Attacco a Fondor
Le ombre del passato,
non potranno per sempre oscurare le luci del futuro.
(Mia cit.)
Mi incammino con Driù al mio fianco in direzione della navetta Corelliana che è da poco atterrata nell'hangar del nostro incrociatore. La fissiamo interdetti. Varchiamo senza esitare la porta che conduce all'interno nella navicella e il frastuono dell'esterno viene attutito: quando siamo dentro, notiamo immediatamente l'assenza dei normali sedili che avrebbero dovuto ospitare i passeggeri, al loro posto sono stati inseriti tantissimi ganci a cui sono stati sistemati centinaia se non migliaia di droidi da guerra. I droidi sono tutti ripiegati su loro stessi e spenti. Sono inquietanti, sembrano manichini privi di vita, ma che potrebbero iniziare a muoversi da un momento all'altro. Non so il perché, però mi sento in soggezione.
Sentiamo la voce del maestro che ci chiama, così ripercorriamo i pochi metri fatti fino a ora e scendiamo. Subito il frastuono dei preparativi torna ad aggredire il nostro condotto uditivo. Davanti a noi c'è il nostro maestro che ci attende braccia conserte. Lo raggiungiamo, Driù come di consuetudine tiene la testa bassa davanti al maestro, mentre io mi comporto come sempre.
- Ragazzi, fate attenzione. Se vedete che la situazione è troppo difficile lasciate stare. Va bene? - È la prima volta che sento uscire queste parole dalla bocca del maestro. Forse ha la febbre. Al di là della maschera e sotto quei due buchi neri del casco, so che si nascondono gli occhi azzurri del maestro che ci stanno fissando. Come sempre mi è impossibile percepire le sue emozioni sempre schermate, ma sono sicura sia in ansia. Poggia una mano sulla mia spalla e una su quella di Driù. Noi gli sorridiamo.
- Si maestro, staremo attenti. Tranquillo!-
- Non falliremo. Ti renderemo fieri di noi, maestro. - Dopo quanto accaduto due giorni fa Driù è come una bomba ad orologeria, per non parlare del maestro se Driù tocca alcuni punti.
- Bene! Lo spero per voi.- All'improvviso il tono del maestro cambia diviene duro e anche aggressivo.
- I vostri apprendisti sono pronti mio signore?- Chiede Thrawn.
- Si, stavo giusto dando loro le ultime indicazioni. Perché fallire non è un opzione possibile. - Resto davvero sconvolta nel notare come il maestro sia in grado di passare dall'essere solo Anakin a Lord Vader. Come sappia essere due persone totalmente diverse nello stesso momento. È come se in lui vivessero due distinti se interiori. Fa paura.
Per evitare ogni problematica o probabile intoppo decido che è tempo di andare.
- Allora maestro noi andiamo. - Facciamo un leggero inchino e torniamo sulla navetta pronta ormai al decollo.
Ho il cuore che batte a mille e un ansia da capogiro. Non è la prima volta in campo senza il maestro, ma questa è la prima in cui Driù sarà lontano da me.
Respiro profondamente cercando di rilassarmi, il maestro ci ha insegnato bene andrà tutto alla perfezione.
Mentre la corvetta si allontana dall'incrociatore, posizionato a debita distanza dall'ammiraglia repubblicana perché non si accorga ancora di noi. Rifletto su quanta strada ho fatto, su come siano meravigliose le stelle. Un mare di luci composte da gas con un ciclo di vita lunghissimo.
Driù stringe la mia mano nella sua e poggia dolcemente la sua testa alla mia.
- Tranquilla se sarai in pericolo lo saprò. Ovunque sarai te, sarò io. Ti proteggerò sempre Ashoka. Te lo giuro.- Mi bacia castamente in fronte.
- Driù, io...- non so che dire però lui blocca le mie parole.
- Non dire niente Ashoka, tu sei per me le stelle che illuminano una galassia di tenebra.- Dopo quelle parole cala il silenzio.
Vorrei essere in grado di dire a Driù ciò che è per me. Quello che rappresenta. Tutto ciò che provo nel cuore. Però ho paura. Temo di rovinare tutto quello che abbiamo adesso. Temo di perderlo come amico e fratello. Però un giorno giuro che c'è la farò.
