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Incarico

La sola regola del viaggiare è: non tornare come sei partito.
Torna diverso.
(Cit. Anne Carson.)




L'immensa struttura che conduce alla residenza della senatrice Amidala, lascia sempre senza fiato.
Puoi vederla mille volte, ma mille volte ti stupirà. Il taxi su rotaia lascia il maestro Jedi Obi-Wan Kenobi, di fronte a un enorme palazzo in vetro e acciaio finitamente e attentamente lavorato.

In questa zona sorgono centinaia di palazzi identici gli uni accanto e di fronte all'altro.
Sono tutti riccamente e sontuosamente decorati e abbelliti. Poche auto, hanno il permesso di scorrazzare vicino questa zona in: Quelle dei senatori con i loro autisti personali, i taxi su rotaia e qualche altro fortunato.
Vi sono ponti sopraelevati e centinaia di terrazze.
Giardini pensili di ogni dimensione e fattezza.
Giardini decorativi posti in angoli ben in vista dalla strada magistrale.

Aree pedonali e giochi per i più piccoli tutto è attentamente studiato. Robot attenti al controllo dell'ossigenazione e robot pulitori, circolano senza sosta. Tutto risplende sotto un'altra luce.
Obi-Wan si incammina verso il palazzo centrale per giungere, all'appartamento della senatrice, sito all'ultimo piano di quell'altissimo palazzo lei risiede in fatti nell'attico. Uno dei più belli e grandi della città.

L'ascensore in vetro mostra l'intera città che si dirama al disotto di quel luogo. Poi se si volge lo sguardo verso l'alto, è possibile ammirare le nuvole e il sole che già splende alto in cielo.

Quando l'ascensore si ferma, Obi-Wan, è subito catapultato in una stanza enorme e lussuosa, arredata finemente e con colori pacati. Un immenso divano beige fa da protagonista, insieme a un sofisticato e pregiatissimo lampadario.

Su quel divano seduti ci sono il senatore Beil Organa, la senatrice Mon Mothma e la senatrice Amidala.
Organa è un uomo sulla quarantena moro con un pizzetto finemente curato. Senatore e re di Alderan. È poco più alto del maestro Jedi, e indossa un completo blu e oro di pregio. Accanto a lui è la senatrice Mothma rappresentante di Chandrila, suo pianeta natale. Capelli rossi e corti. Portamento sereno, pacato e allo stesso modo sicuro di sé. Indossa una veste bianca semplice, fine, elegante.
E poi la senatrice Amidala.
Insieme, questi tre senatori sono una forza imbattibile. Non temono nulla e per il bene del loro popolo e della repubblica sarebbero pronti a dare la vita.
Sono combattivi quando servono e diplomatici nel momento giusto.
Sono gli unici politici, che il maestro Jedi può ritenere amici e di cui può fidarsi. Insieme al goffo, eccentrico e combina guai del senatore Jar Jar Binks, fedelissimo di Padmè Amidala, primo rappresentante dei Gungan umanoidi anfibi che abitano in città sottomarine nei laghi di Naboo.

- Ben arrivato, maestro Obi-Wan - Lo saluta calorosamente Organa andando verso di lui per stringerli la mano.
- Scusate per il ritardo, ma ho avuto dei problemi con il mio nuovo padawan. - Si giustifica il maestro, stringendo la mano a tutti i presenti.
Amidala lo invita a sedersi e così fa, l'ancella della senatrice porge lui un bicchiere e del cibo.

- Adesso che siamo tutti possiamo anche cominciare. - Afferma senza giri di parole Mon Mothma.
- Il senato ha approvato la richiesta di Padmè: Invieranno un maestro Jedi su Mandalore per indagare su quanto accaduto a Naboo. - Conferma Organa.
- Noi, vorremmo che fossi tu Obi-Wan ad andare. Non solo conosci la duchessa Satine, ma lei si fida anche di te. Io vorrei venire, però mi è impossibile, ogni giorno che passa i ministri di Naboo sono sempre più pressanti, chiedo che io prenda una decisione. Se accettare o meno la carica a regina. Quindi a breve dovrò tornare su Naboo-Dice stancamente Padmè.

Obi-Wan riflette attentamente, per lui andare su Mandalore vuol dire riaprire ricordi che ha faticato molto a chiudere. Rivedere Satine, vuol dire, riaprire dei sentimenti celati ormai da tempo. I due infatti provano un affetto sincero, profondo, l'uno verso l'altro Però, hai Jedi non è permesso amare perché porta all'attaccamento e quindi al lato oscuro.
Hanno faticato per rinunciare ai loro sentimenti. Sono passati anni ormai da quei momenti. Obi-Wan era un semplice padawan. Eppure l'affetto verso Satine, l'unica donna che lui abbia mai amato, non è mai scomparso per lui sarà una dura prova, tuttavia sa che hanno ragione. Tra i Jedi ei mandaloriani non corre buon sangue. Quindi, meglio che sia lui ad andare. Lui, che almeno gode della simpatia e della stima della loro duchessa.

