L'inizio della fine
Il grande problema dell'uomo,
È la vita.
Il grande problema della vita,
È la morte.
(Cit. Joseph Joubert.)
Da quando Rex non c'è più, sono trascorsi quattro giorni. Molte volte, sono stato lontano da Rex e i ragazzi, però, sapevo che erano vivi, che sarebbero tornati da me.
Dopo la morte di Shmi, e il trasferimento su Mustafar, loro sono stati il mio unico punto di riferimento. La mia forza. Rex, è stato la mia fortezza. Il luogo in cui rifugiarsi se commettevo una cavolata, se avevo dubbi o paura.
Sono stati la mia famiglia, la mia vera famiglia. Senza di loro, mi sento perso. Le giornate trascorrono, eppure sembrano lente e inesorabili. Il sorriso sul mio viso si è spento. Non sono più il vecchio Anakin. Ho perso troppo.
Sento freddo, nel cuore e nel copro. Un peso, un macigno immenso, spinge sulle mie spalle, facendomi crollare al suolo. Vivo, eppure mi sento morto. Vorrei essere morto. Così, potrei riabbracciare tutti coloro che amo e non ci sono più.
Tuttavia, la vita è così, chi muore, lascia un immenso vuoto nel cuore di chi resta, e deve continuare a camminare nella vita. Dopo tutto, la cosa più difficile che c'è, è vivere.
Tutte le scelte che ho fatto, sono state una serie di fallimenti totali. Sono rinchiuso nella mia stanza, da quattro giorni. Subito dopo aver portato a termine la vendetta, mi sono sentito svuotato da ogni forza. Obi-Wan, sta provando in tutti i modi a farmi reagire, anche Padmé e persino il maestro Windu. Alcuni miei uomini, hanno bussato diverse volte alla mia porta. Tuttavia, li ho sempre scacciati.
Voglio stare solo, solo, con me stesso e i miei incubi. Gli incubi peggiori, non nascono dai sogni, ma dalla realtà. Eppure, dicono che dagli incubi, alla fine si schiudano i sogni migliori. Sarà vero?
L'unica cosa che mi consola, è sapere che Rex adesso è con Shmi e con tutti gli altri.
Vorrei davvero, poterlo raggiungere. Eppure qui, c'è ancora bisogno di me.
La porta si apre, e vedo comparire Ashoka e Driu. Non parlano, siedono a terra accanto a me.
Poi, mi avvinghiano in un abbraccio ricco di significato, Rex è stato un padre anche per loro. Fives, Tech, Echo, Ther, Trooper, la loro famiglia.
- Ti ricordi, di quando Rex con gli altri, hanno portato me e Ashoka a fare un giro per la galassia? -
- Certo, che me lo ricordo Driu, eri arrivato da poco alla base, e non c'era verso di convincerti a smettere di piangere. Così, Rex e i ragazzi vi presero a tutti e due, e vi portarono a fare un giro. Quel giorno mi è stato chiaro che tu, amavi volare. -
- E ti ricordi, di quando Driu andò da Fives in lacrime, perché lo avevi picchiato, e Fives insieme agli altri si infuriarono con te? - chiede Ashoka.
- E chi se lo scorda, che testa! Che mi fecero! -
- Mi ricordo, anche del giorno in cui, per la prima volta, io e Ashoka andammo in missione senza di te. Rex e gli altri, furono così protettivi. Anche se avevamo paura, ci sentivamo sicuri, perché sapevamo, che loro erano con noi e che ci avrebbero protetti a ogni costo. - Le parole di Driu, sono soffocate un po' dalla voce interrotta dal pianto.
-È vero, loro c'erano sempre per noi. Mi mancano maestro. - Aggiunge Ashoka. Alcune sue lacrime, bagnano la mia maglietta.
- Mancano, anche a me. - E anche Driu piange. Li abbraccio dolcemente. Mi sono rinchiuso nel mio dolore e ho dimenticato loro.
- Maestro, ti prego, esci da questa stanza. Noi, abbiamo bisogno di te. - Mi dice Ashoka con parole, che sanno di supplica.
Le sue parole, sono come l'acqua gelata sulla pelle bollente. Un brivido percorre la mia schiena. Ha ragione, loro hanno solo me e Padmé adesso. Hanno bisogno di me. Non sono solo il loro maestro. Sono molto di più. Devo smetterla di piangere e reagire.
