✦f᥆ᥙr
main theme: it's just a cigarette
The deafening sound of plumbing,
and suddenly everything is uncovered,
it's just you, who's in charge of
the game now?
˗ˋ ୨୧ ˊ˗
La temperatura era stabile, il vento era cessato verso quella precisa ora: mezzogiorno.
Qualche ciocca di capelli annodati le si trovava vicino agli occhi ancora truccati, ancora vestita come ieri sera, malamente sdraiata sul divano del suo piccolo soggiorno, probabilmente in uno stato di semi sonnolenza.
La notte prima erano tutti e tre rincasati verso le cinque, avevano finito per bere molto, tutti quei cocktail che gli fece quel barman che continuava a fare avances al ragazzo più piccolo.
Ieri notte sembrava un ricordo lontano, come se mai lei si fosse introdotta in quel locale di lesbiche, ed abbia attirato l'attenzione di più ragazze, una in particolare, che sembrava amasse divertirsi.
La svegliarono delle urla.
Urla che sentiva provenire dalla sorella, che come al suo solito litigava parlando al telefono.
Sdraiata, con gli occhi ancora socchiusi, le girava la testa, aveva perso il conto di quanti bicchieri aveva bevuto.
Si alzò lentamente, rischiando di ricadere sul divano, teneva ancora le scarpe dell'altra sera, quindi era un po' incostante nei suoi passi.
Riuscì ad arrivare in cucina, da dove provenivano le urla, senza cadere, grande record.
Si sedette lì al tavolo affianco, aspettando che la sorella si accorgesse di lei e chiudesse la chiamata.
L'attesa non durò molto, nel giro di due minuti il telefono si trovava al suolo, lanciato dalla arrabbiata proprietaria.
Chae la guardava confusa non capendo, probabilmente per l'alcool ancora in corpo che non se n'era ben andato.
‹‹Non ci tornerò mai più a lavorare, mi trattano come carne da macello!››
Urlava la più grande contro la povera sorellina assonnata.
‹‹Cos'è successo stavolta?››
Chiese la inconsciamente la bionda.
‹‹Hanno intenzione di spostarmi, chiamandola "promozione", in un locale di froci.››
Disse in preda all'ira.
‹‹Froci...?››
Guardò la maggiore di sbiego.
‹‹I finocchi, quei cosi là.››
Tirò un pugno al tavolo guardando altrove.
‹‹"Ti pagheranno di più" cosa mi frega, non metto piede in quei posti malati.››
Continuò uscendo dalla cucina, lasciando la minore ancora più confusa di prima.
Perché i gay sono sbagliati?
Dopo la scenata, si era fatta una doccia veloce, per riprendersi un minimo e lavarsi dalla sporcizia che aveva addosso, lavò anche i capelli che c'era, erano indecenti a detta sua.
Non ci mise molto, tornò nella sua stanza avvolta dall'accappatoio, aprì l'armadio cercando qualcosa di comodo per stare in casa.
Qualche minuto dopo sentì un rumore da dietro la porta, come se qualcosa gli si era stato lasciato contro.
Aprì la porta, al suolo osservò la sua borsa dell'altra sera, probabilmente lì perché la sorella ancora arrabbiata l'aveva "portata" qui.
Si chinò prendendola, si vestì velocemente, voleva riordinarla.
Prendendola si aprì, immediatamente notò una cosa bianca circolare, la prese, cosa ci faceva una sigaretta nella sua borsa?
Girandola tra le dita notò una serie di numeri, probabilmente un numero di telefono.
Inconsciamente la ripose nella borsa che posò nell'armadio, era di un probabile maniaco.
Si distese a letto, non erano neanche le due, ma continuava a sentire le palpebre pesanti, fece quel che sentiva, si addormentò.
Piccoli brividi, piccole sensazioni di sussulto, qualche ciocca di capelli ebano sparse qua e là.
Belle sensazioni, a dir poco estasiati.
Formicolio al collo e clavicole, momentaneamente leggera, sotto lo sguardo di qualcuno che conosceva.
