Ordine 66
Non vi è nulla di più effimero che la pace.
(Mia cit.)
Tacciono le leggi fra le armi
(Detto latino).
La capitale simbolo di potere, potenza e stabilità, crolla pezzo per pezzo sotto gli attacchi dell'esercito che un tempo l'aveva protetto.
I cloni, amici della repubblica si sono trasformati nei suoi più acerrimi nemici. È bastato attivare un chip inserito nella loro mente fin dalla più tenera età perché tutto questo accadesse.
Una sola frase pronunciata da Palpatine, o meglio Lord Sidius: Eseguite l'ordine 66. Ha scatenato l'inferno nell'intera galassia.
Come l'onda anomala che improvvisa si getta sulla terra travolgendo e spazzando via tutto, anche i cloni spazzano via i loro nemici recidendo vite e uccidendo chi un tempo proteggevano e servivano.
Tutto è cambiato. Solo pochi cloni sono riusciti a togliere il micro chip in tempo. Gli altri hanno risposto all'ordine, uccidendo tutti coloro che si frapponevano tra loro e l'obbiettivo: Uccidere i Jedi.
Si, uccidi i Jedi, distruggi il tempio e impossessarsi del controllo della repubblica. Perché Palpatine possa finalmente diventare ciò che più di ogni altra cosa anela e brama: Imperatore della galassia.
Avanza con passo sicuro e ritmato Lord Vader, ammantato nella sua scura armatura brandisce la sua spada laser rossa che tra le fiamme e l'oscurità della notte risplende di luce propria. Illuminando, il sentiero del suo padrone nell'oscurità.
Il suo passo è scandito dalle migliaia di cloni avvolti dalle loro armature bianche che sfilano alle sue spalle, blaster in mano.
Per le vie di Coruscant e poi per i corridoi del tempio Jedi si ode solo l'eco dei passi da marcia dei soldati.
Nulla sarà più come prima.
Due occhi neri, osservano da lontano la scena che si sta presentando davanti a lei e hai superstiti in fuga. Una città distrutta, sogni spazzati via. La fine della libertà. L'inizio di una dittatura.
Non c'è scampo, non c'è salvezza. Chiunque si pari difronte a Vader e hai i suoi uomini trova la morte.
Anche gli occhi di Vader sono in movimento, cercano, fremono, e sperano che il suo avviso lanciato nella disperazione di salvare le persone che ama possa avere effetto.
Con lo sguardo di chi, potrebbe perdere tutto. Oppure niente. Continua a indagare.
Con lo sguardo cerca gli occhi di lei. Alla fine lì trova. Ed eccoli gli occhi negli occhi. Si parlano, si dicono addio. Addio per sempre.
Un momento di pausa poi Vader avanza nella confusione generale. Para i colpi dei pochi Jedi rimasti al tempio. Uno, due, tre. E via così senza sosta. Para e schiva, per poi affondare in una danza senza fine. Una lotta con un unico vincitore: L'uomo con la maschera d'acciaio.
Una danza mortale.
Il crepitio del fuoco, sovrastato dagli spari dei blaster.
Corpi inermi giacciono a terra. Sono pochi, ma sufficienti per creare un'ombra scura nel cuore di Vader.
Corpi di adulti, giovani e vecchi maestri. Corpi delle guardie del tempio, fredde e private di vita.
Vader avanza nei corridoi un tempo vivi, caldi e solari. Adesso freddi e sporchi di sangue.
Alcuni cloni sono a terra senza vita.
Si ferma, osserva quei soldati come lui non hanno scelta, come lui sono al servizio di un destino più grande, di un piano ben stabilito.
Come lui sono pedine di una scacchiera in cui i soldati sparano e i comandanti mirano.
I potenti non dormono mai, sacrificano le loro pedine, per mettere in mostra i loro trofei. Eppure quelle vittorie non appartengono hai generali, non appartengo hai capi di stato, ma hai soldato. Tuttavia la storia non ricorderà i soldati, ma i capi di stato.
I soldati diverranno volti ignoti.
Almeno però adesso loro avranno il riposo che meritano.
Questo pensa mentre continua ad avanzare.
- Tutto è finito mio signore. Non c'è più nessuno. I senatori sono stati rintracciati e bloccati. Coloro che hanno giurato fedeltà sono già stati liberati, altri hanno tentato la fuga e sono stati eliminati. -
Queste le parole di un clone. Vader lo fissa inespressivo. La sua maschera d'acciaio nasconde la sua espressione, alza una volta la mano e fa segno al soldato di andarsene e lui esegue.