Lo devo a Rex, ai ragazzi, a zia Beru, a Wendalyn, Bull e a Shmi. Se continuo a restare rinchiuso qui dentro, non andremo da nessuna parte, e la loro morte, sarà stata vana. Sento i loro singhiozzi aumentare.
Per una volta, piango anche io con loro. Calde lacrime, scivolano sul mio volto. Bagnano i Lekku di Ashoka e i capelli di Driu. Poi la porta si apre ed entra Padmé. Si siede sulle ginocchia di fronte a me, allarga le braccia e ci stringi tutti a sé.
Scene veloci, come di un film passano davanti ai miei occhi. Ricordi di un passato, che non potrà più tornare. Le sere trascorse su Tatooine a giocare con Rex, le giornate trascorse con Tech a smontare e rimontare pezzi. I pomeriggi con Trooper per imparare a realizzare bombe. Le serate con Echo, a smontare i suoi fucili e a sparare. Le possenti braccia di Ther, che da bambino mi dondolavano sempre, ho provato per anni a batterlo abbraccio di ferro, ho sempre perso. Fives e la sua fissa per le armi. L'occhio bianco di Trooper. Lo usava sempre come monito, quando, origliavo o spiavo conversazioni riservate. Mi diceva: Vedi di stare attento, che a forza di ficcare il naso, anche il tuo occhio diventerà bianco. Non ho mai scoperto, come ha perso quell'occhio.
Giochi e risate. Le notti su Mustafar, dopo che ci eravamo ritrovati, passate a calmare Ashoka e Driu. Rex aveva ragione, quando diceva che non mi prendevo abbastanza cura di Driu. Però non volevo ascoltarlo. E quanto si arrabbiava. Le volte, che mi rincorsero nei miei folli e avventati piani.
Ricordo persino gli unici tre o quattro schiaffi che Rex mi ha assestato negli anni. Due solo qualche tempo fa. Un altro, mi arrivò il giorno che uscii dal palazzo nero di Mustafar. Eravamo arrivati da poco e loro non erano ancora partiti. Incuriosito da quel posto, decisi di andare in esplorazione. Uscii senza dire niente a nessuno. Mentre ero intento ad arrampicarmi sulle rocce scivolose, qualcosa sotto di me franò. Si aprì un'apertura sotto i miei piedi. Lava calda scorreva nell'insenatura. Saltai, però tutto stava lentamente sprofondando. I pezzi di terra cedevano sotto il mio peso. Quando ormai pensavo che sarei stato ingoiato dal fiume di lava. Rex e i ragazzi arrivarono. Prima si assicurarono che stessi bene, poi mi assestarono uno schiaffo per uno. Dopo andammo da papà. Devo ammettere che quel giorno le cercai.
L'altro schiaffo lo beccai quando avevo dieci anni. Proprio quando, feci quasi, esplodere il deposito delle armi, dove Trooper teneva tutte le sue bombe. Davvero, devo dire che ho reso loro la vita... Attiva. Scappavo sempre, origliavo e non stavo mai fermo. Se c'era un'altura era la mia. Un piccolo sorriso compare sul mio viso, mentre i loro volti scorrono come diapositive davanti a me. Poi la voce di Padmé mi richiama alla realtà.
- C'è la faremo, supereremo anche questa sfida. Lo faremo come una famiglia. - Ci guardiamo negli occhi. Le sue parole sono forti, piene di significato, adesso noi siamo una famiglia.
-Adesso, devo andare. Abbiamo una riunione a breve. Ci vediamo dopo. -Sussurra piano Padmè dando un bacio in fronte ai ragazzi e uno a stampo a me. Poco dopo, la porta scorrevole si apre, e lei esce dalla stanza. Restiamo solo io, Driu e Ashoka.
-Vi chiedo scusa, ho sbagliato nuovamente con voi. Non ho riflettuto, su come vi dovevate sentire. Sono, un pessimo maestro. Scusatemi.-
Dico ad Ashoka e Driu. Loro sorridono, guardandomi con quattro occhi pieni di amore.
-Forse, sei un pessimo fratello maggiore, però, un pessimo maestro non lo sei di certo. Anche se, alle volte fai delle cavolate. Se siamo vivi e possiamo cavarcela là fuori, è solo grazie a ciò che tu ci hai insegnato maestro.- Dice Ashoka e Driu asserisce con la testa.
