva riso, e pianto, e sorriso, e fatto a palle di neve, e costruito un pupazzo di neve con Katie sulle spalle, mentre Paul alloggiava sulle sue. Era stato lì, e aveva baciato le sue labbra e poi era solo andato via, nella notte, lasciando solo un biglietto e il fantasma del suo profumo sulle federe dei cuscini ed una vecchia felpa blu sul divano.
'mi dispiace tanto, devo andare
Tris'
Dom aprí il portone del condominio con le chiavi vecchie di intemperie e cadute e schioccò un bacio sulla guancia di Giselle all'ingresso.
Si era trasferito lì solo un anno prima, ma tutti lo avevano amato all'istante, con la sua moto rombante, la sua immensa gentilezza, e le braccia forti che facevano fare giravolte in aria alla nuova piccola generazione del condominio.
-Nick tesoro, mi senti?- lo risvegliò dalla sua trance il ragazzo, e il giovane scosse la testa un paio di volte, prima di sorridergli.
-Perdonami, stavo pensando. Che succede? -
-Il ragazzo seduto al tavolo. Somigliava a quello nelle foto di Maria. Il bambino che era con te in tutte le foto. Il tuo ex. È lui? -
-Sì.- mormorò a testa bassa. -Tristan sembra essere tornato in città.-
E Dom avrebbe potuto esplodere, fare una scenata di gelosia, riempirlo di rimproveri e raccomandazioni, diventare freddo. Invece gli prese il viso tra le mani, alzandolo verso il suo.
-e tu come stai? Ti senti bene?- Nick sorrise e ingoiò a vuoto, districando il viso dalle sue dita lunghe per dagli un bacio a stampo. Dom era dolce. Dom era bellissimo. Dom era perfetto.
Nick avrebbe tanto voluto amarlo in quel modo.
"Sono tre giorni che ti comporti da coglione e non mi dici che hai, e davvero Nicky, sei il mio migliore amico, ma se continui così finirai per farti mandare a fanculo. Finche mi tratti un po' male fa nulla, ma sono piuttosto sicuro che Lils non ti abbia fatto nulla. Quindi ora mi dici che ti ho fatto?"
"non mi hai fatto nulla Tris, sul serio. Smetti di chiedere."
"oh andiamo, sono il tuo migliore ami-"
"No, non lo sei! Vuoi sapere che ho, Tris? Ho che ogni volta che entri nella stanza il mio cuore batte più forte, e ho che ogni volta che ti leghi i capelli vorrei riempirti il collo di baci e di succhiotti, e ho che ogni volta che ridi vorrei baciarti, baciarti fino a svenire, e mi comporto di merda con la tua Lily perché continui a flirtare con lei e il mio cuore continua a spezzars-"
Tristan lo stava baciando. Era il suo primo bacio.
Il loro primo bacio.
La fine di tutto. L'inizio di tutto.
Il momento in cui tutto si incasina.
Maria Jenner era una di quelle persone capaci di restare bellissime nonostante il passare del tempo. Nonostante il figlio venticinquenne aveva appena cinquant'anni, e le prime ciocche grigie iniziavano a farsi strada tra i capelli corvini senza che lei si preoccupasse nasconderle o celarle in alcun modo. La messicana aveva avuto, ad avviso di Nick, una delle storie d'amore più intense di sempre (la giovane immigrata clandestina che si innamora del poliziotto che avrebbe dovuto rimandarla oltre la frontiera, cosa da film romantico, sul serio), finita con suo marito Jackson vittima di una sparatoria. Maria si era, per usare un francesismo, spaccata il culo per tutta la vita, e troppe volte il destino, la gente, il suo stesso figlio, le avevano voltato le spalle, quindi Nicky non vedeva perché mai avrebbe dovuto farlo anche lui, dando un inutile dolore ad una donna che considerava una madre. Quindi Tris era andato via e Nicky era rimasto, ma rimasto davvero.
Tris poteva dirlo, da una foto incorniciata sul fornetto a microonde, con all'interno Nick, sua madre e il Ragazzo Della Moto.
-Nicky mi aveva detto che eri in città, ma è successo tante volte in questi due anni che quasi avevo perso le speranze!- aveva esclamato la donna prima di stringerlo tra le sue braccia. Non c'era alcun risentimento nella sua voce, ma anche se ci fosse strato Tris non l'avrebbe biasimata.
-E tu sei, caro?- aveva chiesto al biondo al suo fianco con un cipiglio dolce in viso
-Shawn, signora. È un piacere conoscerla.-
-Oh, il fidanzato! Sì, Nicky mi ha detto anche questa! È un piacere anche per me, tesoro, ma chiamami Maria, sul serio. Sono vecchia ma non così tanto.-
-Ha detto che nessuno lo chiama più Nicky...- sussurrò Tris, e la donna gli sorrise sorniona.
-Hai ragione, ma io e Carrie ci riserviamo il diritto di farlo comunque. Resterà sempre il nostro bambino, così come Katie. Non hai idea di quanto si sia fatta grande e bella. È identica ad Estelle.-
-Estelle è una drogata mamma. - digrignò i denti e Maria ridacchiò.
-Non più, caro.-
Ed ecco, quella si che era una novità. Grande quasi quanto il citofono funzionate che aveva appena suonato.
Ora, Tris non aveva alcuna idea del perché il Ragazzo Della Moto si trovasse in casa sua, né di perché ciò lo infastidisse tanto.
-Maria, ti ho salito la spesa e la posta!-
Esclamò allegro, poggiando le buste accanto al tavolino da caffè rovinato. Esibiva un succhiotto sbiadito sul bordo del collo, e improvvisamente Tris aveva una voglia terribile di raccontargli che il tavolo era sbiadito in un angolo da quella volta in cui aveva provato a mettere dello smato a Katie e aveva fallito, e che la vetrina della dispensa era incrinata perché lui e Nick ci avevano sbattuto indietreggiando mentre si baciavano, e che un succhiotto identico a quello che ora lui aveva sul collo era stato il motivo per cui ora la kappa sopra la cucina aveva l'angolo destro bruciacchiato. Prima che potesse dare voce a uno di quei pensieri assolutamente ingiustificati, comunque, sua madre si alzò per dare uno scalpellotto in punta di piedi al ragazzo. -Dominic James Esteban, quante volte ti ho detto che non è necessario che tu lo faccia?- chiese con un espressione seria in viso, e
-Maria Sanchez-Cross, quante volte ti ho detto che anche se non è necessario lo farò lo stesso?-
-Sanchez-Cross?- interruppe Tris, perché quello non era il cognome di sua madre. Sanchez era il suo cognome da nubile e Cross? Come Mark Cross, il giardiniere? Non stavano solo uscendo insieme?
-Abbiamo provato a chiamarti per tre mesi prima del matrimonio.- alzò le spalle la donna, l'espressione dispiaciuta.
Dominic voltò il viso verso di loro per la prima volta, ma non gli rivolse in alcun modo la parola.
-Dovrei dirlo a Katie e Nick? Perché Nick sembrava okay, ma non sono sicuro che Katie verrà anche solo a cena se ne faccio parola.-
-Non dire nulla, puoi farlo? Anche se Katie se la prenderà.-
-Sissignora, nessun problema.-
-Che cena?- chiese Tris spaesato.
-Quando sei andato via Nicky è stato male per un po'. Ha pianto per giorni, finché ad un certo punto ha smesso di essere triste per arrabbiarsi. A quel punto ha dato un ultimatum a sua madre: se non si fosse disintossicata avrebbe preso la custodia di Katie e l'avrebbe buttata fuori casa.- Spiegò Maria seria come mai.
-Oggi è un anno e sei mesi che Estelle è sobria.- concluse Dom per lei, e poi sorrise a Maria.
-Io devo andare. Fammi sapere se Mark viene per la cena, Carrie, Nick e la signora Edwards stanno dando i numeri per cucinare per tutti. E dimmi anche se restano loro due, 'kay?- chiese, e la donna sorrise. Il giovane le schioccò un bacio sulla guancia.
Tris avrebbe voluto usarlo come sacco da boxe- ma per cosa poi? Per aver fatto tesoro di quello che lui aveva gettato nel cestino?
Avrebbe dovuto baciare i piedi di quel ragazzo, per essere stato meno cieco di lui.
-Allora, volete restare per cena? È una festa importante per noi.-
Shawn lesse l'incertezza nel suo volto e le diede voce.
-Non vorremmo dare disturbo...- affermò educato, e Tris si chiese quando aveva iniziato a sentirsi un disturbo nella sua stessa casa.
-Ma scherzate?! No sul serio, dovete restare. Sei mancato un po' a tutti Tris, e tutti vorranno conoscere te, Shawn.- affermò calda, e Shawn si alzò.
-Allora mi lasci almeno dare una mano in cucina.- affermò tirandosi su le maniche.
-Sai cucinare caro?- chiese piacevolmente stupita e il biondo sorrise.
-In effetti per vivere cucino, quindi più o meno me la cavo.- la donna rise, e lo prese a braccetto un po' invadentemente. -E allora andiamo a cucinare.- disse, conducendolo verso l'ingresso.
-Anche lei cucina? -
-Oh no, io sono una drastica impedita, ma ti accompagno nell'appartamento di Carrie e resto a badare ai bambini.- spiegò, e si allontanarono parlottando, mentre Tris rimase lì, immobile, al centro del salotto, senza capire cosa stesse succedendo nella sua testa.
L'appartamento 15b era il più piccolo e meno costoso di tutto il condominio, e ovviamente anche quello in cui Nicky e Tris si erano trasferiti dopo il Grande Evento. Aveva due camere da letto una più piccola dell'altra e un salottino minuto in openspace con la cucina. Avevano solo vent'anni quando si erano trasferiti lì, salendo di due piani gli scatoloni di Tris e scendendo di un piano quelli di Nicky.
Jim e Carrie avevano dato loro gli avanzi del colore con cui avevano ridipinto la cucina nella stagione precedente, e Mark, il nuovo fidanzato di Maria, (non che il giardiniere del palazzo, ma questa è un'altra storia) aveva insistito per dare una mano a ridipingere. Alla fine il bianco era risultato sufficiente solo per le due camere da letto e il piccolo bagno, quindi zia Pez aveva mandato Micheal e Mark in cantina, a ripescare i vecchi barattoli di vernice verde mela con cui avevano ridipinto la camera dei suoi nipotini quasi un anno prima, sotto la supervisione di James Carter, che nonostante la sessantina evidente, aveva insistito per aiutare a realizzare i piccoli progetti della sua squadra di calcio in miniatura. Maria e Katie avevano montato i mobili e Carrie aveva dato una mano per pulire il tutto, mentre Jim rinforzava con la saldatrice l'inferriata arrugginita del balcone.
