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Missione Camaleonte


Solo il tempo,
può indicarci la via da seguire.
(Mia cit.)


quattro anni dopo


Ho venti anni. Sono quattro anni che Ahsoka è con me qualche tempo dopo il suo arrivo su Yavin4 ho scovato un altro bambino sensibile alla forza il suo nome è Driù, insieme ad Ahsoka è un mio apprendista. Lei è la mia luce, una piccola fiammella che si è accesa per me quando tutto era oscuro ha riacceso sentimenti ed emozioni che credevo sopite la sua presenza mi ricorda di Shmi e della promessa che le ho fatto, così se alle volte il terrificante Dart Veder, il fantasma nero, il Sith che non perdona mai ha perdonato qualcuno lo ha fatto unicamente per vedere un sorriso sul viso della sua apprendista.
Con l'arrivo di Ahsoka una parte di Anakin è tornata prepotente in me, così adesso mi trovo a convivere con Anakin e Dart Vader. Già, siamo due facce della stessa medaglia.
Così, come la mia vita è una dualità d'intenti, domande e una lotta continua tra la luce e l'ombra.

In questo momento mi trovo su una navicella Corelliana diretta a Coruscant.
Per una volta non indosso l'armatura, al mio fianco come al solito Rex e gli altri.
Fisso le stelle, amo le stelle. Ammassi luminosi, immobili e quasi eterni che ci fissano. Lo spazio immobile, mutabile, silenzioso, ma anche rumoroso. L'infinito, la grandezza. Mi perdo in esso e nella sua magnificenza.
- Rex, ragazzi ripetetemi il piano.- volto la poltrona del pilota nella loro direzione in attesa di una risposta che non tarda ad arrivare.

-È semplice io e i ragazzi apparteniamo al cinquecento unesimo plotone della repubblica e fino ad oggi siamo stati in missione segreta per il cancelliere Palpatine. Le prove di quanto affermino sono racchiuse in questo dischetto.-
- Perfetto! Però non intendevo il vostro piano, ma quello che riguarda me.- Rex e gli altri alzano gli occhi al cielo lo so che è l'ennesima volta che domando loro di ripetermelo.

Con loro posso essere me: un ragazzo di venti anni, con i suoi dubbi, le sue paure e il suo desiderio di... Fare casini, direi.
Non sono mai cambiato. Mi sono chiuso con il mondo intero, ho eretto barriere perché non riuscivo più a sopportare quegli allenamenti e i castighi, ho deciso di mettere muri e maschere. Così sono diventato ciò che mio padre desiderava, ma lui non sa, non lo vede, in me c'è ancora del buono. Lo sento.

Alle volte mi chiedo se lui sia realmente mio padre, se Shmi avesse davvero detto la verità. -Mi stai ascoltando? -La voce di Rex mi riporta alla realtà.
- Rex, lo sai che quando fa così vuol dire che è perso in chi sa quali pensieri.- Fives mi guarda braccia incrociate è un sorriso in volto.
Rex sospira. Io lo guardo e gli sorrido. - Ok, ok ora ascolto.-
- Tu andrai nei bassifondi, ti fingerai un comune ragazzo. Mentre ti troverai per le vie della città verrai attaccato da dei criminali assoldati da tuo padre. Distante la fuga disperata casualmente sprigionerai i tuoi poteri sith o meglio jedi, attirando l'attenzione dei maestri jedi su di te.-
- Ottimo, mi sembra un buon piano ha una buona possibilità di riuscita.- Tech come al solito tiene in mano il suo compiuterino e studia le probabilità.
-Certo Tech a voi la parte semplice a me la complicata-
- Complicata! Tu dici complicata? Ma se ti divertirai come un pazzo sulla speeder bike.- L'esclamazione di Trooper quasi urlata mi fa perseee un decibel.
- Avrò una speeder bike? - Sono al settimo cielo.
- Si, mio ​​signore avrai una speeder bike - Rex ha usato il mio signore è estenuato.
- Oh allora sì mi divertirò come un pazzo.-
- Ricordati devi essere un camaleonte. - Mi riprende Rex, per smorzare il mio entusiasmo.

