Vivere nel passato III
I ricordi sono tutto ciò che di prezioso abbiamo.
Ci rendono le persone che saremo.
(Mia cit.)
Tuffo nel passato: Sei mesi prima dell'arrivo
di Anakin al tempio Jedi.
Siedo intorno al tavolo. Attendo silenzioso e pragmatico. Adoro, lasciare le mie vittime a crogiolarsi nel dubbio, nell'indecisione, nella paura. La tortura fisica è dolorosa, però, quella mentale è peggiore. Ti distruggi dentro.
Con quella fisica ottieni la paura, con quella mentale la cieca obbedienza.
- Allora, presidente San Hill. Il mio maestro desidera il vostro appoggio incondizionato in questa guerra. Desidera che voi smettiate di fornire ingenti somme di denaro alla repubblica. In modo graduale si intende. Nessuno deve comprendere ciò che abbiamo in mente. - Dico giocherellando con le dita sul tavolo. E guardando in faccia ognuno dei presenti. I miei apprendisti, continuano a fare avanti indietro stringendo le spade laser. Mantengono alta la tensione.
- È una Follia! Siete diventati matti! Il clan bancario è da sempre neutrale in questa guerra. Abbiamo offerto il nostro appoggio a entrambe le parti! - Risponde adirato San Hill, alzandosi di scatto. Rex e Fives, "gentilmente" lo spingono subito sulla sedia.
- Forse non ci siamo capiti...- strozzo con la forza uno dei suoi colleghi. Fino a farlo soffocare. Il corpo crolla sbattendo pesantemente la testa ormai floscia sul tavolo.
-Ora ho la sua attenzione presidente San Hill?- la maschera rende la mia voce roca, adulta, spettrale.
- S-si. -
- Bene. Non avrà da ridere se le faccio firmare questo documento. In cui lei, il suo popolo e il clan bancario vi impegnate nel tempo ha diminuire la cifra pattuita alla repubblica. Per poi togliere loro ogni forma di sostentamento economico. Giusto? - Chiedo però non attendo una risposta faccio segno ad Ashok di avvicinarsi rapidamente mi porge il foglio.
Quando il presidente sta per firmare. Driù mi chiama. - Maestro! Maestro! -Mi volto verso di lui, sta volta lo ammazzo, con il dito indica un punto indefinito.
- Credevate davvero che noi non ci fossimo organizzati? - San Hill gongola soddisfatto di se. Contrariato mi alzo per raggiungere Driù guardo fuori dalla finestra seguendo il punto a me indicato. Dei soldati Muuriani viaggiano verso la struttura ovale.
- Pensa davvero di poter ottenere qualcosa? Otterrà solo la sua fine e quella del suo popolo.- Se vuole la guerra è ciò che avrà da me.
Guardo Rex e Echo
- Date l'ordine di far atterrare il primo e il secondo battaglione di droidi. Fate partire i caccia. Sterminate chiunque sia difronte a voi. Nessuno deve sopravvivere. - Mi godo la faccia sconvolta dei Muuriani presenti.
Non sono convinto di ciò che sto facendo, almeno non fino in fondo. Ho fatto una promessa però ogni giorno che passa quella promessa è più difficile da mantenere. Ahsoka mi guarda i suoi occhi dicono: No, ti prego. Non farlo. Se sarò costretto distrugger l'intera città comunque spero che San Hill ceda e che non mi faccia perdere tempo prezioso.
- Si, signore- Esclamano Echo e Rex insieme.
- Rex prima rintraccia la sua famiglia e portameli sarà divertente ucciderli davanti al presidente.-
- Sarà fatto signore. -
- No ti prego loro no. Loro non c'entrano nulla.- piagnucola San Hill.
- Tu, hai scelto di far morire la tua famiglia e il tuo popolo. -
Rex ed Echo si dirigono verso l'ascensore seguiti da Fives e Tech.
Non arrivano nemmeno a metà strada che sento San Hill frignare come un ragazzino.
- Va bene, va bene! Accettiamo l'accordo. Firmeremo ciò che il tuo maestro desidera. Però fermati, fa ritirare le truppe. Ti prego! - supplica.
- Bene! Firma. Due anni da oggi. - Dico porgendogli il foglio. Tutti firmano. Poi mi volto verso Driù.
