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Missione Fondor


Non pensare mai di dover nascondere chi sei.
Non viene mai niente di buono dal mantenere segreti del genere.
(Cit. Lisa See )


É già trascorso un mese da quei giorni su Naboo, sto provando con tutto me stesso a mantenere la parola data a me e a Padmé. Sto veramente provando a cambiare con Driù, ma non è semplice.

Osservo Ahsoka e Driù allenarsi insieme con un sorriso stampato in viso.
- Ahsoka, non devi mai distogliere lo sguardo dal tuo nemico solo così potrai comprendere le sue intenzioni e scoprire poi i suoi punti deboli. Driù vai bene così, bravo.- Preso alla sprovvista da un complimento inaspettato Driù si volta a guardarmi e approfittando del suo momento di debolezza Ahsoka lo colpisce, prendendolo in pieno stomaco.
- Driu! Non devi mai distrarti. - Gli urlo severo.
Siamo nella palestra delle mie stanze. Nonostante il cozzare delle finte spade, distinguo chiaramente la porta scorrevole aprirsi alle nostre spalle.
Mi volto e vedo entrare mio padre e i  maestri. Gli apprendisti fermano subito il loro allenamento inginocchiandosi.
- Padre, a cosa devo la tua presenza nelle mie stanza? - Siamo l'uno di fronte all'altro.
- Figlio mio, ho una missione per te. Devi sottomettere  Fondor con le buone o le cattive. Abbiamo bisogno dei suoi ampi cantieri navali. Diventerà la sede dello sviluppo del mio futuro impero. Non fallire. - La sua voce è così tagliente e affilata che sembra quasi potermi trafiggere. Un brivido si irradia in tutto il corpo.

-Si padre. - rispondo abbassando il volto. Se fallisco anche questa volta papà mi ammazza. Sento la sua mano sulla mia spalla. Alzo gli occhi incerto su cosa aspettarmi. Mi sta guardando in modo strano.
- Sono convinto che andrà tutto bene, Vader. - Cosa? Papà che mi incoraggia? Che succede? Poi sento la sua presa stringersi, fa male.
- Andrà bene, perché se non dovessi riuscire giuro, che... Presumo tu abbia compreso la situazione. - Il suo sguardo severo e autoritario è su di me. Deglutisco.
- Si signore, ho capito. Posso fare una domanda? - Attendo una risposta.
- Chiedi!- Il sopracciglio alzato di papà mi fa un po' desistere però ormai ho chiesto quindi.

- Mi domandavo, che fine avessero fatto i cloni che erano partiti insieme a me. No che mi interessi di loro, ma era un puro interesse informativo.-
- La tua è una domanda sciocca e priva di significato. Sono soldati, combattono. Ho deciso che resteranno nelle file repubblicane finché né avrò bisogno. Sanno quali sono i loro doveri e li portano a compimento. Tu, dovresti pensare hai tuoi e alla loro riuscita! Sono solo cloni, nulla di più.- La sua voce è dura e suggerisce un avviso impercettibile tra le righe: Non scordare i tuoi doveri.

- Ho capito. Grazie padre. Quanto tempo abbiamo a disposizione per prepararci?- La mia voce con questa dannata maschera suona sempre fin troppo metallica e vuota.
-Due giorni, non uno di più, né uno in meno. - si volta e seguito dai miei maestri esce.
- Maestro, tutto bene? - Mi domanda Ahsoka.
- Si, tranquilla. Adesso andate, devo riflettere. -

Ahsoka e Driù escono silenziosamente dalla grande palestra di addestramento.
Tolgo il casco e comincio a camminare insistentemente avanti e indietro. Ho bisogno di più informazioni, devo sapere se la repubblica ha messo delle truppe nella città, se ci sono incrociatori spaziali e quanti, il territorio intorno alla città se è libero o meno.
Inoltre mi occorre un buon piano per passare abbastanza inosservati per impedire che la repubblica si accorga di noi.

So che Fondor è governato dagli Hutt per esattezza Besadii the Hutt. Che è situato nei territori dei mondi liberi, appartiene al settore Trapani e fa parte delle colonie, ovvero quei territori a metà strada tra i mondi del nucleo e i territori dell'orlo interno. Una zona particolarmente florida e ricca. Infine, Fondor dispone di enormi cantieri navali secondi solo a Corellia. Per questo papà vuole metterci le mani sopra.

