Azione, si gira!
In strada si recita la vita,
e in teatro si applaudono gli attori
(Cit Rocco Chinnici.)
È una tranquilla giornata, una delle tante. Se tranquilla si può definire.
Ci sono ragazzi che scappano dopo aver derubato un qualunque mercante. Cacciatori di taglie che ritirano le loro ricompense, baristi robot che intimano alla calma. Perché un altro tavolo rotto proprio non possono sopportarlo i loro creatori. Risse da strada e da bar.
Una partita a Sabacc è finita male per l'imbroglione che ora è privo di sensi a terra. Una rissa tra clan per il territorio.
Twi'lek che mettono in mostra le loro grazie ballando o semplicemente provocando. È così, che va la vita nei bassi fondi. Ognuno vive con le qualità che possiede.
Robot poliziotti pattugliano le strade.
"Che aria di merda!" "Ancora rifiuti!" "Un giorno gli e li farò ingoiare questi rifiuti a quei ricchi del cazzo!" "Oggi, devo fare scorta di cibo". Voci indistinte che si mischiano nella confusione generale. Un gran bel via vai di gente. Tutto sembra normale.
Poi spari, una speeder bike che corre e corre a gran velocità. Subito dopo quattro cacciatori di taglie. Tre sono Rodiani, il capo quello che è davanti è un Trandoshano, un umanoide con corpo da rettile.
Sfrecciano, dietro allo speeder sparando tutto quanto hanno in canna.
Qualche passante resta ferito, altri, fanno un volo di almeno tre mila metri cadendo al disotto del livello cinque.
Le strade sono strette e delimitate da leggere sbarre per evitare di cadere al disotto. Ponti sottili uniscono le diverse zone del livello cinque.
Un uomo incappucciato con un mantello marrone è davanti ai suoi inseguitori -Forza! Andiamo! Non sapete fare di meglio?- Li sfotte. Almeno mi sto divertendo! Pensa.
Eccoli, i robot poliziotti si uniscono alla corsa sfrenata. Ora, la parata è completa. L'uomo davanti, i cacciatori dietro e dietro ancora i robot poliziotti.
L'uomo incappucciato taglia all'improvviso la strada, spara hai robot distruggendone un paio. Poi incurante dei danni sfonda con lo speeder la porta di un bar. Le persone all'interno del locale urlano, alcuni tavoli volano all'aria. Impugnano le pistole. L'uomo guarda tutti in faccia, sorride beffardo sprezzante di loro e della paura. - Giochiamo?-
Quando tutti sono vicino a lui attiva le cariche esplosive che aveva piazzato sul muro del bar. Mentre tutti erano distratti. E bam! Tutto esplode. -Ciao, ciao, idioti!-
Ma c'è qualcosa che non ha previsto. O meglio, che non si aspettava. Dall'altra parte del muro sono posizionati decine di robot poliziotti pronti a sparare.
- Arrenditi subito!- Bene! È il momento. Scopre il volto fino ad allora nascosto. Nel momento in cui i robot sparano, un onda d'urto di pura forza investe tutti i presenti.
-Hai sentito?-
-Si Obi-Wan, ho sentito, andiamo!-
Un movimento della forza è stato avvertito nei piani alti. I Jedi sanno che derivano dai bassi fondi. Allora corrono a perdifiato non devono perdere la pista. Potrebbe essere un nuovo nato, ma è strano l'holocron non ha mai nominato la nascita di un bambino sensibile alla forza in questo giorno.
Nel frattempo, il ragazzo si dirige verso gli ascensori. Sempre in fuga dai cacciatori di taglie. -Fermo! Fermati bastardo!- Lo hanno circondato. Combattono, pugni, calci e schivate.
- Certo, che siete fiacchi come cacciatori di taglie.-
- Chi sei? Sei un Jedi? Un Sith?-
- Nessuno dei due.- Il ragazzo come da copione si lascia sconfiggere.
- I Jedi, arrivano i Jedi!- Urlano altri criminali, e molti si dileguano. È il momento.
Di nuovo usa la forza. Poca, imprevedibile.
- È li.-
- Lasciatemi, lasciatemi, non ho fatto niente- recita la parte dell'innocente, dell'indifeso.
- Rilasciate il ragazzo, ora!- Ordina Mace Windu. Intimoriti i fuori legge fuggono via. Tanto sono lì per lui, non per loro. - Va tutto bene ragazzo?-
- Si credo di sì.-
- Sei tu che hai usato la forza?-
- Io? Forse, non lo so.-
- Ti succedono cose strane quando sei spaventato? O arrabbiato?-
- Si, in realtà si, ma poche volte.-
- Seguici.-
- Ok, va bene, ma non fatemi del male- Dice il ragazzo con voce rassegnata e spaventata.
Il piano è andato come doveva andare. Adesso arriva la parte difficile. farsi ammettere al tempio. Nascondere la rabbia, la paura, la forza del lato oscuro. Insomma tutto un gioco da ragazzi.
Risaliamo i cinque livelli. Non si fidano di me. Mi hanno messo delle manette antiforza. Alzo lo sguardo è ciò che vedo è un immenso corridoio circolare che risale verso l'alto ogni piano a un livello.
Dal buio e dall'opprimente man mano che ci allontaniamo dai bassifondi passiamo alla luce e all'aria pulita.
- Ah bene! Allora anche qui esiste il sole- Nessuno dei due mi risponde.