-Non potrei essere più fortunato di così ad avere voi e Padmè. Vi voglio bene. Non ve l'ho mai detto apertamente, però, siete importanti per me. Vi amo, come un fratello, può amare i suoi fratelli minori e anche come figli. Il giorno, che vi ho preso con me, è stata la scelta migliore della mia vita. Ashoka, Driu, siete molto di più che apprendisti per me. - I ragazzi mi fissano felici, come se non chiamato atteso altro, che, quelle parole.
-Finalmente! Ce ne hai messo di tempo, Darthcoso! Era ora!- Esclama un raggiante Driu, è la prima volta che mi chiama Darthcos.
-Come mi hai chiamato Driu? - Davanti a quella domanda, lo vedo abbassare gli occhi. Benché siano anni che non ci vediamo, ogni tanto in Driu, riaffiorano vecchie paure, vecchi ricordi. Non posso biasimarlo.
-Io... Ti ho chiamato Darthcoso. - Risponde titubante. Quando mi avvicino, lui resta un po' indeciso sul da farsi. Lo stringo forte in un abbraccio.
-C'è ne hai messo anche tu di tempo, per sentirti un po' più libero con me. -
-Maestro, andiamo alla riunione? Discuteranno di Fondor, e di altri insediamenti. - Guardo Ashoka, si, è il momento di uscire dal mio guscio. Apro l'armadio da cui estraggo una maglia bordò, dei pantaloni neri e il mio amato mantello. Guardo i pezzi dell'armatura, ordinatamente e accuratamente rilegati in un angolo dell'armadio.
L'ordine, è una di quelle cose che papà ha inculcato nella mia mente, anche se devo ammettere che nel periodo al tempio Jedi, non è che rispettassi molto questa regola, ansi, più disordine lasciavo, più era divertente. Obi-Wan impazziva.
Velocemente indosso tutto quanto, Ashoka si è voltata dall'altra parte super imbarazzata. -Maestro ti manca mai tuo padre? Ti manca mai casa? Ti chiedi mai se hai fatto la scelta giusta? Se avessimo potuto prendere decisioni diverse? Magari adesso saremmo tutti insieme Rex e ragazzi compresi al palazzo. - Chiede d'improvviso Driù. Voltandomi per guardarlo in viso, mi accorgo che anche Ashoka si è girata verso di lui, entrambi tengono gli occhi bassi. Sono posizionati l'uno accanto all'altro. Sollevo le braccia e delicatamente, alzo i loro occhi, sono di nuovo pieni di lacrime. Poi carezzo le loro guance.
-Si, ogni tanto ci penso a papà, ogni tanto, anche io, ragiono sulle scelte che ho preso, mi domando se siano state giuste o sbagliate. Casa un po' mi manca. Però quando ero a palazzo, prima su Mustafar e poi su Coruscant, ciò che davvero mancava nella mia vita, eravate voi. Tu, Ashoka e Padmé. Mi interrogavo in continuazione, fino a scervellarmi. Persino il vostro disordine, era diventato un'assenza insopportabile, il silenzio distruggeva la mia anima. Mi mancava Coruscant. Si, mi manca il potere che avevo. Però ci sono cose che non mi mancano. Ad esempio i miei maestri, le regole, gli obblighi, il silenzio, il vuoto, i castighi e... E come dovevo essere con voi. Se fossimo stati a casa, non avreste mai potuto mostrare i vostri sentimenti e io i miei. Ci ho pensato, se fossimo stati a casa, Rex e gli altri sarebbero vivi, si ma, a quale prezzo? Adesso siamo liberi, nessuno ci obbliga a fingere. Inoltre, nei due anni di lontananza ho capito, che casa, non è dove c'è un muro, ma dove ci sono le persone che ami. Quindi io sono già a casa. Perché qui, ci siete voi e anche Obi-Wan. Se potessi scegliere di cambiare qualcosa, non cambierei nulla, tranne, il giorno in cui scelsi di escludere te, Driu, dalla mia vita. Adesso, asciugate le vostre lacrime, siete comunque i miei apprendisti, abbiamo un onore da difendere.- Dico loro ridendo. Li bacio in fronte, e con le dita asciugo le loro lacrime. Sono più di fratelli per me.
