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Il primo sogno


Capitolo 1

Quando Rose aprì gli occhi si ritrovò di fronte a tre uomini dalla lunga barba che arrivava fino a terra. Gli uomini dissero ognuno un certo numero di parole in una lingua che Rose non capiva.

Quella lingua sembrava capace di rendere pure la voce debole e strascicata di un vecchio in una melodia limpida e cristallina, nonostante il vecchio sembrasse aver superato i cento anni da un pezzo. Non appena le misteriose figure smettevano di parlare acquistavano l'aria di tre uomini che all' improvviso sono invecchiati di altri 10 anni. Ci fu un lungo silenzio, e Rose si accorse finalmente che non si trovava più nella sua piccola casa nel suo piccolo villaggio. Ma ora si trovava su una grande sedia in una grande stanza. Cosa doveva fare? Dove doveva andare? Volevano ucciderla? Mentre mille domande le vorticavano come un vento impazzito che porta foglie secche impazzite, Tutti e tre i vecchi assunsero un'espressione di puro terrore guardando alle spalle di Rose. Quest'ultima si girò e vide un uomo alto dai capelli bianchi e gli occhi rossi, e nonostante questo sul suo volto era dipinto un sorriso giovane e pieno di compiacimento. Sembrava soddisfatto dell'orrore e del disgusto dei vecchi. Distolse da loro lo sguardo e lo posò su Rose. Aveva un brutto presentimento, sentiva che la sua mano portava una densa quantitá di peccati e in quel posto, bianco e argenteo, un uomo alto e inquietante era decisamente fuori luogo. Nel momento in cui gli occhi penetranti dell'uomo guardavano Rose, lei sentì un dolore acuto allo stomaco. Ma non si ritirò. Lui le porse la mano, e lei la prese. In quell'esatto momento si svegliò. Stava sognando. Fo molto sollevata quando vide Aran che cercava di sceglierla aprendo le finestre, e quando la vide le chiese, come al solito: "hai fatto qualche sogno stanotte?". Una vocina dentro di lei le risuonò nelle orecchie: "sì che hai sognato, per la prima volta hai sognato!". Poi ricordò che stava parlando a qualcuno e gli rispose, esitante:"... ehm... si...". Aran in quel momento assunse un'espressione allarmata e le chiese quale fosse stato il sogno. Lei spiegò tutto nei minimi dettagli e man mano che continuava Aran sembrava sempre più preoccupato, e per la prima volta spaventato . Alla fine le disse che significava qualcosa. Rose sapeva che fare. Si vestì velocemente, fece colazione e uscì dalla porta. Rose aveva appena varcato la soglia quando Aran si era tramutato (come sempre) in drago. Probabilmente per Rose era normale, perché non mostrava segni di paura o confusione. Lasciate che vi spieghi. Lei era lì per un motivo ed era sotto la protezione di Aran, un semplice Semidrago.

Immersa nei suoi pensieri come sempre, Rose non si era nemmeno accorta di essere arrivata a destinazione. Davanti a lei c'era una casa color crema, dai suoi quattro balconi prendevano vasi pieni di fiori e erbe aromatiche e le finestre erano coperte da tende bianche bucherellate. Il Drago - Aran le fece un cenno e lei capì che doveva bussare. Perciò Aran aprì le ali e volò via facendola quasi cadere a terra per l'eccessivo vento. Rose si avvicinò alla Porta e bussò. Probabilmente aveva bussato troppo piano, perché nessuno rispose. Bussò di nuovo, più forte, ma nessuno rispose. Di nuovo. In quel momento Rose sentì una presenza alle proprie spalle e si girò di scatto, facendo sobbalzare il ragazzo che la stava fissando. "oh... sei solo tu..." disse con aria delusa Rose. "E che vuol dire solo tu???" Disse il ragazzo con aria leggermente offesa. Poi bofonchiò qualcosa che somigliava fastidiosamente a: "che cavolo, solo io, eh ? solo io!"

"senti, è una cosa importante e... Ehi, sto parlando con te!!" Il ragazzo biondo si allontanava offeso con le mani in tasca dicendo abbastanza forte da farsi sentire da Rose: "Allora non ti disturbo oltre se è così importante!" Rose, invece di corrergli dietro e urlagli contro come al solito, si diresse verso il cancello, poi verso il muretto della casa e vi si buttò. Ora era seduta tenendo le ginocchia, e borbottava. Il ragazzo non si aspettava questa reazione perciò si girò verso di lei e le si avvicinò: "che c'è?" le chiese. Rose borbottò qualcosa di incomprensibile, e lo ripeté solo quando lui le chiese che avesse detto: "ogni volta che ci vediamo non facciamo che litigare! Vorrei avere una conversazione normale per una volta!" esclamò Rose. Poi si alzò di scatto e corse via. "Cosa.... dove stai andando!?"chiese lui. "Non ne ho idea!" rispose lei. "Ma che...?" commentò il ragazzo seguendola. "Non mi seguire!" esclamò stizzita Rose, girando dietro un angolo lasciando indietro i lunghi capelli neri. "Accidenti a te... " stavolta fu il ragazzo a sedersi con la schiena al muro. Anche Rose si sedette, ma dietro l'angolo.