Era un bellissimo appartamento, quello di Nicky e Tris. Un appartamento stupendo.
Katie era davvero bellissima. Non lo aveva visto subito, impegnata com'era ad appendere striscioni con Dominic. Stava chiacchierando amabilmente col riccio, e aveva un aria libera. Aveva compiuto sedici anni da due mesi e tre giorni, Tris lo sapeva alla perfezione ed era diventata abbastanza alta. Aveva capelli corvini e pelle lattea, labbra rosse e occhi color tempesta, così diversi da quelli color miele del fratello. Se ne stava lì, un piede sullo sgabello, e il ginocchio dell'altra gamba poggiato allo stipite della porta, le braccia verso l'alto per legare lo spago attorno ad un chiodino appeso al muro e altri chiodi tra le labbra.
Era bella, bella davvero, come sempre lo era stata ma in qualche modo diversamente, come se avesse perso la sua innocenza.
Poi lo aveva visto. -No, fanculo.- aveva esclamato stretta tra i denti, ed era smontata dallo sgabello, lasciando chiodi e martello tra le mani confuse di Jim, reo di essere sulla sua strada.
Fu naturale inseguirla.
Pensò quasi lo prendessero per il culo quando la raggiunse davanti al vecchio appartamento, boccandola per un braccio.
-Principessina...- sussurrò - No.- lo bloccò lei fredda.
-Cosa vuoi, Tristan? Perché sei tornato? -
-Ho trovato un lavoro qui vicino, e io volevo... -
-Spezzarci il cuore di nuovo? So che quello che è successo vi ha distrutto dentro, Jenner. Lo so, perché ho stretto mio fratello in lacrime al posto tuo, e gli ho dato la forza per sopravvivere a tutto, te compreso. E poi sei tornato, dopo tre mesi e mezzo, e lui ha messo il suo maglione preferito per venire ad incontrarti, e i suoi jeans più nuovi, sperando che fossi tornato per restare. Come pensi si sia sentito quando gli hai chiesto di firmare le carte del divorzio, huh? Come credi si sia sentito quando l'uomo che amava, dopo tutto quello che avevate passato, dopo tutto quello era successo, lo ha abbandonato così? Quando è tornato a casa non di reggeva sulle sue gambe, Jenner. Avevi promesso di amarlo e di onorarlo e di difenderlo e per colpa tua non riusciva a respirare per i troppi singhiozzi. Vuoi sapere come ha fatto a rialzarsi?-
-Mi dispiace così tanto... - sussurro Tris
-Allora, vuoi sapere come ha fatto? - lo ignorò lei alzando la voce e Tristan scosse la testa, e ancora e ancora perché non voleva saperlo, perché era tardi. -Mi ha vista piangere. E così si è incazzato. Se io non fossi stata lì, Tristan, mio fratello sarebbe morto.- disse glaciale, e Tristan aveva ancora le dita strette attorno al suo polso, ma sembrava essere lei a torturarlo per farlo restare. -E ora mollami, e prova a sistemare con quelli che ancora ti vogliono bene.-
Tris era seduto sul bordo del balcone, con le gambe a penzoloni e i capelli lunghi legati in una codina improvvisata, quando Nicky era uscito sul balcone.
-Hey amore.- aveva chiamato -che succede?- aveva chiesto indicando col mento la sigaretta tra le sue labbra, prima di sedersi contro la ringhiera, per poterlo guardare in viso senza girare il volto. -Nulla di importante.- aveva menticchiato Tris -Ho avuto una cliente ingestibile. Tu? La tua giornata?- Nicky scrollò le spalle. -Nulla di importante. Ho avuto dell'impasto impossibile.-
Tristan scoppiò a ridere, la sigaretta nuovamente tra le sue dita, le guance arrossate, gli occhi lucidi per il venticello e i capelli che sfuggivano
all'elastico.
-Tris?- -sì amore?- -vuoi sposarmi?-
Tristan per poco non si incendiò i pantaloni con la sigaretta. -Cosa?-
Chiese, mentre riportava le gambe sul balcone. -Mi sposi? - chiese di nuovo, gli occhi lucidi e il sorriso un filo timoroso mentre tirava giù le gambe per incrociarle all'indiana.
-Tu, brutto bastardo!- strillò Tris con espressione offesa. - Mi sono distrutto i polmoni con tutte le sigarette che mi sono fumato perché non sapevo come chiedertelo e tu ti presenti e me lo chiedi così? Ma c'è qualcosa che non sai fare meglio di me?-
-Nope.- lasciò uscire deliberatamente Nicky, il sorriso soddisfatto e l'ansia che svaniva -un motivo in più per sposarmi. Sono fan-tas-ti-co.- concluse schioccando le dita ad ogni sillaba, e Tris scoppiò a ridere. -Che idiota. Non posso crederci che voglio sposare proprio te.-
-Che stronza Afrodite, huh?-
-sta zitto e baciami.-
-Zittiscimi con un bacio.-
Tris lo fece davvero.
La cena scorse così lentamente da fargli perdere il fiato. Mark sedeva accanto a sua madre a destra e Katie a sinistra, così lui era finito incastrato tra Shawn e zia Pez. Nessuno lo aveva trattato male, o emarginato, o ignorato-lo trattavano tutti come il figliol prodigo, indifferentemente dal perché fosse andato o dal quanto ci avesse messo per tornare, l'importante era che lo avesse fatto.
Shawn sembrava prendere questo nuovo scintillante lato della vita di Tris con l'entusiasmo. Era correntemente seduto accanto a Dom dall'altro lato, e i due sembravano andare d'amore e d'accordo, chiacchierando di qualsiasi argomento capitasse loro a tiro.
Carrie davanti a lui lo aveva già minacciato con un mestolo sporco di sugo di passargli la sua ricetta per il polpettone e Shawn aveva riso, condividendo con carta e penna il sapere che il ristorante italiano gli aveva conferito.
E poi parlava con Nick, così tanto. Dialogavano liberamente e Nick faceva quel sorriso, quello di quando era totalmente a suo agio e avrebbe potuto ridere per ore-e Shawn, il biondo era un pezzo di pane, dolce e gentile, con un cuore d'oro, ma non pensava avrebbe mai potuto odiarlo tanto, abbastanza da sperare che lui e Nick si odiassero. Non era mai stato un ragazzo geloso, e si era sempre fidato di Nick al cento per cento-frustrante perché ormai Nick non era più suo, e questo sembrava scombussolarlo un po' troppo?
"magari sei geloso di Shawn" si ripeté. Non ci credette nemmeno lui, no.
-Allora Nick.- affermò zia Pez, e lui distolse lo sguardo dal castano in maniera piuttosto riluttante.
-Resti?-
Nick prese fiato e sfiorò il braccio di Shawn.
-Restiamo.- la corresse. -Può andare?-
Chiese poi, nel tentativo di non risultare arrogante, ma zia Pez gli mise una mano amichevole sul braccio -Va bene caro, mi piace questo biondino. Fa un buon polpettone. Sono sicura che ci sia un appartamento vuoto al quinto piano, oltre quello al terzo, naturalmente.-
-Quello al terzo?- c'erano solo due appartamenti al terzo piano e poi un grande sgabuzzino in comune. Avevano passato l'intero pomeriggio in quello di Jim e Carrie, quindi quello vuoto doveva essere quello di -Nicky è rimasto nel vostro vecchio appartamento, caro, e Katie si é trasferita nella stanza del- nell'altra stanza.- si corresse in tempo, prima di riprendere -Estelle invece vive con me, mi fa da domestica in cambio della mia stanza degli ospiti. È una brava donna, sai?-
No, che non lo sapeva. Aveva passato nottate intere con Nicky in lacrime, stretto al petto. Una volta avevano dovuto portare Katie al pronto soccorso perché aveva buttato via una bustina con diversi grammi di cocaina e lei, la sua stessa madre, le aveva tirato un piatto di ceramica in viso, rischiando di farle davvero male. Rischiando di ucciderla.
-Nick e Kate come la trattano? -
Pez sorrise sorniona-lei sapeva, sapeva che l'avrebbe chiesto.
-Non la chiamano mamma o altro, ma è passato più di un anno oramai. È una buona vicina per loro. Non avranno mai il legame che Nick ha con Carrie o con Jen, o con Annabelle e Giselle, ma le vogliono bene. Tu tesoro, come stai?-
-Sto bene.- sorrise, prima di giustificare il suo silenzio con una forchettata piena di polpettone. Poco male, era davvero buono.
-Tris caro, non prendermi in giro. Sai che devi parlargli, vero?-
-già. -
-E allora che stai facendo?-
Tris sorrise, un ricordo lontano che si delineava nella sua mente, di quando era libero e vivo, e stava per chiedere a Nick di trasferirsi con lui. Anche allora la donna gli aveva chiesto un'anticipazione, e Tris aveva riso divertito, imbattibile, un giovane Icaro pronto a spiccare il volo.
-Quello che faccio sempre.- disse sull'onda del ricordo. Alzò lo sguardo verso zia Pez -incasino le cose.-
Erano entrati nelle loro conversazioni all'improvviso, senza lasciare alcuna traccia. Bambini. Era iniziato tutto con Katie e Paul che entravano in una stanza affermando solenni "fate un figlio. Vogliamo un nipote." che li aveva fatti scoppiare a ridere e poi li aveva cristallizzati. E così all'improvviso erano ovunque. Erano al supermercato, tra le corsie del latte in polvere, con Nick che si informava su quale fosse il migliore e nelle orribili tutine gialle e verdi dei negozi per bambini e nella seconda stanza dell'appartamento, che ora ospitava una culletta e alcuni dei vecchi giocattoli e sonagli di Katie.
Erano nelle cene sul divano ("dobbiamo procurarci un seggiolino") e nelle docce in comune ("credi che dovremmo comprare un fasciatoio? Non possiamo cambiare il bambino sul water") e persino nelle conversazioni post sesso ("dovrai imparare a fare in silenzio quando avremo il bambino, o ci crescerà traumatizzato").