- Va bene, andrò io. Datemi solo un paio di ore per sistemare tutto e vado. Con permesso. - Così il maestro saluta i suoi amici. Ha molte cose da fare prima della partenza, soprattutto affidare il nuovo padawan alla sorveglianza di un altro maestro. Magari Windu o forse Plo.

Tempio Jedi: stanza di Obi-Wan

Ho sistemato praticamente ogni cosa, in questa dannata strofa. Osservo con soddisfazione il lavoro che ho fatto. In tutta la mia esistenza, non ho mai ridotto una stanza in questa maniera. Se ci avessi provato a casa, i maestri mi avrebbero di certo massacrato. Papà, è fissato con l'ordine, tutto deve essere tenuto al centimetro e nei posti stabilità, non deve esserci mai nulla fuori posto, nemmeno di un millimetro. In realtà, nel tempo sono diventato molto ordinato, non per scelta ovviamente. Avrei giurato che questa volta Kenoby avrebbe perso le staffe e invece niente. Cioè si ha alzato la voce, ma fine. Forse, posso davvero fidarmi di lui, forse non mi farà male. Che poi, a cosa mi serve fidarmi di lui, quando sono qui per tradirli? Rubare i loro segreti? Alle volte, non riesco a comprendere i miei pensieri, comunque d'ora innanzi, manterrò la stanza ordinata. È stato divertente però, mettere in disordine, non avere il pallino del tenere sempre e comunque tutto sotto controllo.

Adesso, devo andare in biblioteca a studiare. Non ho voglia di andarci, però quando Obi-Wan assume quel dannato tono, capisco, che non ammette repliche. E io non ho voglia di sorbirmi mezz'ora di ramanzina. Proprio no!

-Ciao Pam! - nel grande e luminoso corridoio che conduce alla biblioteca incontro Pam insieme al suo gruppo di amici.
-Ciao Anakin. Dove vai? - Mi chiede.
- A studiare in biblioteca, il maestro si è arrabbiato per la mia scappatella. - Faccio un bel sunto della situazione e per farle comprendere il resto le faccio l'occhiolino.
- Chiamala scappatella, sei uscito ieri pomeriggio e rientrato a notte fonda. Tu, sei un casinò. Però, la prossima volta veniamo anche noi. - Mi dice indicando i suoi due compagni, Cassian e Lia. Sono tipi apposto, simpatici il problema è che le mie scappatelle hanno un senso. Invece così rischio di mandare tutto in malora. Devo farli desistere. -Non è il caso, voi siete dei così bravi ragazzi e studenti, rovinereste la vostra reputazione. -

-Non preoccuparti della nostra reputazione Ani. Allora è andata, alla prossima scappatella porti anche noi.- Il tono soddisfatto di Pam seguito da un pugno leggero sulla spalla, mi fa comprendere che ho perso in partenza, sono nei guai questo vorrà dire ritardare ancora di più il mio compito. Guardo i ragazzi così allegri e spensierati, sospiro e faccio spallucce che male farà se una sera andiamo a far danno da qualche parte? Voglio godermi questo soggiorno dai Jedi.

- Va bene, però non deve saperlo nessuno. - Calco bene l'accento sulla parola nessuno.
- Tranquillo amico, nessuno. - Ripete Cassiano. Lui è un ragazzo umano penso abbia la mia età. Capelli biondi occhi azzurri, corpo snello e muscoloso, come uno che si allena fin da piccolo.
- Si infatti tranquillo. - È Lia, lei è una Twi'lek. Deve ancora essere giovane forse è la più piccola del gruppo. La sua pelle è di un colore arancio chiaro. I tentacoli che spuntano dalla testa sono corti non lunghi, per questo penso sia giovane. È alta quanto Pam. Ha occhi neri e un bel sorriso.

- Facciamo questa sera? Andiamo in un bar. - Voglio proprio vedere cosa rispondono e se dicono sul serio o si tirano indietro.
- Va bene. Ore dieci nel giardino? - Aggiunge una Pam elettrizzata.
Mi piace è una tosta, non si spaventa e non si tira indietro davanti a niente.
- Vada per le dieci nel giardino. -
Li saluto e mi incammino verso l'immensa biblioteca dei Jedi. In biblioteca potrei trovare delle informazioni utili, su ciò che sto cercando.