Ci fu un lungo minuto di silenzio e Rose si alzò:"devo andare, ora." Il ragazzo non rispose. Il vento gli scompigliò i capelli rossi, scoprendo gli occhi verdi con una pupilla così allungata da sembrare quella di un gatto. Esitò un secondo, poi disse:"anche io devo andare." e, come Aran, si trasformò in drago e volò via. Ma non era un completamente un drago, infatti possedeva solo un paio di ali rosse che gli spuntavano dalla schiena. Rose infilò la mano nella tasca e sfilò un biglietto già scritto: "Per Hesan: Scusa" e disegnò (dopo aver infilato la mano in tasca per la seconda volta) una faccina felice. Era sicura che il ragazzo (Hesan) vi sarebbe tornato quando Rose sarebbe stata dai Bodes. "Tipico di Rose..." pensò Hesan, che si era fermato svolazzare sopra il vicolo in cui prima era stato seduto in silenzio, appoggiato al muro. Non appena Rose se ne fu andata, atterrò a pochi centimetri dal biglietto e lo lesse. In quell'esatto momento Rose aveva bussato alla Porta dei Bodes, senza avere la minima idea di chi fossero. Stavolta però aprirono. "Tu devi essere Rose! Entra pure!" Una voce calma e accogliente la salutò davanti alla Porta. "Entra, entra." ripeté con un sorriso aprendo meglio la porta facendo cenno di entrare. "Allora. Raccontami per bene cosa hai sognato stanotte." disse la signora Bodes con una voce dolce e tranquilla che mise un po 'a disagio Rose, che era cresciuta con un Drago. Raccontò, come le era stato detto, il sogno. All'inizio i Bodes erano tranquilli ma man mano che Rose andava avanti, il loro viso si incupì, e a sentire la descrizione dell'uomo che le tendeva la mano peccatrice, assunsero, come i vecchi, puro disgusto sul viso. Alla fine del racconto Rose se sentiva appena più Leggera. I Bodes rimasero a guardarsi terrorizzati, finché non decisero che avrebbero detto tutto ad Aran (erano nel dubbio). Nel momento in cui Rose si era alzata e si dirigeva verso la porta, vide scendere dalle scale un ragazzo dai capelli marrone scuro e gli occhi azzurri. Lui la fissava come se fosse una cosa che aveva già visto tante volte e che aveva perso per un lungo periodo. Rose sentì lo stomaco fare una capriola e inciampare, le guance in

fiamme, perciò salutò velocemente e uscì altrettanto veloce. Corse nel vicolo in cui aveva passato quel lungo minuto di silenzio assieme a Heres, che era ancora lì a pensare, e si sedette accanto a lui. "Che hai ora?" chiese. Rose si limitò a stringersi nelle gambe e nascondere il viso tra le ginocchia. Passò un minuto circa di silenzio, come al solito, e disse:"Tu... lo sapevi che abitava qui...?" e affondò ancora di più il viso. "Eh? Oh, ora capisco. Sì, lo sapevo, perché?" disse con un sorrisetto che era allo stesso tempo simpatico, comprensivo e scherzoso. "Stupido!!!" gridò Rose tirandogli e pugni e calci. "Uh, ehi ehi! Ferma! Che fai?" disse Hesan alzandosi, sempre inseguito dalla rabbia di Rose. "Perché non me l'hai detto?! " Disse lei, furiosa e imbarazzata allo stesso tempo. "E perché avrei dovuto dirtelo?" disse lui con un ghigno, facendola arrossire ancora di più. "Smettila di fare il cretino e raccontami quando è arrivato!!!!" sbottò Rose, ancora rossa come un peperone. "non-ne-ho-idea!" disse lui frugando nel mantello. Ne tirò fuori due fogli di pergamena, due penne e un solo calamaio. "Peché non gli scrivi?" propose lui, anche se non voleva aiutarla per pura gelosia. "Ma ti pare che io possa scrivergli una cosa del genere?!". E fu così che trascorsero i successivi due anni: litigando con Hesan, arrossendo alla vista del ragazzo (Gabriel) e parlando ad Aran di continui strani sogni. Rose non aveva mai sognato prima di allora. Era bello, le piaceva. Perciò ecco una Rose che si rifiutava di fare la cerimonia di maturità. Le sembrava di rovinare o ostacolare il ciclo della natura, di stancare ancora l'anima che aveva appena terminato di maturare. Aveva deciso di andarsene dal villaggio. "Dice di voler trovare sua sorella e sua madre, dice che sono vive..." cinguettavano sempre le pettegole del villaggio. "Che stupida... lo sanno tutti che nessuno è sopravvissuto, l'hanno visto I draghi." Ma Rose lo sapeva, erano vive. Sia lei che Hesan erano dello stesso villaggio di nascita, quello colpito dalla 'guerra dei Draghi'. Certo, Rose voleva trovare la sorella e la madre, ma il suo obbiettivo era un altro: vddere per una volta la sua scuola. Il posto dove per lei era nato il desiderio di diventare avventuriera, dove era nata l'amicizia tra lei, Gabriel, Emma e James, dove 'qualcosa' era nascosto per proteggerli. Dove era nato anche qualcosa aldilà dell' amicizia. Vedere di nuovo i suoi amici. Ma il destino avrebbe deciso, lei sarebbe solo partita.

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