C'erano bambini sui loro computer, e nei post-it appiccicati al piccolo frigo mal ridotto.
C'erano bambini.
Il cielo era nuvoloso quella mattina di ottobre. Nicky era seduto sul tetto, nel solito posto, il posto della sua adolescenza, quello per quando tutto era troppo. Il loro posto. Erano quasi due mesi che Tris rimandava quella conversazione e sarebbe potuto scappare anche adesso-Nick non poteva averlo visto, di spalle com'era, eppure era lì e Tris non faceva altro che scappare. Era da due anni che scappava senza fermarsi e Nick, lui era così dannatamente il suo punto fermo, nonostante tutto, nonostante le fughe, nonostante Tris. Si sedette accanto a lui senza nemmeno salutare. Non erano così vicini da due anni, e allo stesso tempo non erano mai stati tanto lontani, nemmeno il giorno del divorzio, nemmeno quando Tris era scappato.
-Dobbiamo parlarne, non vero?-chiese Nick ferito e Tris annuì gli occhi persi all'orizzonte.
-Mi dispiace di essere andato via.-
-Non è vero.- lo interruppe Nick freddo -Volevi andare via già da piccolo. Hai sempre voluto andare via, Tristan.-
- Hai ragione. Mi dispiace di averti lasciato qui però.- Nick annuì. -Immagino che sia così. Ma Shawn mi sembra adorabile.- affermò, gli occhi fissi sul bordo del tetto del condominio di fronte.
-Lo è.- confermò e poi strinse le labbra a fatica. -Anche Dom sembra fantastico, mamma ne parla come se avesse appeso le stelle in cielo solo per lei.- Nick sorrise. -Ha organizzato il suo matrimonio.- spiegò tranquillo e Tris trattenne il respiro. -Fa tutto il duro su quella moto, ma fa letteralmente il wedding planner.- ridacchiò.
-Hai accompagnato tu mamma all'altare?- chiese di getto e Nick annuì tranquillo. Rilassato. La conversazione non lo distruggeva quanto faceva con Tris. -E Katie le ha fatto da damigella. Se glie le chiedi dovrebbe avere le foto, ma le carte come testimoni le abbiamo firmate io e Carrie.-
-Non posso credere di essermelo perso.- sussurrò, e -Davvero Tris? Perchè io posso crederci così facilmente ora mai.- affermò Nick stizzito e Tris sentì gli occhi diventare lucidi. -Nick...-
-Va bene. Capisco che non si possa incontrare la persona giusta a cinque anni , ma perchè hai abbandonato tutti loro?- Rincarò la dose e Tris scosse la testa. Non era così. Non era mai stato Nick. Nick aveva sempre saputo amare. -Non riguarda te o gli altri.- spiegò sottovoce e Nick rise. -Certo che riguarda me. Mi hai lasciato qui.- quasi urlò. -Mi hai lasciato qui e sei andato via, a farti la tua bella vita, lontano quanto avevi desiderato. Ma che ti costava esserci al matrimonio di tua madre? Rispondere al telefono ed esserci al battesimo dei figli di Carrie? Festeggiare il pensionamento di James? Andare alla fottuta recita di Katie?- Silenzio radio. -CAZZO, RISPONDIMI.- urlò e Tris aprì gli occhi scocciato -Perchè c'eri tu, ok? .-Urlò indietro e Nick indietreggiò. -Dopo quello che ci è capitato avevo bisogno di spazio, e non avrei preso nessuno spazio se fossi tornato perchè lì c'eri tu, e mi dimentico anche il mio nome, Nick.-
Una lacrima abbandonò l'occhio di Nick. -Il mio lavoro.- affermò freddo e ferito insieme, gli occhi annebbiati da un dolore he non lo mollava un attimo. -Come prego?- chiese Tris confuso, e Nick prese fiato. -Non hanno acconsentito a darci subito il bambino a causa del mio lavoro, non delle tue sigarette. Non è stata colpa tua ma mia. Comunque non era un no definitivo.- (a posteri, ovvio che Nick sapeva c'entrasse il suo senso di colpa)
Troppe informazioni. Ovvio che era per le sigarette, era sicuramente per le sigarette. Per questo se ne era andato, per non vedere la delusione nei suoi occhi, non nei suoi. Era per le sigarette, non per il lavoro al ristorante che Nick aveva allora. Oppure no. Voleva piangere. Voleva abbracciare Nicky, il suo Nicky. Voleva restare stretto a lui per sempre, per assorbire il suo senso di colpa. -No definitivo?- chiese invece.
-Volevano sottoporci ad un paio di colloqui e ad periodo di supervisione. La mail è arrivata una settimana dopo il tuo bigliettino.- spiegò li occhi fissi all'orizzonte ma sommersi di lacrime.
-Mi dispiace.- sussurrò Tris e Nick sorrise. -Lo so. Non era destino, immagino.- Lasciò che il vento freddo gelasse le lacrime sul suo viso come meglio poteva. -Ma ora stiamo bene, sì? Felici, innamorati, e tutto il resto.- Tris annuì. Voleva stringerlo a sé per sempre, fino a perdere il fiato, fino a dimenticare come stare il equilibrio senza. -Già. Stiamo bene.- sorrise, gli occhi fissi all'orizzonte. Erano troppo vicini, Tris non poteva guardarlo negli occhi adesso. -Come va il trasloco?- Chiese Nick interessato e Tris sospirò. -Bene, abbiamo finito di smontare gli ultimi scatoloni. Fa un po' strano vivere nella tua vecchia casa, ma non c'era modo che con lo stipendio che ho adesso riuscissimo a permetterci l'appartamento al quinto piano. In più Shawn sta ancora cercando un lavoro decente.- spiegò inclinando la testa. C'erano due appartamenti al quinto piano, uno minuto e l'altro decisamente enorme e attrezzato, e Tris era infantilmente felice di avere una scusa buona come la mancanza di denaro per non dividere il pianerottolo con il fidanzato dell'uomo che aveva promesso di amare ed onorare per tutta la vita. -Come se la cava con i piatti da fast food? La settimana prossima Layla, una collega, entra in maternità, e ci sarà un posto vuoto alla tavola calda per un bel po'.- Suggerì Nick maledicendo sé stesso, Estelle per averlo messo al mondo e quel Dio in cui Maria credeva tanto per la bocca larga che gli aveva concesso, e poi smise semplicemente di farlo. Non poteva quando Tris gli sorrideva radioso, quando lo guardava come se il tempo non fosse mai passato- all'improvviso non c'era più abbastanza ossigeno nell'aria. Ripresero entrambi a guardare l'orizzonte. -Grazie Nicky.- sussurrò Tris, e fissò il giovane illuminarsi silenziosamente al soprannome. Un filo di vento attraversò l'aria arrossandogli ancora di più la punta del naso. Quasi si stupì di se stesso, quando la consapevolezza lo accolse, come se non fosse mai andata via, come se fosse stata sempre lì. Pensava che in quei due anni si fosse affievolita, che Shawn l'avesse fatta scomparire, e invece era lì, una piccola verità universale come tante altre. Erano in ottobre, era un pomeriggio nuvoloso, e lui era ancora innamorato di Nick.
-Quindi questo è il tuo famoso ex. Sono felice di poter associare una faccia a tutti questi insulti.- Disse Dom ironico tenendo la fotografia tra le dita e Nick fu terribilmente grato che quello che ora considerava il suo migliore amico si fosse presentato alla porta del condominio stringendo un volantino il sabato mattina di quasi sette mesi prima. -Dove eravate?- chiese sfiorando la carta con le dita. -Central park, la prima e ultima volta che siamo andati a New York. Ad un certo punto ha iniziato a piovere, così lui ha riso e mi ha fatto piroettare sotto l'acqua.- disse, gli occhi persi nel vuoto e un sorriso triste in viso. Stava trattenendo sulla lingua delle parole. -Dillo.- sospirò Dom e Nick scosse la testa.
-Solo che ancora fatico a crederci, sai? Un anno che è andato via e ancora mi viene difficile accettare che mi abbia abbandonato. Non posso credere sia andato via quando una volta mi stringeva come se avesse voluto farlo per sempre.- Dom ridacchiò un istante
-What a lie , what a lie, what a lie for you and I.- canticchiò e Nick lo guardò perplesso.
-Oh andiamo Ni', What a time. Julia Micheals? Davvero non conosci questa canzone? Ma che persona dal cuore spezzato sei?- sdrammatizzò e drammatizzò insieme.
Se non avesse mai conosciuto Tris, se non si fosse mai innamorato di lui, allora Dom gli avrebbe fatto perdere la testa.
Dom amava il suo appartamento. Era minuscolo, disordinato e sapeva di casa, e gli aveva fatto conoscere quel manipolo di persone che ora aveva l'onore di chiamare la sua famiglia, quando prima aveva conosciuto solo odio e dolore e solitudine. Ringraziava ogni giorno per non essere più solo, per poter parlare con Katie, per stringere Nick, per abbracciare Maria e Carrie ed Estelle, e tutte quelle persone che lo avevano accolto a braccia aperte quando era solo e spaventato ed infreddolito. Sa quanta paura faccia sentirsi soli. Però non pensava Shawn si sentisse così.
-Ciao.- affermò il biondo un filino imbarazzato.
-Ehy.- salutò indietro Dom -mi sembri un filino scosso, va tutto bene?- Shawn trattenne il fiato un istante. -Hai detto...- riprese un attimo fiato -quando ci siamo trasferiti mi hai detto questa cosa tipo 'se mai ti servisse un amico io abito al quinto piano ' e penso davvero fosse una battuta, giusto? Ma il mio unico amico è Tris, ed è un casino perchè è anche il mio fidanzato, e forse ho fatto un casino e ho davvero bisogno di qualcuno per parlare e per avere un consiglio e non conosco nessun'altro della mia età a parte Nick che è ipoteticamente coinvolto nel casino.- riprese fiato e fissò Dom con ansia. Il riccio gli sorrise rassicurante, poi si strinse alla porta per lasciare il corridoio libero. -Entra allora, ti offro un The caldo.- Shawn aveva un bel sorriso, e aveva quasi sicuramente scoperto del matrimonio.
-Shawn?- -Dimmi.- -Sembri solo quasi quanto me.- -Si ma nel mio caso è colpa mia.-
silenzio per un istante.