La cosa più importante non è sottomettere la città, ma costringere il loro leder ha stringere un alleanza politica con noi prima che arrivino le truppe repubblicane. A quel punto il pianeta sarà legalmente sotto il nostro controllo. Quindi ho bisogno di Duku, la galassia crede che io sia suo allievo. Benché non sia così, ho bisogno di lui, dato che, il volto del capo dei separatisti è il conte Duku, anche se, dietro di lui si muova mio padre, come un burattinaio che manipola ogni scena e la plasma a suo piacimento, Duku però ha due padroni mio padre e me.
Il generale Grievous in questi tempi è troppo impegnato e diverse volte si è dimostrato sciatto e inutile.

Un piano comincia a prendere forma nella mia mente, però ho bisogno di altre informazioni. Mi incammino a passo svelto verso lo studio di mio padre.
Questo è in una zona abbastanza centrale del palazzo, così è facilmente raggiungibile da tutti quanti.
La mia figura ammantata nell' armatura, compare e scompare nell'alternarsi delle maestose colonne, i pavimenti con marmi policromi mischiati alla pietra lavica rendono l'importanza del luogo. A ogni colonna soldati, non droidi, controllano il via vai della gente. Al mio passaggio i soldati mi salutano, io passo svelto ignorandoli.
Arrivo difronte alla porta di un rosso scuro che si staglia contro il grigio perla delle pareti. Due guardie tutte rosse con due bastoni elettrici fanno la guardia.

Busso, la porta scorre all'interno della parete garantendomi l'accesso.
Appena sono dentro, vedo diversi ammiragli e generali tra cui tre che detesto come non mai: Tarkin, Ghillion e Thrawn
Tarkin con la sua divisa repubblicana, volto magro e scavato ai lati, corporatura esile, occhi neri freddi e crudeli, capelli scuri. È' una spia al servizio di papà è così vile che fare il doppio gioco per lui è come mangiare per me. Per quanto sia esile, nasconde una cattiveria e una cupidigia che lo rendono pericolosissimo, come un felino difronte alla sua preda. Non sai mai da quale parte attaccherà. Se è tuo amico o nemico.

Poi c'è Ghillion, il lecchino per eccellenza. Freddo calcolatore, biondo, alto, corporatura militare è il più giovane dei tre, occhi verdi. Lui lo detesto, odio i ruffiani.
Infine arriva il grande Ammiraglio Thrawn pelle azzurra, occhi rossi, divisa bianca sempre impeccabile, fra tutti è quello che più mi impensierisce, scaltro, agile con le armi, veloce nelle decisioni, corporatura perfetta. Mio padre ha grande stima di lui e tiene in considerazione i suoi consigli, alle volte più dei miei.
Poi c'è l'ammiraglio Rey, lui è un tipo tutto pepe, coscienzioso e riflessivo, pronto a tutto per fare il suo dovere. Ho fatto diverse missioni con lui. Viso tondo, fisico asciutto, baffetti neri sotto al naso aquilino. Occhi marroni. Mi sorride, io e lui andiamo d'accordo.

Ci sono anche Benth, Fengh, Tholl, Ulrik, Carlais due ammiragli e tre generali. Sono dei personaggi a modo e simpatici. Purtroppo la mia posizione non mi permette di stringere molte amicizie e creare chi sa che legami, però con loro negli anni di missioni ne ho fatte e si sono guadagnati tutti la mia stima e il mio rispetto.
Buoni soldati, ottimi comandanti. A differenza dei primi tre che pur di compiacere mio padre manderebbero a morte centinaia di persone. O droidi.

- Signore. - Mi salutano. Volto leggermente il mio sguardo velato dalla maschera verso di loro, poi mi concentro su papà.
I suoi lineamenti sono tesi. Devo averli disturbati in un momento delicato.
-Dimmi, Vader perché sei venuto a disturbarci? Credevo ti stessi preparando per Fondor.- Le mani abbracciate difronte al volto. Gli occhi mi scrutano severi.
Tutti i presenti sanno che quello sguardo così severo, e quella posa vuol dire guai. Sento l'ansia albeggiare nella stanza.
Sospiro.
-Se sono qui padre è proprio per Fondor. Ho bisogno di chiederti maggiori informazioni. Se devo lanciare un attacco, mi occorrono maggiori dettagli, se non vogliamo rischiare la completa disfatta. -

Mi fissa, poi si alza, fa il giro della scrivania e mi viene vicino. Il mio cuore accelera. Dei brividi percorrono il mio corpo.
La sua mano si tende, io resto immobile, impassibile. Il braccio si posa semplicemente sulla mia spalla.
- Con gli ammiragli e i generali, stavamo proprio parlando di questo. L'ammiraglio Tarkin, ci ha portato tutto quello di cui avrai bisogno. Tarkin, dai a mio figlio i documenti.-