I suoi occhi blu mi fissano incorniciati dal suo meraviglioso volto con un bellissimo sorriso. I suoi capelli neri arruffati. Il suo corpo proporzionato e scolpito dai duri allenamenti, avvolto nella divisa nera mi chiama a se, reclama la mia vicinanza e il mio corpo reclama un suo abbraccio.
No! No! Concentrati Ashoka. Come se leggesse nella mia mente Driù mi abbraccia dandomi un leggero bacio vicino alle labbra. Un bacio che vale più di mille parole.
- Ripassiamo il piano.- Mi dice e finalmente mi sveglio dal mio sogno a occhi aperti.
Però al cuore ogni tanto fa bene sognare.
POV Kala
Osservo insieme a Vader l'astronave dei suoi apprendisti allontanarsi. Quando si volta attendo che sia un po' avanti a me poi comincio a camminare. Da dietro scorgo solamente le sue spalle e la sua camminata autoritaria. Davvero credo di amarlo. O forse la mia è solo devozione e riconoscenza per chi mi ha salvata da morte certa.
Ha mostrato una pietà e una bontà che mai avrei creduto possibile in un signore dei Sith. Mi ha mostrato clemenza e fiducia quando nessuno né aveva verso di me.
Ogni volta che siamo vicini il mio cuore batte più forte, forse sono innamorata di lui. Eppure quando parla o fissa l'immensità dello spazio, so che sta pensando a qualcuno.
Una volta mi disse: quando sei innamorato il tuo cuore fa follie e la tua mente lo segue come uno schiavo. Non hai scampo. Per il sorriso del tuo angelo, uccideresti chiunque. Per la sua vita rinunceresti a ogni cosa. Perché amare vuol dire donarsi. Sei un pazzo, un folle! L'amore ti rende folle, ti rende debole! Però l'amore ti rende anche l'uomo più potente di tutti, perché per amore si è pronti a tutto.
Quel giorno ho compreso che lui non sarebbe mai stato mio.
Il suo cuore era già di un altra. Dopo tutto forse è meglio così, da giovanissima al tempio Jedi giurai di dedicarmi solo e unicamente hai miei doveri. Forse la forza mi sta indicando ancora una volta la mia strada.
-Vieni Kala. Dobbiamo spostarci nella sala comando. Da lì gestirò meglio la situazione. Poi di a Duku di tenersi pronto. - Non si volta a guardarmi continua la sua camminata.
- Si, signore. -
Se oggi sono una persona diversa, se non ho più paure, timori, incertezze, dubbi, se oggi sono una combattente potente lo devo solo a lui.
- Kala, vieni o resti lì a fissare il vuoto?- Mi chiama di nuovo scuotendomi dai miei pensieri, solo allora mi rendo conto di essermi fermata.
- Arrivo Lord Vader vi chiedo scusa. -
Lo seguo nei corridoi dell'ammiraglia pieni di droidi e uomini. Pronti a scansarsi al suo passaggio. Poi all'improvviso si blocca lo sento respirare profondamente.
-Kala so cosa provi. Il tuo cuore accelera quando sei vicino a me. La tua mente va in tilt. So che tu credi di essere innamorata di me. Però non è così, fidati. E se anche così fosse il mio cuore appartiene già a un altra. Ti consiglio di scordarmi, non sono altro che il tuo principe. Nulla di più. Benché un affetto di sincera amicizia mi leghi a te.- Le sue parole così fredde, prive di emozioni sono come secchiate di acqua gelida. Abbasso la testa e stavolta tocca a me respirare prima di parlare. Sento la rabbia crescere nessuno può comandare il mio cuore. Con entusiasmo alzo un pugno davanti alla mia faccia e inizio a parlare, stringendo sempre più forte le nicchie mano a mano che il discorso prosegue.
- Non credevo se né fosse accorto. Accetto il fatto che lei abbia un altra nel cuore lo sapevo da tempo. Però mi perdoni, ma non accetto che lei giudichi i miei sentimenti. So cosa sento nel mio cuore. Quindi non si permetta mai più di giudicarmi. Né di dirmi chi devo o non devo ricordare nel mio cuore.- Presa dall'ira e dalla delusione, forse anche dal dolore lo supero come una furia dandogli una spallata per farlo spostare.