-Shawn?- -Si?- -Anche nel mio caso è colpa mia.-
-Sappiate che odio le feste a sorpresa!- affermò Katie abbandonandosi sulla sedia accanto a zia Pez priva di ogni energia. -Oh andiamo, è per Paul.- Carrie le lancio una patatina sul petto. -Non pensarci nemmeno Carrie Janet Wilson, siamo entrambi gay.- -appunto!- -si ma in direzioni diverse.- Carrie ed Estelle scoppiarono a ridere. Zia Pez invece sorrise appena, gli occhi e la mente concentrati su Nick e Tris che sistemavano i piattini di carta sul tavolo battibeccando sul lato migliore per disporre le forchette e sul come piegare i tovaglioli. -A proposito, che cavolo è successo a quei due?- si intromise Jim dopo aver seguito lo sguardo assente di zia Pez -Sono tipo tornati amici?- Katie scosse la testa. -Credo che sia una sorta di tregua. Hanno semplicemente smesso di ignorarsi.- alzò le spalle Katie e Mark spuntò dietro i ricci scuri di Maria, seduta sul suo grembo, e già che c'era, con la scusa di intervenire nella conversazione, poggiò il mento sulla spalla della donna, stringendola con affetto. -Pensate che sia una conseguenza di Shawn e Dom che fanno amicizia?- chiese curioso. -Alla fine è successo nello stesso periodo, Giusto? Il mese scorso in entrambi i casi.- Maria annuì prima di intervenire -E a proposito, Shawn e Dom amici? Di che livello di amicizia stiamo parlando?- Katie tirò fuori le dita, contando ad uno ad uno tutti i dati che aveva -Escono insieme, hanno chat infinite su minchiate allucinanti, si lamentano dei propri ragazzi, fanno la spesa insieme. Credo che si possano considerare migliori amici inconsapevoli.- concluse. -E tu come la sai tutta questa roba?- chiese Jim, facendo arricciar il naso a Katie per l'offesa. -Mi deludi Wilson, io so sempre tutto.-
-Bhe se non altro si supportano, mentre vanno dietro a quei due deficienti.- Carrie tornò bonariamente al discorso precedente. -Sapete che casino scoppierà se si innamorano di nuovo?- Pez ridacchiò, prestando finalmente attenzione al gruppetto e Katie sorrise amaramente. -Oh Carrie, ma loro non hanno mai smesso di amarsi.-
-L'essere umano è predisposto a scappare, però.- commentò Tris, gli occhi fissi su un film che non stava guardando davvero, e Pez ridacchiò, guardando i due tredicenni sul suo divano. Nicky arricciò il naso poggiando la testa sulla spalla del migliore amico.
-Elabora.- esordí, smettendo di prestare attenzione al film, e Tris prese a giocare con le maniche della felpa dell'altro.
-Ma sì insomma, è tipo istinto di sopravvivenza. Vedi il dolore e scappi.-
-si ma gli umani sono stupidi e masochisti.- ribadí Nicky come se lui invece fosse un alieno. -Gli umani tornano sempre, alla fine. Quando sono innamorati davvero tornano sempre.-
-Per soffrire ancora? Tattica idiota.-
-Per rinascere Tris! Ma andiamo, non lo vedi? Il dolore li ha cresciuti.- indicò col mento la TV.
-Ma se fossero stati la persona giusta l'uno dell'altro non si sarebbero lasciati.-
-Ma che teoria è? Il dolore li fa innamorare di nuovo, li fa innamorare davvero. La loro storia è degna di essere raccontata per tutto quel dolore, perché ci affascina, Tris! Il dolore ci rende forti e rende l'amore la cosa più speciale che tu abbia mai anche solo sentito nominare.- Nicky si illuminava ogni volta che parlava d'amore.
-Ma lei è felice col suo nuovo ragazzo.- intervenne Tris arricciando il naso. -E lui non andrà da nessuna parte.-
-Nemmeno lui andrà da nessuna parte, e poi dai, sono evidentemente anime gemelle.-
- Ma è andato via!- protestò Tris, che ormai si stava affezionando alla trama.
-E poi è tornato.- completò Nicky
-Con una ragazza.-
-Ma la ama ancora.-
-Si, ma-
Pez avrebbe voluto piangere, per quanto tutto stesse esplodendo.
Ma la verità era che Nicky aveva sempre avuto ragione. "Se lo ama tornerà" , se lo era detta per due anni. E poi. Poi Tris era tornato.
-Dommy.- esordì, un po' per l'improvvisa urgenza di porgere quella domanda, un po per infastidirlo.
-Ti avrò detto di non chiamarmi così una novantina di volte, Katie.- Kate arricciò il naso ma sorrise comunque affettuosamente, prima di tornare agli affari. -Shawn è una brava persona?- Dom aggrottò le sopracciglia, stupito dalla domanda. -È adorabile, in realtà. Una brava persona con un passato un po' oscuro ma che non si è lasciato spegnere. Come un piccolo sole triste, molto dolce e sincero. Un po' buffo a volte. E sicuramente un buon amico.-
Katie sorrise dentro, annotandosi mentalmente di chiacchierare con la sua cricca dei pettegolezzi e Paul la sua ultimissima teoria scintillante.
-Che tipo di buon amico?- chiese. -Mettiamo che ti sfoghi, va'.- ipotizzò poi - È il tipo di buon amico che si preoccupa per te o quelli che si limita ad ascoltarti senza dare diecimila consigli non richiesti?- chiese curiosa, e Dom sembrò rifletterci un momento. - È il tipo di amico che tu lascia parlare e poi ti stringe a sé finché non stai di nuovo bene, e che non ti dà diecimila consigli, perché ti guarda e tu sai già cosa fare. È... fantastico? - azzardò, come se non avesse avuto abbastanza parole per descriverlo.
-Okay, deve avere i superpoteri. - commentò vagamente scocciata Kate e Dom ridacchiò. -Perché questo interrogatorio? Sei in ansia per la serata o solo gelosa del tuo fantastico amico Dominic?- ammiccò per alleggerire la tensione della stanza e Katie sbuffò ironica. -Perché sono tua sorella, Dom.- disse con una schiettezza tale da sciogliergli il cuore, perché Dom, lui non aveva avuto mai nessuno.
-Sono tua sorella, e voglio sapere se devo prepararmi a volergli tanto bene da definire anche lui mio fratello-ed inizio ad averne troppi per la cronaca, o se dovrò fargli il culo perché si rivelerà un amico di merda. E io non sono mai in ansia, mi hai scambiata per Paul?- e parlando del diavolo, Paul e Shawn entrarono in casa con sacchetti stracolmi di cibo spazzatura. Perchè funzionavano così i venerdì-videogioco di Dom.
-Jim ha già staccato?- chiese Katie a Paul. Shawn tolse i sacchetti dalle sue mani, così che il sedicenne potesse togliersi il cappotto.
-Ciao.- salutò piano Dom con un sorriso un filo imbarazzato e il padrone di casa ridacchiò prima di salutarlo indietro.
-venti dollari.- sussurrò Kate a Paul.
-andata.-
Tris non era mai stato un amante della poesia ma era piuttosto sicuro che il riflesso del sole che tra le persiane si abbatteva sul tetto bianco fosse un poema intero-forse, se solo avesse saputo decifrare e comprendere l'arte, ci avrebbe trovato dentro la soluzione a tutti i suoi problemi.
Non era mai stato abituato a stare fermo e solo dopo il sesso, nemmeno dopo quello caldo e appiccicoso delle mattine di metà agosto con il condizionatore andato, ma se si fosse girato avrebbe trovato boccoli biondi invece di ciocche mosse castane e una pelle dorata dura da marcare invece di quella lattea di Nicky che riusciva ad essere segnata anche dagli sfioramenti più accennati, arrossata dall'emozione e dalla fatica, ricoperta di lentiggini. Ovunque.
-L'altra sera ho visto una commedia romantica.- iniziò Shawn dopo qualche minuto di silenzio, non appena ripreso fiato-il suo nuovo amico?, scopamico?, coinquilino?, unico conoscente?, sembrava odiare i silenzi.
-E solo.- iniziò - immagina amare qualcuno tanto da lasciarlo andare per sempre. Amare qualcuno tanto da volerlo stringere a te ogni attimo possibile e poi essere disposti a lasciarlo andare. La tua anima si accartoccia e ti si blocca il fiato in gola e lo lasci andare.-
Tris trattenne il fiato, mandando giù i sensi di colpa e un principio di lacrime. Lo immaginava benissimo, amare qualcuno così. Lo aveva visto. Aveva visto Nicky reprimere le lacrime in quel modo, prima di chiudere gli occhi e sussurrare un addio. Lo aveva fatto soffrire così tanto, Tris e voleva morire per quello, perché era la persona che amava di più in tutto il mondo, e non era stato nemmeno abbastanza forte da restare. Tris non era stato abbastanza, e questo non era in alcun modo colpa di Nicky, ma solo sua. -Ne ho una migliore.- intervenne quindi, e Shawn si voltò a guardarlo incuriosito. -Immagina amare qualcuno tanto da restare.- Disse, un leggero tremolio nella voce e lo sguardo fisso sul tetto. Shawn scosse la testa vigorosamente. -Restare o andare è un attimo.- articolò arricciando il naso, prima di aggiungere. -Immagina di amare qualcuno tanto da tornare.- I sensi di colpa attraversarono il petto di Tris-forse quella storia della scopa-amicizia stava diventando davvero un amicizia. E Shawn era un tale romantico-non poteva dirgli ciò che aveva fatto all'amore della sua stessa vita. Si sentiva sbagliato, Tristan. E Nicky, lui ora era il suo segreto.
-Quindi.- affermò Shawn porgendogli un muffin. -puoi sederti Tris, non ho intenzione di avvelenati o altro. Voglio solo che mi racconti.- roteò gli occhi. Tristan afferrò con riluttanza il dolcetto e si sedette sulla sedia con la stessa espressione di chi si siede alla centrale di polizia per essere interrogato su un crimine che ha evidentemente commesso.
Era tornato a casa, le braccia piene di buste della spesa, solo per trovarlo seduto a gambe incrociate su una sedia, con in viso un cipiglio infastidito e una tazza di the tra le dita. -Dobbiamo parlare.- gli aveva detto, e poi gli aveva porto un muffin al cacao con ripieno alla nocciola e scaglie di cioccolato-da qui capivi fosse un cuoco e non un agente di polizia (anche se per i suoi muffin ogni singolo abitante del condominio avrebbe venduto l'anima al demonio in effetti).
