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Imbarazzo


Dopo che le mie truppe sono state sistemate Padmè ha insistito perché tornassi in infermeria e così eccomi qua: rilegato in un letto di ospedale mentre l'intera base dei ribelli è in subbuglio. Inoltre mi sto annoiando da morire. Però almeno i dolori grazie al bacta stanno migliorando e anche i lividi sono scomparsi.

Mi giro per l'ennesima volta e sbuffo annoiato. Tuttavia qualcosa desta la mia attenzione: la porta della stanza si spalanca rivelando il viso di Lia, dietro di lei Cassian e Pam. Entrano timidi e un po' titubanti, forse per giunta timorosi. Mi fissano senza aprire bocca, faccio lo stesso.
- Di qualcosa, perché io non so che dire. - Dice Pam, muovendo il piede destro nervosamente avanti e indietro. Sorrido - Come state? - La piccolina Lia ormai cresciuta si getta subito tra le mie braccia - Credevo che non ti avrei più rivisto Ani. -
- Mi sei mancata anche te. Cassian, Lia, Pam, potete perdonarmi per avervi mentito?
Lia mi stringe più forte e capisco che nel suo cuore già mi ha perdonato.

Osservo Pam e Cassian con le braccia al petto e la fronte corrugata sono arrabbiati non serve alcun potere per capirlo basta guardare i loro visi.
- Tu! Tu, credi di poter piombare di nuovo nella nostra vita e aspettarti che noi ti accogliamo di nuovo a braccia aperte? -
- Già prima arrivi, ci inganni, scompari e poi infine riappari come Vader, ci credi forse fessi? -
- No, voi avete ragione. Vi devo delle scuse. Mi dispiace per quello che ho fatto e per avervi ingannati. Però sappiate che davvero mi sono affezionato a voi. Siete degli amici per me. Non c'è stato un giorno in cui non abbia ripensato al soggiorno su Coruscant e a voi. Soprattutto dopo che ci siamo trasferiti a vivere nel tempio Jedi -

- E come è? Il tempio intendo. - La rabbia di Pam è svanita adesso resta la tristezza è la curiosità di sapere se il luogo che per lei è una casa è come lo ricorda oppure no.
- Come sempre solo vuoto, freddo e silenzioso senza di voi.
- Non farlo mai più brutto idiota che non sei altro. - Urla Pam abbracciandomi
- Sappi, che se scompari di nuovo ti uccido sta volta. -Cassian mi sorride e si viene a sedere sul letto.

Ridiamo e scherziamo come se nulla fosse cambiato. Poco dopo ci raggiungo Ashoka e Driù insieme a Padmè.
In poco tempo la stanza si è trasformata in un campo da battaglia di cuscini e coperte sparse ovunque insieme a rimasugli del cibo che Padmè ha portato con se. Ridiamo felici di esserci finale te riuniti. Poi quando cala il silenzio Padmè mi osserva e con volto pensieroso mi riferisce una sua ipotesi.

- Penso che i maestri vorranno a parlarti per capire bene la questione del prescelto. Non so però quando ne avranno la possibilità visto il grande da fare che c'è. -
-Spero al più presto mi sto annoiando qui dentro, con questa compagnia così noiosa.- Volano cinque cuscini tutti sulla mia faccia. Le risate dei ragazzi coprono l'aprirsi della porta e l'arrivo di qualcuno.
- Signore, scusi se la disturbo. -
È l'ammiraglio Rey è leggermente imbarazzato per la situazione.
- No, non mi disturba. -
Pam e Cassian scoppiano a ridere. Rey li guarda con un sopracciglio alzato.
- Mi dica, signore... - Pam continua ridere a prendermi in giro seguita da Cassian e Lia.
- Ani, ti giuro se mi avessi detto chi eri quando eri al tempio ti avrei riso in faccia. - La voce stridula di Pam soffocata dalle risate contagia anche gli altri.

- Tanto lo stai facendo adesso. Rey possiamo anche darci del tu, dimmi pure. - Nel mentre sferrò una potente cuscinata a Cassian e a  Pam che soffocano le risate nel cuscino.
- I capi dei ribelli hanno richiesto la nostra e la tua presenza nella sala generale. Non so il motivo. -
- Va bene, grazie tra quanto? - Lo vedo esitare un attimo poi abbassa lo sguardo al suolo colpevole.
- Dieci minuti signore. -
- E me lo dici adesso, così! Spero abbia una giustificazione valida ammiraglio. - Sbotto infastidito e nervoso. L'ammiraglio si innervosisce, il mio sopracciglio si alza in attesa di una sua spiegazione.
- Chiedo scusa, mi sono perso. - Mantiene una postura rigida e lo sguardo basso.
-Non è successo niente Rey, può andare.- Guardo Padmè con uno sguardo assassino. Rey guarda me interrogativo, Padmè mi scruta con fare persuasivo.
- Vada, ci vediamo alla riunione.-
- Alle volte sei troppo severo con i tuoi uomini Ani, uscite tutti così lo aiuto a vestirsi.- Alzandosi Driù e Ashoka lanciano bacetti prendendoci in giro e ricevendo da me delle cuscinette. - Forse hai ragione.-