Non posso crollare. Quando, Ashoka e Driu si sono dati una bella sciacquata agli occhi, usciamo insieme dalla stanza. Uscendo, noto molti dei miei uomini impegnati in diverse attività. Questa zona è riservata a noi. È stato difficile, trovare uno spazio che potesse ospitarci tutti, molti soldati, condividono la stanza con tre o quattro commilitoni. Però, per lo meno abbiamo un'area tutta nostra. Poco più avanti, si trovano le stanze dei soldati ribelli. Noto, che in quattro giorni, gli uomini hanno sistemato maggiormente l'area comune e che, i corridoi, non sono più ingombri di tutti i nostri equipaggiamenti. Bene! Stanno facendo un buon lavoro. Nell'area comune, adesso si trovano dei divani di seconda qualità, tavoli e sedie rimediati un po' ovunque. Nonostante questo, la zona è accogliente. Alcuni soldati sono seduti sulle sedie o le poltrone, altri giocano a Sabac, maledetto gioco di carte: Perdo sempre! Altri bivaccano sui divani, alcuni leggono e altri ancora sgobbano. Il chiacchiericcio è intenso. Ridono e si prendono in giro, bene! Il morale è alto. Dopo tutto, aver recuperato l'executor, è come dire di aver fatto quasi scacco alla regina. Noi imperiali, lo sappiamo bene. Quando i soldati mi vedono, scattano sull'attenti.
-Risposo, non c'è bisogno.- Dico loro.
-Generale! Siamo felici di rivederla.- esclama allegro Pherix, capo del plotone speciale felix.
-Si, signore è un vero piacere.- Si aggiunge anche Thay, capo dello squadrone speciale alpha, entrambi i due plotoni, indossano le loro divise nere. Anche altri soldati si stanno avvicinando, tutti felici di rivedermi.
-Grazie.- Poi, da lontano scorgo Blond, capelli neri a caschetto, occhi blu, corporatura muscolosa, è molto alto e per questo si distingue tra i molti. Ormai poi, nel nuovo esercito dell'impero, gli squadroni di cloni, sono stati mischiati nel tempo con le truppe umane. Solo pochi battaglioni, sono composti ancora unicamente da cloni. Blond non è un clone, nel cinquecento un esimo, sono rimasti pochi cloni. Mentre nei plotoni speciali Alpha e Felix, sono tutti cloni. Cloni, che un tempo erano del cinquecento un ennesimo, che io ho spostato e reso truppe d'élite speciali.
Blond non indossa la divisa, solo una tuta bianca. Non abbiamo ancora avuto modo di parlare. Se non fugacemente.
-Ben tornato signore, come sta? Le volevo domandare di nuovo perdono, io e i miei uomini... Ecco, signore, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità. Sappiamo di averla delusa, che, vi aspettavate il ritorno dei vostri uomini di fiducia. Avremmo, dovuto, esserci noi al loro posto. Qualsiasi sia la vostra decisione, noi, non ci opporremo.- Blond termina il suo discorso a testa bassa, dietro di lui i suoi uomini. E quelli, sfuggiti dall'incrociatore su cui erano Rex e gli altri.
Gli altri soldati, si sono fatti da parte. Un fallimento del genere su Mustafar, sulla morte nera o davanti a mio padre, avrebbe comportato la sua morte. E un castigo per i suoi uomini. Tutti, in questa stanza lo sanno. Però, qui non siamo su Mustafar, né a Coruscant, tanto meno sulla morte nera. Qui, le regole di papà non valgono, non sono obbligato a farle rispettare.
-Comincio a risponderti, partendo dalle ultime cose che hai detto. E ti rispondo con delle domande, a cui vorrei, che ognuno di voi desse una risposta. Allora, domanda uno: Siamo forse ancora sulla morte nera? Su Coruscant o Mustafar? Domanda due: Vedete Palpatine da qualche parte? Perché se lo vedete, o, avete le allucinazioni, o, devo presumere che ho bisogno degli occhiali. Ecco, potete rispondere a queste domande intanto.- Ce un po' di esitazione nell'aria.
-No, signore, no, ha tutte le sue domande.- È il generale Tholl a parlare.
-Ottimo generale, grazie! Detto questo. Non essendoci mio padre, non penso che le sue leggi, debbano essere rispettate. Inoltre Blond, reputo che le tue parole, siano errate. Nessuno, sarebbe dovuto essere lì in quel momento. È vero, ero legato a Rex, Fives, Tech, Ther, Echo e Trooper, legato, più di quanto voi possiate immaginare. Tuttavia, nessuna vita, vale più delle altre. Penso che questo lo abbiate capito. Per me, siete sempre stati tutti sullo stesso livello. Ovvio, i ragazzi erano di più, perché loro... mi hanno cresciuto e anche se... soffro per la loro perdita, non ho intenzione di uccidere o punire nessuno. Siamo qui per combattere Palpatine, se però continuiamo a seguire la sua strada, non cambierà molto. Quindi... Detta in modo adolescenziale... Rilassati, soldato. Ultima risposta: Sto bene, come uno che non mangia da quattro giorni. Quindi, sto morendo di fame. - Concludo con ironia il discorso e do una pacca amichevole sulla spalla di Blond.