-Eravate sposati, non è vero?-chiese tranquillo, ma Tris si strozzò con l'impasto.
-Chi te lo ha detto? Dom?-
Shawn roteò gli occhi divertito
-Ho incontrato Per-Zia Pez sul pianerottolo e l'ho aiutata a salire la spesa e aveva in casa la foto del primo giorno di liceo di Katie e Paul. Con te e Nicky. E delle fedi.-
Tris semplicemente abbassò lo sguardo.
-Perché non me lo hai semplicemente raccontato, Tris?- gli chiese Shawn, la voce spezzata e le dita bianche strette attorno la tazza bollente. -Tu non hai idea di cosa gli ho fatto, Shawn. Non hai idea del modo in cui l'ho lasciato.-
-Si che ne ho idea, perché non sapevo nemmeno della sua esistenza e siete stati sposati. Avevate promesso di amarvi per sempre e non mi avevi mai nemmeno accennato il suo nome. Io penso che tu abbia avuto paura ad un certo punto e che tu sia scappato, non è vero?-
Tris abbassò lo sguardo e Shawn trattenne la domanda tra le sue labbra. La trattenne, stretta, mordendosi la lingua, perché non era disposto a sentire quella risposta
Non era per nulla pronto a quel "sì".
Lo ami tanto da essere tornato, non è vero?
Invece chiese -Raccontami.-
E così, mentre il The di Shawn si raffreddava e il gelato abbandonato nella busta della spesa all'ingresso si scioglieva, Tris raccontò.
-Tris?- -Sì?- -Penso di amarti.-
NickyNickyNickyNickyNicky.
Shawn.
-Penso di amarti anche io.-
Solo che poi smise di funzionare.
-Qual è il tuo passato oscuro?- Chiese Dom afferrando uno dei muffin sul piatto e Shawn strinse le labbra.
-In realtà nulla di particolarmente originale. Famiglia cristiana. Figlio gay. "Sei malato, ma sei nostro figlio. Ecco fatti questa ragazza, così guarirai, oppure va via di casa." Così ho aspettato di fare diciotto anni e me ne sono andato.-
Dom aggrottò le sopracciglia prendendo un sorso di caffè per ingoiare il boccone più in fretta. -Perché continui a dire che è colpa tua allora?-
Shawn seppellì la testa fra le spalle guardando ostinatamente verso il basso.
-Mi hanno detto "cambia o vai via" ma non mi hanno mai cacciato davvero. Avrei potuto lottare, sorridere, fingere di uscire con una ragazza. Avrei potuto restare, e provare a convincerli. Avrei potuto chiamarli.-
Dom aggrottò le sopracciglia -Hai evitato le loro chiamate?-
Shawn scosse sommessamente la testa -Non mi hanno mai chiamato per primi.- ammise e Dom sentì l'immediata impulso di stringerlo a sé.
-Non hai alcuna colpa Shawn.-
-Avrei potuto...- la vergogna nei suoi occhi infastidì
-E loro avrebbero potuto chiamarti, Shawn, o accettarti. Erano la tua famiglia. Avrebbero dovuto amarti comunque.-
-Che mi dici della tua?- cambiò argomento Shawn, e Dom ridacchiò.
-Sono stato lasciato davanti i pompieri quando avevo sei mesi e cresciuto in orfanotrofio. Poi ho fatto diciott'anni e sono andato a vivere da solo, e a ventuno mi sono trasferito qui. E ho trovato una famiglia, quindi mi è andata bene credo.- ridacchiò e Shawn sorrise mesto.
-Shawn?-
-Sì?-
-Sei qui ora. Andrà bene anche per te.-
-Dici?-
-Bhe, almeno noi ti telefoneremo.-
Shawn scoppiò a ridere.
-Allora lo ami?- chiese Katie prendendo un sorso di caffè e Paul di strozzò col suo mentre anche lui si voltava a guardare Nick. Il castano mantenne lo sguardo fisso su Dom che faceva volteggiare in aria il figlio grande di Carrie. -Credo di sì, anche se mi fa un po' strano dividere il letto con qualcuno che non s- si interruppe. - Con qualcun altro.- si corresse. Non diceva il suo nome da più di un anno e non aveva intenzione di pronunciarlo ora.
Katie sorrise mesta, continuando a battere la mano sulla schiena di Paul nel tentativo di frenare la sua tosse
-Pensi che lo amerai mai quanto lui?- chiese e Nick strinse le labbra.
"Ovvio che no" trattenne sulla lingua, prendendo un sorso di caffè per distrarsi. "lo amerai mai quanto Tris?" gli richiese una parte deliberatamente masochista del suo cervello, e no, no, no, no, no. "Odialo" si ripetè
"Tu lo odi. Odialo".
Aveva sempre fatto schifo a mentire.
-Bene.- annuì Katie. -Ma voglio davvero bene a Dom, quindi evita di spezzargli il cuore. Non se lo merita.-
Nick ridacchiò -Non è lui che dovresti minacciare? Sorella degenere.- commentò e lei alzò le spalle.
-Minacciare Dom? Quel ragazzo è innocuo.- ridacchiò.
"È il ragazzo perfetto" Nick non doveva nemmeno provare a convincersi di quello-lo sapeva già perfettamente.
Lo guardò prendere in braccio Charlie per lanciarlo in aria e riprenderlo, facendolo ridere teneramente. Era dolcissimo. Adorabile. Sarebbe stato un padre perfetto. Ma non lo vedeva accanto a sé. Non si vedeva a dividere dei bambini con lui, a proporgli il matrimonio, o a fare pazzie come prendere il primo treno per New York senza nemmeno una valigia o guidare una moto per quattro ore solo per arrivare al mare. Dom era perfetto.
Dom non era Tris- non riusciva a capire se fosse una cosa buona o cattiva.
-Lo ama ancora, non è vero?- chiese Dom, e Katie sorrise amara.
Nick, mezzo salone più avanti, prese un altra pallina di natale argento dalla scatola e la appese ad un ramo, spostando quella che Tris aveva messo appena pochi istanti prima.
-Ma che cavolo Nick! Andava bene di quel colore.-
-Ma certo Tris!, così avremo un albero a macchie come la fottuta Pimpa.-
-Sei stato tu ad insistere per prendere le palline rosse e argentate, genio! Avevo detto che erano meglio dorate!-
-Andrebbero benissimo anche argento se le miscelassimo invece di fare un albero a pois, non ti pare?- Nick gli lanciò la pallina rossa in testa facendole fare un piccolo rimbalzo e Tris si accese come le lucette.
-Inizia a correre Nicky, ora ti uccido.- Ghignò, e Nick scoppiò a ridere.
Stavano addobbando la tavola calda di Zia Pez e la situazione stava forse sfuggendo di mano-ma doveva proprio essere fuori controllo se anche Dom se ne era reso conto.
-Tu come stai?- chiese Katie senza confermare la sua tesi, ma anche senza negarla. Dom ridacchiò -Immagino di averlo sempre saputo, in un certo qual modo.-
-Non hai risposto alla mia domanda.-
-Come tu non hai risposto alla mia.- commentò Dom e Katie inarcò le sopracciglia.
-Davvero non l'ho fatto?- chiese e Dom scosse mestamente la testa.
-Comunque sono serio, l'ho sempre saputo-tutta quella roba di "essere fatti l'uno per l'altro" sai? Non fa per noi. Mai fatto per noi. Noi siamo solo capitati per un po'. Ma questo già lo sapevi, non è così?- chiese, e Katie nascose un sorriso imbarazzato dietro la sua tazza. Ovviamente lo sapeva.
-Cosa hai intenzione di fare? - chiese quindi e Dom riportò lo sguardo su un Nick che soccombeva al solletico di Tris, prima che entrambi si rendessero conto di non avere più ventidue anni, o di non essere più sposati, o di stare con altra gente e si separassero imbarazzati, e ridacchiò.
-Lui non ne ha ancora idea, Katie, e impanicherà quando lo scoprirà.- lei arricciò il naso al soprannome
-Non sono nemmeno sicura che "impanicare" sia una parola.- commentò infastidita e Dom si permise un piccolo ghigno prima di riprendere a smistare i fazzoletti in rossi e verdi. -Resto con lui finché non lo realizza, Kate, e lo spingo nella giusta direzione.-
In quel momento Shawn entrò nel negozio con due scatoloni tra le mani.
-Buonase-okay, non per essere rude, ma quest'albero sembra la Pimpa.-
-Anche il tuo ragazzo mi dà ragione Tris! Arrenditi, fai schifo a decorare alberi.-
Katie roteò gli occhi- Nick era una tale reginetta del dramma- aveva sempre saputo che Tris faceva schifo in quello, ma continuava a preferire il suo sorriso divertito. Ma continuava a sistemare gli addobbi natalizi dopo il suo passaggio.
-Principessina! Nicky mi ha detto che ce l'hai con me. Che succede? -
Tris si inginocchiò davanti al letto della bambina.
-Smettila di chiamarmi così!- Strillò lei rannicchiandosi ancora di più sul lettino.
-Oh andiamo Katie, non ti va di dirmi che succede?-
-Va che non voglio essere una principessa, Tristan! Non voglio avere nessun cavaliere dall'armatura luccicosa né nessun eroe a salvarmi. Voglio cavarmela da sola. Non voglio stare seduta ad aspettare qualcuno mentre tutti gli altri si divertono per venire a recuperarmi! Mi dici che sono una principessina e io non voglio! Voglio salvare io le altre principesse!-
Tris trattenne il fiato sbigottito-alla faccia dell' "ha solo sette anni".
-E chi ha detto che una principessa non può combattere? O che devi farti salvare.-
-Ma tutte le altre principesse fanno così!- esclamò stranita e Tris le scompiglio i capelli castani.
-E chi lo ha deciso? Loro non sono te. Tu sei la mia principessina e puoi battere tutti i cavalieri!-
-E conquistare un altra principessa? -
-Solo se vuoi. Puoi anche difendere un principe magari.-
Katie arricciò il naso e si grattò il mento, ignorando totalmente il percorso delle lacrime che gli aveva irritato il viso.