L'ammiraglio me li passa rispettosamente. Io li prendo e comincio a leggere i fogli. Leggo in silenzio e un nuovo piano si fa spazio dentro di me. Un piano che forse saprà di folle.
- Padre, mi serve una nave civile da trasporto repubblicana, una corvetta corelliana dovrebbe andare bene. Oltre Ashoka e Driù avrò bisogno del grande inquisitore, Kala e la sua apprendista. Duku, mi servirà dopo per l'accordo politico. Ho un piano, però dovranno essere sacrificati quattro incrociatori di tipo Acclamator. - Guardo mio padre, il piano è perfetto.

- Cosa? Signore, quattro incrociatori, si rende conto del costo che hanno? - Mi domanda Thrawn con fare scioccato.
- Certo che lo so. Metteremo al loro interno i droidi necessari per pilotarli. Nulla di più.- Sono sbrigativo nel risponde all'ammiraglio non mi volto nemmeno a guardarlo, l'unico che fisso è mio padre.
- Sei convinto della strategia che hai in mente?- Mi chiede papà.
- Si padre, so che funzionerà. La repubblica non si accorgerà di noi, o meglio quando lo farà sarà troppo tardi. - Un sorriso soddisfatto spunto sul volto di mio padre. Il mio cuore scoppia di gioia e di felicità.

-Che sia allora, entro domani avrai tutto ciò di cui hai bisogno.-
- Avrò bisogno di droidi meccanici, molti droidi meccanici. Devo fare una modifica alla nave da trasporto civile. Una grossa modifica. - Dico guardando papà raggiante.

- Va bene. Ammiraglio Ghillion, generale Carlais e Urlik fornirete a mio figlio tutto l'appoggio di cui ha bisogno e le cose che ha richiesto. Andate.-
- Si, signore.- Li vedo salutare rispettosamente papà e uscire dalla stanza.

- Thrawn tu accompagnerai Vader in questa missione.- Storco un po' la bocca sentendo la decisione di papà, ma non contesto sarebbe inutile, rischierei solo di finire nei guai.
- Sarà un onore signore. - risponde laconico. I pezzi da novanta tira fuori papà.
- Padre, adesso vado ho molto da fare. -
- Va pure. Però voglio che ti sia chiara una cosa, se dovessi fallire pagherai a caro prezzo chiaro? - Assottiglia gli occhi guardandomi minaccioso, deglutisco a vuoto. Fa davvero paura quando vuole e lui, vuole sempre.
- Certo, padre, ne sono consapevole. Però non fallirò.-
Esco a testa alta dal suo ufficio.

Gli ingranaggi della mia mente stanno già realizzando il piano che tra qualche giorno condurrà Fondor nelle nostre mani.
Alcune cose so farle meglio di altre: So pilotare come pochi, so combattere e creare buoni piani, soprattutto so aggiustare le cose. Questi sono i miei punti forti. So aggiustare e quindi: aggiusterò tutto perché le cose vadano a mio vantaggio.
Mentre cammino Kala mi raggiunge silenziosa come un gatto.
- Mi signore, devo dirvi una cosa importante che non può aspettare. -Dice con un filo di voce mentre mantiene la mia andatura.
Non le rispondo continuo a muovermi senza degnarla di uno sguardo. Anche i muri hanno le orecchie.

La conduco lontano dalla zona centrale, sino a un piccolo terrazzo circolare che si affaccia sul fiume di lava. Da qui si scorgono i centinaia di droidi che stanno lavorando al mantenimento della base e alla realizzazione della nuova area.
-Adesso puoi parlare. - Le dico senza distogliere lo sguardo dal paesaggio. Vaste montagne nere si stagliano minacciose e potenti all'orizzonte, il sole che scende lento per lasciare spazio alla luna è coperto dai fumi e dalle polveri del fiume di lava.
Una lieve luce rossa filtra attraverso queste nubi.

