Chapter 24: Reminder
"Aspetta, tu mi stai dicendo che all'una di notte tu ti sei svegliata con il vestito sotto le tette, le mutande a terra, nessuna traccia di Luke e un bigliettino accanto a te? Ma questo ragazzo l'hanno fatto cadere dal seggiolone quando era piccolo o è nato mezzo rincoglionito come mio fratello?".
La voce ancora assonnata di Clarissa (e leggermente innervosita a causa del caffè che fa cagare le papere) mi aiuta a risvegliarmi dal mio stato di torpore e rimbecillimento in cui sono scivolata stanotte alle due e mezza, una volta arrivata a casa grazie al dolcissimo aiuto di Cindy ("se mi bagni i sedili, ti spezzo le gambe e ti faccio camminare sui gomiti fino a casa"), e da cui non sono ancora uscita.
E storia moderna sicuramente non mi ci farà uscire ora.
Non possiamo guardare qualche film sulla prima o sulla seconda guerra mondiale con qualche attore sexy?
Forse è meglio di no se i miei compagni e Clarissa mon vogliono scoprire le meraviglie del mondo sommerso.
"È anche quello che mi sono chiesta io. E quando sono scesa c'era un bordello in corso -e intendo veramente un bordello, ho visto un tizio infilare il budello alla sua salsiccia- ma nessuna traccia di Luke... O tua. Dove sei finita, signorina?" Domando a mia volta, aggrappata al muro per evitare di crollare addormentata sul pavimento, nello stesso modo in cui Clarissa si sta aggrappando al caffè per quanto non le piaccia.
L'espressione sul suo viso non promette nulla di buono.
"Diciamo che non è stata una grande serata e la vodka é finita troppo presto per i miei gusti, perciò visto che la birra non mi piace e tantomeno il vino, ho preferito tornare a casa" risponde, abbassando lo sguardo, non raccontandomela giusta.
"Sicura?".
Clarissa alza gli occhi il cielo: "sicurissima. Cosa c'era scritto sul bigliettino?".
Ecco, diciamo che avrei volentieri sorvolato su questa domanda.
Anche perchè, per tutti gli Abel zucchero del mondo, solo lui poteva scrivere un pezzo di Reminder su un foglietto.
Con un leggero rossore tiro fuori il bigliettino dalla tasca sul retro del pantaloni, ma prima di darglielo la guardo negli occhi: "mi ha solo fatto un ditalino. Solo un ditalino, lo giuro".
"Certo, Stargirl, 'solo' un ditalino. Strano che tu non abbia causato un maremoto quando sei venuta" sorride lei, maliziosa, prima di strapparmi il foglietto dalle mani.
'Recommend play my song on the radio,
You too busy trying to find that blue-eyed soul,
I let my black hair grow and my weed smoke,
And I sweat too much on the regular,
We gone let them hits fly, we gone let her go,
If it ain't XO then it gotta go,
I just won a new award for a kids show,
Talking 'bout a face coming off a bag a blow,
I'm like goddamn bitch I am not a Teen Choice,
Goddamn bitch I am not a bleach boy,
Whip game, make a nigga understand though,
Got that Hannibal, Silence of the Lambo,
Hit the gas so hard make it rotate,
All my niggas blew up like a propane,
All these RnB niggas be so lame,
Got a sweet Asian chick she go low mane.
Said I'm just tryna swim in something wetter than the ocean.
Semplicemente un promemoria di stanotte, stargirl. Io e te non abbiamo ancora finito.
Il tuo starboy'.
Non appena Clarissa alza gli occhi dal foglietto mi aspetto qualche presa in giro, ma lei, semplicemente, scoppia a ridere.
"Said I'm just tryna swim in something wetter than the ocean? Questo ragazzo ti ha colta al volo... Spero solo che sia un buon marinaio e che navighi anche nel mar Rosso" commenta, scoccandomi un occhiolino, quando si avvicina ancora di più.
