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Verso una nuova realtà

Le coincidenze alle volte, guidano le nostre decisioni.
Portandoci su sentieri inesplorati.
Sono forse i segnali di un cambiamento in corso.
(Mia cit.)

Finalmente la galassia è caduta sotto il mio personale controllo. Al Senato i miei più stretti collaboratori gioiscono della nostra vittoria. L'esercito è con me. Gli ammiragli e i generali che non hanno giurato lealtà sono stati eliminati. Pertanto, sono rimasti unicamente i fedelissimi.

Rimiro Coruscant dal mio nuovo palazzo, guardo con soddisfazione le truppe dei cloni si spostano nella città nelle loro armature bianche, sfolgoranti e lucide. Osservo l'ordine che ho sempre desiderato.

L'impero si basa su leggi dure e rigide. Il messaggio è chiaro a tutti: segui la via che ti è stata assegnata e non ti accadrà nulla di male, ribellati e né pagherai le conseguenze. Nell'impero vi sono prigioni inespugnabili, chi vi entra spera in una redenzione con il trascorrere degli anni e l'avvicinarsi la fine della sua prigionia, ma in realtà una volta entrati, nessuno ne esce. Ogni prigioniero verrà spostato in un'altra prigione o in un altro reparto, ma nessuno e dico nessuno, uscirà vivo da lì. I sobillatori nel mio impero non hanno posto. Ciò che desidero è un popolo ubbidiente e mansueto.

Nel mio impero non tollero disordini, fallimenti, rivolte, pensieri che si possono dissociare dai miei o disubbidienze e debolezze. Il mio è e sarà un impero forte, centrato sul militarismo e il mantenimento dell'ordine.
Tutti devono capirlo, per questo ho aggravato le pene nelle carceri, allungato gli anni della detenzione e intensificato la pena capitale.

Da poco al senato è stato votato una nuova legge: l'arruolamento di soldati tra la popolazione galattica. In questo modo nel tempo, con gli anni per l'esattezza, potrò sostituire i cloni con i soldati dell'impero. Ci vorrà del tempo, ma sarà ciò che ho in mente di fare. Lentamente, chiuderò le fabbriche di Kamino, saranno i cloni più anziani ad allenare le truppe più giovani. Trasmetteranno loro tutta l'esperienza necessaria, inoltre, essendo i cloni progettati per ubbidire, abitueranno anche le truppe umane a ubbidire senza troppi se e ma. Anche perché la pena per un fallimento o la disubbidienza, è la morte.

Osservo il via vai caotico e continuo delle astronavi che sorvolano i cieli inquinati di Coruscant.
Moltitudini di speeder, speeder bike, astronavi trasporto o semplici astronavi si muovo avanti e indietro, nessuna di loro può entrare o uscire senza un permesso imperiale. Nessuno. In nessun pianeta.

Sento qualcuno bussare alla mia porta, riconoscerei la sua firma nella forza tra quella dei molti. È mio figlio.
- Vieni, Vader-
Silenziosamente ubbidisce si posiziona di fronte alla scrivania, esegue un leggero inchino con la testa.

- Maestro, mi hai mandato a chiamare?-
- Si, vieni con me.- Ci spostiamo verso un monitor al centro della stanza. Lo attivo mostrando lui l'immagine della morte nera. È quasi terminata.
- Per poter concludere la costruzione della morte nera e realizzare così, l'arma mortale che desidero, occorre ancora qualche pezzo. Prendi un distaccamento di soldati e ingegneri. Vi dirigerete su Lothal. Nella crosta del pianeta sono racchiusi i cristalli Kayber. Scaverete il sottosuolo con le trivelle. -




Appena esco dalla stanza, il caotico ticchettio delle armature dei cloni e delle nuove reclute assale il mio udito.
Molti appena vedono la mia figura si scansano da un lato.
Ogni volta che incontra un clone e guardo il suo volto, penso a Rex, Tech, Echo, Fives, Ther e Trooper. Ne sento la mancanza. Con loro potevo ridere, scherzare, confrontarmi, chiedere aiuto o sostegno, anche spiegazioni. Ora senza di loro, Driù e Ashoka mi sento completamente solo. Isolato nel mio mondo: un incubo e un sogno allo stesso tempo.

Svolto l'ennesimo angolo di quello che un tempo era il tempio Jedi. Le enormi scalinate accolgono disparati soldati un gradino sì e l'altro no. Loro indossano armature rosse. Sono la guardia del palazzo, aiutano le guardie imperiali di papà. Tendaggi bordò, ricadono mestamente sulla recinzione marmorea formando un'onda. Dalle grandi vetrate laterali entra una luce fioca che piano, sta dando il buongiorno a un nuovo giorno.

