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Decisioni

Dobbiamo essere disposti a lasciar andare la vita che abbiamo pianificato, in modo da vivere la vita che ci sta aspettando
(Cit. Joseph Campbell)

Tre giorni, che sono tornato nel mio maledetto e dannato mondo.

La nostalgia dei giorni trascorsi su Curuscant, alle volte, mi tiene sveglio di notte. Mi mancano i suoi sorrisi, gli abbracci dati di nascosto, i baci sfiorati e le parole sussurrate tra le fredde mura del senato galattico.

Mi mancano persino quei confusionari Padawan Jedi sempre impegnati, sempre sorridenti, sempre di corsa. Mi manca Obi-Wan, si perché lui nonostante non sapesse niente di me, ci ha provato, ha provato a dissipare l'enorme barriera, l'enorme vuoto e l'oscurità che aleggiano nel mio cuore.

Qui su Mustafar c'è solo silenzio. Una quiete che mi spaventa. Un silenzio che riflette la solitudine di tutti noi. Però devo ritrovare me stesso, tra queste mura che sanno di dolore, di sangue, di rovina, devo trovare me. Devo ritrovare il coraggio di andare avanti i Miei apprendisti mi attendono.

In questi mesi di lontananza, li ho pensati così spesso, li ho dovuti abbandonare con solo la protezione dell'inquisitrice kala.

Quando ero con i Jedi avrei voluto essere qui tra i miei uomini, adesso che sono qui vorrei essere con lei e con Obi-Wan.

Come posso essere un Sith, come posso essere leale a mio padre? Quando il mio cuore è spaccato a metà. Si perché nel mio cuore c'è un immenso divario tra ciò che vorrei e ciò che devo. Si, devo.

E se io smettessi? Se smettessi di essere un devo tra i milioni? E se scegliessi di essere? Essere, tutto ciò che ho sempre sotterrato. Essere il prescelto, si, ma a modo mio.

I Jedi dicono che il prescelto porterà equilibrio distruggendo i Sith, mio padre dice che porterò equilibrio distruggendo i Jedi e se io, invece, magari avessi un altro obbiettivo?

La galassia intera mi chiede di scegliere di prendere una parte, ma se io non volessi scegliere, se io decidessi diversamente? Se per una volta fossi io a decidere del mio destino? Perché chi sono veramente me lo ha mostrato Padmè non sono solo fuoco, distruzione, non sono solo ghiaccio, no sono anche amore, acqua, e pace, forse sono loro che sbagliano, forse non è per forza tutto nero o bianco. No, tra il nero e il bianco, come dice Rex c'è uno spazio in quello spazio c'è il grigio. Una striscia di grigio. E se io scegliessi di agire all'interno di quel contesto? Il bianco e il nero, non avrebbero più importanza. Allora non conterebbe jedi o Sith, ma solo ciò che è giusto o sbagliato in quel determinato momento.

È così sottile la linea di confine tra luce e ombra, che alle volte le luci e le ombre dell'una o dell'altra si intersecano tra di loro, creando un corridoio di unione ed è lì che io scelgo di agire.

L'ho già fatto anni fa con Kala, con Ahsoka, ho già dimostrato a me stesso e a loro che è possibile convivere, adesso devo solo dimostrarlo all'universo intero so che Padmè sarà con me, per questo non ho paura che Rex e i ragazzi saranno al mio fianco, so che anche i Padawan saranno con me, devo solo attendere il momento giusto per agire.

Apro gli occhi, sono ancora qua inginocchio e a testa bassa. La stanza riservata al mio addestramento è completamente avvolta dall'oscurità, la notte è ormai scesa da tempo. Le ombre si allungano intorno a me le segome dei pali di legno e degli attrezzi di addestramento sembrano mostri nel cuore della notte. Di notte tutto è più spaventoso.

Sono ore che mi trovo qui, a riflettere sul mio fallimento. Ma adesso basta!
Di scatto mi alzo, basta! Basta accettare ogni cosa silenziosamente! Non so cosa mi attende, cosa la forza si attende da me, ma non mi tirerò indietro, non più.