"E come è stato il lavoro di dita? Quante ne ha usate? Ha fatto quella cosa quando le arriccia e...".
"Santo cielo, Clarissa! Sei peggio di Calum!".
"Qualcuno mi ha chiamato, mie piccole crocerossine?" Domanda con un sorriso il diretto interessato, venendoci incontro con i capelli spettinati e il sorriso di chi ha appena fatto sesso.
Qua lui si fa sfondare a macchinetta e io e Clarissa rimaniamo all'asciutto.
Beh, all'asciutto solo lei.
"Tu hai un problema con le croci. Ma chi ti sei fatto?" Domanda la bionda, controllando poi l'orologio per farci cenno di dirigerci verso l'aula di storia moderna.
Calum sorride maliziosamente, avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle: "signore, reggetevi alle mutande per l'emozione, ma sono stato egregiamente scopato da Ashton Irwin".
Io e Clarissa ci guardiamo un secondo prima che io intervenga: "con cosa l'hai drogato per convincere il finto Padre Pio alla ginnastica da letto?".
"Scusami?! Proprio con niente! Okay, gli ho dato almeno sei bicchieri di vodka...".
"Ecco perchè è finita subito! Bastardo!".
"... E alla fine la sua croce mi ha impalato a dovere. Quando mi ha mostrato le sue grazie credo che i miei occhi siano diventati come quelli di Abel zucchero nel video di Starboy, con tanto di pene di Ashton fluorescente nella pupilla" sospira, sognante, facendo scuotere la testa rassegnata a Clarissa.
"Una ottiene una terza base, l'altro si fa impalare. Vi detesto. E sono sessualmente frustrata. Mi darò all'espressionismo" annuncia non appena entriamo nell'aula ancora vuota, prendendo come sempre posto al fondo, Clarissa accanto alla finestra, e non appena si siede tira fuori il manuale di arte.
"Sai, vero, che puoi darti al self-help?" Domando innocentemente, sbattendo più volte gli occhi, solo per essere praticamente incenerita dalla bionda.
"Ma io sono stanca del self-help! Voglio una bella ragazza che mi faccia la festa... O anche solo un bacetto! Sono disperata, credo di non essere mai stata cosí disperata" sbotta, e sto per rispondere quando una distrazione fa il suo ingresso.
Una distrazione davvero attraente... E davvero inaspettata.
"E tu cosa ci fai qui?".
Luke sorride alzando lo sguardo per incontrare il mio, confuso e piuttosto interessato a quella camicia di flanella che sta indossando (per favore, Gina, non fino a stasera), quando lui si avvicina, e come per uno strano scherzo del destino anche Michelle fa il suo ingresso con i capelli morbidamente raccolti sulla testa.
"Fanculo. I miei ormoni stanno diventando fragili come i tuoi. Credo di aver appena causato un nubifragio in Italia" borbotta accanto a me, non riuscendo a staccare gli occhi dalla ragazza dai capelli lilla, ma io sono troppo concentrata su Luke.
"Sai, facendo lingue anche io ho a disposizione gli stessi corsi tra cui scegliere... E il caso vuol che abbia scelto lo stesso tuo. Siamo anime gemelle... Me la dai?".
Certe persone possono anche cambiare, ma Luke Hemmings non è tra questi.
"Probabilmente le uniche lingue che conosci sono quelle delle ragazze che ti fai" ribatto, inarcando un sopracciglio, facendo ridacchiare Calum accanto a me e Luke stesso, prima che lui si avvicini.
"Un tipo sexy come me non può che studiare spagnolo, stargirl".
Dovevo prevedere che fosse uno di quegli snob di spagnolo, ma adesso il solo pensiero di lui che parla in spagnolo riaccende il mio muro del pianto ed il mio sistema d'irrigazione.
Zia Petunia dovrebbe assumermi come irrigatore per le sue ortensie.
"Non sei altro che un Enrique Iglesias dei poveri, Hemmings".
Peccato che alle mie stesse parole non creda neanche io.
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