Per quanto lui faccia paura e con un solo gesto potrebbe ridurmi a un niente, nessuno deve permettersi di giocare con i sentimenti di una donna.
- Kala, fermati, adesso!- Mi blocco all'istante davanti alle sue parole autoritarie, secche e calme, fin troppo calme. Forse ho esagerato un po'. Mi sono lasciata prendere dal mio orgoglio femminile, però mi ha ferita.
Sento la sua mano sulla mia spalla sussulto leggermente. Quando Vader si arrabbia o decide di punirti non è mai Clemente. La sua presa è ferma, ma delicata.
- Non volevo ferirti. Stavo cercando di dirti che soffrire per me non né vale la pena. Sono sicuro che la forza per te ha in serbo altro. Adesso andiamo che siamo in ritardo. E Kala, non osare più alzare la voce con me. - Vader mi assesta uno schiaffo davvero molto forte in testa tra la nuca e il collo.
La mia povera testa. Lo seguo fino all'hangar senza lamentarmi del dolore che continua a martellarmi le tempie. Lì ci attendono tutti.
Appena ci vedono il brusio termina e si alza la tensione.
- È pronto ammiraglio? La corvetta?-
- La corvetta sta per sbarcare Lord Vader. Siamo in attesa dei suoi comandi. -
Lo vedo prendere posto al posto dell'ammiraglio.
- Kala, vieni ti voglio al mio fianco.- Mi sposto velocemente e stando attenta. Sono al suo fianco sinistro a destra c'è Thrawn.
Adesso ha inizio la parte più bella. Amo dare ordini, amo il potere che ho. Adoro la mia posizione. I mesi trascorsi al tempio Jedi mi hanno fatto dimenticare quanto sia bello il potere di cui ho sempre goduto e che mi permette di spostare tutti a mio piacimento.
Sono nato per comandare. Sono nato per la guerra.
- Cominciate! Fate avanzare i quattro acclamator. Posizionate gli altri incrociatori abbastanza lontani da noi, ma non troppo, perché possano intervenire in ogni momento. -
- Signore, la corvetta è arrivata a terra. - Mi dice un tenente dalla sua postazione di controllo.
- Bene, grazie tenete Liroi. Adesso fate uscire i caccia Tri-Figher e i bombardieri Hyena. Voglio che si crei il caos! Veloci!-
Vedo che tutti scattano per avviare i caccia.
L'eccitazione, L'adrenalina che scorre in me prima di una battaglia. Mi sento così vivo.
Appena i caccia droidi entrano in azione si scatena il caos, la repubblica risponde con i loro caccia pilotati da umani.
I nostri invece non hanno piloti sono dotati di una intelligenza artificiale. E questo limita le perdite, inoltre hanno maggiore spazio per le armi.
Sono rapidi e hanno anche un costo abbastanza basso. Certo lo ammetto, preferirei volare tra i caccia della repubblica, sulla mia astronave o sul mio personale caccia e sparare a destra e manca. Tuttavia per adesso è così. Devo restare a guardare.
Dalla finestra enorme della sala comando osservo lo svolgersi della scena. Sullo sfondo oscuro dello spazio illuminato dalle stelle appaiono i primi rottami dei caccia abbattuti si accendono e spengono le luci dei laser, dei siluri protonici e dei piccoli droidi di sabotaggio.
- Bene, comunicate ad abbattere gli scudi difensivi. Dobbiamo essere più rapidi, incrementate gli attacchi! - L'ammiraglio Thrawn ubbidisce senza fiatare, benché lo vedo storcere la bocca.
Io invece sorrido soddisfatto. Lui ha il suo ruolo, io il mio.
Con Ashoka abbiamo lasciato da un pezzo il bosco in cui ci siamo nascosti. Siamo ormai difronte alle mura della città.
- È il momento, sei pronta?-
- Si, te?-
- Ovvio Ashoka!-
Senza aspettare oltre scaliamo le mura di cinta in acciaio e ci ritroviamo nella cittadina.