Le guardie rosse agiscono d'istinto, pronte a colpirmi, per rimettermi al mio posto, ma questa volta non ci sto! Questa volta, scelgo io. Un movimento rapido, con la forza sposto i loro colpi, è semplice per me, un gioco, sembra quasi di danzare. Provano a colpirmi, ma inutilmente afferro i loro bastoni elettrificati, sottraendoglieli, non attendo oltre, trapasso la prima guardia con un colpo e poi anche la seconda. Le guardo morire.

Sono state le mie carceriere per anni, con loro muore una parte del mio passato.

Darth Vader e Anakin, non sono mai stati così uniti. Dopo tutto, non sono due persone distinte sono una sola persona, due facce della stessa medaglia, l'uno non può vivere senza l'altro.

Mio padre e i miei maestri entrano di corsa nella stanza, devono aver sentito la loro morte e uno spostamento nella forza. Guardano in terra dove il sangue dei due soldati ha formato una pozza che si allarga velocemente sul pavimento in finto legno le loro vesti rosse, sono bagnante del loro sangue.

Mi scrutano con sorpresa lì osservo con fermezza, non indietreggio, non chino il capo, non chiedo scusa, no sono il principe dei Sith, sono il prescelto, sono Darth Vader, sono Anakin Skywalker.

Drizzo la schiena, testa dritta, camminata sicura. Passo tra di loro, non do spiegazioni, non chiedo permesso. Mio padre ha un sorriso compiaciuto e beffardo, i miei maestri sono meno sicuri di loro, timorosi. Oggi è nato un nuovo me, ma se mio padre pensa di potermi domare, di potermi fermare, si sbaglia da oggi io non combatto per lui, combatterò per me. Farò le cose a modo mio.

Le luci rischiarano i miei passi, oscurando, chi resta alle mie spalle. Persino le luci sembrano indicarmi il cammino, assentire alla mia decisione.

Quando entro nelle mie stanze, vedo la luce accesa in salone, forse l'ho distrattamente lasciata accesa, strano però sono luci automatiche. Varco la porta che dal corridoio conduce al enorme salone e trovo Driù intento a studiare perché è nelle mie stanze? Non l'ho chiamato e non ho dato lui il permesso di essere qui, un moto di rabbia sale in me. Però cerco di calmarmi, mi sono ripromesso di essere diverso. Quando mi vede arrivare, solleva il viso dal libro e si alza di scatto, non capisco perchè si trovi qui senza avere il mio permesso!

Cerco di restare calmo, Obi-Wan ha sempre parlato con me, il suo parlare mi dava sicurezza e mi faceva comprendere di essere ascoltato, compreso e amato. Tre cose che forse Driù pensa di non avere. E la colpa è solo mia. Ho fatto così tanta differenza tra loro due.
Mi avvicino e lui si mette in ginocchio, non fiata e non osa aprire bocca. Vedo però il suo petto salire e scendere velocemente. Sembra davvero me, davanti hai miei maestri, mi rivedo davvero in lui nella paura dell'attesa nel dubbio di quando arriverà il colpo.

Comprendo che veramente, ho fatto lui almeno in parte ciò che è stato fatto a me, la promessa  che avevo fatto di dare loro solo il meglio è stata rispettata a metà. Alle volte penso di avere sfogato su di lui persino le mie ansie. Ho detto a Padmé che avrei voluto ricominciare, che avrei voluto sistemare le cose con lui. Quindi è ciò che devo fare, però non so come farlo.

- Perché sei nella mia stanza? Non ti ho dato il permesso. - La voce esce più dura e severa di ciò che avrei voluto.
- Maestro io... Mi dispiace. - Avverto un tremore, è indifeso e spaventato, non pronuncia una parola in più come se le spiegazioni fossero inutili, sospiro e lui si fa ancora più piccolo se è possibile, sono stanco e non sono come venire fuori da questa situazione, da dove cominciare. Porto una mano alla tempia e sfioro la superficie liscia del casco: non sono più abituato a questo contatto.
- Non è una risposta! Rispondimi e non farmi perdere tempo. - Ok, grande Anakin, un bellissimo approccio è possibile che con lui non sai essere meno severo e freddo? Vedo Driù abbassare ulteriormente la testa, già quante volte gli ho ripetuto che mi stava facendo solo perdere tempo. Per Ahsoka invece il tempo l'ho sempre avuto.

