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Verità che fanno male. Frammenti dal passato.

La verità è ciò che ci rende liberi
(Mia Cit.)


Lascio, come una furia la stanza della riunione. Due soldati ribelli addetti alla guardia e posizionati di fianco alla porta che dà accesso alla sala generale, scattano, pronti a fermarmi. Un mio sguardo assassino basta per farli desistere dal loro intento. Proseguo incurante di tutto e tutti.

Alcuni soldati imperiali tentano di salutarmi, ma la mia andatura sbrigativa e intimidatoria fa comprendere loro che non è il momento più adatto. Dopo tutto sono i miei uomini benché non sapessero il mio nome, la mia vera identità, hanno passato anni al mio servizio sanno riconoscere perfettamente un buon momento da un cattivo momento. Percorro alcuni corridoi fino alla grande porta centrale quella da cui escono ed entrano tutte le astronavi. Da lì si giunge direttamente all'unica via di uscita di questo posto. Il mio unico desiderio è proprio questo uscire il più velocemente possibile da qui.

Sapere la verità su Shiva, e Shmi ha aperto un piccolo, piccolissimo dolore nel mio petto.

Shiva, la donna che chiamavo madre. Lei ha tentato di uccidermi solo per diventare più potente. Lei, che da piccolo giurava di proteggermi che mi avrebbe addestrato perché così non avrei mai corso rischi.
Quante sono state le menzogne in cui sono cresciuto?

Mio padre, Shiva e Shmi. Tre persone che si legano alla mia vita. Tre icone, tre bugiardi. Shmi però che colpa aveva? Lei, che non poteva fare altro che accettare il volere di mio padre. Lei, che è sempre stata accanto a me proteggendomi. Lei, che nonostante il dolore c'è sempre stata. No, lei non ha colpe. Lei è stata la mia forza e la mia luce durante la mia infanzia. Lei, è stata veramente mia mamma.

Shmi tu non hai colpe. Dovevo capirlo prima. Hai provato tante volte a farmelo capire e dentro di me lo sapevo, lo sentivo. Però non ho mai voluto accettarlo. Forse, perché temevo di perderti o di perdere papà. Non lo so. Però ti ho voluto bene, ti voglio bene.

Esco dalla base, un'azione che non è passata in osservata, notando gli sguardi delle sentinelle ribelli. Forse dovrei avvisare, non indugio molto su questa riflessione. Con passo sicuro e svelto mi addentro nel bosco. Alzo gli occhi al cielo, difronte a me si spicca alta una roccia su cui numerosi arbusti si sono arrampicati, piccoli alberelli hanno gettato le basi per la loro dimora, riversando all'interno di quella sporgenza rocciosa le loro esili radici. Comincio ad arrampicarmi, giunto sulla sommità potrò vedere tutto il panorama circostante e comprendere in che direzione muovermi.

Quando arrivo sulla cima dell'altura davanti a me si presenta un paesaggio bellissimo. Distese di boschi, in lontananza si intravede una pianura e un fiume che poco più in là cade trasformandosi in una cascata.

So che così mi allontanerò dalla base e dalla sorveglianza dei ribelli che ancora di me non si fidano, però voglio stare solo e soprattutto lontano da tutti. Con un solo salto discendo i tre metri della cima rocciosa che mi accorgo essere di tufo quindi anche molto friabile.
Corro tra la vegetazione selvaggia di Yavin4, ovunque risaltano agli occhi giganteschi alberi dalle fronde verdi e folte.
Rovi posizionati al limitare della strada di terra. Sassi piccoli, medi e grandi sono posizionati qua e là, il muschio li copre per metà.

Gli animali spaventati del mio correre fuggono via selvatici, i volatili spiccano il volo leggiadri. Di tanto in tanto sbucano ruderi di vecchie piramidi scavate nella pietra o passate mura in pietra ormai invase dalle edere e da altre piante rampicanti in fiore. Alcune pietre rettangolari sono anche cadute a terra e hanno lasciato spazio a piccoli alberelli che stanno affondando le radici all'interno del muro in pietra. Intorno si sento l'odore delle foglie e dell'erba bagnata.

