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Ritorno su Yavin4

C'è grande festa nella base abbiamo riportato cinque vittorie una dietro l'altra. Anche se il prezzo da pagare è stato altissimo: molti soldati valorosi hanno perso la vita.

Alcuni soldati dell'esercito imperiale hanno deciso di unirsi alla causa. Presumo la loro decisione sia stata dettata dalla presenza dei loro vecchi compagni e da Vader.

Le file dei ribelli si ingrossano sempre di più. Dopo queste cinque vittorie avremo sicuramente attirato l'attenzione della morte nera e dell'imperatore. Domani indirò una riunione, è tempo di mirare alla morta nera.

Questi attacchi hanno dimostrato che la nostra forza si è quadruplicata. Non possiamo dare all'impero il tempo di riorganizzarsi, non ora che abbiamo dato scacco alla regina.

In tutta la base risuona la musica. C'è grande fermento tra tutti noi. Si beve, si gioca e si mangia. C'è persino chi balla soprattutto i giovani.

Anche le truppe imperiali quelle che sono da più tempo tra di noi si stanno lasciando andare. L'atmosfera è contagiosa. Sono tutti presenti meno Driù, Padmé e Anakin. Loro si trovano nel reparto medico in attesa che l'operazione di Ashoka abbia termine.
- Comandante, venga si unisca a noi!- La voce di Antilles risuona bassa nonostante sia molto alta. Il frastuono che ci circonda è molto più alto. Accetto il boccale di alcol che mi ha gentilmente portato. Brindiamo alla vittoria! Brindiamo alla vita! Alla libertà!

.

Io, Padmé e il maestro, siamo davanti a questa maledetta porta grigia fatta di acciaio. Siamo qui da due ore, il rumore della musica e della festa giungono ovattate fino a qui.

Da quando siamo tornati non ho avuto il coraggio né di parlare, né di guardare il maestro in faccia. Ho fallito. Dal giorno in cui abbiamo cominciato a combattere, il maestro mi ha affidato un'unica missione di priorità elevata: proteggere Ahsoka, e ho fallito.

Sono seduto e osservo il maestro camminare avanti e indietro irrequieto. Vorrei dirgli qualcosa, ma non ho il coraggio. Temo di sentire e leggere la delusione nella sua voce e nei suoi occhi.

Ho ucciso Skar il suo maestro però non ho saputo difendere Ashoka. Muovo piano la mano che mi è stata fasciata e la spalla su cui è stato applicato del bacta in modo da far rimarginare la ferita e una piccola fitta si irradia nel corpo, storco leggermente le labbra contrariato. Sento che il maestro sfera un pugno al muro e sussurra nella rabbia a Padmé se lei muore io... Poi con passo ferrato si avvicina a me, sento la sua collera, Padmè che lo trattiene e poi la luce che da rossa tramuta in verde. Il maestro e io corriamo verso la porta. Questa si apre ed esce una barella autotrasportante con sopra Ashoka. Il droide medico ci guarda con la sua espressione priva di emozioni. Non si riesce a intuire nulla. Sento dei crampi fortissimi allo stomaco, mi manca il fiato. Carezzo la fronte di Ashoka con la mano. Sento lo sguardo del maestro su di me e brividi di puro terrore si formano sulla mia pelle. È un attimo e sono di nuovo là su Kamino, al giorno in cui per colpa mia Ahsoka è quasi morta. Al giorno in cui il maestro mi disse di non deluderlo mai più. Il ricordo di quel giorno è così vivido in me che sento ancora il dolore sulle ossa. Deglutisco.

- La ragazza sta bene. Si riprenderà. Se supera la notte senza imprevisti sarà fuori pericolo. Seguitemi.- silenziosamente seguiamo il droide medico che ci conduce in una piccola stanza. Completamente isolata. In questa zona non si ode alcun rumore. Delicatamente le infermiere droidi spostano il suo corpo sul letto. Sistemano tutti i cavi e poi escono seguiti da Padmé che da un bacio sia a me che al maestro.
Restiamo solo io, Ahsoka e il maestro.

