Una nuova amica.
L'amicizia è come una perla rara.
(Mia cit.)
Mentre tutto il tempio dorme.
Un'ombra percorre silenziosa e furtiva i deserti corridoi che dalla via d'accesso conducono sino alle stanze di allenamento, alla sala mensa per arrivare infine alla biblioteca luogo di studio, silenzio e sapienza.
La figura agile, evita con astuzia le silenziose sentinelle che si aggirano nel tempio, custodì indiscussi della pace e serenità di quel luogo inviolabile.
I corridoi sempre pieni di vita e le stanze rumorose e illuminate sono adesso solo contenitori assenti, bui e privi di rumore; ciò che si ode in quelle immense stanze sovrastate da giganti muri e lunghe colonne è solo il rimbombare dei passi prima vicini e poi lontani a sperdersi nell'immensità della struttura.
Avanza nell'ombra, avvolta in un nero manto, nascosta dalle ombre che si annidano di notte all'interno di ogni casa. Silenziosa come un gatto, famelica come un leone, si dirige verso la sua meta.
Solo per un attimo, si ferma a osservare un punto indefinito, un momento di turbamento e dubbio, pervadono la sua anima un secondo, solo, un secondo e già le sue gambe si muovono da sole come incantate, sanno la loro destinazione.
Una mano avvolta da un guanto nero apre lentamente la porta una piccola luce si accende nell'immensa biblioteca. L'atmosfera è surreale, la semioscurità del luogo lo rende spettrale nella stanza si sentono solo il suo respiro, i suoi passi frettolosi, ma precisi e il martellare ritmico del suo cuore.
La figura incappucciata sfoglia migliaia di libri, sposta tavoli, sedie e prova persino a spostare dei libri e guardare se all'interno delle librerie si nascondano delle leve che diano accesso ad altre stanze, ma niente.
Dei rumori in sottofondo portano l'uomo incappucciato a ritirarsi in un angolo nascosto tra gli scaffali. Il suo respiro si fa silenzioso, quasi inesistente. Le sentinelle fanno un giro della biblioteca, controllano.
L'ombra resta immobile, sposta la mano verso il blaster pronto a sparare in caso di necessità, ma le sentile della notte tornano sui loro passi. Fortunatamente sono solo sentinelle, molti maestri Jedi sono al momento su Naboo per il funerale della regina.
L'ombra aspetta, resta ferma, bloccata in quel momento di stasi attende uno, tre, cinque, dieci minuti! Poi torna a rilassare il suo corpo, a respirare.
Il tempo che si era concesso è terminato deve andare avrà un'altra occasione, magari potrà riprovarci il giorno dopo, o quello dopo ancora alla fine tanto avrà ciò per cui è andato lì.
Ripercorre la strada fatta poco prima adesso è più veloce, si perché ora l'ombra incappucciata ha bisogno di essere rapido e invisibile. Sarebbe difficile spiegare la sua presenza lì, ancora più complicare una morte nel tempio Jedi.
Arriva all'entrata, la porta è di fronte a lui. Si guarda intorno. Nessuno è nei paraggi. Sospira di sollievo, ed esce da quell'imponente struttura.
Una volta in strada, l'uomo finalmente torna a respirare.
Tempio jedi: Quattro settimane dall'entrata di Anakin nel tempio.
Sono di nuovo in ritardo, Il mio volto riflesso nello specchio del bagno rimanda un'immagine scompigliata I miei capelli biondo cenere sono arruffati, ho le occhiaie a causa di un'altra notte insonne. Colpa degli incubi: I volti degli uomini e delle donne che ho ucciso non vogliono abbandonarmi mi tormentano ogni, maledetta notte. Non riesco a scordarli. Non riesco a dimenticare le loro grida di supplica i pianti di una madre a cui il figlio è stato ucciso e un marito assassinato. Maledizione. Tiro un pugno al lavandino facendomi male Il dolore, mi sembra l'unica cura che possa lenire i miei tormenti e sensi di colpa. Fisso la mia immagine. La cicatrice sul mio volto mi ricorda chi sono e il perché sono qui aveva ragione papà questa cicatrice mi ricorda ogni giorno il mio ruolo.
Indosso velocemente l'abbigliamento Jedi, una specie di tunica.
Mi guardo intorno al piccolo bagno della stanza di Obi-wan è confortevole a tutto ciò di cui si ha bisogno però mi manca il mio immenso bagno con doccia e vasca, si le mie comodità mi mancano.
Mi chiedo cosa staranno facendo i miei apprendisti, se Asoka stia bene e se anche Driù stia bene, ho paura che qualcuno possa scoprire il mio piccolo segreto. Sarebbe un guaio. Quando sono lontano dai ragazzi non mi sento mai tranquillo.
- Muoviti Anakin! - mi chiama una voce di ragazza è Pam, lei è una Troguta, come Ahsoka ha una carnagione arancione, in volto ha una pittura bianca intorno agli occhi, delle protuberanze in testa da cui, poi escono delle code a strisce bianche e blu I Lekku .