Due giorni dalla partenza di Anakin da Mustafar.

Il maestro è partito per una nuova missione da qualche giorno questa volta non ha rivelato nemmeno ad Ahsoka la missione che lo attende.
Sia a me che ad Ahsoka ci mancherà dopo tutto ci ha cresciuti lui.

Stare un po' lontani a me e al maestro farà bene le cose fra me e lui vanno sempre peggio. Penso mi odi, non capisco nemmeno perché mi tiene ancora con lui.
Per l'ennesima volta rileggo la lettera che mi ha lasciato:

Driù, devo partire per una missione importante non so quanto starò via. In questo periodo di assenza saranno i miei maestri a prendersi cura di voi. Riga dritto. Non combinare guai come fai sempre. Ricordati di proteggere Ahsoka e ubbidisci a ciò che ti viene detto.
Ti lascio un comlink criptato, vi chiamerò io quando sarà possibile. Vedi di non commettere errori e sii rispettoso, quando torno mi verrà comunicata ogni tua disubbidienza ed errore.
Io sono in missione però anche tu ne hai una: Proteggere Ahsoka e il suo segreto finché io sono via. Nessuno, nemmeno i miei maestri devono alzare un dito su di lei. Spero che ti sia chiaro.

Come sempre il maestro si preoccupa per Ahsoka e si dimentica di me. O meglio, esprime la sua non fiducia nei miei confronti. L'ordine che mi ha dato non sarà semplice Ahsoka è impulsiva però farò del mio meglio per accontentarlo.
Alle volte tra lui e Ahsoka mi sento solo un intruso come  un quadro sbiadito posto su un muro in cui già sono appesi altre centinaia di opere e che quindi nessuno guarderà.

Eppure un tempo non era così con me è sempre stato più freddo nonostante questo un tempo giocavamo, ridevamo e scherzavamo insieme.
Cosa sia successo, io non riesco a capirlo.

Quando avevo sei anni il maestro mi strappò dalla morte...

... Era un giorno freddo su Yavin 4. Avevo da poco compiuto dieci anni. Mia madre Gwen stava sistemando delle cose in giardino e io giocavo vicino a lei.
La nostra casa non era grande, né molto confortevole, però era nostra. Non eravamo una famiglia ricca però eravamo felici. Io, mio ​​padre e mia madre.

Quel giorno nell'aria c'era qualcosa di strano il nostro piccolo They, un pelosissimo cagnolino era silenzioso oltre ogni cosa e vista la sua vivacità io mi preoccupai subito.

Ricordo, che corsi in casa da mio padre poi tutto divenne sfogato.
Una bomba, il fuoco. Centinaia di spari e colpi. Droidi e soldati. Le urla disperate di mia madre. Il corpo insanguinato di mio padre.
La corsa sfrenata con mia madre verso i campi aperti e il bosco.
I corpi degli uomini ammassati gli uni sugli altri senza vita e sporchi di sangue.
Migliaia di droidi da combattimento e poche centinaia di soldati della repubblica. Nessuno, si attendeva un'incursione separatista.

Un droide ci sparò contro colpendo mia madre. Lei cadde e io che ero avvinghiato alla sua mano, caddi con lei.
La scuotevo, chiamavo, ma non rispondeva. Il mio volto era sporco di fango misto a sangue e a lacrime salate. Disperato mi accasciai accanto al cadavere di mia madre.
Per tre giorni rimasi con lei. Non mi mossi, sembravo morto. E presto lo sarei stato, se il maestro non si fosse accorto di me.

Con la vista appannata,l e la visuale solo a metà, vista la mia posizione supina vidi avvicinarsi degli stivali neri. Non mi mossi di un solo millimetro smisi persino di respirare. Chiunque fosse stato non lo conoscevo e io volevo restare vicino alla mia mamma.