I miei occhi non si staccano dal suo corpo è così silenziosa e immobile, lei che è sempre così viva e caotica, lei così logorroica.
Sento dei passi dietro di me. Una mano si poggia sulla mia spalla. Il maestro mi fa capire: desidera che io mi volti verso di lui. Ho paura.
Resto immobile, la sua presa aumenta. Alla fine con fermezza, mi costringe a voltarmi, sento una fitta al braccio fasciato.
Non oso alzare gli occhi dal suolo. La testa è il più bassa possibile. Sto tremando leggermente. Ho paura di perderla per colpa mia. Ho paura che il maestro mio odi. Ho paura che se lei muore, il maestro non voglia più nemmeno guardarmi in faccia. Ho paura che mi picchi. Lo so è stupido ora è tutto diverso, però ho commesso un così grave errore. Ho paura di non ridere, giocare, parlare e scherzare con Ahsoka mai più. Il solo pensiero di non sentire più la sua voce mi distrugge.

Le lacrime che tanto vorrei riuscire a trattenere cadono invasive come una pioggia in una giornata estiva.
La mano del maestro si sposta verso il mio viso è un riflesso del passato di tanti anni fa, chiudo gli occhi pronto a incassare il colpo. Lo schiaffo arriva e come ogni volta brucia e fa male sulla pelle e nel cuore, dove scava un ulteriore ferita invisibile.
- Mi dispiace.- Riesco a dire tra le lacrime mantenendo la voce il più ferma possibile.
- Mi... Dispiace... Non... Volevo.- Cado in ginocchio e con le mani copro il volto nel vano tentativo di nascondere le lacrime. Il maestro si posiziona davanti a me. Sento che inizio a tremare involontariamente. Percepisco quanto tutto questo stia frustrando il maestro e quanto sia furibondo. Lo sento respirare profondamente.


Vedo Driù completamente terrorizzato da me e dalla situazione. Fa bene perché sono davvero furioso - Lo giuro maestro, non...- Quelle parole stentate e dette con paura, riaccendo una fiammella nella memoria che illumina l'oscurità. Torna vivido più che mai il ricordo di Kamino e di quel giorno. Osservo il ragazzo, che un tempo era appena un adolescente in ginocchio e spaventato avvolto nel turbinio dei ricordi e nel dolore per la probabile perfetta della sua amica di cui si sente responsabile. Respiro profondamente cercando di calmarmi.

Questa volta non devo permettere alla rabbia e alle emozioni di guidare le mie gesta. Mi abbasso alla sua stessa altezza, quando le mie mani lo sfiorano lui sussulta convinto di ricevere un altro schiaffo. Quando apro la bocca per parlare, lo vedo stringere gli occhi in attesa di parole crudeli e dure.

- Piccolo, calmati.- cerco di avere la voce il più dolce possibile, di essere calmo e pacato. Anche se vedere Ahsoka così rende fragile anche me. Sono spaventato anche io. Però Driù adesso ha bisogno di me. Non commetterò lo stesso errore di alcuni anni fa. Non è colpa sua, la guerra purtroppo fa anche questo.
-Driù, guardami per favore.- Come sempre ubbidisce.
- Ehi, non sono arrabbiato e non voglio farti del male. Sei stato bravo. Hai protetto Ahsoka e hai ucciso Skar. Ne sei uscito indenne e sia tu che lei siete qui, con me. E questo è tutto ciò che desidero.-
I suoi occhi mi guardano pieni di lacrime e rossi per il pianto.

-Non sei arrabbiato? Deluso? Non vuoi che io me ne vada? Tu, mi hai sempre detto di vegliare su di lei e io... Ho fallito ancora. Adesso mi odi. Mi dispiace, lo giuro. Lo giuro. Ho fatto attenzione, erano così tanti e io...-
- Driù, basta! Basta! Non sono arrabbiato, non sono deluso né voglio che tu vada via. Non hai fallito. Tu e lei siete qui, con me. Siamo insieme. Va tutto bene Driù. Sei stato bravo, non potrei essere più orgoglioso di così.- La mia voce è incrinata, dolce e comprensiva alla fine termino il discorso abbracciandolo forte.

- Sorridi. Si riprenderà. - Vedo Driù finalmente alzare la testa e sorridermi. Insieme ci alziamo da terra.
Entrambi prendiamo posizione ai lati del letto.



Quando apro gli occhi il sole è sorto ormai da diverso tempo. Appena alzo il volto dal soffice materasso su cui sono crollato, incontro due occhi verde smeraldo che mi fissano.
-Buongiorno dormiglione, finalmente ti sei svegliato- è la voce di Ahsoka la riconoscerei ovunque. I suoi meravigliosi occhi mi guardano. Sento il mio cuore esplodere dalla gioia.