- Adesso ferma i mercenari. Driù, fa entrare Yul Ren. -
Yul Ren è anche lui un Muuriano. Solo che da tempo sostiene la nostra causa. La causa di mio padre.
San Hill nel frattempo ha ordinato la ritirata di mercenari. Che ovviamente i droidi hanno intercettato e reso inoffensivi. Diciamo che non saranno un problema per nessuno, mai più. Sono pietoso, ma non così tanto.
Dieci minuti dopo arriva Yul Ren. Con il suo abbigliamento elegante ed eccentrico. La sua camminata lenta e piena di sé.
- Yul Ren, da oggi sarà lei il vicepresidente in quanto il suo predecessore ha avuto un piccolo incidente di percorso. - Dico indicandogli il cadavere.
- Non deludermi. Nessuno di voi. Adesso andiamo. Grazie al suo sacrificio il suo popolo vivrà. Si ricordi San Hill, due anni. Poi, la repubblica non avrà più un soldo. Inizi a tagliare loro i fondi. - Le loro facce sono atterrite. Ho vinto.
Lungo la strada Ahsoka fissa inorridita i cadaveri dei soldati Muuriani. -Perchè?- La sua voce è tremolante. Mi fermo e l'afferro con forza costringendola a guardare i cadaveri. -Perchè, questo è quello che succede a chi prova a sfidare la nostra forza. Questa è la loro punizione per aver creduto di poterci sfidare. Smettila di frignare e andiamo.- Sono stato duro, però ho dovuto. Anche se il mio cuore soffre nel fare ciò che faccio.
Velocemente torniamo sull'incrociatore. Prima di parlare con papà però, desidero affrontare un discorso con Driù.
Mi dirigo nella sua stanza, ma quando apro la porta trovo lui e Ahsoka sul letto a ridere. Sono inseparabili. Appena mi vedono si alzano di scatto. Avevo detto a Driù che era in castigo e che doveva restare nelle sue stanze sino al rientro su Mustafar.
Nella sua stanza c'è, ma non è solo e io avevo proibito lui di stare con chiunque.
-Driù! Cosa avevo detto? Ahsoka! È mai possibile che non riuscite mai a eseguire i miei ordini?- Sono ancora più arrabbiato adesso. Scattano in piedi, testa bassa.
- Avevo dato un ordine a ognuno di voi! Inginocchio Driù! - Lui esegue. Sto per assestargli uno schiaffo però Ahsoka si para davanti.
- Maestro noi non stavamo facendo nulla di male. Stavamo solo ridendo... Driù, mi stava tirando su di morale. Poi stavamo riflettendo sul fatto che un pò di persone a confronto di un'intera città, è ben poca cosa. Ecco. -
- Se fosse stato necessario avrei raso al suolo l'intera città Ahsoka. Comunque adesso tu va nella tua camera e non uscirne più fino a nuovo ordine. - Tergiversa un po' però alla fine ubbidisce guarda Driù spaventata. Lo so, che con lui ormai sono un maestro intransigente e severo. Che per punire lei alla fine punisco sempre anche lui. Però, in questo modo entrambi filano dritti.
- Maestro io...- Ha paura. Lo so, teme io possa fargli del male. Ormai è diventata quasi una routine. Ha paura di me. Ahsoka non ha questa paura. Non l'ho mai sfiorata nemmeno con un dito. Lei è ligia al dovere, poi è diversa da Driù. Lei... Mi siedo sul letto mentre Driù è in ginocchio accanto a esso. Sento che si agita un po'. Ha lo sguardo basso.
- Driù, ascoltami. - Prova a evitare il mio sguardo. So che non vuole farsi vedere debole da me. Un Sith è tante cose, ma non un debole.
- Mi dici cosa succede? Spiegami cosa c'è che non va. Non fai altro che disobbedirmi, non studi, non ti informi sulle missioni. Cosa c'è che non va? - Sto provando a fare un discorso con lui senza l'uso delle mani. Voglio almeno provarci.
C'è silenzio. Il suo respiro irregolare. Sto perdendo la pazienza.
- Posso leggere la tua mente se preferisci. -
- No! Non puoi! Non hai il diritto! Sei uno...- Si blocca a metà.
- Sono cosa Driù? - Arrabbiato sicuramente.