-Naah! Preferisco giocare coi ragazzi e conquistare le principesse. Si. Suona più divertente.-
(-Allora? Avete risolto?-
-Nicky?- -Sì?-
-Credo seriamente che tua sorella sia lesbica.- Nicky rise per ore.)
Vischio. Ovviamente era sotto il vischio, era parte della tradizione.
Nick si era già un po' infastidito quando andando a raccogliere Carrie e Shawn dalle cucine, aveva trovato Dom -il suo cavolo di ragazzo Dom, che duettava con il biondo Baby it's cold outside usando un mestolo sporco di sugo come microfono (davvero infantilmente il suo primo pensiero era stato "non avrai anche lui", ma questo non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce) e ora, non appena Tris andò ad aprir loro la porta, ebbe solo il desiderio di uccidere qualcuno.
Perché Tris rimase lì di lato, sotto il vischio, aspettando per la tangente come se in quel gruppetto di persone non ci fossero il suo ragazzo, il suo ex-marito e il fidanzato del suo ex-marito (eee la donna che gli aveva preparato il pranzo per quasi quindici anni. Non lasciamo Carrie indietro, suvvia).
Il primo ad entrare fu Dom, che -oh Jenner, so che non puoi resistermi, ma farmi questi agguati non è corretto, siamo due uomini occupati.- prima di stampagli un bacetto veloce sulle labbra sottili, prima che entrambi scoppiassero a ridere vagamente disgustati (fidanzato degenere, per la cronaca, avrebbe dovuto stare dalla sua parte). Shawn ridacchiò divertito prima di sussurrare un "Ciao tesoro" e schioccargli un bacio sulle labbra-Nick avvertì un fastidio ben definito nello stomaco, sopprimendo la tentazione di lasciar cadere la sua teglia di salsiccia arrostita per baciarlo contro la parete, facendogli dimenticare la cena, il Natale e il biondo in un colpo solo.
Tris lo guardò con una mezza aria di sfida imbarazzata mentre Dom e Shawn si allontanavano chiacchierando allegramente-evidentemente il bacio tra Dom e Tris non aveva infastidito Shawn quanto quello tra Shawn e Tris aveva infastidito Nick -cosa ancora più comica, il bacio platonico e schifato tra Dom e Shawn non aveva infastidito neanche lui.
-Tesoro, la teglia pesa.- asserí Carrie alle sue spalle e Nick annuì distratto. Non avrebbe sfiorato le sue labbra, nemmeno per il vischio, nemmeno per salvare il mondo-non avrebbe mai ammesso che temeva non sarebbe riuscito a lasciarle andare un altra volta, e allora avvicinò le labbra al suo viso.
Gli diede un bacio sulla guancia, sfiorandola appena con le labbra. -Buon Natale Tris.- sussurrò, prima di scattare a tutta velocità verso la cucina lasciando Tris lì, arrossato e confuso mentre Carrie rideva e gli stampava un bacetto veloce sulle labbra e Jim glie ne lasciava uno sulla fronte.
(Tris aprí anche a Katie e Paul, e se il primo scoppiò a ridere e gli diede un bacetto affermando che quella tradizione non gli era mancata per nulla, Katie lo fissò per un istante pieno.
-Non devi se non vuoi.- affermò Tris facendo un passo indietro e Katie roteò gli occhi prima di dargli un bacio rumoroso sulla guancia.
-Buon Natale Tris.- gli sorrise. Nick dovette sforzarsi per non scattare e baciare via l'espressione stupita ed emozionata sul volto del ragazzo. Ma "non c'è nulla" , si ripeté. "Nulla di nulla. È solo il primo Natale che passate insieme non essendo una coppia."
Quando Tris fece piroettare tra le sue braccia Shawn come un tempo aveva fatto con lui, Nicky ruppe la forchettina di plastica da dolce tra le dita, anche se Katie fu l'unica a rendersene conto.
-Penso onestamente che sposarsi quattro giorni prima di Natale sia una cretinata assurda. Non ci fate saltare nemmeno un giorno di scuola! - sbuffò Katie e Tris le scompigliò i capelli.
-Oh principessa, è il primo giorno in cui entrambi gli sposi riuscirebbero a venire al matrimonio. Sai che entrambi i nostri capi sono persone orribili.-
-Siete stati voi ad insistere perché Santiago e due dei suoi non andassero a far loro una visita.- alzò le spalle Paul prendendo un altro sorso del suo succo di pera e Nicky incontrò gli occhi di Tris con un filo di panico.
-Katie tesoro, sei una pessima influenza per Paul. -
-Rivoglio indietro il mio migliore amico.- Disse Dom e Nick si strozzò col vino. Il castano era scappato via dal tavolo un paio di minuti prima, quando Shawn aveva vinto per la terza mano consecutiva a pinnacolo e Tris gli aveva lasciato un bacio allegro sulla guancia.
-In che senso?- chiese tossicchiando, prima di prendere un altro sorso di vino per provare a calmare la tosse.
Dom sorrise avvicinandosi per dargli brevi colpetti sulla schiena. -Nel senso che rivoglio il mio migliore amico, Nick. Rivoglio una persona con cui ridere spensierato, a cui posso dire tutto e che mi dice tutto.- Nick aggrottò le sopracciglia, riempiendo il bicchiere con dell'altro vino (per altro assolutamente disgustoso, dovevano davvero smettere di comprare il vino rosso nei discount)
-ma noi ci diciamo tutto.-asserí e Dom ridacchiò.
-No invece tesoro.-
-Fammi un esempio allora. - si spazientí, perché evitava di menzionare con lui solo quegli stupidi pensieri nella sua testa che portavano il nome di Tris, ma per il resto gli confidava tutto.
-Se ci dicessimo tutto ti avrei già detto di rilassarti perché è ovvio che anche Tris ti ami ancora, anche perché tu mi avresti già detto che lo ami e questo ti terrorizza.-
-No. No non è vero. Io non lo- Non c'è niente Dom, ci siamo solo calmati, e non sono ge-loso, solo che, il natale, il tutto e i bambini e i balli e ha riso e io...-
-Nicky. Respira Potresti fare concorrenza ad Eminem, porca miseria. Va tutto bene. Lo sapevo già.-
-Sono serio Dom, non l'ho perdonato, come avrei potuto?-
Dom ridacchiò -Nick. So che non l'hai perdonato al cento per cento. Un po' come quando Jim ha fatto cadere l'ultima bomboniera del battesimo di Amy. Carrie è stata arrabbiata con lui per settimane intere. Non ha mai smesso di amarlo, però.-
-Tris non ha semplicemente rotto una bomboniera.-
-E tu sei arrabbiato da molto più che settimane. E lo ami ancora.-
-Io non... Posso resistere. Posso ignorarlo. Non ti tradirei mai per nulla e nessuno, e ti voglio un gran bene...-
-Anche io ti voglio un gran bene Nick, ed è esattamente questo il problema. Io non ti amo e tu non ami me. Poi lo guardi e hai le stelline negli occhi. So che non mi tradiresti, ma non sarò io a tenerti lontano da lui.-
-Non tornerò da lui, Dom.-
Dominic ridacchiò ed scrollò le spalle
-Allora la tua tristezza sarà esclusivamente colpa tua.- Nick sorrise un istante, poi la sua espressione crollò.
-Dom...- gli tremò la voce e Dominic sbuffò divertito.
Ecco che veniva il senso di colpa, ovviamente veniva.
-Dimmi Nick.-
-Non ti ho mai preso in giro o cose così.-
-Lo so.- Dom sorrise e si sporse per dargli un bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene Nick. Quando sarai pronto per parlarne, sarò qui.-
-Cavolo. Cavolocavolocavolocavolo.-
-Oh mio Dio, Nicky, che succede?- lo fermò Carrie di forza.
-Io non... Nulla. Non succede nulla. Non provo nulla. Non voglio fare niente. Le candele e il vischio non hanno alcun effetto.-
-Okay. Non posso credere che sto per dirlo a discapito della mia fantastica scommessa, ma bacialo Nick.-
-Io non so di cos...-
-Nicholas.-
-Ma lui e Lily...-
-Oh per Dio Nick, Lily un corno. Vuoi baciarlo? Bacialo.-
-Okay.-
-Non lo bacerai, non è vero?-
-Yup.-
-Oookay io vado a lavoro.-
-Okay arrivo, arrivo, per gli Dei. Ma che fretta avete il pomeriggio di capodanno potete saperlo solo vo-Katie?-
Tra tutte le persone che potevano citofonargli a raffica nel dopo pranzo del trenta dicembre, Katie era l'ultima che si sarebbe aspettato.
-Che cavolo stai combinando?- chiese seria e Tris arricciò il naso confuso.
-Facevo un the?- praticamente chiese e Katie roteò gli occhi prima di dargli per buona misura uno scappellotto.
-Intendo con Shawn brutto deficiente.-
-Io non... Nulla. Stiamo insieme. Cosa dovremmo fare?-
-State insieme mentre tu ami Nick.-
Tris trattenne il fiato un istante. Era inutile negare con Katie. La ragazza sospirò.
-Senti. Onestamente? Mi sono affezionata a Shawn. É dolce, carino ed educato e mi fa ridere e fa ridere molto anche Dom. E non puoi spezzargli il cuore, perché sarebbe del tutto colpa tua e io non posso tenerti il muso ancora a lungo.-
Tris espirò sbigottito. -Ancora a lungo..?- Chiese sbigottito e Katie roteò gli occhi un'altra volta-fosse stato uno sport olimpico avrebbe vinto una medaglia.
-La verità, brutto deficiente, é che sei mio fratello tanto quanto Nicky. Io ti voglio bene Tristan. E proprio per questo, se incasini le cose e scappi un'altra volta ti inseguo e ti picchio con una padella.- affermò seria e Tris ebbe l'ardire di ridacchiare.
-Non é una battuta, Jenner, prenderò la padella più resistente di Zia Pez e te la darò in testa finché non si sforma. Dipende quanto ti incasini, non ti chiamerò nemmeno un'ambulanza.- gli sorrise serafica e Tris riuscì a trattenersi dal deglutire intimidito.
-Oh bene, sono le cinque. Devo dare una mano per le fritture. Io vado.- gli schioccò un bacio sulla guancia e saltellò via come se non avesse appena finito di minacciarlo di morte.