Il fango mi aveva avvolto come una coperta. Puzzavo, come puzzano i morti in decomposizione.
- Mi signore, cosa avete trovato? - Gli chiese una voce umana e non droide.
- Non ne sono sicuro. -
Lo vidi abbassarsi, fu allora, che osservai per la prima volta la sua armatura nera e liscia, il suo mantello e il suo casco. La sua mano si alzava verso di me e io mi ritrassi.
Compresi che si stava avvicinando, che voleva strapparmi dalla mia mamma. Intrappolato dal corpo di mia madre, ormai in lenta decomposizione, ebbi un solo istinto: Proteggermi. Fu così, che la forza si rivelò in me.

- Si, Rex, avevo ragione. Il piccolo è vivo e sembra possedere anche il dono della forza.- Gli disse l'uomo in nero, all'uomo con la divisa bianca e un po' blu.
- Ehi piccolo, va tutto bene. Non ti faccio male. Vieni con me. Hai fame? - Mi chiese il maestro. Io assentii senza però spostarmi. Continuavo a tenere la mano di mia madre ormai piena di liquidi. Ero talmente scioccato, da non rendermi conto che del corpo di mia madre non era rimasto altro che un ammasso informe e puzzolente.
- Molto bene. Allora vieni con me. - Mi disse. Però io non mossi un solo muscolo.
- No, resto con la mamma. Tu, va, via! - Non sapevo chi era, né quanto fosse potente. Per me era solo qualcuno che voleva portarmi via da mia madre però lui non si arrese.

Nonostante la sporcizia che era sul mio corpo, mi prese in braccio e mi portò via con lui...

... Dopo quel giorno, per un po' il maestro si dedicò solo a me cercò di farmi sentire sereno e rassicurato, ma una volta su Mustafar Ahsoka tornò al centro dei suoi pensieri. Lei, così solare e allegra, lei, così spensierata. Spesso di sera avevo gli incubi e cercavo il maestro. Però lui o era impegnato o era troppo stanco per me.
Comunque c'era sempre Ashoka. Io e lei siamo inseparabili.

Nonostante tutto, il maestro non ha mai fatto mancare niente né ad Ahsoka né a me. Ansi, abbiamo sempre giocato insieme e quando poteva ci ha sempre protetti e difesi. Poi, piano piano le cose sono cambiate. Io sono diventato sempre più scontroso e imprevedibile. Soprattutto, ho cominciato a provare noia verso lo studio per cui non sono per niente portato.
Ahsoka invece é la prima in tutto tranne che nel corpo a corpo, lì sono il migliore. Eppure, il maestro non se ne accorge loda Ahsoka per ogni cosa, mentre con me è sempre stato così severo e più lui lodava Ahsoka rimproverandomi, più io, diventavo schivo e meno mi impegnavo proprio per farglielo apposta, per sfidarlo.

Così il rapporto tra me e il maestro è andato inclinandosi sempre di più. Fino a oggi. Ormai  mi degna delle minime attenzioni, quelle indispensabili sono due anni e un po' che non fa altro che arrabbiarsi, punirmi ed essere freddo e distaccato. Questa cosa mi fa male. Malissimo. Lui per me è tutto: Un fratello, un padre è il mio maestro come  può non comprendere che se faccio ciò che faccio è solo per attirare la sua attenzione?
Lo so che dovrei parlargli. Però ormai è troppo tardi.

Comunque come sempre farò di tutto per renderlo fiero di me, come sempre fallirò. Però ci proverò. Un giorno forse il maestro Vader sarà fiero di me.
Io gli voglio bene e sono convinto che forse un po' anche lui me ne vuole. Magari, quando torna posso provare a parlarci.
Si, magari posso provarci. Anche se, Vader mi fa davvero tanta paura.
Però ci proverò. Ahsoka non deve sapere niente della lettera, quindi la brucio.

Adesso devo andare ho l'allenamento è meglio che mi sbrighi se non voglio prenderle.

Eeeee niente, si prosegue con l'avventura.
Se vi è piaciuto il capitolo, ricordate di farmelo sapere tramite una stellina.
Vi piacciono le immagini?

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