Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Lealtá divise

Nessuna lealtà è dovuta a un traditore

(Cit. Tito Livio.)






Varco la soglia che conduce alla stanza del cancelliere, intorno alla scrivania nera e di forma ovale vi sono dei senatori sia maschi che femmine. Non conosco nessuno di loro. La scrivania è posta esattamente al centro della stanza frontale alla porta d'ingresso e al centro dell'immensa vetrata che da sugli altissimi palazzi di Coruscant.
Tra la porta e la scrivania ci stanno quindici o dieci metri di differenza, le manie di papà primeggiano anche qui, lui deve avere tutto sotto controllo.

Quando mi vede entrare si alza e saluta tutti i senatori.
- Scusatemi, la persona che attendevo è arrivata Senatore Organa, senatrice Mothma, senatrice Amidala. - Li guida con cortesia e finto buonismo verso la porta d'uscita io sono fermo a metà strada, non oso fiatare, né proferire parola o avanzare di un metro.
- Cancelliere, spero di rivederla con buone notizie.-
- Lo spero anche io Pademè. - Quel nome rimbomba nella mia mente, mi volto a fissarla quegli occhi marroni, i capelli castani racchiusi in due ruote e intrecciati. Indossa un vestito elegante e sopraffino di un lilla chiaro è lei: i suoi occhi li riconoscerei ovunque.
- Cancelliere, io sono Anakin Skywalker, mi avete fatto chiamare e... - Dico avvicinandomi, sul volto di papà compare un cipiglio contrariato, ma lo maschera velocemente.
-Attendi un attimo. - La sua voce risuona pacata e calma.
So che si è infastidito, ma ho raggiunto il mio obbiettivo lei si è girata verso di me ora mi guarda, strabuzza gli occhi. Lei non si è scordata, non mi ha dimenticato, non lo ha fatto. Ora che le sono più vicino, noto che al collo indossa una collana: è la collana che le ho regalato io. Siamo fermi in un gioco di sguardi e pensieri.
- Padmè andiamo abbiamo molte cose da fare. -
E così escono, la porta si chiude e i nostri occhi si guardano un'ultima volta, uno sguardo vorace, affamato con mille parole in sospeso.

Mio padre si gira, siamo solo io e lui. Si dirige alla scrivania premendo il pulsante del comunicatore.
- Non fate entrare nessuno. Sono impegnato. - Alza lo sguardo su di me il finto sorriso svanito lo sguardo comprensivo dissolto.
C'è solo severità nei suoi occhi, rabbia e delusione. Sotto quello sguardo arcigno, accusatore e autoritario chino la testa non so cosa dire, né cosa fare.
Si avvicina e l'ansia mi travolge come una valanga, sento la sua rabbia. Deglutisco. Alzo la tesa.
- Padre, io...- Le mie parole sono bloccate dallo schiaffo che mi arriva in piena faccia. Ha una forza incredibile. Subito, me ne arriva un altro che mi spacca il labbro.
- Cosa stai facendo? Stai perdendo tempo? - Un altro schiaffo, colora la guancia.
- No, io ancora non sono riuscito a trovare dove nascondono l'holoc...- La mia giustificazione bloccata da un altro schiaffo.
- Bugiardo! Tu stai tergiversando. - E un altro schiaffo mi colpisce.

