Prima missione
Impara ad obbedire, prima di comandare
(Cit Solone.)
Sistema di Kadavo: luogo Zygerria.
Io, il mio padawan e un distaccamento di cloni siamo giunti su Zygerria sappiamo del rapimento di cinquantamila Togruta. Siamo qui per cercare un accordo e far liberare questo popolo e scoprire dove sia stato portato. Cinquantamila persone non posso sparire nel nulla.
Il distaccamento dei cloni è una precauzione nel caso le cose si mettessero male. Insomma, gli schiavisti non lasceranno andare tanto facilmente i loro schiavi.
- Maestro, siamo quasi arrivati. - il mio Padawan ha ormai venti anni è prossimo all'esame per divenire un maestro egli stesso. La sua treccina scende sulle sue spalle. Indossa una tunica bianca e un mantello marrone alla cintola tiene la sua spada laser.
- Molto bene Tall, allora andiamo a prepararci. Resta concentrato. -
-Si, maestro Obiwan- È molto rispettoso, discreto e riflessivo, sono convinto che passerà l'esame del consiglio jedi e diventerà un buon maestro.
Dalla sala comandi dell'incrociatore repubblicano andiamo verso l'angar. Insieme alla squadra di Cody e ad altri cloni ci prepariamo a scendere a terra tramite l'ausilio delle navi trasporto.
La nostra navetta atterra poco distante dal centro. Faremo un breve tragitto a piedi.
Dall'alto della navicella scorgiamo una vasta pianura brulla, disseminata qua e là da qualche sporadico cespuglio verde e pezzo d'erba scomposto e disordinato. Più in alto sulla cima di una gigantesca roccia sorge la cittadella di Zygerria. Alte mura in pietra corrono intorno alla città. Case ammassate e piccole stradine affollate. Svetta possente tra di loro al centro il palazzo della regina. I Zygerriani sono strani esseri schiavisti per natura. Hanno sembianze di felini, viso a punta e orecchie da gatti, ma non hanno la coda. Sono un popolo privo di scrupoli. Ciò che conta per loro è il commercio e il denaro. Sono ottimi alleati per mio padre.
Poco prima delle mura della città a qualche metro di distanza dalla porta centrale vi è una piattaforma di atterraggio. È lì che siamo diretti. L'astronave piano ed elegantemente si poggia al suolo. Mi stupisce sempre vedere come un oggetto di quintali e quintali di chili si sorregga su due braccia meccaniche e come si poggi al suolo con una tale leggerezza da sembrare una ballerina di danza classica. Il portellone si spalanca creando una passerella. Tra le nuvole di vapore e polvere intravedo i soldati Zygerriani: indossano la loro divisa blu e oro, alla cintura hanno le fruste. Simbolo del loro status di schiavisti della galassia.
- Ben arrivato mio signore. Io sono Atai Molec primo ministro e capitano delle guardie reali. Seguitemi. La regina vi sta attendendo a palazzo -
-Bene andiamo- Il casco dell'armatura che indosso modifica drasticamente la mia voce che appare meccanica, dura e priva di sentimenti.
Cammino per le vie della città scortato dai soldati della regina e dai miei, sfioro con le dita la spada laser in bella mostra. Osservo le persone indaffarate nelle compere e schiavi trascinati in catene, bancarelle e negozi sono ovunque come i commercianti che urlano i prezzi per attirare l'attenzione dei compratori. Un caos che sa di pace, e dolore soffocato, il dolore di una libertà negata e dei sogni cancellati.
Un uomo incappucciato passa accanto a noi, per un secondo i nostri sguardi si incrociano. Qualcosa in quell'uomo mi attira è come un ricordo cancellato e messo a tacere in un angolo remoto della mente. Scuoto la testa cacciando questi pensieri.
Dannazione quello è un sith. Che ci fanno i sith su questo pianeta? Il conte Duku è arrivato fin qui. Dovevo immaginarmelo ci sarà lui dietro al rapimento della popolazione dei Troguta.
- Cody mettiti in contatto tramite trasmissione criptata con il consiglio Jedi. Temo avremo bisogno di rinforzi. -
- Si, signore -Il comandante Cody è un uomo valente con saldi principi e un buon soldato. Indossa un'armatura bianca e gialla come il resto della truppa. il suo volto non è diverso da quello degli altri cloni. I capelli sono sempre neri e ben curati. L'unica cosa che li distingue sono le cicatrici che ognuno di loro porta sul copro, un codice identificativo, un nome che si sono dati loro stessi e le uniformi.
Cody e io torniamo indietro alla navicella per poter riferire il messaggio al consiglio Jedi e al cancelliere. Giunti alla navicella Cody avvia la trasmissione criptata. Gli ologrammi di Yoda, Palpatine e della senatrice Amidala, spiccano nella loro interezza difronte ai miei occhi.