- Maestro, la verità è che sono confuso su alcune cose dei capitoli che ci hai assegnato ieri e che devo ancora finire di studiare quindi sono venuto nelle tue stanze pensando tu ci fossi, ma non c'eri ho deciso di attenderti qui, lo so che non ho il permesso di entrare è che ho pensato potesse essere una buona idea. Ho sbagliato me ne rendo conto solo adesso. Mi dispiace signore lo giuro. Vado via subito. Non volevo disubbidirti.- Con la mano gli faccio segno di alzarsi in piedi, con la forza chiama a se il libro, forse è l'occasione buona per stare insieme una volta che si è messo in piedi e ha recuperato il materiale: vuole uscire Dallas stanza fa un passo, ma lo blocco subito. Appena le mie mani stringono le sue spalle si irrigidisce, sospiro di nuovo e sento che un po' inizia a tremare. Esegue un fugace inchino mentre si scusa spaventato.

- Non volevo, mancarti di rispetto. - Ormai quando stiamo vicini Driù va in tilt ha così tanta paura di sbagliare che non fa altro che commettere errori che non ho mai lasciato impuniti, nemmeno una volta. Tuttavia adesso ho compreso di aver commesso un ulteriore errore di valutazione se lui reagisce così, è per via della paura di sbagliare o deludermi. Paura che lo porta a commettere quel esatto errore che vorrebbe non fare. Ci ho messo un po', ma alla fine ho compreso, dopo tutto io stesso commettevo questo sbaglio alla sua età.
- Non ti ho detto di andare via Driù. - Parlo adottando un tono di voce più dolce, lo vedo stringere il libro con le mani e abbassare le spalle rassegnato.
- Ho assegnato questi capitoli sia a te che ad Ahsoka ieri, perché lei ha finito e te no? È possibile che tu sia sempre indietro? - lo rimprovero aspramente è possibile che lui sia sempre così indietro rispetto a lei? Però la verità è che con Driù non perdo più tutto il tempo che dedico ad Ahsoka ne spiego lui le cose con la calma è la pazienza che uso con lei. Con lui ho adottato lo stesso metodo che è stato sempre usato con me dai maestri: se commetti un errore devi scontarlo, che sia negli allenamenti, nello studio o in battaglia un errore non può essere perdonato.

Desideroso di ottenere il meglio per lui e di renderlo il più forte possibile per non perderlo l'ho allenato duramente e con severità, senza accorgermi che così facendo lo stavo già perdendo.
- Scusa maestro. Recupero, te lo giuro. Vado nella mia stanza e mi metto a studiare. Magari li non darò fastidio a nessuno. Posso andare? Per favore? -
- No! Ti siedi di nuovo alla scrivania e studi con me. - Alza gli occhi per un istante lo vedo deglutire, apre le labbra come per voler dire qualcosa, ma la voce non esce, sconfitto abbassa di nuovo la testa nelle poche occasioni in cui abbiamo studiato insieme, sono state più le volte in cui l'ho punito perché sbagliava, che quelle in cui cercavo di fargli capire dove sbagliava e il perché.

Lo vedo sedersi e cominciare a svolgere gli esercizi, io mi siedo al suo fianco con la coda dell'occhio spesso mi osserva cerca di capire quando arriverà il colpo, lo sento respirare piano e lo vedo cercare di eseguire tutto alla perfezione, senza errori o sbavature. - Stai sbagliando, lo vedi?- Driù fissa il foglio alla ricerca dell'errore però non lo vede. Continua per un po' di tempo a concentrarsi su quelle pagine mezze nere e mezze bianche, alla fine si arrende mogio sposta le braccia sotto alla scrivania e le stringe intorno alla stoffa dei suoi indumenti. Prende fiato poi parla.
- Non so dove sia l'errore. Scusa maestro sono un disastro. - È mortificato e spaventato allo stesso tempo, sa cosa gli aspetta o almeno pensa di saperlo, sposto la mano alzandola e lui chiude gli occhi. - Ti giuro, non lo vedo. Non volevo sbagliare. Scusa. - È l'istinto a guidare le mosse successive di Driù, porta le mani al volto ritirando il collo come fosse una tartaruga, si piega in avanti cercando di usare il tavolo come una protezione.
-Ti prego... Non accadrà più...Per favore.- Evito di sospirare e buttare fuori tutta la tensione che sto accumulando, non voglio si spaventi di più. Delicatamente poggio la mano sulla sua spalla, con calma lo tiro su costringendolo a guardarmi. I suoi occhi sono lucidi, una lacrima scende sul suo viso e la raccolgo asciugandola, lo vedo spalancare le palpebre ci fissiamo per un po' nel silenzio totale. -Driù...- -L-Lo so, mi-mi dispiace- Stringe la stoffa dei sui abiti fino a far sbiancare le nocche chiude gli occhi in attesa  delle scariche dei fulmini di forza. Ignoro tutto e con calma lo porto a voltarsi nuovamente verso la scrivania, gli mostro il foglio con gli esercizi.
- Ehi, Driù, sta qui l'errore guarda. Ti faccio vedere. Così quando capisci dove sbagli sarà più semplice farli. - Per un po' resta sbalordito. Sorrido felice.