Non avrebbe potuto chiedere una sorella migliore.
-Oggi abbiamo parlato poco e niente huh. Come é andata oggi?-
-Okay presumo. Ho rotto con Nick.- raccontò tranquillo prendendo un' altra scodella con la tovaglietta per asciugarla e Shawn lasciò cadere il mestolo in acqua per voltarsi verso l'amico.
-Oddio ma sei serio? Stai bene? Non sono una persona violenta ma posso diventarlo.-
Dom lo guardò e scoppiò a ridere- "Shawn" e "violento" erano due parole che difficilmente avrebbero potuto stare nella stessa frase senza una negazione in mezzo.
-Sto bene in realtà, é come se lo avessi sempre saputo. Gli voglio un gran bene però.-
-Saputo cosa?-Chiese Shawn, che dopo essersi accertato della stabilità del suo umore si era dato alla ricerca del mestolo perduto nella schiuma del lavello.
-Non lo amavo in quel modo. Gli voglio un bene terribile, okay?, e onestamente? Il sesso era stupendo. Ma non sono sicuro che potremmo passare tutta la vita insieme, probabilmente saremmo state una di quelle coppie che si mollano e restano amici.-
Shawn recuperò il mestolo che aveva ben deciso di incastrarsi sotto una pentola (come ci fosse arrivato solo Dio lo sapeva) e inarcò un sopracciglio sorridendo leggermente.
-Sicuro che non sia l'aria della Vigilia a renderti così tranquillo sulla tua rottura?-
Dom ridacchiò. -Cento per cento.- affermò mentre un orda di bambini di età compresa tra i tre e i sei anni entrò in cucina reclamando le attenzioni del riccio. Shawn sorrise intenerito.
-Va', tranquillo, qua finisco io.- affermò intenerito prima di iniziare ad insaponare una forchetta.
-Ehy.- chiamò una voce dalla porta -Serve una mano?- chiese Nick un filo imbarazzato e Shawn gli sorrise incoraggiante.
Aveva sbriciolato una forchettina, era scappato dalla sala, arrossiva in modi terribilmente evidenti,
Dio, quel ragazzo era così ovvio.
"Oh Nick sei ancora sotto mille treni, non é così?" pensò divertito. Si rifiutò di dare importanza alla piccola voce nella sua testa tentata di dargli il via libera.
-Ehy Tris! Dimmi che non sei in bagno ti prego, ho bisogno di una doccia infinita.- esclamò Shawn aprendo la porta e levandosi le scarpe per camminare scalzo- in realtà tutti se ne andavano in giro tra le case e i piani in calzini, lui era l'unico ad astenersi dalla tradizione.
-Tri...- chiamò di nuovo, ma si interruppe quando incrociò lo sguardo cupo del moro dal divano.
-Shawn. Dobbiamo parlare. Puoi sederti per favore?-
Shawn aggrottò le sopracciglia un attimo, prima di sedersi compostamente sul divano grigio, e voltandosi verso Tris.
-Certo. Dimmi tutto.-
Tris prese fiato, l'ombra del senso di colpa impressa negli occhi e il segno di una strana frenesia in viso. Allora Shawn capí.
Capí di aver sempre avuto ragione, di averci visto giusto, di aver capito perfettamente prima.
Tris era tornato indietro.
-Shawn?- il biondo si sedette distrattamente sul bordo del cofano.
-Quindi il ragazzo della tavola calda è il tuo ex?- chiese tentando di processare.
-Sì.- affermò Tris teso e Shawn prese un respiro profondo.
-Okay.- Tris rimase un attimo sbigottito. -Okay?- gli chiese, perché onestamente al posto suo si sarebbe incazzato come una belva.
-Okay. Ho solo una domanda.- asserì freddo e Tris batte probabilmente il record Mondiale per aver annuito più velocemente e a lungo di chiunque altro nella storia del pianeta.
-Stai tornando indietro?- E oh, Tris ricordava quella conversazione.
-Non da lui.- affermò quindi lui all'istante. -Da tutti gli altri. Da mia madre e i miei amici e le persone che mi hanno cresciuto. Sto tornando da loro perché gli voglio bene. E voglio bene anche a Nick, ma non sto tornando per lui.- Lo rassicurò certo delle sue parole. Non sarebbe mai rifinito con Nicky. Gli aveva già fatto abbastanza male, e in più anche il castano sembrava essere andato avanti.
Shawn prese un respiro profondo. Sembrava innervosito, e nonostante il suo respiro fosse regolare e la sua espressione appena spazientita, Tris non l'aveva mai visto così arrabbiato-Shawn era il genere di persona che augurava una buona giornata al tipo che gli aveva rovesciato addosso il caffè.
-Bene. Vorrei che mi raccontassi almeno un minimo delle persone da cui stiamo tornando. Perché so a malapena i loro nomi Tris.-
L'altro annuì nuovamente.
-Tutto quello che vuoi sapere.-
Quasi.
-Ok, sto arrivando, arrivo. Chi sta andando a fuo-Tristan?-
Tra tutti quelli che potevano citofonargli così animatamente a capodanno, Tris era definitivamente l'ultimo della lista. Sembrava decisamente impanicato.
-Ciao! Io... Ciao!-riaffermò e prese fiato. -So che sono l'ultima persona che può chiederti qualcosa, per tutta quella cosa, che ho fatto soffrire la maggior parte delle persone che ami, eccetera, ma questo non riguarda me. È per Shawn. E sei tipo il suo migliore amico, quindi dovresti saperlo da lui e non da me, ma abbiamo letteralmente rotto e lui era tipo... Assolutamente tranquillo, no? Cosa che mi rende incredibilmente sollevato giusto? Perché gli voglio un bene dell'anima. E lui ha detto di averlo sempre saputo e ha sorriso e ha detto di stare bene, ma non ne sono sicuro e sono scosso anche io per tutta la cosa nonostante sia stato io a rompere, giusto? Ε vorrei controllarlo, e lo farei anche, gli preparerei la cioccolata e lo avvolgerei in un plaid, ma non posso sempre per la cosa che sono stato io a mollarlo, e potrebbe volere i suoi spazi. E non gli toglierò i suoi spazi, non gli toglierò nulla, perché merita di tutto e io gli voglio un gran bene, ma nulla di più, ed è buffo, perché l'unica persona che può aiutarmi con questo è l'ex e il migliore amico dell'unico altro uomo che io abbia mai lasciato e quindi capisco se non vuoi aiutarmi, non mi aiuterei nemmeno io, ma di nuovo, non riguarda me, è per Shawn, perché merita la luna e gli sono capitato io e non è giusto, ma gli sei capitato anche tu, e mi sembri davvero una brava persona e non lo so, potresti anche solo controllare e poi prendermi a pugni per aver fatto del male al tuo migliore amico, ma ti prego, prima controllalo perché ho bisogno di sapere che lui stia bene. O se vuoi puoi anche non dirmelo e lasciarmi a morire d'ansia, è okay, solo , fallo.-
Disse letteralmente tutto d'un fiato e Dom rimase spiazzato prima di rientrare in casa velocemente, tanto da far credere a Tris che volesse sbattergli la porta in faccia. Invece il moro tornò con delle chiavi e una tazza di The tra le dita.
-Okay. Io vado da Shawn e controllo come sta, tu ti siedi qui e bevi il tuo The prima che si raffreddi, ok? Perché hai bisogno di calmarti. Va tutto bene.-
Gli mise la tazza tra le mani e poi poggiò le mani sulle sue spalle accompagnandolo ostinatamente verso il tavolo della cucina e spingendolo a sedersi su una delle sedie, prima di camminare verso la porta.
-Dom?- chiamò un attimo prima si raggiungere lo stipite e il riccio si girò curioso.
-Grazie.-
-Qual è la vostra parte preferita di una relazione?- chiese Dom curioso e Shawn arricciò il naso pensandoci.
-Da una che non ha mai avuto una relazione seria, il sesso.- affermò Kate rilassata e Paul roteò gli occhi accompagnato da un occhiata ci di Dom.
-Sei tremenda Stellina.- affermò il rosso disinteressato, prima di rispondere a sua volta -Credo che la mia sia quel punto in cui conosci talmente tanto il tuo partner da poter intuire cosa gli succede con uno sguardo. Tipo, mio padre è stra-timido, no? Quindi ordina sempre mia mamma, e sa dire con uno sguardo se vuole questo, quello, o se preferisce provare qualcosa di nuovo. Senza averne parlato. Lo capisce guardandolo. E non lo so, mi sembra rilassante. Sicuro.-
Katie arricciò il naso -A me metterebbe un ansia pazzesca.-
-Tu sei senza cuore, ecco perché.- ribatté Paul acceso prima di voltarsi verso Shawn con espressione supplichevole -Ti prego Shaw', confido in te per un po' di romanticismo.-
Shawn sorrise dolce prima di spilluccare lentamente una pattina dall'ultima fetta di pizza rimasta sul suo cartone.
-Io credo che il mio preferito sia quel periodo all'inizio, quando capisci di esserti innamorato ma non vuoi essere il primo a dirlo, e parte tutta quest'ansia, perché tutto quello che vorresti fare è urlarlo al mondo, ma allo stesso tempo vuoi tenetelo, e poi semplicemente ti scappa e senti tutto il peso scivolati dalle spalle e ti calmi e ti rilassi per tipo tre secondi. E poi ti parte l'attacco di panico.-
Dom ridacchiò -Naturalmente avresti scelto il periodo più stressante e ansiogeno di tutti.-
Shawn gli lanciò il suo fazzolettino di carta. -Oh ma certo, sono sicuro che invece il tuo sarà il periodo più tranquillo. Avanti forza.-
Dom arrossì colpevole -Il periodo subito dopo una litigata.- mugugnò abbassando il viso e Katie ansimò offesa. -E hai osato tirare un' occhiataccia a me, Dominic? Ma andiamo!-
-Oh Gesù Kate, non per il sesso.-
-Dominic.- lo richiamò Katie seria e Dom sbuffò.
-Okay, anche per quello. Ma non esclusivamente per quello comunque. È solo il periodo in cui si ricostruisce e ci si scusa. Secondo me è il periodo in cui ci si ama di più.-
Katie gli lanciò uno sguardo mesto di scuse. Dom e Nick non avevano mai litigato.
-Shawn?- Dom aprí la porta infilando la testa nell'appartamento.