Lo odio, odio come mi tratta, odio il fatto che io gli e lo permetto, odio il fatto che ancora lo temo, che ancora cerco la sua approvazione.
- Ringrazia che non sei a Mustafar. Dimmi figlio, a chi sei leale? Chi è il tuo maestro? - Mi chiede avvicinandosi a me. Mi scruta con occhi attenti e severi, come un compratore farebbe con la sua merce.
Io però ho un attimo di esitazione. Per un secondo, nella mia mente è apparsa l'immagine di Obi-Wan. Solo un secondo.
Lui si accorge della mia esitazione lo vedo stringere i denti, alza la mano é pronto a colpirmi un'altra volta prima che possa nuovamente colpirmi mi inginocchio, chino la testa e pronuncio le frasi che tanto ama sentirsi dire.
- A te, mio ​​maestro e signore. - Le parole sono uscite pesanti, tese, mi sono sembrate false.
Sono diviso a metà.
- Ricordatelo sempre. Voglio che ti sbrighi. Ho bisogno di quell'oggetto per ritracciare prima dei jedi i bambini sensibili alla forza. Alzati! - Ordina con voce perentoria che non ammette repliche o disobbedienza. Eseguo a testa bassa.
Appena mi alzo, mi arrivano altri due schiaffi, sì che vorrebbe farmi molto più male, però non può, non qui.
- Quando sarai di nuovo a casa avremo modo di parlare di questo tuo comportamento inadeguato e inappropriato. Ricordati, ho orecchie e occhi ovunque, Vader. Pensavi non mi fossi accorto dell'amicizia che stai stringendo con quel giovane Jedi? O del fatto che stai rimandando il momento? Sbrigati! Poi parleremo. - Ogni domanda viene accompagnata da uno schiaffo. Mi sento tanto un tamburello in questo momento chi sa se a loro fa piacere essere schiaffeggiati così.

Va bene, me lo sono meritato.
Ho deluso mio padre. Il mio maestro. Faccio un leggero inchino ed esco dalla stanza.
La guancia destra mi brucia da morire ed è vistosamente arrossata, nè sono sicuro visto quanto pulsa.
Non sarò mai libero, davvero credevo che qui sarei stato libero di essere me? Di poter dimenticare? Magari curare le cicatrici e risanare la mente e l'anima? Sono stato uno sciocco a credere di potergli sfuggire, lui non me lo permetterebbe mai. Io gli appartengo, appartengo a lui e al lato oscuro. E io? Io non mi appartengo? La mia vita non è forse mia?

Percorro i lunghi corridoi illuminati da applique, ed ecco il mio maestro Jedi insieme a Padmèn, Il mio cuore comincia a martellare vederla lì mi distrugge, Obi-Wan corre da me, si preoccupa sempre. Vede il mio labbro spaccato e subito cento domande.
Vorrei gridargli che io sono Darth Vader, che mio padre il signore dei Sith, Lord Sidius è lì che indossa le vesti del buonista, dell'anziano preoccupato e amorevole verso il suo popolo che è lì e tutti lo conoscono come cancelliere Palpatine, però non lo faccio sorrido laconico e resto muto. Bloccato, diviso. Si perché in questo momento la mia lealtà è divisa, spaccata in due, per la seconda volta nella mia vita non so cosa devo fare e come il giorno in cui Shimi è morta, sono pietrificato da una decisione che sento più grande di me. Bloccato nella mia paura, forse persino codardia. Bloccato in un tempo infinito in cui giorno e notte si susseguono senza che io possa muovermi. Bloccato dalla mia stessa coscienza in un universo parallelo, riuscirò mai a distruggere le catene che mi legano a lui? Al lato oscuro?

- Anakin, credevo non saresti più uscito da quello studio, cosa hai fatto al labbro?- Obi-Wan mi guarda con apprensione.
- Niente sai che sono distratto.- Rispondo con superficialità, mente i miei occhi non si staccano dal volto di Padmè è un sogno sicuramente adesso aprirò gli occhi e lei non ci sarà più, scomparirà.
- Piacere io sono la senatrice Padmè Amidala. -
- Si, io so chi sei insomma ti ricordi di me? Io sono Anakin Skywalker. -Imbranato! Smetti di fissarla! Alza gli occhi, ma non riesco, l'occhio è caduto sulla sua pelle morbida e delicata e la scollatura av del vestito.
- Il maestro Obi-Wan, mi stava giusto spiegando il tutto comunque si, mi ricordo di te Ani. - Mi dice guardandomi con occhi languidi, pieni di desiderio. Un desiderio nascosto.

