Cattive notizie.
Non si può cancellare ciò che è stato.
Però, si può imparare a conviverci.
(Mia cit.)
Bar appartenente alla Gilda dei cacciatori di taglie, Mandalore.
- Non voglio farvi del male. Non siete voi a interessarmi. - Dico rivolgendomi agli Aqualish, tuttavia non sembrano credermi impugnano i loro blaster e cominciano a riversarmi addosso la loro furia omicida. Parte uno sparo, ma lo paro velocemente con la spada laser. I miei sensi affinati, grazie alla forza mi permettono di schivarne altri cinque spari. Il più grosso del gruppo si getta su di me, rotoliamo a terra, subito ne arrivano altri due, riesco a liberarmi dalla presa del primo con facilità poi mi occupo dei nuovi arrivati, un semplice gesto e volano gambe all'aria, gli altri tre capendo che non avrebbero potuto sopraffarmi scappano a quel punto mi concentro sul loro capo è a terra e si tiene la testa dolorante deve aver sbattuto da qualche parte. Il bar è completamente distrutto fori di blaster sono ben visibili nei muri, e i tavoli sono stati mitragliati dai colpi a dovere, questo luogo avrà bisogno di una bella risistemata.
Mi chino sull'Aqualish a terra e lo osservo attentamente, ha gli occhi di chi teme di poter rivelare troppo e per questo essere eliminato.
- Sono sicuro che tu conosci quella donna, non so il perché ma penso tu sia in combutta con lei. Io lo sento. -
Lui resta in silenzio.
- Dimmi chi è, per chi lavora e dove posso trovarla! - il mio tono ha assunto una nota di comando, non ho tempo da perdere. Attendo, però c'è solo un ostinato silenzio.
- Bene! Se non vuoi dirlo a me, lo dirai alla guardia della duchessa. - Lo vedo sbiancare. Già i metodi mandaloriani non sono tra i migliori.
- No! No! Aspetta amico, ti dico quello che so. -
- Bene, allora dimmi tutto quello che sai. -
- È una cacciatrice di taglie di nome Fegh non so che razza sia, lei usa un travestimento. So solo, che ci ha pagato per distrarti. E che doveva tornare su Coruscant. Non so altro, lo giuro.- Sento che mi sta dicendo il vero.
Nel frattempo sono arrivate delle guardie a cui affido gli Aqualish.
Devo tornare su Coruscant, prima però dovrò capire che legame c'è tra Mandalore, la cacciatrice di taglie e Coruscant. Sembra tutto così irreale e strano.
Devo parlarne con Satine.
Esco dal bar e salgo su uno sprinter che mi offre una guardia devo tornare a palazzo. Lo sprinter è di colore nero senza tettino a solo due posti. Non sono uno che ama correre su questi mezzi però in questo momento ho una priorità. Spingo sull'acceleratore e cerco di arrivare il più velocemente possibile a palazzo. Temo la congiura sia più estesa di quanto crediamo. E temo, possa essere stata avviata da un membro del senato stesso.
Vedo arrivare Obi-Wan di gran carriera e correre verso di me. Se fa così ha solo brutte notizie, niente di positivo temo.
- Obi-Wan, che succede? - Non nascondendo la mia ansia.
- Devo parlarti, da soli e in un posto dove nessuno può ascoltarci. - Senza replicare gli faccio segno di seguirmi, lo scorto in una zona isolata del palazzo. Siamo in un corridoio che conduce alla vecchia ala. Qui, da molto tempo non viene più nessuno tranne io quando voglio stare sola.
- Qui non viene nessuno da molto ormai. Dimmi che sta succedendo. - Si guarda intorno: piccole ragnatele pendono scomposte dal soffitto, la polvere stanzia sui mobili rendendoli griggi.
- Vedendo la situazione di questo luogo, non posso che crederti. - Sorride, uno di quei sorrisi che ha sempre il potere di squagliare il mio cuore. - Satine, devi stare attenta credo che il complotto sia più esteso che mai. Temo che sotto a questa storia vi sia molto di più. Devo tornare su Coruscant, però appena avrò trovato la spia tornerò qui. -
- Va bene, allora va. È doloroso vederti andare via. - Lo abbraccio stringendolo forte a me, lui ricambia, tra le sue braccia forti e muscolose mi sento sicura. Vorrei davvero che lui potesse restare che per noi ci fosse un'altra via. Però, è tardi per tornare indietro.
- Lo so, e per questo ti chiedo perdono. - Mi dice staccandosi da quell'abbraccio che sa di amore e di proibito.
- Ormai si è fatto tardi, perché non parti domani mattina? - Non voglio separarmi da lui già questa sera.
- Va bene, domani dopo la colazione partirò per Coruscant. Adesso vado ad avvisare il consiglio Jedi. -
Insieme ci incamminiamo verso le nostre rispettive stanze.
Senato Galattico. Riunione straordinaria d'emergenza.
Ore 9.30
I senatori sono tutti schierati sulle loro isole in piedi, nel senato c'è grande confusione.