Percorro i lunghi corridoi che un tempo conducevano nelle stanze dei maestri Jedi e poi in quelle dei padawan, per giungere infine alle stanze di allenamento, alla mensa e alla biblioteca. Ogni angolo è stato ripristinato e sistemato secondo il volere di papà. Tutto è in pompa magna, tutto emana potere e grandezza. I lampadari di cristallo pendono adesso eleganti dai soffitti.

Tutto, è stato pesato. Quando qualcuno entra, deve comprendere fin da subito che si trova nel centro del potere, nel luogo più importante e pericoloso di tutta la galassia. Deve incutere timore e riverenza. In questo papà è sempre stato bravo. Infatti, si respira aria tesa e ricca di aspettative, di paure e incertezze.

Esco nella parte esteriore del palazzo, dove alloggiano alcuni soldati lì una nave trasporto attende il mio arrivo per condurmi nella zona di volo.
La nave da trasporto ha una forma rettangolare con il muso allungato e semicircolare davanti. Lateralmente è aperta per garantire il lancio dei soldati durante le missioni.
Nello spazio di arrivo privato del tempio, cioè volevo dire del palazzo, sono in attesa di partenza almeno una trentina di soldati cloni. Colgo distrattamente alcuni dei loro discorsi che vengono messi a tacere nel istante esatto in cui passo frettolosamente accanto a loro. Salgo silenziosamente sulla prima nave trasporto che mi capita a tiro. Subito dopo la mia salita, altri soldati prendono rapidamente posizione.

Appena la nave trasporto dove mi trovo decolla, altre dieci navi si alzano in volo seguendoci.
Dall'alto scorgo il caos della città sia nel cielo che in terra. È davvero una moltitudine di gente uno tsunami travolgente. Coruscant, è davvero la città che non dorme mai.

L'altezza a cui siamo ci permette di scorgere già gli incrociatori in attesa del nostro arrivo. Se alzo la testa, nel cielo posso intravedere chiaramente l'ombra dell'executor, la mia bambina. Quattro volte più grande di ogni incrociatore, ha quattro volte la potenza di fuoco di un qualsiasi incrociatore. È immenso, gigante, potente, indistruttibile grazie alla sua prua in titanio. Certo, mi lamento delle manie di grandezza di papà, ma a pensarci bene, non scherzo nemmeno io in megalomania.

Un'ora dopo..... Pianeta Lothal, capoluogo

I nostri incrociatori stanno sorvolando la capitale di Lothal. Un'enorme cupola emisferica appare davanti ai nostri occhi, sembra un fungo. Una punta rotonda e a cupola questa è la struttura centrale della capitale. Il simbolo del potere. Palazzi alti e fini sono sparsi qua e là tra le case di piccole dimensioni. Alcune a punta, altre sferiche.

Gli incrociatori incluso l'executor resteranno in aria, non c'è spazio per accoglierli, sono troppo grandi e pesanti, gli uomini raggiungeranno il punto di destinazione attraverso l'utilizzo delle navi da trasporto, io farò uso del mio caccia tie advance x1.

Appena siamo a terra ad attendermi trovo l'agente Kallus, il ministro Maket Tua e Tarkin divenuto ormai Gran Moff ovvero governatore di tutti i pianeti dell'orlo esterno. Lo detesto.

Maket Tua è di razza umana capelli biondi, indossa una divisa blu e bianco con un cappello del medesimo colore occhi nocciola, è sull'attenti. Poco dietro Kallus divisa nera delle truppe speciali, capelli castani e basette sulle guance. Occhi nocciola, sguardo super serio e autoritario. Avanti a loro è Tarkin nella sua solita uniforme verde, impettito e fiero. Viso scavato, capelli grigi occhi neri. Tutto di lui mi infastidisce.

Tuttavia, devo tollerarlo per mio padre è, e cito le sue testuali parole: Un fedelissimo, importantissimo pezzo della sua scacchiera, un alleato fondamentale.
Sarà, più lo guardo e più ho l'impressione che sia solamente un vecchio, un vecchio dispotico che non vuole comprendere che dovrebbe ritirarsi in pensione. Forse, tra vecchi si capiscono.

- Bene arrivato mio signore.-
- Vi ringrazio per la vostra accoglienza.- Molti soldati sono stati schierati per evitare che la gente del luogo potesse avvicinarsi a noi. Ci incamminiamo nella via centrale della città. Le persone si affollano per vederci, chi prova ad avvicinarsi viene respinto.

Un ragazzo della mia età, anno più, anno meno, viene spinto con brutalità addosso al muro. Sento qualcosa fare crack. Penso sia il suo braccio piegato e sbattuto con forza sul palo d'acciaio della luce. Imparerà a stare al suo posto.
- Sono degli incivili.- Mormora Kallus.