Non è come l'avevo immaginata. Le case non sono altissime. Ci sono soldati che corrono ovunque. Le strade non sono cementate. Poi ci sono altissimi palazzi in vetro sofisticati e a forma di vele. Al centro della cittadina vi è una grande struttura in marmo e pietra. Colonne di ossidiana spiccano sovrane nel grigio cereo del cielo.
- Guarda Driù! - Ashoka indica due torri quadrangolari con un tetto a rombo di colore rosso.
Sono sorvegliate da diverse guardie, poche in realtà.
- È li, che dobbiamo andare io e te. Però dobbiamo aspettare il segnale del maestro. - Gli dico.
- Contattiamolo così saprà che siamo arrivati.-
Seguendo il suo consiglio accendo il comlink e lo chiamo. Risponde subito. La sua figura appare piccola.
- Siamo in posizione maestro, attendiamo le tue direttive. -
- Bene. Attendere, non ci vorrà ancora molto. -
- Nell'attesa conviene restare nascosti.- Ashoka asserisce difronte alla mia idea. Meglio non farsi vedere.
Così ci inoltriamo in un vicolo non tanto distante dalle torri. In questo modo avremo una velocità di azione accettabile.
Visto che dobbiamo aspettare mi siedo a terra poggiando la schiena addosso al muro di pietre decorato da edere rampicanti e fiori selvatici.
-Che fai? -
- Bè visto che dobbiamo attendere mi riposo.- Lei mi osserva incrociando le braccia al petto e scrutandomi severa, di risposta la trascino a terra accanto a me. In realtà non oppone nemmeno così tanta resistenza.
Nel frattempo nello spazio
I caccia danno battaglia si susseguono i colpi incessanti. Centinaia di corpi dei soldati repubblicana galleggiano nello spazio privo di vita.
Pezzi di astronavi rotolano pigramente nell'atmosfera. I quattro incrociatori acclamator bruciano, due sono totalmente fuori uso e gli altri due stanno per raggiungerli.
- L'incrociatore repubblicano sta andando a fuoco, signore. Ordini? - Sento il gracchiare della voce metallica di un droide al comunicatore.
- Signore? - mi chiede un soldato
- Ammiraglio, comunichi la ritirata agli incrociatori.- Ordino all'ammiraglio Thrawn.
Poco dopo vedo le truppe fingere la ritirata.
- Ammiraglio, tocca a voi. Kala, Poll, grande inquisitore andiamo! Kala da il via a Driù e Ashoka.-
Kala comunica quanto deve hai ragazzi. Inseguito ci dirigiamo verso il mio bellissimo caccia. Quanto lo amo.
Appena dentro chiudo le porte e attendo che Ashoka o Driù mi dicano di aver disattivato le torri.
I minuti mi sembrano ore, non scorrono mai. Lentissimi a passare eppure quando hai da fare o sei di fretta sembrano correre come fulmini, ma adesso sono lenti come lumache.
Ticchetto il dito della mano sinistra sopra il pannello dei comandi scandendo il tempo che passa. Kala e la sua apprendista sono in silenzio dietro il mio schienale. Sento la loro attesa.
Il grande inquisitore scalpita camminando avanti e indietro nell'anticamera, posso percepire la sua frustrazione nell'attesa.
D'istinto stringo la spada laser, tutto è stato programmato o io o Kala una volta a terra e nello scontro metteremo fine alla sua vita. Sarà un momento fantastico. Ho atteso per anni questa occasione. Quando la mia spada laser calerà su di lui sarà inebriante e liberatorio. Non vedo l'ora. Sento già scorrere la soddisfazione dentro di me, al solo pensiero di togliere lui la vita.
Sono passati già venti minuti da quando hanno avviato la missione.
- Penso che gli abbiamo concesso fin troppo vantaggio. Partiamo.- Ordino accendendo i motori della mia astronave. Attivo subito il camuffamento, in modo che nessuno possa rilevare la nostra posizione e poi punto nel luogo prestabilito per il randevou.
Spero solo che Ashoka e Driu c'è l'abbiano fatta.
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