Maledizione! Papà l'ha fatta troppo semplice. Superiamo interi palazzi in acciaio trasparente, gli alloggi eleganti e raffinati di qualche politico. Una possente struttura si erge tra le molteplici abitazioni della città. Un'immensa scalinata conduce alla struttura circondata da altissime mura difensive, quattro guglie laterali e una centrale. È una struttura immensa. Emana potere, stabilità e forza. Lo sento è il tempio Jedi. Sento anche la forza del lato oscuro. Un tempo qui vi sorgeva un tempio Sith, fu solo dopo che i Jedi sconfissero i miei predecessori che vi eressero questo maestoso tempio. Per soffocare la profonda vertenza del lato oscuro. Un tentativo vano.
Mi appare un sorriso beffardo in volto.
- Che hai ragazzo?- Mi domanda uno dei Jedi.
- Niente, stavo riflettendo voi che siete i guardiani della pace vivete qui nelle comodità nel lusso, ma sotto ai vostri piedi c'è il marcio. È comico - Li sfotto.
- Risparmia le tue allusioni per quando sarai interrogato dal consiglio Jedi.-
La sua voce mi infastidisce. Non so nemmeno come si chiama, ha una barba ramata, capelli corti e ordinati. Lo detesto!
L'altro nemmeno mi guarda o rivolge la parola. È serio. Forse è arrabbiato con il mondo perché è pelato. Io sarei arrabbiato se non avessi i capelli. Ok, sto nuovamente divagando.
Una volta giunti al tempio posso finalmente ammirare la grandezza della struttura. Dall'interno è possibile osservare i diversi lavori di rifacimento che il tempio ha subito nell'arco dei secoli. In alcune zone scorgo piastrelle e mosaici di vetro colorato. La pavimentazione è tutta marmorea. Quattro corridoi ad arcate danno l'accesso a zone diverse dell'edificio. Archi a sesto acuto ingrandiscono e allungano le dimensioni della struttura creando arcate e giochi geometrici. Colonne con base sferica e quadrata sono disposte ovunque per sorreggere l'enorme peso della struttura che scarica il tutto nelle volte a crociare e sugli archi a sesto acuto. Su alti piedistalli quadrati poggiano minacciosi e eleganti i grandi maestri del passato. In mezzo a questa maestosità si trovano anche corridoi più piccoli in cui vengo scortato.
Fino ad arrivare difronte ad una porta bianca molto semplice. La sua semplicità è in netto contrasto con l'intero ambiente. Quando aprono la porta vengo invitato a entrare nella piccola stanza. Non ci sono finestre anche questo è in contrasto con il resto dell'ambiente. Il mio sguardo si posa solo sul piccolo tavolino ovale e la sedia. Un letto singolo nell'angolo. Li osservo perplesso solo in quel momento intuendo la mia perplessità il pelato si decide a darmi delle informazioni.
- Per un po' starai qui. - Spiegazioni molto limitate. Sbuffo.
- Ho fame vorrei mangiare. - I due Jedi si guardano e se ne vanno. Chiudendo alle loro spalle l'immensa porta. Ottimo sono chiuso dentro!
Mi sono stufato di aspettare. Sono nella capitale e la donna che per anni ha occupato i miei sogni è qui. La troverò. E poi? Cosa le dico? Ehi, ciao Padmé non ho mai smesso di sognarti e pensarti in tutti questi anni. Ti ricordi di me? Sono Anakin, il bambino che incontrasti su Tatooine, ma sono anche Vader lo sterminatore. Mi avrebbe odiato per tutta la vita. Mi rigiro sulla brandina se commetto degli errori mio padre mi ammazza. Ma ho fretta, fretta di visitare la città e cercare Padmé. Sto esaminando la porta nella speranza di trovare un punto debole e poterla così aprire. Quando all'improvviso si apre con un crack per l'evento inaspettato quasi finisco con la faccia sul pavimento. Un droide osserva la scena inespressivo.
- Il consiglio Jedi è pronto per riceverti - Gracchia
- Prego, seguimi. -
Appena esco le guardie del tempio jedi mi circondano. Hanno tutte una tunica bianca una spada laser a doppia uscita e una maschera sul volto. Nessuno sa la loro identità. Non si fidano proprio e hanno ragione.
Ripasso il piano in mente. Devo solo far sì che mi ammettano nelle loro file. Detto così sembra anche semplice, però non lo è.
Ho le farfalle nello stomaco e l'ansia che adesso stringe il petto e la gola ha spento la mia fame. Non ho paura dei Jedi, ma di papà.
Non devo fallire, non devo deluderlo.
Mi sono perso nei miei pensieri. Come sempre. Come farò a spiegare a Padmè se mai la rivedrò che non sono solo un mostro?
Sento una porta scorrere.
- Entra - Eseguo.
C'è tutto il consiglio Jedi riunito, solo per me. Al centro della sua poltrona il maestro Yoda. Respira Ani, respira!
Questo è il momento della verità.
Il mio sangue si gela. O la va o la spacca.
Vedo i loro volti fissarmi seri. Alle loro spalle immense finestre che danno sul giardino e poi sul panorama esterno. Il sole sta per tramontare. Un sole rosso fuoco tinge il cielo baciato dal giallo, dal rosa e dall'azzurro. È un momento e sono di nuova là.
Riuscirà secondo voi Ani a ingannare i Jedi? Manterrà le distanze, o si avvicinerà pericolosamente alla vita del tempio? Cosa ne pensi? Fatemelo sapere...
E se il capitolo vi piace, ricordatevi di mettere una stellina.
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