Apro la porta e mi ritrova davanti una Pam agitata. Occhi azzurri, indossa una maglia corta di colore verde e una gonna dello stesso colore - Arrivo, sta tranquilla. - Sono stranamente sereno non mi interessa essere puntuale a questi esercizi per me sono noiosi sono avanti anni luce rispetto a loro, però non posso dirlo. Devo stare al gioco.
- Dai Ani, muoviti! - Io e lei abbiamo la stessa età però siamo davvero diversi. Lei è solare e allegra. Si vede che si sente amata e che sa di appartenere a quel luogo. Io invece sono un disastro sempre ansioso, pieno di dubbi e composto. Sono diverso da loro. Ho avuto un'educazione diversa, alle volte dicono che sono una statua sempre così formale a tavola e nei movimenti. Pam l'ho conosciuto in mensa mi si è avvicinata il secondo giorno della seconda settimana. Mi guarda e mi fa: Tu sei di marmo. Non pieghi la schiena, non ridi, non ti posti di un millimetro stai sempre così composto e preciso anche a lezione. Sei troppo mr. precisione, hai bisogno di rilassarti. Da oggi sarà questa la mia missione, farti rilassare.
E così è stato, da quel giorno lei si è sempre seduto vicino a me e lentamente mi ha fatto rilassare.
I primi giorni qui al tempio Jedi sono stati un inferno. Non sapevo come comportarmi cosa attendermi nel caso in cui commettevo un errore. All'inizio se i maestri mi sgridavano o sbagliavo qualcosa temevo di essere punito, poi ho compreso che il massimo del castigo è studiare un paio di ore in più, meditare o restare in biblioteca oltre l'orario di studio.
Lentamente mi sono rilassato. All'inizio ho provato a cercare qualche indizio sull'oggetto che desidera mio padre, ma con il trascorrere dei giorni mi sono lasciato trasportare da questa nuova vita da tutti questi ragazzi e ragazze come me. Che non sapere chi sono si sono avvicinati per fare la mi conoscenza, ridere, parlare e giocare. Ho abbassato le difese e mi sono permesso di essere un semplice ragazzo che sta scoprendo un nuovo mondo.
- Ehi! Pianeta Coruscant, chiama Ani! Mi senti?- Passa la sua mano più volte di fronte a me per richiamare la mia attenzione.
- Si, ti sento. - le risposte. Senza indugiare oltre Pam prende la mia mano e iniziamo a correre nei corridoi assolati e luminosi con colori caldi come il giallo e l'azzurro dei tappeti dell'ala riservata ai maestri.
- Attenti a dove correte, ragazzi! -
- Scusi, maestro Judd. - Urliamo in coro con Pam mentre continuiamo la nostra corsa.
Usciti al di fuori delle stanze dei maestri, ci accoglie il brusio frenetico dei cloni, dei ragazzi e dei maestri jedi. In lontananza, si odono gli allenamenti dei Padawan più piccoli che stanno imparando a parare i raggi laser dei blaster. Corriamo a zigzag tra la folla. Evitiamo di scontrarci con qualcuno per miracolo passiamo di fronte alla mensa, li mi blocco.
- Non ci pensare! Siamo in mega ritardo! -
- Io ho fama! - Le dico massaggiandomi lo stomaco guardandola supplichevole.
- Ahhh! Sbrigati, prendi due tortini al cioccolato, uno per me e uno per te, ma sbrigati! Ogni mattina siamo sempre in ritardo.- Sbraita. Lo so, che adora i tortini al cioccolato.
-Ti adoro! - Le sussurro filando via. In un minuto sono da lei con tanto di bottino: due fumanti tortini al cioccolato. Riprendiamo a correre mangiando, arriviamo di fronte alla stanza dove ci aspettano i maestri oggi abbiamo le prove con le spade laser sai che noia, però almeno cominciano a farmela usare, meglio di niente. Pam invece ha una prova più complicata lei è più avanti di me. Secondo i Jedi.
-ihai de..l cio.lto - Queste sono le sue incomprensibili parole mentre cerca di ingoiare l'ultimo pezzo di tortino.
- Non ti capisco- Nel mentre spingo il pulsante di apertura della porta.
La stanza è semplice: un pavimento in parquet gira intorno a dei tatami bianchi disposti al centro della stanza. Dove è il pavimento in parquet, vi sono delle gradinate in legno su cui sono seduti i maestri ei loro Padawan in attesa di iniziare la prova, le pareti sono di un bianco sporco delimitate da travi in legno, le serrande sono abbassate per non disturbare la proiezione dei laser.
Al centro c'è un padawan che si muove all'interno del cerchio marrone disegnato sui tatami. Intorno a lei si muovono droidi sferici che sparano qua e là laser.
- Ben arrivati. - La voce sarcastica di Obi-wan ci accoglie.