Appena varco la soglia dei volti si girano a osservarmi, per vedere chi è appena entrato a disturbare il loro studio. La bibliotecaria una donna anziana, si avvicina a me.
- Dimmi giovane padawan, come posso aiutarti? - mi chiede gentilmente.
- Mi occorrerebbero dei libri sugli Holocron e le loro capacità. Perché vede devo recuperare molto e l'altro ieri mi sono imbattuto in questo nome. Vorrei saperne di più maestra. - dico. Spero ci caschi.
- Va bene, mi sembra giusto, però sta attento gli Holocron sono pericolosi. Un argomento delicato è, parlane anche con il tuo maestro. - Mio padre.
- Lo farò. - Le risposi, andandomi libero a sedere su un banco.
Nel frattempo la vedo esplorare un po' nel database e alla fine raggiungere la mia postazione con quattro dischi sull'argomento.
Inserisco il primo disco. C'è davvero un casino di roba da leggere e visionare. Sbuffo mi ci vorrà una vita.

Quando Obi-Wan arriva, è quasi ora di pranzo, sto morendo di fame, in questo lasso di tempo ho visionato solo a causa dei quattro dei dischi, tuttavia qualcosa ho appreso. Sembra che effettivamente un Holocron sia finito nelle mani dei Jedi. Dove lo custodiscono non lo so. Non c'è scritto da nessuna parte.
- Mi fa piacere vedere, che per una volta mi hai preso sul serio. - Mi dice il maestro sorridente.
- Ti prendo sempre sul serio. Quasi sempre. Comunque, maestro è vero che c'è un Holocron nel tempio Jedi? -
- Ahh, ti sei imbattuto negli Holocron . Si, solo uno ed è ben custodito è fondamentale per rintracciare i bambini sensibili alla forza ancora prima che nascano. -Mi spiega. Ecco perché mio padre ci tiene tanto.

Mentre camminiamo verso la sala del consiglio. Decido di indagare ancora un po'.
- Allora maestro, quindi questo Holocron è notevolmente importante da dover essere nascosto, giusto? E quindi solo pochi sanno dove si trova. Ovviamente ci sarà una stanza segreta da qualche parte nel tempio vero? - Gli chiedo cercando di assumere l'aria più innocente che ho.
- Quanta curiosità e quante domande. Comunque, l'unica risposta che ti darò è: Ovviamente, mio ​​padawan. Adesso andiamo. - Dice incitandomi a varcare la soglia della sala del consiglio.

Come sempre, tutti i maestri sono seduti in cerchio sulle loro immense poltrone circolari. Alcuni sono presenti di persona altri solo in forma ologramma.
Obi-Wan si siede insieme a loro e io come un fesso resto in piedi e al centro di quel cerchio.
- Il mio padawan ha qualcosa da dirvi. - È da un po' di tempo che Obi-Wan mi apostrofa come suo padawan. In effetti è lui che mi sta maggiormente dietro.
Lo guardo tregua poi decisi di accontentarlo.
- Volevo chiedere scusa per avervi mancato di rispetto l'altro giorno e per essere uscito di nascosto dal tempio ed essere tornato a tarda notte. - Sputo tutto senza prendere fiato. È stata la cosa più difficile al mondo. Mai avrei pensato di chiedere scusa hai Jedi.

- Le tue scuse noi accettiamo. Maestro Obi-Wan, qualcosa da dire tu hai. - Dice Yoda volgendo lo sguardo verso di lui.
- Si maestro. Sono stato incaricato pochi minuti fa dalle senatrici Amidala, Mothma e dal senatore Organa, di andare su Mandalore per indagare sulla morte della regina di Naboo. Loro credono che sia meglio inviarmi, poiché la duchessa Satine si fida. Vorrei chiedere al maestro Plo di badare in mia assenza ad Anakin. Non è pronto per venire con me. - Questa cosa non l'accetto.
- No! Aspetta un attimo, chi lo decide se sono pronto o meno! Non dovrei decidere io? - Sono furioso. Faccio missioni da quando ho sedici anni, maledizione!

- Sono io a deciderlo e questo tuo atteggiamento ne è la prova. È da poco meno di quattro settimane che sei qui, ancora non sei abbastanza esperto. - Chiude il discorso Obi-Wan.
- Si penserò io ad Anakin, nella tua assenza. - Risponde Plo. Come se io fossi invisibile.
- Tu partire devi. Un lungo viaggio ti attende. Che la forza sia Conte. - Concludi Yoda. I maestri si alzano, la riunione è finita.
Esco insieme a Obi-Wan. Sono contrariato lui lo sa, però non dice niente evita di parlarmi.

Arriviamo all'hangar dove l'aereodinamico jedi interceptor di colore giallo, lo attende già pronto alla partenza.
- Al mio rientro parleremo, per adesso non metterti nei guai e studia. Non voglio essere in pensiero per te. - ha un'aria apprensiva.
- Si va bene. Mi dispiace, però detesto essere messo da parte, sai che sono bravo, che posso farcela invece...-
- Non hai pazienza e non ascolti. Per adesso resterai qui. Le regole erano e sono chiare Anakin. -
- Va bene. - Mi arrendo. Non posso pretendere altro, ancora non si fidano di me.
Però almeno senza di lui avrò modo di indagare e di poter fare qualche giro extra di sera.

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