Mi Alzo e con l'aiuto di Padmè tolgo la maglia, le sue mani percorrono i miei pettorali e addominali, ogni parte del mio corpo si indurisce e rilassa allo stesso tempo sotto il suo tocco. - Quando avrai la tua stanza magari potremo stare un po' soli. - Lascia baci dolci sul collo che mi mandano in bisbiglio.
- Sono sempre disponibile per te. - Lei sorride e anche io. Mi aiuta a vestirmi non c'è né sarebbe bisogno però questo suo modo protettivo mi piace quindi la lascio fare. Approfitto per questo momento di solitudine per ricambiare i suoi baci, ci abbracciamo per un po' poi però torniamo alla realtà.

Usciamo di corsa dalla stanza - Tre minuti Ani solo tre minuti e poi... -
- Siamo in ritardo. - le dico concludendo la sua frase.

Mi prende per mano e corriamo insieme nei corridoi affollati di soldati ribelli e soldati ex imperiali. Correndo scansiamo droidi riparatori o da trasporto. In realtà per poco non andiamo a sbattere contro un gruppo di soldati ribelli.
- Scusami. - Gli urla Padmé senza fermarsi a sentire la loro risposta. Corriamo e ridiamo allo stesso tempo.

- Padmé atten...ta- È andata a sbattere contro un soldato della divisione speciale dell'impero. Appartiene alla divisione Alpha. Il soldato Felix lo conosco e so che si irrita davvero facilmente.
- Vuoi stare attenta a dove cammini! - Gli urla contro. Padmé lo guarda e per niente intimorita muovendo un dito di fronte al volto del soldato - Senti bellimbusto non so dove tu abbia imparato le buone maniere, di certo dovresti ripassarle. Non ci si rivolge così a una signora. - Apostrofa ogni parola le guance le si tingono di rosso, questa donna è un magnete per me.

- Ma chi ti credi di essere  forse sei tu che devi cambiare atteggiamento. Forse non sai con chi stai parlando. - Vedo il soldato avvicinarsi a lei.
-Soldato! Derh basta così! Forse dormivate quando Padmé si è presentato. E quando vi ho detto espressamente che...- Padmé ferma la mia mano che stava per scagliarsi contro il soldato.
- Fermati! Anakin è normale. Va bene così, ho sbagliato ad andargli addosso e lui nel modo di reagire. Penso che delle scuse reciproche potranno bastare. - Il suo sguardo gelido mi trapassa da parte a parte. È infuriata con me. Lascio perdere è una battaglia che non posso vincere. Riprendiamo a correre in direzione della sala comando.

Giunti sul luogo, sostiamo un attimo ansanti e con il fiato corto difronte alla porta di accesso. Padmé si poggia alla grande porta mettendo in risalto il suo seno e le sue gote arrossate per la corsa. Un brivido percorre il mio corpo. Ho un solo desiderio baciarla. Mi avvicino e delicatamente mi poso su di lei pronto a darle un bacio proprio mentre le nostre labbra si stanno incontrando e le nostre mani si cercano sfiorandosi bramose la porta si spalanca e noi cadiamo a terra come due pesci lessi. Le nostre labbra sovrapposte le une sulle altre. Sarebbe stato perfetto se non fossimo caduti in quella posizione imbarazzate davanti a tutta la sala comando piena di capi dei ribelli e dei miei uomini.

Un lieve rossore compare sia sul mio che sul viso di Padmé.
- Uhm e uhm sì... Direi che... Ecco...- Dico imbarazzatissimo alzandomi da terra e dando la mano a Padmé.
- Che siamo arrivati. - conclude Padmé prendendo la mia mano e alzandosi. Una volta in piedi cerca di sistemare il suo vestito che le si è alzato. Guardando quella scena arrossisco ancora di più e distolgo subito lo sguardo.
Il che peggiora la situazione perché mi ritrovo i volti di tutti puntati addosso.

- Bene! Ora possiamo cominciare. - Annuncia Padmé cercando di ritrovare il contegno e il controllo della situazione.
- Si direi di sì. - Sento che aggiunge Obi-Wan. Ha un sorriso malizioso stampato in faccia e un sopracciglio alzato, mentre con espressione loquace ci guarda.
Prendo posizione accanto hai i miei uomini. Rex mi sorride come a dire: Tanto non cambierai mai.
Padmé prende posizione al centro del tavolo.