-Grazie, signore.- Faccio spallucce e seguito da Ashoka e Driu me ne vado, diretto alla sala riunioni. Ho davvero una fame bestiale.
Lungo il percorso incrociamo Pam, Cassian e Lia.
-Era ora, che smettessi di fare la mummia!- Urla Pam, mentre mastica un meraviglioso panino.
Che le strappo subito dalle mani.
-Grazie, per avermi gentilmente, portato la cena. Hanno già iniziato?- chiedo, a Cassian, dato che anche loro si stanno dirigendo verso la stanza delle riunioni.
-No, mancano ancora alcuni uomini. Tra cui, alcuni generali del tuo esercito.-
-Tranquilla Lia, arriveranno presto.-
Appena dentro il brusio smette. L'ammiraglio Rey viene felice verso di me, come Benth e Fengh.
-Pensavo, non ti avrei più rivisto ragazzino!- Esclama Ian Solo. Dandomi una pacca vigorosa sulla schiena, che mi fa andare di traverso il pezzo di panino che stavo per ingoiare, così comincio a tossicchiare.
- Oddio, tutto bene? Scusa, non volevo.- Dice Ian continuando a darmi pacche sulle scapole.
-Così, lo ammazzi!- Urla il generale Ulrik, i capi dei plotoni imperiali sono appena giunti.
-Che succede?- Chiede Mon Mothma.
-Ian, cerca un modo per uccidere il mio padawan.- Ride Obi-Wan.
Dopo, molto tossire riesco ad ingoiare il colpevole, e torno a respirare.
-Questo è per avermi rubato il panino.- Esclama Pam, vendicativa.
-Ho quasi ucciso Vader. Ah! L'ho sempre detto che sono il migliore, in assoluto, il migliore! Sei proprio fradicio amico, sei quasi morto per un panino. Se lo sapevo, ti offrivo panini da anni.- Continua Ian prendendomi in giro.
-Io, lo ammazzo.- Dico e gli salto addosso. Ian fugge, però sono rapido e lo afferro per la caviglia, rotoliamo a terra.
-Non sai nemmeno stare allo scherzo.-
-E te? Non ti piace questo scherzo?- Continuiamo a rotolarci, finché non sentiamo un tossire provenire dalle nostre spalle.
-Avete finito di giocare, bambini?- Domanda Dodonna a me e a Ian.
-È stato lui a iniziare.- Diciamo contemporaneamente.
-Finita, questa guerra, lo giuro, vi rinchiudo in una gabbi e vi lascio uccidere a vicenda. Fino ad allora, è possibile ottenere un po' di disciplina da voi due?- I suoi occhi ci scrutano.
-Da me, sicuramente. Dal tuo uomo, non lo so. - Rispondo tornando in piedi, seguito da Ian. Che sta per controbattere, però è zittito da un'occhiataccia di Dodonna.
-Anakin, ben tornato tra di noi, spero, tu stia meglio. Adesso, voglio sapere tutto ciò che sai, su Fondor, Corellia, Bespin, Christophsis e Felucia. Ora, si fa sul serio.-
-Oh comandante Dodonna, tu vuoi invadere i pianeti minerari e dove vengono realizzati le astronavi imperiali. Geniale, pericoloso, però geniale. Lo faremo, e sarà un attacco simultaneo. Così le truppe saranno divise e non avranno modo di darsi manforte. L'executor, sarà la nostra arma segreta. Si, Comandante è un buon piano.- Con Dodonna ci fissiamo, sarà difficile, però è ora di dare il via alla partita. Che i giochi abbiano inizio! Sto arrivando, papà!
✨✨✨Carissimi lettori e lettrici che siete giunti fin qui, stiamo arrivando all'inizio dalla controffensiva ribelle.✨✨✨
✨✨C'è la faranno secondo voi? Aspetto le vostre risposte... ✨✨
✨E ovviamente, ditemi cosa pensate delle novità che ho introdotto.✨
✨✨✨Ricordatevi, se il capitolo vi piace.... Stellina ✨✨✨
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