L'abbraccio di getto e la stringo a me. È viva, sta bene, le bacio la fronte e poi poso la mia fronte sulla sua. I nostri nasi si scontrano. Lei mi sorride e io gli sorrido.
-Siete davvero carini.- Ci voltiamo di scatto verso la porta d'ingresso Padmè e il maestro sono entrati nella stanza.
Entrambi diventiamo rossi.

Io e Ahsoka abbiamo parlato in questi anni e abbiamo accettato il fatto che essendo lei un jedi non potremo mai stare insieme. Soffro all'idea di non poterla avere però ciò che conta è la sua felicità e che possiamo stare vicini. Finché posso stare al suo fianco, vedere i suoi occhi verdi e il suo splendido sorriso a me sta bene.
Ci ricomponiamo. Padmè, tocca subito la fronte di Ahsoka e l'abbraccia sedendosi al suo fianco. Il maestro invece si pone alle mie spalle. Gli sorrido.

Non avrei mai creduto che tutto questo fosse possibile. Sembriamo una famiglia. Di quelle strane, pazze, con cui potresti scrivere una storia comica e anche struggente.
Adesso se da quella porta entrassero anche Rex, Tech, Ther, Eco, Fives e Trooper tutto sarebbe perfetto. Guardo la porta in attesa di un miracolo. Come se la vita fosse un film, dove sul più brutto quando credi di avere perso chi ami all'improvviso questo torna a vivere.
Però la vita non è un film, ma è simile a un libro: terminato il capitolo non si può tornare indietro perché l'unica opzione per scoprire cosa accadrà e come si concluderà la storia è andare avanti.

-Driù, mi stai ascoltando?- Sento la voce del maestro chiamarmi all realtà, non penso molto e così rispondo lui con un nomignolo che spesso in questi due anni io e Ahsoka abbiamo usato parlando di lui.
-No, Darthcoso.- Il maestro mi guarda torvo -No, cioè si maestro.- Cerco di correggere velocemente il mio errore, sperando che per il maestro sia sufficiente. Padmé lo osserva mentre si avvicina a me. -Ora sono diventato Darthcoso anche per te?- Abbasso la faccia al suolo -Scusa, non ti manch...- Sento le braccia del maestro tirarmi a se è abbracciarmi, non ho mai ricevuto così tanti abbracci dal maestro in così poco tempo. -Va tutto, puoi chiamarmi così anche te se ti fa piacere.- Si stacca dall'abbraccio e continua a parlarci.

-I maestri Jedi insieme agli altri comandanti, stanno aspettando me e Padmé per una riunione importante: dobbiamo decidere il piano d'azione per affrontare la morte nera.- Guardo il maestro con occhi spalancati. Attaccare la morte nera vuol dire o tutto o niente. Vittoria o sconfitta sicura. Equivale a incidere i propri nomi a fuoco tra le stelle e nella storia, se da perdenti o vincenti tutto dipenderà da noi.

-Siamo solo passati a vedere come stavate, adesso andiamo, riposate.- La mano di Padmè carezza il mio e poi il volto di Ashoka. In questi anni senza il maestro lei è stata come una madre per noi. Le vogliamo molto bene. Siamo molto legati.
-Va bene.-
Mano nella mano il maestro e Padmè escono dalla stanza. Con delicatezza prendo posto vicino ad Ashoka. Alzo il braccio e lei subito si fionda tra le mie braccia poggiando la sua testa sul mio petto. Bacio di nuovo la sua fronte. Sono in pace. Non c'è rabbia, dolore, paura, tristezza o solitudine. Solo amore e pace.

Forse, questo è un nuovo inizio anche per me, Ashoka il maestro e Padmè.

Salve a tutti stiamo arrivando a un passo dall'attacco alla morte nera!
Vorrei ringraziare uno per uno ognuno di voi per essere arrivati fin qui. Un caro ringraziamento va a TheAngelica93 e a RomanticHeartFangirl per tutto il loro inestimabile e prezioso sostegno. Vorrei chiedere a ognuno di voi se la storia vi sta piacendo. I vostri pareri e consigli per me sono preziosi e saprò farne buon uso.

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