- Siete in ritardo. - Eccolo non poteva mancare laconico come sempre, super ligio al dovere... Windu.
- Ci dispiace maestri. - Diciamo in coro chinando leggermente la testa.
- Sedetevi, tra poco tocca a voi. - Non c'è rabbia o biasimo nelle parole di Obi-Wan. Quando ci sediamo noto che mi osserva con insistenza.
- Che c'è?- chiedo.
- Hai del cioccolato sul naso. - Sussurra cavalcando.
Mi pulisco subito e guardo male Pam che mi sussurra un: Io te l'ho detto.
Questa frase mi riporta a Mustafar a Driù ogni volta che mangia il cioccolato si sporca. Pensare a Driù mi riempie il cuore però mi rattristo chi sa per quanto non potrò vederli.
Poco dopo viene chiamata Pam a esibirsi subito inizia a mostrare i suoi miglioramenti I suoi droidi sferici sono diversi, sparano contemporaneamente in quattro direzioni diverse è circondato da dieci di loro e intorno a lei un campo di forza che si restringe, deve eliminarli prima che questi la raggiunga.
Figo! Voglio farlo anche io, spero lo facciano fare anche a me ha impiegato sessanta secondi, arriccio il naso, ci ha messo troppo tempo.
- Anakin, sta a te. - Sento gli sguardi dei Padawan su di me il fatto di essere stato accettato tra i jedi in età così avanzata, avere già un maestro ed essere osservato con attenzione dal consiglio, innervosisce molti di loro. Non sanno che mi tengono d'occhio, soprattutto Mace Windu, non si fida di me.
Appena vedo i droidi emisferici con una sola uscita di sfiato per i laser mi rabbuio. Obi-wan se ne rende conto e interviene prima di iniziare.
- Cosa succede Anakin? Non è di tuo gradimento? -
- Ecco, maestro, speravo potessi allenarmi anche io con gli altri droidi. -
I maestri sono perplessi.
- Ti senti già così bravo Anakin? - Il maestro Obi-Wan intreccia le braccia al petto e mi fissa dubbioso.
- So di potercela fare. -Dopo tutto sono Vader.
- Lascialo fare che impari un po' di umiltà. - Risponde stizzito Windu pensa di darmi una lezione, lui vuole dare una lezione a me, a Lord Vader, ma come si permette, lo detesto, lo ucciderò un altro maestro, oltre ai miei da inserire nella lista nera.
Guardano il maestro che deve osare il via facendogli un segno di assenso ha lunghi capelli bianchi, una pelle rugosa e un lungo collo verde Indossa una tunica marroncina chiara. Con il bastone batte a terra e compaiono lo stesso campo di forza e gli stessi droidi emisferici di Pam.
E vai! Per trenta secondi mi divertirò, queste prove sono così banali rispetto a quelle cui sono sottoposto dai miei maestri.
- Via!- Il maestro non fa in tempo a dare il via che in due secondi distruggo il primo droide poco dopo altri due droidi cadono rotti al suolo. Schivo con una piroetta in aria dei colpi e li rispedisco al mittente con l'uso della forza paro altri due spari e fine dei giochi. È stato divertente finché è durato, guardo il campo di forza si è mosso di soli pochi centimetri. Guardo il cronometro ho impiegato quindici secondi. Sono fiero di me. Rapido, veloce, efficace, spietato. Proprio come mi è stato insegnato e addio basso profilo.
Nella stanza c'è brusio. I maestri ei Padawan sono increduli. Io guardo strafottente Windu ei Jedi del consiglio, il mio maestro incluso, poi chiudo la spada laser lasciandola lì a terra Ancora non mi è stato concesso di averne una mia, faccio un leggero inchino e dico un semplice: Grazie.
Senza attendere esco dalla stanza lasciando tutti a bocca aperta.
Adoro questa cosa. Così imparano a sottovalutarmi.
La vita da Jedi è tutta un'altra cosa. - Ehii, Skycoso aspettami! - È Pam, sarà la mia condanna ora ho due rompi scatole che mi chiamano così, però lei non ha questo diritto. Solo Ahsoka può. Anche se per lei sono Darthcoso.
- Non chiamarmi così, solo una persona può. - Le dico minacciandola con il dito. Lei fa spallucce.
- Sai sei stato grande lì dentro, ma il tuo dito minaccioso è sporco di cioccolata. - Ridiamo insieme mentre percorriamo i corridoi per dirigerci in biblioteca. Pronti a studiare qualche noiosissimo libro.
Potrei anche adattarmi a questa vita. Anche se in realtà mi ci sono già abituato qui è tutto così sereno, rilassato e tranquillo.
Con Pam mi diverto un sacco persino con Obi-Wan, quando non vuole farmi una delle sue prediche mi diverto. Se devo essere sincero con me stesso, per la prima volta dopo molto tempo mi sento felice. Vorrei che anche Ashoka e Driù fossero qui con me.
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