Dopo una lunga corsa, giungo finalmente al fiume. Supero gli ultimi alberi e le loro radici sporgenti. Un salice e la sua folta chioma coprono la visuale, così sposto i verdi rami.

Davanti ai miei occhi si presenta una radura al centro un vecchio albero possente. Scavato dal tempo. Le sue radici combaciano con un piccolo lago cristallino contornato da piante fiorite e sassi. La cascata il cui rumore culla chiunque ami ascoltare lo scorrere lento dell'acqua, mette pace e serenità. Tutto ciò di cui ho bisogno in questo istante.

Tolgo le scarpe e immergo i piedi nell'acqua: È fresca ed è piacevole, visto il gran caldo che fa su Yavin4. Tolgo anche la maglia. L'acqua limpida è invitante, mi tuffo. Nuoto per un bel po'. Poi alla fine esco e mi sdraio al sole. Chiudo gli occhi e cado in sonno profondo...

... I due soli sono alti nel cielo. Io, Bull e Wendalyn siamo usciti di nascosto dalla villa. Ieri, si sono concluse le giornate della pioggia. Quindi, nel deserto rovente di Tatooine si sono formate le oasi, laghi di acqua dolce. Corriamo sulla sabbia rovente a piedi scalzi per non lasciare troppe impronte. Dopo tutto, non corriamo grandi rischi in questo periodo molti degli esseri spaventosi sono per così dire in letargo. Superiamo un paio di dune e finalmente giungiamo nell'oasi che abbiamo etichettato come di nostra proprietà.

Il lago è grande, coperto da palme e di erba spuntata in questi giorni di pioggia. Mi ha sempre colpito il rigenerarsi della natura. Pezzi di terra si uniscono al lago circondato dalle dune

Senza perderci in inutili convenevoli ci tuffiamo in acqua. Gli schizzi arrivano ovunque, alti in cielo e le goccioline di acqua risplendono sotto i raggi dei due soli, sembrano diamanti.

Le nostre risate sono pure, semplici, c'è gioia.

Alla fine usciamo dall'acqua e ci stendiamo tutti e tre al sole. Poco dopo ci addormentiamo. Ci svegliamo che uno dei soli è tramontato, e l'altro sta lentamente svanendo dietro le dune di sabbia. È una palla di fuoco che irradia una tenue luce sulle dune tingendole un po' di rosso.

Ci arrampichiamo sulla d'una più alta, oltre l'oasi. Così possiamo ammirare il panorama.

Mi guardano e io guardo loro.
Siamo felici. Io, Bull e Wendalyn sorridiamo allegri.

Vedo sei piedi trascinarsi svogliatamente verso una grande muraglia: È la villa. Ad attenderci davanti al cancello c'è mia mamma Shiva. Braccia conserte. Quando mi vede il suo volto un po' si distende.
- Filate dentro! Domani parliamo. - Ubbidiamo silenziosi. Saluto Bull e Wendalyn.

Poi mamma viene nella mia camera.
- Vader. -
- Madre. – rispondo lei è sull'uscio io poco distante dalla porta della camera.
- Cosa ti è venuto in mente? Potevi farti male! Come stai? - La guardo un po' confuso. Mamma che si preoccupa e mi chiede come sto?
- Bene, madre. Scusami non accadrà più. Per favore non dire niente a papà di Bull e Wendalyn. Ucciderà anche loro. Ti prego. - Gli chiedo. Gli occhi sono lucidi.
- Non dirò niente a tuo padre. Però domani tutti e tre prenderete il vostro castigo. Adesso fila a letto. -Mi abbraccia...

... Quando riapro gli occhi il sole sta tramontando.
Fisso il tramonto. Il sole rosso tramonta in un'infinità di colori variopinti. Tutto si riflette nell'acqua è come guardare un mondo all'incontrario.
La natura assume un aspetto diverso, il verde degli alberi si scurisce il marrone sembra quasi nero, cambia anche l'atmosfera. L'oscurità la rende tesa.
Richiamo le gambe e le stringo con le mani al petto. Voglio restare qui a lungo.
Mi volto e vedo un paio di soldati ribelli e alcuni imperiali.
É ora di rientrare.

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