Arrivati ​​al palazzo emisferico risaliamo con l'ascensore di finissimo vetro i duecento piani fino ad arrivare nella cupola. Da lì osservo estasiato tutta la cittadina.
Quando siamo tutti all'interno, accendo il monitor e inserisco i dati che devo consegnare.

Appaiono subito le distese e infinite praterie e i campi coltivati.
- In questa zona, sorgeranno le accademie per i piloti imperiali e per le leve terrestri. Qui invece, più a sud, le fabbriche per la costruzione dei caccia Tie e di nuove armi. A nord esattamente in questo punto, inizieremo l'estrazione dei cristalli Kayber, e, in questo punto, è anche presente un tempio Jedi. Ricco anch'esso di cristalli, per tanto, lo distruggiamo e ci impadroniremo dei cristalli. Le trivellazioni avviate già domani in mattinata. La mia permanenza su questo pianeta, sarà di soli sette giorni. Per all'ora dovrete aver avviato tutto. Siamo intesi?-

- Si, signore.- un'approvazione generale e tutti escono per riferire a chi di dovere i piani.

La sera arriva velocemente e con lei l'odiata cena di rappresentanza tutti insieme. Tarkin, Maket Tua e Kallos, l'ammiraglio Rey, il grande ammiraglio Thrawan, Ghillion, tutti insieme nella stessa stanza felicemente, be diciamo felicemente, si guardano in cagnesco come se ognuno di loro, dovrebbe lottare per ottenere la mia mano. Ho i brividi al solo pensiero.

Sono seduto al capotavola guardo la porta di fronte a me: l'unica via di fuga da questo inferno. Dedico loro all'incirca dieci minuti della mia preziosissima vita, per poi defilarmi con una scusa qualsiasi: impegni improrogabili di stato.

Sì, diciamo. Esco dalla sala pranzo e con un pò di difficoltà vista la vastità di quel luogo giungo nella camera che mi è stata riservata. Varcata la soglia sono catapultato in una grande stanza circolare con un elegante divano, un raffinato piano bar, pavimenti pregiati, un camino a induzione già acceso e un letto enorme pronto ad accogliermi. Tuttavia i miei piani sono altri, ho bisogno di evadere. Getto il casco sul materasso e poco dopo anche gli altri resti dell'armatura lo raggiungono. Avanzo verso l'armadio dove dei droidi hanno già sistemato i miei panni. Indosso velocemente una tuta e una felpa nera e rossa con il cappuccio che alzo immediatamente nel tentativo di nascondere il volto. Finita la preparazione apro la finestra e fuggo da quel luogo, desidero conoscere Lothal. Un giro nella città non mi farà male. Mi ricordo di quando su Coruscant le fughe notturne erano divenute la normalità.

La città di Lothal di sera è meravigliosa. Le strade sono illuminate in modo soffuso, tuttavia nonostante la sua bellezza non vedo molti cittadini in giro. Solo molti soldati. Qualche locale notturno è aperto qua e là. Le stelle si vedono davvero bene, su Coruscant il cielo è coperto dallo smog, qui invece è tutto bello.

Entro in un locale notturno mi dirigo al bancone del bar e ordino del liquore. Il droide con sei braccia laterali mi serve velocemente da bere.
La musica strimpella ad alto volume. Ballerine Twi'lek ballano sinuose. Altri, ubriachi le imitano. Ho fatto bene a venire, mi sto divertendo. Una donna dai lunghi capelli biondi e un trucco molto pesante si avvicina a me e comincia a ballare vicino al mio bacino. La lascio fare.

Mi lascio trascinare al centro della pista, con la coda degli occhi vedo numerosi soldati entrare nel locale. Anche loro si servono da bere e parlottano allegri.
Continuo a ballare, però mi stacco dalla ragazza, un droide passa al centro della pista da ballo servendo alcolici, ormai sarò al settimo od ottavo drink. Se papà mi vedesse, mi ucciderebbe.

Le idee si affollano e si offuscano. Ripenso a Padmè, Ashoka, Driù, Rex, Fives, Tech, Echo, Ther e Trooper. Ripenso a Tatooine persino a Shmi. Vedo la stanza girare intorno a me. Non ho mai bevuto così tanto. In realtà l'ultima volta che ho bevuto, fingevo di essere un Jedi.

Vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. La musica si ferma e anche chi sta ballando.
Vedo i cloni e i soldati imperiali voltarsi verso di me. Stringo gli occhi per mettere a fuoco chi ho davanti. Maledizione! Fra i tanti proprio Ghillion e Kallus. Ottimo, ho sbattuto addosso a due alto grado. Non indosso la mia armatura e nessuno sa chi sono realmente, ottimo. Per finire, sono mezzo ubriaco.