- Se non è troppo, vorrei sapere il perché di questa riunione. - Sono sempre stato un tipo diretto i giri di parole li detesto. La folla si dirama per far passare un deciso Yoda che cammina zoppicando e poggiandosi al suo bastone.
-Momento di parlare è.-

Punto di vista Rex

Guardo Anakin sospirare. Il momento che per anni ha atteso, quello in cui avrebbe rivelato parte di sé agli altri è giunto. Osservo Ashoka e Driù fissano il loro maestro.

Nessuno di noi sa cosa si aspettano i ribelli, ma sicuramente vogliono delle risposte.
Lo guardo preoccupato questa situazione non mi piace.
- Forse, maestro Yoda è presto per questo e forse c'è fin troppa gente. Dopo tutto la vita di ognuno di noi è privata. - Dico a denti stretti.
-Si Rex a ragione. - Aggiunge Padmé lei sa, quanto costa ad Anakin tutto questo.
- Se noi ci dobbiamo fidare di voi, di lui io voglio sapere tutto! -Tuona battendo il pugno sul tavolo il generale e comandante della base, Jan Dodonna. Il vociare tra i ribelli si fa più intenso sono tutti d'accordo.
-Concordo! - Urla il generale Lando Calrissian. Un uomo di colore, capelli neri occhi scuri e due baffi sul viso bonario. Veste una maglia azzurra con bordi neri, pantaloni neri e un mantello azzurro foderato internamente con una stoffa dorata.

- Non potete obbligare Lord Vader a fare qualcosa che non vuole. - Risponde il generale Tholl un umano di circa quarant'anni, alto magro e con una barba ben curata. Occhi verdi, capelli castani. Indossa ancora la divisa imperiale. Come tutti i soldati appena giunti alla base.
Un vociare di assenso si alza tra le file dei soldati imperiali. Dopo tutto nessuno di loro ha mai conosciuto l'identità di Vader, figuriamoci la sua storia a loro sta bene così è il generale che seguirebbero ovunque per questo sono qui.

- Silenzio! Silenzio per favore. Ani, io non sapevo nulla di tutto questo e lo sai ero con te in infermeria quando ci hanno chiamato. Se vorrai rispondere, risponderai, altrimenti non lo farai. In entrambi i casi io sarò con te. - Dice Padmé afferrando la sua mano, lui le sorride.
- Cosa volete sapere? - Guarda i Jedi sorridendo loro. Il mio Anakin è cresciuto non teme più il giudizio delle persone. Oggi è più libero di ieri.

Tutti cerchiamo la libertà però non comprendiamo che noi siamo le gabbie di noi stessi. Che la libertà non è fuori di noi, ma dentro. Perché quando saremo liberi di essere invece di dover essere, quando ci ameremo e apprezzeremo per ciò che siamo, quando ameremo ciò che abbiamo senza volere di più, allora saremo liberi.

POV Anakin

Appena pronunciato quella frase me ne pento subito, però ho deciso comunque di continuare.
- Del prescelto noi sappiamo, le analisi rivelato che grandissime quantità di miniclorian nel tuo sangue sono. Importante questo è. - Mi dice Yoda rispondendo alla mia domanda di poco prima.

- Di questa storia so ciò che era importante che io sapessi: Sono il prescelto per volere della forza e per questo motivo le sorti dell'equilibrio dipendono da me. Ho sentito una volta solamente papà parlarne con mamma, ma non ricordo bene lo stavo spiando di nascosto e quindi...-

- Eri ovunque, non stavi fermo un attimo. Un tornado! Che da fare che ci davi. -Dice Rex sorridente.
- È già. - Conferma Tech seguito dagli altri portandosi una mano dietro alla nuca.
- Ma vi ricordate di quando ha fatto quasi esplodere tutte le cariche di Fives? Un altro po gli veniva un infarto al povero Fives- Dice Trooper, lui e la sua bocca lunga. Ride, seguito da Fives e gli altri. Il suo occhio bianco puntato su di me, la sua mano a carezzare la sua nuca pelata.
- Questo non c'entra adesso. - Sono un po' imbarazzato.

- Una cosa non capisco il prescelto secondo là leggende è colui generato dagli stessi miniclorian, eppure Vader una madre c'è l'aveva.- La frase di Mace lascia persino me di stucco. Sbigottito guardo Rex alla ricerca del suo aiuto allora lo vedo prendere la parola, ma è come se ha un peso sullo stomaco.

- Ti chiedo scusa Anakin, non avrei mai voluto che tu scoprissi la verità in questo modo. Shiva non è mai stata la madre di Anakin. Ansi si convinse che il bambino le avrebbe portato via il potere che era riuscita a conquistare così provo ad eliminarlo assorbendo tutti i suoi poteri. In fin dei conti, Sidius sposó Shiva solamente perché così avrebbe messo in scena una vera famigliola.- Lo guardo più confuso che mai cerco nelle rughe di espressione una negazione rispetto ha quanto detto. La negazione non arriva.