Il biondo stava riempiendo un borsone totalmente rilassato, mentre canticchiava um motivetto vagamente malinconico-forse Happier di Ed Sheeran con una tranquillità allucinante per qualcuno che si è appena mollato.
-Ehy Dom! Stavo per venire a chiederti ospitalità, ma presumo che Tris stesse annegando nei sensi di colpa e ti abbia già detto tutto.-
Dom arricciò il naso confuso. -Mi ha detto che avete rotto e mi ha chiesto di vedere come stai, ma non pensavo ti avesse sbattuto fuori casa.-
-Sbattuto fuo- ah no!, sono io ad andare. Non voglio essere la scusa dietro la quale quei due si nascondono per continuare a girarci intorno da lontano.- sorrise rilassato piegando un maglione beige dentro il borsone e Dom lo guardò sbigottito.
-Tu sapevi che...-
-Si amano ancora?- Shawn rise. -Decisamente sí. L'ho capito non appena ci siamo trasferiti e poi continuavano a fare queste scene madri ed era così ovvio che Tris fosse tornato da Nick. Non per lui, solo da.-
-Quindi non ti ha preso in giro?-arricciò il naso un filo perplesso.
-Chi, Tris? Pensi che ce la farebbe mai? Ha solo un serio problema risolvere con i suoi sensi di colpa.-
Dom iniziò a piegare una felpa verde mentre Shawn continuava -Quando è tornato si sentiva in colpa e confuso e non pensava che sarebbe successo nulla con Nick, e poi si sono semplicemente rivolti la parola due volte e boom, Tris c'è caduto a piedi uniti.-
Dom annuì e poi scosse la testa afferrando un'altra maglia -Beh, almeno lui c'è arrivato, Nick è ancora in fase di negazione.- affermò tranquillo arricciando il naso.
-Piuttosto non ti porta sfiga mollarti a Capodanno? Tipo single a capodanno single tutto l'anno, o una cosa così?-
Shawn scoppiò a ridere un attimo prima di rilanciare con -Allora non vorrei essere al posto di Nick e Tris.-
Dom ridacchiò poggiando la maglia piegata nel borsone, e ne approfittò per mandare un messaggio a Tris.
"sta bene. Fa le battute e ride come un matto"
"Grazie per averlo controllato e per tutto il resto. Il tuo The è stra-buono"
Dom sorrise un po' di più. Tris sapeva essere puro e luminoso come le stelle, aveva solo la brutta abitudine di incasinare le cose.
-Io Nicholas Rodney prometto di amarti ogni giorno della tua vita. Prometto di rubarti i calzettoni ogni volta che ho freddo e di prepararti la cioccolata quando hai una brutta giornata. Prometto di sistemare gli addobbi natalizi dopo il tuo passaggio, e di lamentarmi di ogni tuo difetto in continuazione come la vecchia coppia sposata che siamo dentro, anche se in realtà non siamo ancora sposati del tutto e amo ogni tuo difetto un po' di più ogni volta che me ne lamento e tu mi zittisci rinfacciandomi i miei. Ti prometto di provare a stracciarti a palle di neve ogni volta che nevica e prometto di baciare le tue labbra congelate alla fine di ogni battaglia. Prometto di trattarti con rispetto e amore e prometto a Katie che non mi lascerò corrompere dai tuoi occhi dolci e dal metallo freddo della fede per farti vincere a pinnacolo quando giochi contro di noi, ma non prometto che non cederò alle parole sconcie sussurrate nel mio orecchio perché questo è un rito ufficiale e mentire non sarebbe corretto. Prometto che non ti ucciderò quando incasinerai le cose in un modo o nell'altro e che non ti rinfaccerò nulla durante i nostri litigi, a parte la volta in cui per darti retta per poco non ci schiantavamo con la moto contro un tir in corsa, perché quella volta siamo quasi morti ed è stata l'apoteosi delle tue idee folli e pazze. Prometto di amarti fino alla morte e forse anche un po' dopo perché sai che sono romantico, stucchevole, esagerato e tutta quella roba là, e di provare a non ridere quando fai le facce buffe e di non prenderti troppo in giro quando ti sporchi col gelato e di mangiare ogni forchettata nel mio piatto quando prepari tu la cena, aspettando che tu ceda per primo e mi lasci ordinare takeaway. Ti amo Tristan.-
- Io Tristan Jenner prometto di incasinare le cose abbastanza da non renderci uno di quei noiosissimi romanzetti rosa che mamma e la nostra cara Miss Edwards si passano sottobanco. Prometto di fingere di non sentire i tuoi borbottii ogni volta che faccio l'albero e di appendere gli striscioni il più dritto possibile. Prometto di rubarti l'ultimo morso di pizza, ma anche l'ultimo involtino primavera, ma anche l'ultimo pezzo di pollo all'arancia per vedere l'espressione indispettita sulla tua faccia, ma di lasciarti l'ultima cucchiaiata di gelato perché quello preferisco baciarlo via. Prometto di litigare con ogni Lily che si azzardi ad insultarti, e già che l'hai tirato fuori, anche di sussurrare parole sconce per distrarti mentre giochiamo a Pinnacolo, ma non smetterò di farti gli occhi dolci, perché quelli non c'entrano con la vittoria ma con il vederti arrossire irrimediabilmente.
Prometto di mandarti a quel paese ogni volta che mi rinfacci la storia del pullman, e non prometto che non uscirò sbattendo la porta, né che non ti eviterò per ore, ma prometto che tornerò sempre da te per fare pace.
Prometto di cedere per primo quando cucino, ma prometto anche di continuare a cucinare finché non diventerò tanto bravo da poterti rubare il lavoro perché quando cucini per me oltre ai sapori e agli odori sento quel calore nel petto che mi fa sentire a casa, ed è troppo bello perché non lo senta almeno una volta anche tu, anche se ho semplicemente avuto un colpo di culo e dalla prossima volta i miei piatti torneranno a fare schifo. Prometto di fingere di arrabbiarmi ogni volta che scoppi a ridere perché inciampo nel nulla così poi posso rubarti un altro centinaio di baci, anche se in realtà sono grato di essere goffo perché hai la risata più bella del mondo. Prometto che all'inizio di ogni dicembre riempirò la casa di vischio e mi ancorerò lì sotto, non perché tu abbia bisogno di una scusa per baciarmi, visto che le mie labbra sono tue al cento per cento, ma perché se tua sorella e il suo non-ragazzo ci prendono in giro un'altra volta per essere disgustosamente affettuosi, li inseguirò con una padella per aver interrotto il nostro bacio.
Prometterei di amarti fino alla morte, ma visto che sono davvero competitivo, prometterò di amarti per sempre. E prometto di rubarti ogni felpa che mi capita sotto tiro, ma anche il sapore delle bevande dalle labbra e il fumo dalla bocca, e visto che anche a me piace esagerare, non vedo l'ora di rubarti anche il cognome. Perché ti amo anche io Nicky. Ti amerò per sempre.-
Quando Tris raggiunse il tetto lo trovò già occupato ovviamente. Shawn aveva riso all'inizio, lasciandogli un bacio a stampo sotto il vischio, subito seguito da un Dom ridacchiante-cosa che gli aveva confermato che stava davvero bene, grazie a Dio, permettendogli di godersi la festa per un periodo limitato di tempo.
Mancavano quattro minuti a mezzanotte e lui aveva bisogno di aria fresca e un attimo di silenzio. Stava incasinando le cose di nuovo, forse nel verso giusto però. Sperava, se non altro.
-Chi osa disturbare il mio riposo?- chiese Nick dal suo posto dietro le vasche dell'acqua e Tris rise.
-Non citarmi Aladin, Nick, sai quanto io pianga ogni volta per quel cartone.-
Disse rilassato camminando verso l'amico?, ex-migliore amico?, ex-marito?, cotta gigantesca? Nemmeno lui ne era sicuro al momento.
-Allora, come mai qua?- chiese Nick e Tris arricciò il naso
-Molti pensieri per la testa?- Offrí incerto e Nick annuì.
-Ho incontrato Shawn, Dom e un borsone. Avete rotto?- si informò rilassatamente, ed era quello a confondere Tris. Come poteva definirlo il suo ex migliore amico se poi gli rivolgeva domande del genere con tanta facilità? Forse era solo che Nicky sarebbe sempre stato parte integrante della sua vita romantica.
-Si.- rispose comunque -in realtà non ho ben capito perché sta traslocando. Non l'ho cacciato, né allontanato, né nulla, e quando gli ho detto che poteva restare, o che se voleva potevo andarmene io, e lui mi ha mormorato qualcosa come "oh no, non sarò la vostra scusante" qualunque cosa volesse dire.-
Nick sorrise un istante prima di trattenere il fiato. Non c'era nulla. Non ci sarebbe cascato di nuovo. Non ancora. No.
-E...- si leccò le labbra secche dal freddo e forse anche dal sottile velo di panico che lo stava accogliendo adesso –Tu come stai?-
Tris scosse la testa lasciando che alcune ciocche di capelli corvini gli attraversassero il viso.
-Bene credo. Non lo amavo come am... come avrei dovuto.- Corresse in tempo e Nick trattenne il fiato alla sensazione di farfalle nel suo stomaco.
'Come amavo te.' era sospeso nell'aria tra loro.
'come amavo te.'
'Come amavo te.'
'Come amavo te.'
'Come amavo te.'
'Come amo te.'?
Nick trattenne il respiro e spalancò gli occhi nel sentire il fremito di speranza che aveva represso per tutto quel tempo assalirlo, libera e persuasiva-non era mai andata via, non si era mai spenta.
Nicky stava tornando indietro,
c'era speranza,
e quella storia –lui e Tris- non era mai finita.
Nota autrice:
Quando ho iniziato la storia, l'idea era quella di scrivere una one shot, ma è stata in cantiere talmente tanto a lungo che tutti i personaggi, anche quelli secondari hanno ottenuto il loro retroscena -ciò nonostante sono mentalmente progettata per non poter portare a termine nulla di più lungo di una one shot, quindi ogni capitolo, anche se collegato agli altri, sarà autococlusivo (yeee).
In più ho anche un paio di spin off per questo stesso capitolo perché sì.
Sto facendo degli spin off per una one shot? Sì.
Si fa? No.
Lo rifarei? Probabile
Come sempre felice di rompervi le scatole,
Sof
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