Il potere lo ama, il potere lo fa sentire potente. Eppure rinuncerebbe a tutto per tornare indietro, per tornare hai giorni sereni passati a Coruscant. A Naboo e alla piccola fuga su Tatooine.
Il suo cuore cela frustrazione, tristezza, e odio per ciò che i suoi occhi guardano. Nella sua mente c'è soddisfazione, bramosia di avere di più. Una voce grida, grida disperatamente di lasciarsi andare, sopraffare dall'odio, dalla rabbia, lasciarsi andare al lato oscuro. Accrescere la sua forza.
Distruggere tutto e finalmente rendere fiero di sé suo padre.
La mano stringhe contro l'elsa della spada. Un Jedi sopravvissuto lo sfida e allora Vader si scaglia con la rabbia e la forza del lato oscuro sul Jedi esaudirà il suo desiderio, gli permetterà di ricongiungersi con le persone che ama. Colpisce e colpisce. Quando il Jedi è a terra, lo vede per la prima volta in volto è un ragazzo. Ha la sua età. I suoi occhi esprimono paura. Tristezza: la sua casa non c'è più, la sua famiglia nemmeno.
Vader alza la spada. Come un benefattore lo ucciderà così non soffrirà più.
Mentre la spada si abbassa, i suoi occhi sono attratti dai cadaveri vicino al giovane Jedi.
Sono bambini.
Bambini e bambine. Sporchi di sangue. Sembrano dormire, ma in realtà non vedranno il sorgere di un'altra alba.
Quei bambini, Vader un po' li conosceva. Quei bambini avrebbero avuto tutta la vita davanti. Eppure adesso i loro occhi sono chiusi per sempre. Quei bambini che correvano gioiosi nei corridoi del tempio ora sono freddi e non sorridono più. Accecato dall'ira e dall'odio egli stesso ha affondato la lama in quelle carni giovani e indifese.
Le loro risate riecheggeranno nel tempio e nella sua mente.
L'indifferenza della guerra per il potere ha fatto molte vittime, tra loro dei bambini.
La rabbia del giovane Sith lentamente svanisce, le idee di lasciarsi andare all'inebriante potere del lato oscuro torna nei remoti della sua mente. Solo per un attimo, un attimo che basta per salvare una vita.
- Vattene! Fuggi! - Il giovane Jedi corre via. Non si volta. Corre verso la libertà.
Vader si china e chiude gli occhi dei piccoli ormai addormentati per sempre.
La maschera copre le lacrime, ma non i singhiozzi che non riesce a frenare.
È solo, come lo è sempre stato. I soldati sono lontani. A fargli compagnia le fiamme, i marmi policromi ormai disconnessi dei pavimenti e le gelide e inespressive colonne di marmo su cui riflettono le fiammelle del fuoco. Una fiamma che brucia la sua anima frantumandola, un'anima disgregata e frammentaria, tormentata in fuga verso un oltre che non esiste, alla ricerca di un se che non riesce a trovare, ma che cerca ardentemente come le fiamme che torturano e avvolgono il suo cuore. Un'anima straziata perché quando si compiono certi gesti non si può trovare scampo nemmeno nei sogni e nella notte. Oggetto passivo delle sue volontà. Gli occhi osservano la mano che cinge la spada, da fruitore è divenuto l'usato. Spettatore di sé stesso attraverso gli occhi di una maschera d'acciaio.
Dolore e morte lo circondano. Due cose che conosce fin troppo bene. Porterà il peso delle sue decisioni, il peso delle sue azioni, le accetterà poiché indietro non si può tornare.
La sua mano avvolta dal guanto nero, sfiora le manine dei bambini.
Perché? Perché tutto questo? A cosa serve? Si domanda senza sosta. Presto arriva la risposta: per il potere.
È un soldato, è un Sith, è stato cresciuto come un'arma senza cuore eppure il suo si è leggermente inclinato.
L'indifferenza ha ucciso dei bambini. La necessità di avere sempre di più. La bramosia di potere e potere. Ha spento vite innocenti.
La guerra porta vittime, la guerra non fa differenze, la guerra uccide e basta. La guerra toglie sia hai vinti che hai vincitori.
Una bandiera sporca di sangue purché vincitrice resti una bandiera sporca di sangue.
Ciò che si costruisce con il sangue, è destinato a soccombere nel sangue. Poiché vendetta, chiede vendetta. Sangue, chiede sangue. Guerra chiama guerra. Odio, generi odio. Morte porta a morte.
In un circolo senza fine.
Mie carissimi lettori, siamo arrivati al tanto famoso e temuto ordine 66... fatemi sapere quanto, questa parte nel film vi ha colpito e scosso. A me, moltissimo.
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