- Niente... Niente. - Tenta di giustificarsi ha compreso l'errore che ha appena commesso.
- Vedi Driù. Io posso e ho diritto di leggere nella tua mente. Tu sei il mio apprendista quindi posso. Adesso, visto ciò che sono dimmi cosa hai, spiegamelo perché sto perdendo la pazienza e non finisce bene, non per te. Lo sai.- Rafforzo queste mie parole facendole seguitare da due schiaffi. L'impatto è così forte da rompergli il labbro.
Una parte di me vorrebbe uccidersi per questo, l'altra dice è giusto così è la strada che hai scelto di percorre quindi fallo fino in fondo.
- Ti prego, non costringermi maestro. Se io te lo dico tu ti arrabbi ancora di più. Picchiami e facciamola finita. A te tanto non importa ciò che ho.- Prendo dei respiri profondi davanti alla sua risposta. Dopo tutto le sue parole fanno male. In realtà a me importa di lui, di quello che ha. Però, se pensa questo la responsabilità è la mia. Se adesso lo picchio non cambia nulla.
- Se non parli non ti posso capire. Ti prometto, che non mi arrabbio. Sto cercando di mantenere tutta la calma e la pazienza di cui sono a disposizione, ma non farmele perdere-
Sospira, lo vedo in conflitto con sé stesso. Mi sto innervosendo provo un ultima volta, poi torno alle vecchie maniere.
- Per favore Driù, fatti aiutare. Non succederà nulla non adesso. Qualsiasi cosa sarà, ti prometto che proveremo ad aggiustarla, non ti punirò e non ti giudicherò. - Lo vedo tintinnare è proprio quando l'ultima goccia di calma che mi è rimasta scivola via apre la bocca per parlare.
- Io, non voglio affrontare Ahsoka, non voglio farle del male. Le voglio bene. - Pronuncia la frase senza prendere aria e così velocemente che fatico a stargli dietro.
Ecco, la mia paura più grande si è avverata. Driù è innamorato di Ahsoka.
-Anche lei, è innamorata di te Driù? - domando senza giri di parole.
- Non te lo dico. Io non te lo dico! - Pronuncia quelle parole quasi urlando e scattando in piedi. Da quando ho imposto le nuove regole e le nuove punizioni Driù non si è più azzardato a reagire in questo modo o a rispondermi così. Però qui non si tratta di lui, ma di lei.
La difenderebbe al costo della sua vita. Mi alzo dal letto e mi avvicino a lui a passo svelto. Lui che indietreggia e sbatte le spalle al muro. Poi si mette in ginocchio. - Mi... Mi dispiace scusa. Ho sbagliato... Non volevo mancarti di rispetto.- La voce un sussurro.
- Alzati! Driù Alzati! - ubbidisce a testa china. Trema anche un po', non è il freddo. È la paura.
Mi avvicino e lui si ritrae leggermente. I miei maestri mi avrebbero picchiato, punito e poi mi avrebbero costretto a uccidere ciò che mi rendeva fragile, debole. Lo hanno fatto in passato e lo avrebbero rifatto nel presente se fosse stato necessario. Un Sith non ha legami, un Sith, usa i sentimenti a proprio vantaggio non svantaggio. Un Sith, mette sé stesso e i suoi obiettivi avanti a tutto e tutti.
Però io non sono i miei maestri, non sono papà: non costringerò mai nessuno di loro due ad uccidersi, mai!
Lo afferro bruscamente.
- Non ti scansare da me, mai! Te l'ho già detto, non osare sottrarti a me. - Lo guardo severo.
- Va tutto bene Driù. Però non farti distrarre. Quando verrà il momento affronteremo il problema. Fino ad allora resta concentrato e non distrarti. - Do lui una leggera pacca sulle spalle rilasciandolo dalla presa ferrea in cui lo avevo rinchiuso.
- Questo non toglie che tu non sia in castigo. Sei stato incosciente e irresponsabile a non imparare la missione. Se fosse andata male non avresti saputo cosa fare. Poi se ti do un ordine da eseguire tu lo eseguire punto e basta. Chiaro? - Ho addolcito la voce.
- Si maestro.-
Lo sento un po' più sereno. Quindi abbandono la sua stanza. Sono io a essere irrequieto. Cosa devo fare?
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