- Allora vuoi starmi a sentire oppure vuoi continuare a fissarmi?- Chiedo dandogli una leggera pacca sul collo e lui abbassa subito lo sguardo sul foglio. Segue attentamente ogni mia spiegazione però è stanco lo vedo. In realtà penso che la tensione che ha accumulato stando vicino a me lo porti a essere teso e distratto quindi fatica molto di più a concentrarsi.
- Ehi, vuoi fare una pausa? Ti va? -
- Maestro, non ti sto portando via troppo tempo? Se vuoi vado via. - Alla fine della sua frase sbatto la mano sul tavolo
- Non è la risposta alla domanda  che ti ho fatto Driù! E lo sai che odio quando non mi rispondi.- Sobbalza difronte all'ennesima sgridata inutile: come sempre ho perso la pazienza.
- Scusa, si vorrei fare una pausa maestro, se va bene. -

- Vieni allora. - mi siedo sul divano e lui resta in piedi.
- Driù puoi sederti se vuoi. -
- Maestro, posso farti una domanda? -
- Si dimmi pure. - Si mantiene lontano da me, con la schiena dritta e la testa inclinata in basso.
- Come è stato stare al tempio Jedi? - Mi volto di scatto verso di lui questa domanda non me l'aspettavo, non da lui.
- Che ti importa, non ha importanza. Non fare domande sciocche. - Driù come sempre incassa il colpo in silenzio. Restando in un mutismo assordante. Complimenti Anakin, se è così che vuoi risolvere il problema, stai miseramente fallendo.
- Mi dispiace è che ho sentito che ne stavi parlando con Ahsoka l'altro giorno nella sua camera e ho pensato che... Scusa maestro ho sbagliato. - Cerca di scusarsi, ma così peggiora la situazione.

- Driù! Ci hai spiato? Hai davvero spiato le nostre conversazioni? - Come si permette di ascoltare conversazioni che non gli riguardano, sono furioso e lui deve averlo compreso dal tono della mia voce perché lo vedo cambiare posizione e mettersi inginocchio davanti a me.
- No, no. Io stavo andando da Ahsoka e la porta era aperta e ho sentito solo che gli stavi dicendo di come i padawan e i maestri avessero rapporti diversi e delle serate trascorse a mangiare schifezze. Non ho sentito altro, lo giuro. Non mi intrometto tra te e lei so che non devo. Mi dispiace. - La sua voce sta tremando per l'ennesima volta sto facendo differenze, per l'ennesima volta sono riuscito a far sentire Driù un ospite non voluto.
- Forse maestro, non avresti mai dovuto prendermi con te sono un totale disastro. Forse avresti dovuto lasciarmi morire. - Quando sussurra quelle parole il mio cuore si disintegra, sento affiorare una rabbia tremenda verso di me e di lui, gli tiro uno schiaffo talmente forte da fargli voltare il viso dall'altra parte. Poi gli e ne assesto un secondo e un terzo. Lui subisce inerme. Quando smetto e  ritrovo la lucidità. Comprendo ciò che ho fatto. Volevo picchiare me e me la sono presa con lui.

Mi avvicino e lui si allontana.
- No, no. Basta non ti colpisco più. Non dirlo mai più. - Ho una voce autoritaria, ma allo stesso modo provo a far sentire a Driù che ho affetto anche per lui.
- Scusa maestro. - Guardando la guancia livida mi sento un verme così decido di mandarlo via.
- Va bene, adesso lasciami ho molte cose da recuperare.- Lo liquido con grande freddezza.




Eccoci quaaaa. Riuscirà per voi Anakin ad appianare i problemi con Driù?

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