- Maestro Yoda, cancelliere Palpatine, senatrice Amidala, le cose non saranno semplici come speravamo. Il conte Duku ha già esteso la sua influenza su questo pianeta. Ho visto passare quello che temo essere un suo apprendista. -
- Se questo vero è, molta attenzione tu e il tuo padawan fare dovete - Yoda parla con serietà e un espressione pensierosa.
- Maestro Obiwan qualunque sia la vostra scelta il popolo Troguta, deve, essere salvato. Non possiamo lasciarlo nelle loro mani. - La voce della senatrice Padmé Amidala risuona forte e convincente. Tutti siamo consapevoli che non possiamo abbandonare un intero popolo alla schiavitù. Padmè Amidala ha una bellezza senza eguali, pari solamente alla bontà che è nel suo cuore.
- La senatrice Amidala ragione ha, ma attenzione fare dovete. - Prosegue Yoda
- Sì, maestro. Faremo del nostro meglio.-
- Dei rinforzi noi manderemo. Che la forza sia con voi. - Comprendo dalle parole del maestro Yoda che la conversazione è terminata saluto con un lieve inchino del capo
- E con voi maestro.- Spengo il comunicatore e mi rivolgo a Cody - Hai sentito? Dobbiamo procedere con cautela. -
-Ci proveremo signore.- Il comandante Cody sorride sarcastico. Muoversi con cautela in un campo minato, non lo rende meno esplosivo.
C'è sofferenza in questo luogo, dolore, disperazione. Va bene così.
Shmi avrebbe detto di no che con i miei poteri avrei potuto fare qualcosa, ma in realtà non mi interessa fare qualcosa, loro, sono il niente. Ciò che conta è la mia missione. Io sono nato per dominare, schiacciare e conquistare, loro per essere sottomessi.
Eppure una piccola voce nel mio cuore, grida di no, che è sbagliato. Grida svegliati Ani! Svegliati! E quella vocina ha la voce di Shmi.
- Mio signore, siamo arrivati. - È Rex a parlarmi, guardo la sua armatura nera. Nessun clone indossa la tipica divisa bianca, nessuno deve sospettare che siano dei cloni. Hanno anche il modificatore di voce. Dopo tutto i cloni hanno perfino la stessa voce. Se guardo loro e me, mi viene da ridere. Siamo tutti in nero. Potremo definirci la squadra nera.
Un immenso palazzo è di fronte a noi. Ha una forma geometrica squadrata torri alte e rettangolari di colore marrone. Poi c'è il blu scuro delle mura. Una gradinata infinita che conduce all'entrata principale. Una cupola dorata a fare da sfondo e come tetto. Saliamo la scalinata superando le sentinelle appostate lungo le mura di confine del palazzo numerose piante sbucano qua e là. Alla fine della scalinata una porta immensa, le guardie ci lasciano passare. Tra corridoi luminosi, eleganti e raffinati arriviamo alla stanza del trono. Al centro della stanza è un'altra struttura quadrata con delle scale che conducono a un trono. Lì è la regina. Ha una postura altezzosa, il suo corpo emana superiorità. È vestita con un elegante abito e ghermita da costosi gioielli mi scruta attentamente dall'alto del suo scranno.
- Ben arrivato, mio carissimo ospite. Spero il viaggio sia stato di vostro gradimento. - Così si presenta a me la regina. Scendendo elegantemente dal suo trono e venendo verso di me. Mi porge la sua mano che io accetto porgendole un bacio distaccato. Come il protocollo prevede.
- Si, Vi ringrazio. - Prendendomi sotto braccio e continuando a muoversi in modo provocante e sinuoso mi guida fuori dalla stanza, verso una terrazza velata con dei teli di un bianco finissimo, quasi trasparente. Lì ad attenderci c'è un tavolo.
Ci sediamo e degli schiavi ci versano da bere.
Nel frattempo al mercato...
- Generale! - La voce di Cody risuona chiara attraverso il comunicatore nel mio orecchio. Ho infatti deciso di dividerci. Cody e Tall sono rimasti nella città bassa per indagare e scoprire dove sono i prigionieri. Mentre io mi sono arrampicato fino al palazzo. Voglio davvero sapere cosa hanno da dirsi la regina e quel misterioso sith avvolto in un'armatura.
- Si comandante Cody, ditemi. -
- Delle spie hanno individuato dove sono tenuti prigionieri gli schiavi. Si trovano in una fabbrica non molto distante da qui. -
- Bene, manda subito un distaccamento. Io devo capire cosa ci fanno i sith qui. Tall va con gli uomini e libera gli schiavi. -
- Sì, maestro Obiwan -.
Furtivamente mi avvicino al palazzo reale. Mi arrampico sulle pareti scoscese e sulle mura. Grazie alla pistola ascensore dotate di arpione. Arrivo davanti alla finestra della sala reale, scorgo così il sith avvolto nell'armatura completamente nera, ha un casco e un mantello del medesimo colore. Che fantasia!