È appena giunto un messaggio dal clan bancario che potrebbe avere gravi ripercussioni sull'economia della repubblica. Tutti i senatori sono stati convocati.
Dal suo pulpito sistemato su in immensa piattaforma al centro dell'enorme e profonda aula del senato Il cancelliere Palpatine osserva silenziosamente, il caos, la preoccupazione dei suoi senatori, un piccolo sorriso soddisfatto incornicia il suo viso. Nessuno può vedere, nessuno, può saperlo, il sorriso è infatti coperto da due mani incrociate fra di loro e poste di fronte a lui. La fronte magistralmente corrucciata in una posa di stanchezza e preoccupazione.
Preoccupazione, ma non per la repubblica, no, la preoccupazione è per suo figlio. Perché da quando è giunto nel tempio Jedi mai una volta lo ha incontrato, mai una volta egli ha cercato di mettersi in contatto con lui. E ormai sono trascorsi due mesi. Deve trovare un modo per incontrarlo. Teme possa sfuggirgli dalle mani.
- Calma, calma, amici miei. - È il cancelliere a parlare alzandosi dal suo scranno dorato. Due guardie rosse al fianco.
Il silenzio cala nell'aula.
- Troveremo una soluzione amici miei. Il clan bancario è preoccupato per la morte della regina di Naboo e il suo trono ancora vacante. Inoltre temono che Mandalore possa uscire dalla repubblica e come lei altri pianeti e lune. La loro paura, è che se perdessimo membri non saremo in grado di restituire loro il denaro che con tanta bontà ci stanno versando. Basterà sistemare questa faccenda e trovare nuovi accordi. - La voce del cancelliere grazie all'amplificatore risuona chiara in tutta la grande struttura. Alcuni senatori si guardano accigliati alle volte sembra che il cancelliere sappia esattamente quale sia il problema e più di ciò che rivela, ma dopo tutto se riveste quel ruolo è proprio perché è l'uomo più lungimirante tra tutti loro.
Voci di dissenso e approvazione si alzano all'unisono.
Il cancelliere alza le mani insegno di silenzio e l'aula tace di nuovo.
- Magari, potrebbe andare il senatore Organa a parlare con loro accompagnato da un maestro Jedi. L'unica soluzione è trovare nuovi accordi. -
A quel punto il senatore di Alderan, Beil Organa abbigliato nella sua tipica veste maglia lunga verde acqua, pantaloni stretti neri e sopra un mantello azzurro di velluto, capelli scuri, occhi nocciola si alza in piedi in tutta la sua statura e muove la sua isola sferica verso il centro del senato. - Accetto l'incarico che mi è stato offerto, oggi stesso partirò in direzione di Aargau. - Voci di assenso e applausi si levavano alle parole di Organa.
- Molto bene, molto bene davvero. Adesso dobbiamo discutere di ciò che siamo disposti ad accettare o meno. - dice il cancelliere.
Dopo due interminabili ore i senatori giugno finalmente a un compromesso: Potranno accettare al massimo di scendere al disotto di un quarto di quanto fino a oggi il clan bancario ha loro garantito. Però, tutti sperano che risolto il problema con Mandalore si torni alla normalità.
Al tempio Jedi c'è un grande fermento sono tutti agitati per qualcosa che sta succedendo con il clan dei bancari. Bè che dire, per me non è una sorpresa. Diciamo che San Hill e Yul Ren stanno cominciando a rispettare gli accordi.
- Ehi Pam, Cassian, Lia dove state correndo? - Chiedo loro mentre passano di corsa.
- Al senato, i nostri maestri ci attendono lì, vieni c'è anche Plo. Corri però se vuoi venire. -
Ovvio che voglio andar, chi si perde la scena. Corriamo come pazzi fino al grande parcheggio del tempio. Salto subito alla guida dello sprinter. Appena siamo tutti dentro accendo i motori e partiamo a tutto gas.
C'è un traffico che fa paura, premo tutto sull'acceleratore per evitare il traffico mi ritrovo a fare a zig e zag.
- Guidi da sballo- Urla Cassian nelle mie povere orecchie, Pam accende la musica. Ok, non date mai in mano a dei ventenni uno sprinter potenziato e con il decappottabile.
- Scendi in picchiata! - Ordina Lia super divertita da quella folle corsa. - Subito, signorina- Abbasso il volante al massimo e lo sprinter comincia a scendere in picchiata ogni secondo che passa acquisisce sempre maggiore velocità. Riprendo il mezzo appena in tempo per non sfracellarci tra la folla. Scoppiamo tutti e quattro a ridere come degli scemi. Quanto mi diverto. Zero ansia, zero responsabilità.
- Frena Ani ci siamo quasi, se ci vedono arrivare così si infuriano. - Onde evitare ramanzine e noie decido di seguire il consiglio spassionato di Pam e così comincio a rallentare.
- Agli ordini. - Insieme ai ragazzi decidiamo di parcheggiare distante rispetto ai parcheggi cui di solito si parcheggiano i maestri.
