In viaggio verso Mustafar.
Dedica del tempo a chi ami,
oggi non tornerà e il domani è incerto.
(Mia cit.)
Dal finestrino della navicella, guardo il verde di Naboo allontanarsi lentamente. Anche Ashoka fissa il panorama insieme a me tenendomi per mano.
In tre giorni sono successe tante cose e spero che tutto piano piano, possa tornare a due anni fa. Con qualche modifica. Tenterò di essere meno lascivo e disubbidiente.
Forse smetterò anche di avere paura del maestro.
Il tempo è passato così velocemente. Tra un mese, infatti arriverà il giorno in cui tutto è cambiato. Ricordo così bene quel giorno.
Il giorno in cui ho imparato a temere il maestro. Da quel giorno tutto è cambiato. Persino io non sono più stato lo stesso. Niente è stato come prima. Ho smesso di giocare con il maestro e di provocarlo. Sono diventato più riservato e taciturno del solito. E si è creata una frattura fra me e lui. Una frattura che già era in essere da anni, ma che si è andata allargando a dismisura dopo le nuove regole.
Fin da piccolo mi sono sentito in più tra il maestro e Ashoka, un ospite.
Dopo quel giorno ho cominciato a vedermi come un fantasma, un fantasma vivo e visibile, ma un fantasma. Ho sofferto così tanto. Psicologicamente e fisicamente. Ho sofferto perché l'uomo che per me non è solo un maestro, ma anche un fratello e un padre, mi ignorava più del solito gettandomi solo freddezza e rabbia addosso.
Ho provato a sistemare le cose, però non andava mai bene.
- Ragazzi, scusate se vi disturbo in un momento tanto carino, però dobbiamo parlare un attimo. - La voce del maestro ci richiama alla realtà. Imbarazzati smettiamo di tenerci per mano.
Ci voltiamo convinti di trovare davanti a noi l'uomo in armatura e con il casco nero che conosciamo fin da piccoli. Invece, ciò si palesa difronte ai nostri occhi è il volto di un giovane, capelli biondo cenere, occhi azzurri, lineamenti un po' duri, ma allo stesso tempo delicati, una cicatrice che da sopra il sopracciglio sinistro scende al disotto dell'occhio. Lo guardiamo titubanti. È Ashoka a farsi avanti e parlare.
- Maestro, Darthcoso? -
- Esatto. Senza maschera o modificatore di volto. È giusto che voi sappiate chi si nasconde sotto la maschera. Il mio nome completo è Anakin Palpatine Skywalker. Palpatine è il cognome di mio padre, Skywalker della donna che ho sempre reputato una madre. Cognome che ho adottato durante il soggiorno al tempio Jedi, non potendo presentarmi come Palpatine. In realtà ho sempre e solo usato il cognome di Shmi. Privatamente e se vorrete potrete chiamarmi con il mio vero nome. Nessuno dovrà sapere che conoscete la mia identità e il mio nome di battesimo. Nessuno chiaro?- Ha un'espressione davvero seria in volto, dai suoi occhi duri e severi comprendo che non sta scherzando, nessuno dovrà sapere di questo.
Io e Ashoka ci guardiamo dubbiosi. Poi lo fissiamo - Come desideri maestro. -
- Va bene Darthcoso.- Ashoka come sempre si prende delle libertà che alle volte vorrei non si prendesse. La vedo mentre fa la linguaccia al maestro e per un attimo temo il peggio per me, ma la mia paura viene smentita poco dopo dal maestro che a sua volta fa un versaccio ad Ahsoka. Torno a respirare.
- Bene. Adesso, spero che per voi sia chiaro che ciò che è successo su Naboo deve restare su Naboo. Inoltre, vorrei parlarvi di alcune cose prima di arrivare a Mustafar. - La mano del maestro, cioè Anakin batte sul divano invidiandoci a sedere accanto a lui.
Con Ahsoka ci sediamo all'interno del divano semicircolare. E attendiamo che lui continui a parlarci.
- Allora, in questi due anni sono successe molte cose. So che sono stato molto severo e anche crudele alle volte. Mi rendo conto di avere commesso degli sbagli enormi con te Driù e so che anche te Ahsoka ti sei sentita responsabile del dolore che Driù viveva e forse vive ancora. Vorrei cambiare alcune cose se fosse possibile e cercare di reindirizzare la mira nel verso giusto. Intanto, se Ahsoka sbaglia sarà lei a subire il castigo, ti ho sempre protetta benché tu sia più che capace di proteggerti da sola. Quindi da oggi mi aspetto da te un maggiore impegno e sforzo. Inoltre, vorrei evitare di tornare a punizioni corporali. Vorrei non dover più ricorrere così spesso a questi castighi. Tuttavia questo dipenderà molto anche da te Driù e da quanto sarai in grado di essere un bravo apprendista, su questo non transigo. Scenate come quelle su Naboo non ne voglio vedere chiaro?-
- Si, è chiaro, è chiarissimo che tanto non cambierà niente. Tieniti stretto Padmé e Ahsoka io sto benissimo così. Sono un bravo apprendista, ma per te non è mai sufficiente ciò che faccio. Vuoi che le cose cambino, ma a modo tuo che cambiamento è? - Sputo tutto fuori senza prendere aria e pieno di rabbia repressa e da tempo soffocata. Quando però osservo la postura tesa e rigida del maestro comprendo il mio sbaglio. In quel istante avrei voluto rimangiarmi tutto nell'esatto momento in cui stava uscendo dalla mia bocca, ma ormai è tardi per tornare indietro. Sento gli occhi del maestro su di me, abbasso la testa come per comunicare lui che ho compreso il mio errore. Un silenzio di tomba in cui solo i respiri si odono. -Va nella cabina del pilota!- Ahsoka si alza e senza proferire parola si chiude nella cabina del pilota. Il maestro si siede sul tavolino basso posizionandosi difronte a me. Deglutisco a vuoto -Maestro... Ascolta...- Il rumore ormai familiare che segue è quello della mano del maestro che si abbatte sulla mia guancia. Massaggio mestamente la guancia lesa in silenzio. -Mi riferivo a questo comportamento Driù! Accetta questo cambiamento già non sarà semplice. Più di questo al momento non posso fare. Dico davvero.- Da piena di collera la sua voce lentamente va addolcendosi. -Scusa- Mi sento uno stupido, la verità è che sono geloso di Ahsoka e Padmé perché anche io vorrei avere ciò che hanno loro: l'affetto del maestro.