Sollevò lo sguardo, occhi glaciali come l'inverno dal colore molto scuro, con le mani frettolose, si sentiva violata, ma si sentiva bene.
Quello sguardo con quella chioma scura, continuava a dare un senso di completezza al suo corpo, sentendosi viva.
Iniziò ad avere il respiro affannato, produrre versi quasi osceni, quando una di quelle mani fugaci si intromise sotto il suo intimo inferiore, facendola sentire bene.
Continuava a produrre gli stessi versi, se non stavolta di piacere, fin quando non si svegliò di soprassalto, trovandosi con una mano dentro l'intimo delle mutande ed una nel seno.
Cos'era quella "presenza"?
Fissò in basso, aveva un problema, era sicura fosse legato alla sera prima, la quale non ricordava quasi nulla.
Vedeva solo delle immagini sfocate, dov'era circondata da persone, prima molti ragazzi, poi l'aura cambiava ed erano ragazze.
Era sicura fino a quel momento di provare attrazione solo ed unicamente per i ragazzi, nonché fosse contro, però le sarebbe sembrata una cosa fin troppo strana se l'avresse provata sulla sua stessa pelle.
Cos'aveva fatto la sera prima per portarle a masturbarsi nel sonno?
Chi era quella persona?
Poi si ricordò di quello che aveva trovato poco fa, quale playboy scriverebbe il proprio numero di telefono su una sigaretta?
Erano andati in gay bar, la situazione del playboy era abbastanza assurda.
Si alzò, riprese la borsa dall'armadio prendendo la sigaretta, osservò per bene il numero, era dello stesso prefisso della zona.
Quando stava per decidersi se scrivergli o meno, le suonò il telefono, era Taehyung.
Rispose.
‹‹Ciao Tae, come mai mi chiami?››
Chiese.
‹‹Oh, ciao Chae, nulla di cui preoccuparti, tranquilla, solo che poco fa sono salito in macchina, dovevo uscire, ed ho trovato una giacca nei sedili di dietro. Ho chiesto a Kookie e non è sua, l'hai per caso dimenticata tu?››
Disse dall'altro capo del telefono.
‹‹Una giacca? Non mi sembra di essermene portata una ieri.››
Disse stranita cercando si ricordare, ma nulla.
‹‹È una giacca femminile e non penso che Kookie mi mentirebbe, probabilmente l'hai portata tu dopo che sei sparita ieri.››
Sono sparita?
La situazione non era per nulla normale.
Si era fatta sera, Taehyung era passato per casa sua a lasciale la giacca, anche se era sicura di non averla mai vista in vita sua.
Poi se ne ricordò, un numero scritto su una sigaretta che odorava di cannella, una giacca femminile, c'era qualcosa di strano.
Doveva scrivere a quel numero, forse non era pericoloso, non sapeva se se ne sarebbe pentita, partì d'impulso.
<ehi, ho trovato il tuo numero scritto su una sigaretta, non mi ricordo di come ci sia finita nella mia borsa, chi sei?>
Appoggiò il telefono sul tavolino in soggiorno, su WhatsApp non c'era nessun immagine, quindi non poteva sapere chi fosse.
Intanto andò mangiare per la sera, continuando però a pensare a chi potesse essere.
Aveva lasciato la suoneria al massimo per errore, quindi venne attirata dal suono di questa.
Si alzò dal tavolo ed andò a vedere chi fosse, immediatamente sbianco.
<finalmente cosina, ti stavo aspettando, sei così bella in questa foto.>
Allegò anche una sua probabile foto al messaggio, aveva un caschetto scuro, anche gli occhi lo erano, aveva davvero un bel viso, era una ragazza.
Si sentiva come se non era la prima volta se la vedesse, una sorta di déjà vu.
<come faccio ad avere il tuo numero, abbiamo mai parlato?>
Scrisse in buona fede, non intendeva insultare.
La risposta non si fece attendere, per quanto fu brutta.
<non prendermi per il culo, ieri mi stavi palesemente chiedendo di esser scopata da me con quei occhietti.>
Da quel giorno si fece una promessa, non avrebbe mai più bevuto in vita sua.
september2021 || @-shvdow
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