Stanno parlando.
- Il mio maestro desidera il vostro totale appoggio, non solo nell'esportazione di schiavi, ma anche il completo appoggio alla sua causa. In cambio, vi garantirà rotte commerciali e lascia passare ovunque. Persino sul territorio della repubblica. -
- La tua proposta è allettante, Vader. - Tergiversa la regina mentre giocherella con il bordo del suo raffinato calice incastonato da pietre preziose.
- Non mi piace perdere tempo. Voglio una risposta adesso! - Il Sith sbatte con forza il pugno sul tavolo e gli schiavi sussultano spaventati, anche la regina si irrigidisce.
Poi la vedo stringersi il collo con le mani, mentre la mano del Sith si protrae verso di lei chiudendosi lentamente in una mora da letale: la sta soffocando con la forza. Quando smette la donna torna a respirare faticosamente.
- Otterrai il nostro appoggio. - La regina si massaggia il collo. Stizzita la donna si alza e con la mano rovescia a terra un vassoio che una piccola serva le stava porgendo.
- Idiota! - Urla la Zyggeriana, due guardie minacciose di avvicinano alla piccola che terrorizzata si rannicchia su se stessa. Osservo il Sith portare le braccia al petto.
Sto per intervenire, ma succede qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
-Fermi!- L'intera sala del trono si paralizza. Il sith si alza e si dirige verso la schiva che lo osserva con occhi spaventati.
Osservo la piccola schiva. Nei suoi occhi vi è la paura è il desiderio di una vita diversa. Nell'animo non l'hanno ancora piegata è una combattente e si vede in lei riconosco qualcosa di me, la voglia di vivere nonostante tutto.
- Lasciatela stare. Non sprechiamo tempo con lei, mostratemi il resto dei prigionieri! -
-Certo! - Anche se infastidita la regina ubbidisce.
Il mio comlink suona. Velocemente mi allontano per poi rispondere.
- Maestro Obi-wan lì abbiamo trovati, sono su di una piattaforma a nord a qualche kilometro di distanza dalla città; è orribile questo luogo distruggerebbe chiunque, anche un Jedi ti invio le coordinate. -
- Aspettatemi, sto arrivando. - L'affermazione di Tal mi lascia sconvolto, cosa avrà mai visto di così orribile, scendo velocemente dal palazzo e con passo deciso mi avvio verso la mia speeder bike una volta sopra do gas e parto alla volta della piattaforma. Attraverso distese brulle con delle chiazze di erba sparse un po' qua e un po' là. Alla fine davanti a me appare una grande struttura bianca a molti metri al disopra del livello del mare, viene tenuta in aria da dei propulsori enormi, sulla gigantesca piattaforma sono schierati dei Troguta, un uomo paffuto, seduto su di un trono volante fa segno con la mano di aprire dei boccaporti e gli schiavi allineati sulla piattaforma cadono nel vuoto, Tall ha ragione è orribile.
Finalmente ho finito, questo snervante compito diplomatico, odio la politica la detesto. Saluto la regina e mi dirigo alla mia navicella scortato dalle mie guardie personali.
Tutto, procede secondo i piani poi ecco che un piccolo uragano si abbatte sui miei soldati, una schiava bambina in fuga, ci viene a sbattere addosso cade hai nostri piedi.
- È lì, andiamo! -. Le guardie l'hanno già individuata. Sa di essere spacciata, così si rannicchia in un angolo la guardo bene e mi viene da ridere: È la stessa bambina di prima al palazzo, non posso crederci!
Le guardie sono arrivate
- Mio signore vi chiediamo scusa, questa schiva è un disastro. Non ubbidisce e combina un guaio dopo l'altro - dicono le guardie.
- Ah sì? - Sotto la maschera rido, quasi sembra me alla sua età; la guardo è spaventata e sola, rannicchiata e obbligata a vivere una vita che non è la sua che non le appartiene.
Il mio cuore indurito, subisce un piccolo crack. - La prendo io, verrà a stare con me. - La bambina, appena sente le mie parole si volta di scatto verso di me, nei suoi occhi c'è l'incredulità, forse per la prima volta qualcuno si è preoccupato per lei.
- Mio signore, sarà solo un peso. - mi dice una guardia Zygeriana.
- No, sarà un divertimento, la prendo io, dite alla vostra regina che la prendo con me. - Appena pronuncio quella frase: sarà un divertimento, la piccola abbassa lo sguardo delusa.
- Ma... - cerca di ribattere questo mi fa infuriare.
- Cosa scusa? Non sento -
il soldato non respira, si è sollevato di mezzo metro in aria è divertente, però non posso continuare sono nostri alleati. Lo lascio andare.
- Volevo dire, certo signore -
- Bene ci siamo capiti alla fine. - Dico al soldato che ancora annaspa aria.
- Rex, portala con te. - senza aspettare oltre esegue il mio ordine.
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