-Stai nascondendo qualcosa, sai più di ciò che dici. - Interviene il maestro Plo Koon. Non si può sfuggire all'istinto di un Jedi.
-Rex? - Gli chiedo guardandolo. Si guarda intorno, poi osserva gli altri ragazzi, sospira e risponde.
- Anakin, avrei voluto parlarne in privato con te, però ormai è tempo. Palpatine ovvero Lord Sidius, ti ha riconosciuto a tutti gli effetti come suo figlio ereditario e carnale, però tua madre era Shmi. Non c'è un padre perché davvero sei stato generato dalla forza. L'unica cosa che ti unisce a Sidius è il fatto che prima e durante la formazione del feto ha spesso irradiato il feto con una quantità di energia proveniente da lui. Assicurandosi così un maggiore potere in te e un legame diretto. La verità è che Sidius non credeva si sarebbe affezionato al bambino. Però avendo condiviso con te, parte della sua energia, ti sentiva veramente come parte di sé, come un figlio. Quando Shiva ti ha rapito, ha compreso il legame che vi univa. Appena ti ha riportato a casa, ha cambiato strategia allontanandosi da te. Temeva l'avresti reso debole. Sidius aveva paura di legarsi a te, temeva di perdere di vista il suo obbiettivo. Tuttavia si affezionò ugualmente, un affetto che secondo me ancora prova. Per questi motivi e altri a me ignoti tuo padre ha poi decretato che Shmi doveva morire e il tuo trasferimento su Mustafar il prima possibile. Un posto in cui avrebbe potuto gestire meglio la tua educazione, senza temere la presenza di persone che lui riteneva nocive, come Beru, Bull e Wendalyn.-

Poggio le mani sul tavolo e respiro profondamente. Bene! Tutta la mia vita è stata una menzogna. Ho creduto che Shiva fosse mia madre, ho dubitato delle parole di Shmi, per anni mi sono interrogato sulle sue parole. Mio padre, non è mio padre, ma questo nel profondo lo sentivo. Nel profondo sentivo che le parole di Shmi erano vere. Ciò che fa male sono le menzogne ​​con cui ho vissuto per anni e che Rex e gli altri mi abbiano anche loro tenuto all'oscuro di tutto.

Nella stanza c'è silenzio gli occhi sono puntati su di me. Trattengo le lacrime. Sono comunque un comandante. Sono comunque un principe. Educato come tale e cresciuto per essere un re. Nonostante tutto papà mi ha riconosciuto come suo erede diretto. Ha condiviso con me la sua energia, ecco cosa ci unisce. Dopo tutto mio padre è in grado di gestire la vita e la morte tramite la forza non mi sorprende sia stato in grado di trasmettermi parte della sua energia.

- Quand'è che sei diventato Vader? - Mi domanda il senatore Organa. Prendo fiato e cerco di mantenermi calmo anche se avrei voglia di spaccare l'universo.
- In realtà papà e Shiva mi chiamano Vader da che ne ho memoria, i miei maestri anche, nessuno doveva sapere il mio nome, però Rex, Shmi, i ragazzi, e chi era alla villa su Tatooine lo sapevano. Ufficialmente avevo sedici anni quando papà mi ordinò d'indossare l'armatura e divenire in tutto e per tutto Vader. - Non ho un bel ricordo. Quante volte i maestri mi hanno obbligato a indossare l'armatura, quante volte avrei voluto essere altrove. Altre domande si susseguono, cerco di rispondere mostrandomi cordiale, ma ogni minuto che passa aumenta la mia voglia di fuggire via.

- Ti occupavi degli spostamenti militari? - Mi chiede il generale Dodonna.
- No, almeno non all'inizio. Papà voleva che prima imparassi alla perfezione. Dopo, quando mi ha reputato pronto ho cominciato a rivestire anche quel compito. Si, e, no avrò avuto diciotto anni. -
- Quindi, tu sai alla perfezione dove sono tutti i punti strategici fondamentali. - Afferma un ragazzo alto, magro e con capelli neri e una giacca di pelle marrone in spalla.
- Sì, ecco. Io stesso ho progettato le loro difese. E quindi so come distruggerle. - concludo.
- Bene penso che per oggi abbiamo finito. Avremo modo di conoscere ognuno di voi. - La voce di Mon Mothma mi irrita.
- E noi, di conoscere voi, senatrice. - La mia risposta è acida e stizzita. Scelto prima che qualcuno possa fermarmi esco dalla stanza: Ho necessità di stare solo.

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