Kala è dietro di me e sento la sua ansia. Sento la sua paura. Sopratutto sento come tormenta se stessa e i suoi pensieri.
- Kala, parlami non tormentarti.- Continui a darle le spalle.
- Mio signore, ho fallito. Ho fallito nel compito che mi aveva affidato. Mi avevo detto di proteggere il segreto di Ashoka, come tempo fa lei aveva protetto il mio. Non ci sono riuscita. Il grande inquisitore sa. Sa che Ashoka non è un Sith. Non so come abbia scoperto il nostro segreto. Però lo ha fatto. Quando eravate via e Ashoka ha danneggiato l'hangar disse di sapere qualcosa, qualcosa che avrebbe distrutto Ahsoka. Non vi ho avvisato subito, poiché ho preferito indagare all'inizio credevo fossero delle dicerie per spaventarla. Invece ho scoperto che il grande inquisitore in questi mesi senza di voi ha fatto pedinare i vostri apprendisti. Scoprendo che Ashoka ha due cristalli Kyber. Non so se Ahsoka e Driù parlino di questo, però il grande inquisitore ha scoperto che lei ha un cristallo Kyber di colore verde. Che... -
- Basta così! - Non alzo la voce, ma il tono che ho fa comprendere benissimo la mia frustrazione e delusione. Blocco il suo discorso e mi volto per guardarla. Si inginocchia all'istante.

Le passo vicino. Ricordo quando trovai Kala era una giovane Jedi alle prime armi troppo avventata come me e troppo imprudente. Avevamo la stessa età. Eravamo testardi e cocciuti. Lei si era allontanata dal suo maestro convinta di essere pronta. Se non l'avessi trovata quella sera sarebbe morta per dissanguamento. Da quel giorno Kala è con me. Mi ha aiutato a proteggere Ahsoka e a indirizzarla verso la giusta educazione.
- Vi chiedo perdono, mio signore non volevo deludervi. Non avrei mai voluto...-
Alza il volto per guardarmi, le afferro il collo costringendola a rimettersi in piedi, la sento rantolare mentre la mia mano stringe il suo fragile collo.
- Come è potuto accadere? - Sono furioso. Quando vedo il suo volto diventare pallido in assenza di aria, decido di smettere, lascio la presa e lei cade a terra - V-Vi giuro...- Tossisce -T-troverò una soluzione mio signore.- Mi volto e la guardo con sdegno - Tu non farai nulla: Hai già fatto abbastanza. - Sento il suo cuore che si spezza ed il dolore del avermi deluso, le volto le spalle lasciandola lì seduta a terra.

Mi chiedo cosa abbia in mente mio figlio.
Una corvetta corelliana, droidi meccanici, quattro incrociatori acclamator da sacrificare.
La presenza del grande inquisitore e della quarta sorella Kala, il conte Duku.

Qualsiasi sia il suo piano spero che funzioni.
Non ho molto altro tempo a disposizione per stare qui su Mustafar il senato galattico e Coruscant attendo il ritorno del Cancelliere supremo.
Ha breve potrò ottenere ciò che desidero, devo solo attendere ancora un po'. Poi l'intera galassia sarà nelle mie mani. Soggiogata dalla mia ragnatela e alla mia volontà. Li leggerò tutti a me per sempre.
I Sith torneranno più potenti che mai e il mio potere sarà infinito.