- Dai Driù vieni, prima di essere vicini a Mustafar voglio uscire dall'iperspazio così piloti un po'. Poi mettiamo il pilota automatico, mi vesto e ti faccio anche fare l'atterraggio. - Per un secondo lo guardo un po' titubante e sbigottito da questo repentino cambio d'umore, ma comprendo che forse sta provando ad allentare la tensione. -Si! - Urlo saltando in piedi come una rana come mi fossi appena ripreso da un sogno a occhi aperti. Nonostante la paura sono entusiasta, così felice che alzandomi di scatto inciampo sulle gambe del maestro cadendo tra le sue braccia da cui vengo respinto malamente.
- Driù! Calmati. Come fai ad essere sempre così mal destro? Guarda che se fai così non ti faccio pilotare. - Davanti a quel mezzo rimprovero, mi blocco.
-Scusa maestro. Non succederà più. - Sono triste, per colpa della mia euforia forse ho già rovinato tutto. Lo vedo scrutarmi severamente è mai possibile che con me sia sempre così severo? Che non ammetta mai un errore?
-Andiamo!- Seguo il maestro in silenzio
Quando entriamo nella cabina del pilota Ahsoka si alza dalla poltrona del guidatore. Vedo il maestro farmi segno di sedermi.
-Ahsoka tu resta qui oppure fa ciò che vuoi. Però resta lontana dai comandi.- Davanti all'evidenza che il maestro è follemente, e perdutamente terrorizzato da Ahsoka e dalla possibilità purché remota, che si avvicini alla sua bambina distruggendola trattengo a stento delle risate.
Una volta seduti hai posti di comando, ordino al droide amico di mille avventure di uscire dall'iperspazio. - R2d2 esci dall'iperspazio. - il piccolo droide bianco e blu con il suo strano linguaggio mi avvisa che ha eseguito la manovra.
- Bene, adesso lascia i comandi a noi R2d2. - Il piccolo droide esegue, sembra innocuo, ma se vuole r2d2 si sa difendere e anche molto bene, inoltre è affidabile e furbo sempre pronto all'azione coraggioso e implacabile è davvero il compagno di quasi tutte le mie avventure.
Driù non fa altro che esultare felice, Ahsoka lo sprona- Dai Driù ora facciamo una bella piroetta all'indietro. Vai su, più su, ancora più su... Gira! Gira! -
- Bravoooo!- urla super entusiasta e anche Driù che allegro lascia i comandi della navicella.
- Driuuu, i comandi. - Prendo al volo i comandi e evitando che la navicella perda in questo modo quota.
- Scusa, scusa maestro. - Riprende in fretta i comandi. Lo guardo severamente
- Maestro, scusa non volevo davvero. Mi sono solo... Scusa. - Mi dice guardandomi con occhi spaventati, dubbiosi e incerti.
- Sei davvero...- Mi interrompo notando per la prima volta il suo volto che si incupisce e gli occhi bassi che si inumidiscono, probabilmente già sa le parole che vogliono uscire dalla mia bocca. Ripenso al discorso che ho fatto con Padmè se continuo su questa strada non cambierà mai nulla: adesso però mi rendo conto che sarà davvero difficile per me cambiare. -Metti il pilota automatico, vado a cambiarmi, poi farai l'atterraggio. - Osa alzare gli occhi da terra per guardarmi in volto gli sorrido e lui ricambia riabbassando poco dopo il suo sguardo a terra.
- Va bene maestro. - Un sorriso a novanta gradi stampato in volto.
Mentre indosso l'armatura penso alle giornate trascorse su Naboo.
Sono sereno e felice, sento che questa volta sto percorrendo la strada giusta.
Ansi tra un po' di settimane organizzerò una nuova gita tutti insieme.
Esco dalla piccola in cui mi sono cambiato e vado nella zona riservata hai piloti.
- Eccomi ragazzi. - Ahsoka e Driù si staccano all'improvviso dal loro abbraccio e diventano rossi in volto.
- Beccati! - Guardo le loro facce imbronciate e viola per l'imbarazzo e non riesco trattenere a lungo le risate, che subito contagiano anche loro due.
- Dai atterriamo! - Driù torna a sedersi al posto di comando, io resto in piedi dietro a lui guidandolo, lentamente atterra all'interno dell'hangar. Sono stupito c'è riuscito con una facilità e bravura che non credevo possibile, essendo solo la seconda volta che manovra la mia navicella.
-Bravo!- Gli assestato un'incoraggiate pacca sulla schiena.
- Prima di scendere, ricordatevi noi in questi tre giorni ci siamo allenati, non sapete il mio nome, nè il mio volto. Mi raccomando comportatevi come sempre.-
- Si, si lo sappiamo. -
- Bene, andiamo. -
Si entra in scena!
Ogni vacanza è destinata a terminare, voi come affrontate e vivete la fine delle
vacanze lavorative o scolastiche? Per me è sempre un trauma 😂😂
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