Vedo dei soldati avvicinarsi a me. Lì evito, i miei sensi, sono comunque allerta. Vedo Kallus avanzare per tirarmi un pugno. Oh sì! Quando lui si sbilancia per colpirmi, io evito il colpo e gli assesto un calcio rotante nello stomaco.

Kallus stramazza al suolo. Venti soldati si gettano su di me. Lì evito tutti. Alcuni li mando a sbattere contro i tavoli rotondi che finiscono a zampe all'aria. Quanto mi sto divertendo. Le persone corrono fuori dal bar terrorizzate. Loro escono e altri soldati entrano: Blaster in mano.

Non posso sguainare la spada laser, nè usare la forza. Avviserebbero papà e lui capirebbe subito. Sparano e io corro a nascondermi dietro a un tavolo caduto a terra. È vicino alla finestra. Conto... 1...2...3 mi butto addosso al vetro e mi ritrovo in strada. Altri stormtrooper, sono in strada ad attendermi. Guardo lo spazio intorno a me, per cercare una via di fuga.

Una speeder bike in un angolo, abbandonata da un soldato. Lei è la mia salvezza. Ruzzolo a terra, sfuggendo così agli spari. Mentre mi rialzo con le mani afferro due soldati dalle gambe facendo perdere loro l'equilibrio, cadono così al suolo. Mi rimetto in piedi, pronto a combattere. Parata e colpo. Colpo e parata. Evito gli spari dei blaster. Arrivo alla Speeder Bike e do gas. I soldati mi inseguono. Maledizione! Sono davvero insistenti. Esco fuori dalla città. Tra i campi oscuri e privi di illuminazioni. L'unica luce deriva dalle speeder bike e dalla luna. Sento gli spari alle mie spalle. Lì evito tutti meno che uno. Un colpo colpisce il motore della speeder bike che perde stabilità e cade al suolo trascinandomi con lei. Rotolo tra l'erba alta alzando nuvole di polvere. Sbatto contro qualcosa di duro.

Volto lo sguardo e comprendo di avere sbattuto contro una speeder bike. Mi hanno circondato! Osservo con attenzione gli uomini riconosco le loro divise è là duecento dodicesima di Cody. Ottimo!
-Mani sopra la testa, sei in arresto per oltraggio all...- Il mio comlink squilla, interrompendo le parole del comandante Cody. Un soldato mi intima di restare con le mani alzate e immobili. Lui afferra il comlink e lo passa al comandante che si fa chiamare Wallfe.

- No, non rispondere, fidati, non lo fare.- Il comandante di nome Wallfe si è tolto il casco mi guarda alzando un sopracciglio e pone a terra il comlink.
- Rispondi ribelle. Non dire che siamo qui con te. Soldati, tornate qui dalla mia parte.-
- Davvero, è meglio non risp...-
- Rispondi!- Cody mi assesta con il manico del blaster un colpo nello stomaco. Mi piego leggermente dal dolore.
Mentre si ritrae accetta la comunicazione. Le loro armi sono pronte a fare fuoco a ogni mio scherzo o indiscrezione.

- Perché hai impiegato così tanto tempo a rispondere? Aspetta, dove ti trovi?- La figura di papà ha preso forma davanti a tutti noi. Spicca tra l'erba alta e bassa del prato. Avvolto come al solito dal lungo mantello color porpora, la sua figura sa intimorirmi anche quando è lontano.
- Padre, sono in perlustrazione. Che ore sono su Coruscant? Io stavo per rientrare e...-
- Vader, dove è la tua armatura? Su Coruscant è pomeriggio lo sai benissimo. Cosa stavi combinando?-
- Io, ero in perlustra...-
- Non dire stupidaggini! Non hai soldati con te! Non hai... Perché sei in ginocchio con le mani sopra la testa! Cosa hai combinato!-

- Allora, mantieni la calma. Io, stavo...- Sposto le mani sul collo. Sto soffocando.
- Non, mentirmi. Torna subito alla base. Al tuo ritorno su Coruscant affronteremo la tua disubbidienza. Non ammetterò altre distrazioni, Anakin! So cosa stavi facendo, non sei su Lothal per giocare hai una missione da compiere, sai quanto detesto quando ti comporti da ragazzino.- La sua mano sollevata si stringe ancora di più, un bruciore invade i miei polmoni che vanno alla disperata ricerca di ossigeno. La sua voce tagliente, furiosa non ammette chiaramente altre stupidaggini del genere.

Lascia andare la sua presa su di me e torno a respirare -Si, signore. Perdonami.- Chiude la comunicazione. Resto a terra, ma alzo il mio sguardo glaciale sugli uomini.

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