Appena scesi corro dietro a Pam e agli altri. Non sono mai stato al senato e vorrei osservarlo meglio, ma non c'è tempo. Lo farò un'altra volta. Adesso non devo perdere di vista i miei amici dopo tutto non conosco la strada.
Alla fine entriamo in una grande struttura con pavimenti eleganti, muri in marmo sfogliato e colonne di alabastro rosso. Un lungo tappeto bordò sulla sinistra è una lunga parete continua a destra un susseguirsi di porte che danno accesso agli uffici dei senatori.
Stiamo correndo con Lia che non fa altro che ripetere quanto siamo in ritardo. Cioè, loro sono in ritardo rettifico, io, sono un imbucato e non dovrei nemmeno essere qui.
Da quando ho fatto la loro conoscenza ho notato che Lia è fissata con l'ordine e la puntualità. Andrebbe molto d'accordo con papà.
Davanti a me c'è Pam, poi Lia, subito dopo Cassian. A un certo punto, Pam si blocca di botto, Lia le si appiccica addosso, seguita da Cassian e subito dopo da me. Formiamo così un bel panino che va a sbattere per via della mia ultima spinta addosso a un signore. Circondato da tantissime persone.
- Pam, Lia, Cassian, Anakin! Dovete stare più attenti avete travolto il cancelliere. - La voce profonda e perentoria di Windu fa capolinea nel nostro sistema uditivo.
- Scusateci maestri. Le chiediamo scusa cancelliere.- Pam fa un leggero inchino, seguita da Lia e Cassian. Io in realtà sono completamente frastornato, nella mia mente risuonano solo due parole: "travolto" e "cancelliere". C'è qualcosa che mi dice che dovrei conoscere questa persona.
-Ani, di qualcosa. - È la voce di Pam nel mentre mi allunga una mano per aiutarmi a rialzarmi.
Appena sono in piedi i miei occhi si specchiano in quelli neri del cancelliere e la mia mente si illumina.
Il mio cuore perde cinque battiti almeno continuo a fissarlo, il mio colorito è sparito, come il sorriso. Dissolto, fuggito lontano. Lui mi sorride Sornione. Di rimando abbasso gli occhi. Il mio respiro accelera. Sento lo sguardo dei Jedi su di me e anche quello di mio padre. Ho fatto un casino. Se fossi stato a casa adesso... Però non sono a casa ci sono i Jedi e tutti i senatori. Alzo di nuovo gli occhi, lo guardo dritto in faccia, stringo le nocche delle mani a pugno. Poi sorrido a mia volta, un sorriso ricco di significato.
- Vi chiedo scusa cancelliere. - Chino di poco la testa anche io.
- Non importa, non è successo nulla di grave. Tu chi sei? Non ti ho mai visto - Domanda curioso, si come no, vecchio furbo che non sei altro.
- Lui è un nuovo padawan in realtà stiamo esaminando se possiamo inserirlo o meno nell'addestramento per via della sua età. - Mace dà una risposta rapida al cancelliere liquidando con velocità l'argomento, si vede che lo infastidisce.
- Mi sembra una buona cosa, maestro. Era ora che i Jedi si aprissero a nuove prospettive. Per quanto riguarda la nostra conoscenza ragazzo, avremo modo di rivederci e conoscerci meglio. nè sono sicuro. - Mi guarda con un mezzo sorriso che non promette niente di buono.
- Se è ciò che desidera cancelliere. - Continuo a stringere le nocche ormai bianche, le unghie si sono conficcate nella mia pelle per quanto sto stringendo. Continuo a fissarlo bloccato in un lup.
- È meglio se ci attendete allo sprinter, non ci metteremo molto. - La voce di Plo mi riporta nella realtà. Il maestro ci guarda bonariamente a tutti e quattro sorridendoci Plo ha davvero molta pazienza.
- Si maestro. - Rispondiamo tutti e quattro insieme.
Pam si mette di nuovo a correre insieme agli altri. Io resto impalato lì a fissare mio padre. Non so che fare. Poi sento una mano stringere il mio braccio è la piccola Lia. - Andiamo Ani, se no ci battono. - Dice strattonandomi piano le sorrido dolcemente i suoi piccoli occhietti mi osservano allegri. Guardo il cancelliere o meglio papà ancora una volta. Lo osservo nella sua veste da buonista e benefattore. Faccio un piccolo saluto con la testa a tutti i maestri jedi poi con la manina di Lia tra la mia corro via per raggiungere gli altri.
Sento sulla schiena il suo sguardo. Se uno sguardo potesse uccidere lui lo avrebbe già fatto non la passerò liscia, pagherò la mancanza di contegno e rispetto. Però, posso sempre dire che stavo recitando. Giusto?
FATEMI SAPERE COSA PENSATE: ANI STA RECITANDO? OPPURE NO?
Se la storia vi piace e vi va mettete qualche stellina.
A presto e grazie per il sostegno che mi date ❤️❤️
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