Quando il maestro entra nelle nostre camere trova me e Ahsoka sdraiati al suolo a mangiare schifezze. Appena si toglie il casco e vediamo il suo volto serio e cupo, comprendiamo che è successo qualcosa di orribile. Si siede sul divano. -Devo parlarvi.- La sua voce profonda e tesa conferma i nostri timori. Entrambi quindi, da sdraiati ci posizioniamo seduti con le gambe incrociate, vedo però il sopracciglio del maestro alzarsi e i suoi occhi che mi guardano con un pizzico di disapprovazione, quegli occhi vogliono dire solamente guai, anche Ashoka lo comprende vedo che come ha paura, perché quando è così ci vado di mezzo sempre io: per tanto mi posiziono subito in ginocchio onde evitare castighi inutili o inutili sgridate.
- Darthcoso che succede perché sei così nervoso?- Ashoka si avvicina a lui sedendosi al suo fianco e poggiando la testa sulla sua spalla. Il maestro sorride un po' rilassandosi leggermente. Ahsoka riesce sempre a scalfire il suo cuore d'acciaio lei e Padmé. -Abbiamo un problema, il grande inquisitore è riuscito a scoprire il tuo segreto furbetta.- Guardo Ahsoka sbiancando. Non può essere siamo sempre stati attenti e accorti. -Come può essere maestro abbiamo sempre fatto attenzione.- il maestro le sorride -Lo so furbetta, ma sembra che ci sia sfuggito qualcosa. Comunque ho già la soluzione non preoccupatevi.- Guardo il maestro mentre si tortura le mani in preda al nervoso. Con Ahsoka pensiamo di poter tornare a fare ciò che desideriamo. Così ci alziamo, una volta in piedi sento gli occhi del maestro su di me. -Driù, perché non indossi la spada? Lo sai che da lei dipende la tua salvezza! Dove l'hai messa? Lo sai che il compito di non far trapelare la vera natura di Ashoka era tuo e di Kala? Manco per quasi un anno e guarda che casino succede! - Si alza scattando in avanti verso di me con ira e delusione mi afferra sbattendomi al muro, il suo braccio che spinge sul mio petto fino a farmi male, - Maestro, ti giuro, sono stato attento! Davvero non farei niente per nuocere Ashoka, te lo giuro.- Lo guardo e con gli occhi lo supplico: lo supplico perché mi creda, perché  comprenda che davvero per lei farei ogni cosa. Con una smorfia storco la bocca quando uno schiaffo così forte da farmi cadere a terra mi colpisce. Resto giù nemmeno tento di rialzarmi tanto so già come andrà a finire, -Ashoka va, via.- Sento il maestro urlarle contro, non lo ha mai fatto deve davvero avere paura. Sento Ashoka titubante così la guardo e con le labbra le mimo un vai tranquilla, va bene così. Sapevo che la tregua tra me e il maestro non sarebbe durata a lungo, sapevo che lui ci sarebbe ricaduto, le persone non cambiano, non così in fretta. Quando lei se ne va, vedo il maestro avvicinarsi a me e sollevarmi con l'uso della forza, - Sei una vera delusione Driù, sei sempre disattento, nemmeno alla tua spada laser sai badare, come avresti potuto badare a un segreto così importante? Sempre disattento e con la testa chi sa dove, ma adesso vedi.- sento che ogni parte del mio corpo urla e grida pietà, stritola ogni muscolo o tendine, poi mi rilascia e cado al suolo e li arrivano le scariche di fulmini. In tutti questi due anni e in tutti questi castighi, non è mai stato così crudele o duro, oggi mi sta distruggendo. Del sangue cola dal mio naso dopo l'ennesima scarica, dopo l'ennesima stritolata. Mi tira su e con le braccia mi tiene immobile con le spalle al muro, con un occhio mezzo chiuso, il labbro spaccato, la guancia viola e il naso che cola sangue, lo guardo e non vedo il mio maestro, ma solo il baratro del lato oscuro, solo Lord Vader. Continua ancora e ancora, sfinito alla fine lo supplico - T-Ti p-preg-0 b-ba-sta. - È in questo istante che si ferma: guarda le sue mani e me, osserva il suo capolavoro e poi cade distrutto sul divano. Io strisciando arrivo in un angolo, mi nascondo tra il mobile ed il muro, come da bambino, come quando per le prime volte mi picchiava. Mi rannicchio stringendo le gambe al petto e cercando di dare sollievo al dolore. Sento che si muove verso di me e inizio a tremare vedo lo sua figura su di me, mi rannicchio il più possibile affondando la faccia nelle gambe e i singhiozzi in gola. Lo sento abbassarsi al mio livello, la sua mano che mi tocca, ho paura il cuore sta scoppiando tremo tantissimo. - P-per favore, n-non -s-s-scorderò più la spada. N-on f-falli-rò mai più. T-te lo g-giuro... N-non farei mai del male ad Ashoka, io l'amo. C-come tu ami Padmè maestro! - Lo so che è un filo di voce, ma so anche che il maestro ha sentito perché lo vedo guardarmi, perché ho avuto il coraggio di guardarlo nei suoi occhi e adesso ciò che vedo è solamente Anakin. Lo sento avvicinarsi, mi ritraggo, ma lui con forza mi attira a se, sono troppo stanco per oppormi, troppo stanco per supplicare, così lo lascio fare. Chiudo gli occhi e stringo forte le braccia alle gambe pronto al dolore, pronto a parole dure e crudeli, ma invece mi abbraccia stringendomi a lui. - Risolverò tutto. Perdonami Driù. - Non gli credo, si, risolverà tutto con Ashoka, ma so che alla prima occasione di collera lui se la prenderà di nuovo con me. Lo scaccio restando isolato nel mio angoletto, lui sospira e io tremo, ma lo vedo alzarsi e uscire della stanza mentre pronuncia delle semplici parole - Metti del bacta, fatti aiutare da Ashoka.- Per lo meno mi ha risparmiato. Quando se ne va mi concedo di crollare a terra.

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