- Non credevo tu, ti potessi ricordare di me. -Siamo imbarazzati.
- Ho un'idea, all'epoca fosti tu ad aiutarci e a farci fare un giro di Tatooine, adesso ricambio il favore ti faccio fare un giro per Coruscant. Vieni! - Senza attendere un sì o un no dal maestro Jedi, Padmen mi strattona per un braccio e mi trascina via con lei in poco tempo la sua euforia ha contagiato anche me.

Corriamo tra i vicoli, e tra le sopraelevate, passiamo da negozi sofisticati e per soli ricchi snob, a negozi normali, per poi arrivare a quelli mezzi diroccati, alla fine finiamo a mangiare in un piccolo ristoranti anonimo, in un vicolo di periferia poco illuminato . L'odore non è dei migliori, ma nemmeno dei peggiori, ci fanno accomodare a un tavolo per due all'interno, l'ambiente è semplice e rispetto a ciò che credevo è anche pulito.
Il divano rosso semicircolare gira intorno al piccolo tavolo rotondo in acciaio.
C'è una piccola candela sopra, passiamo la serata a ridere e a scherzare. Parliamo del più e del meno, sembra ieri l'ulitma volta che siamo usciti insieme.

Alla fine ci alziamo e ci dirigiamo verso i suoi appartamenti, non desidero lasciarla girare di notte tutta sola, ci fermiamo di fronte a un enorme palazzo.
Ci guardiamo sento il suo respiro accelerato quando i nostri volti si avvicinano, le sue gote si tingono di rosso. I suoi occhi come i miei si illuminano di una luce nuova, diversa, i nostri cuori battono all'unisono.
La mia mano carezza la sua guancia, sfiora quella pelle perfetta da statua marmorea, morbida, soffice, levigata. Perfetto. Poi la sua mano sfiora il mio viso.
Sento il calore del suo amore. Una mano amica, non nemica. Una mano pronta ad amarmi, forse persino a perdonarmi, le nostre labbra si avvicinano e finalmente dopo otto anni di quel bacio così desiderato avviene.

È il bacio più bello del mondo, più dolce e passionale entrambi siamo assetati e affamati di amore del nostro amore reciproco, ci siamo cercati sognati e alla fine adesso siamo insieme un sogno, una speranza.
Adesso so, che è lei che voglio adesso so che per lei posso tutto.
- Ti amo, Ani. Ti amo dal primo giorno che ti ho visto. - Mi sussurra nell'orecchio mentre si allontana da me.
- Ti amo anche io Padmè. E nessuno potrà cambiare le cose. - Il dico.
Ci stacchiamo da quel bacio e dall'abbraccio. L'incanto è finito, ognuno di noi deve tornare alla propria vita.

Mentre sta salendo ascensore, le urlo - Quando possiamo vederci?-
- Ti farò sapere io dove e quando-
- Va bene, ci sarò. - Qualsiasi sia il posto o l'orario, io sarò presente non la perderò mai più.

Cammino verso il tempio Jedi. Il mio cuore è leggero, la mia anima sollevata, mi sento amato mi sento bene, mi sento un ragazzo di venti anni che sta vivendo il suo amore.
La mia mente fantastica su una vita con lei, Su un futuro insieme Poi eccola possente l'ombra del tempio si staglia sento le due forze contrastanti quella dei Jedi è quella del tempio Sith che un tempo vi sorgeva, Due forze in continua lotta tra di loro e così anche il mio animo tormentato torna a farsi sentire. Cosa devo fare? A chi devo essere leale?

Obi-Wan mi attende braccia incrociate alla fine delle scale.
- Hai superato il coprifuoco da quattro ore, spero ne sia valsa la pena ora andiamo a dormire. - È arrabbiato lo so, però è anche felice per me in un certo senso.
- Si, va bene maestro. -

Di nuovo i dubbi si dissolvono, di nuovo torna la serenità di nuovo tutto torna in un baule, nell'oblio della mia mente. In attesa di esplodere in un vortice di emozioni. Quindi cosa sono: Una bomba inesplosa.

Finalmente Anakin e Padmé si sono rincontrati. Siete felici per loro?

Grazie per essere arrivati ​​fin qui. E vi ricordo, se il capitolo vi è piaciuto.... Stellina!!!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro