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IV. Una Foto Sbiadita (Pt. Due)

per scrivere questo capitolo ci ho messo quindici giorni? sì
mi piace? assolutamente no
non ho neanche controllato gli errori ma lo farò, promesso
buona lettura

Con una foto stretta tra le mani Chrissy Cunningham sì stava dirigendo, per sua sfortuna, verso la struttura scolastica.
Aveva dato buca alla sua migliore amica e sì odiava profondamente per quanto aveva fatto.
Ma, solo per quel giorno, doveva stare da sola. Essere lasciata in pace.
Pensava a quella foto da giorni interi e ancora non aveva avuto il coraggio di parlarne con Lilah, che era l'unica persona di cui lei sì fidava.

Continuò a camminare, concentrandosi soltanto sulla strada e di non farsi investire dalla mandria di studenti che stavano occupando il giardino.
Alzò lo sguardo ma di Lilah nessuna traccia, come poteva biasimarla... L'aveva rimasta da sola.

Proprio nel momento in cui la sua mente stava ritrovando un po' di tranquillità sentì qualcuno dietro di lei seguirla.
Girò velocemente la testa, rimanendo senza fiato quando vide Eddie Munson a pochi centimetri da lei.

«Ehi, ehi... Che ci fa Chrissy Cunningham qui da sola.»

Chrissy alzò lo sguardo e ricominciò a camminare, la sua pace non durò molto visto che il corvino cominciò a seguirla.

«Mi stai pedinando.» mormorò stringendo i pugni, Eddie sembrò notarlo e una risate leggera gli uscì dalle labbra carnose.

Ma che aveva da ridere?

Aumentò il passo e il nervosismo iniziò a prendere il sopravvento ma peggiorò in maniera smisurata quando Eddie appoggiò un mano sulla sua spalla come per fermarla.

«Rallenta, principessa. Non sono allenato a correre così velocemente.» ammiccò un sorriso che Chrissy non capì appieno.

Era strano, parecchio strano.
Si chiedeva perché la stesse seguendo, e perché proprio ora tutti gli studenti nel giardino li stavano fissando in quel modo.

Qualcuno rideva con una mano davanti alla bocca, Chrissy arrossì per la rabbia ma al corvino non sembrava importare.
Anzi, per ripicca sì era avvicinato maggiormente alla bionda appoggiando disinvolto il suo braccio sulla sua spalla.

Il colorito sulla sua guancia non voleva più lasciarla in pace e Chrissy sì maledì per quella stupida reazione.
Sì sentiva strana e quello stupido contatto sembrava piacerle.

La mano ben salda adesso era scesa più giù e Chrissy sì irrigidì continuando a tentoni a camminare, tanto stretti erano i suoi pugni che la foto rischiava di rompersi.
Il suo cervello come bloccato e non riusciva più a fermare i movimenti di Eddie oppure spingerlo semplicemente via.

«Ci guardano tutti, Chrissy.»
Il volto di Chrissy, ora, sembrava una completa statua di porcellana. Ma da quando aveva tutta quella confidenza? Perché non riusciva a dire nulla?

I capelli di Eddie gli solleticavano il viso, quando il corvino sì avvicinò maggiormente al suo orecchio. Piena di vergogna la ragazza sì staccò velocemente, stringeva forte la foto e sì sentiva avvampare.

«Lasciami in pace.» alzò i tacchi quasi correndo nel corridoio, raggiunse il bagno velocemente chiudendo la porta dietro di lei.

Doveva trovare Lilah.
E anche un modo per non incontrare più il corvino nei corridori.

L'anno scorso, Eddie Munson, poteva definirsi libero da ogni problema. Invece ora il suo problema era una ragazza, e non una qualsiasi.
Chrissy Cunningham sì era insediata nella sua mente e non aveva intenzione di uscirne più.

Era tutto cambiato da quel giorno in mensa, così vicina a lui. Dopo anni che la seguiva con lo sguardo quando camminava nei corridoi.

Chrissy era sempre insieme a Lilah, poi aveva iniziato ad uscire con quello stronzo di Jason Carver e non ci aveva visto più dalla rabbia.

Jason era un tipo squallido e pieno di sé. Ci provava con tutte, le amaliava e poi le scopava senza pudore.

Dopo aver superato quei vari step le buttava nel cestino senza dignità. Iniziava a parlare male delle sue vittime, le notizia sì espandeva come una macchia d'olio, e infine quello che potevi fare era provare soltanto compassione per quella povera ragazza che ci era cascata.

Chrissy non lo meritava, nessuna ragazza lo meritava, e doveva aprire assolutamente gli occhi.

Sentì qualcuno scuotere la sua spalla da dietro, perso nei suoi pensieri non sì accorse della figura di Jack proprio dietro di lui.

«Eddie.»

«Ci sono.» disse il moro prendendo il pacco di sigarette dal suo armadietto.

«Ricordi che oggi abbiamo le prove, giusto?»

Eddie sì voltò di scatto, chiudendo velocemente l'anta.

«Mi prendi per uno scemo?»

«Oh beh, assolutamente no. Ti vedo strano in questi giorni, tutto qui.»
Poi alzò un sopracciglio accompagnato da uno sguardo non tanto casto.

«Colpa della cheerleader? Che cliché amico.»

Eddie incominciò a camminare verso la mensa seguito da Jack che continuava a parlare senza sosta.

«A me non piace.» mormorò a bassa voce, per non farsi sentire dalle persone che stavano entrando nella mensa.

«Farò finta di crederci.» ribatté, il corvino alzò gli occhi al cielo.

Cosa gli importava di cosa pensava il suo amico?

Aprendo le porte della mensa, sia Eddie sia Jack si fermarono davanti l'uscio della porta a due ante.
Il suo umore cambiò drasticamente vedendo Chrissy insieme a Jason Carver. La presa sul suo pacchetto di sigarette diventò più stretta.

Jack abbassò lo sguardo verso le sue mani, pietà per quelle povere sigarette! Pensò.

«Dicevi? Vedi che non mi piace...»
«Jack... Ti prego, stai zitto.»

«Sicura che non vuoi pranzare con noi, non ci dà fastidio un posto in più.»

Chrissy sì guardo intorno, vedendo subito la persona che stava cercando. La rossa della Hawkins High era seduta tranquillamente al loro solito tavolo, con delle cuffie nelle orecchie e una rivista che sfogliava di tanto in tanto.

«Se non vuoi stare con noi, lo capis...»

«No!» disse Chrissy alzando incredibilmente la voce, Jason sì tirò indietro.
Non aveva mai visto la ragazza così agitata.

«Intendevo dire... Mi farebbe molto piacere, ma vorrei prima chiarire con la mia migliore amica.» girò lo sguardo verso Lilah, seguita successivamente da Jason.

Mormorò un "ohh" capendo perché la bionda era così agitata e nervosa.
Cose da ragazze, insomma.

«Allora vi lascio parlare... Buon pranzo.»
Chrissy annuì e vedendo Jason che sì avvicinava fece un passo indietro.

«Buon pranzo anche a te.»
Disse accompagnata con il suono della sua risata isterica.

Che imbarazzo.

«Io lo dico sempre che non sei brava a respingere la gente.»
Arricciò il naso per non scoppiare a ridere, Lilah che aveva chiuso sia la rivista sia la sua cassetta contenente della musica.

«Non volevo rimanerti da sola.» disse la bionda mentre prendeva posto vicino a lei, Lilah borbottò qualcosa a bassa voce che non sentì.

«Adesso sei popolare, dovresti uscire con loro.»

Chrissy, che stava per portarsi la forchetta in bocca per mangiare, sì bloccò immediatamente.
Lilah era una ragazza dalle mille paranoie e non era la prima volta che la rossa faceva scenate di gelosia nei confronti degli amici di Chrissy.

Non aveva nessun legame con la squadra di basket, tranne che per Jason, e usciva rare volte con le altre cheerleader; non capiva in cosa aveva sbagliato, ogni volta cercava di dare le giuste attenzioni a Lilah.

«Ma cosa stai dicendo?!» urlò quasi la bionda, Lilah sì girò verso di lei sbuffando.

«Non intendevo dire quello...»
Lilah iniziò a scartare i fagioli dal suo piatto con fare annoiato, come se quello che aveva appena detto non era uscito dalle labbra.

«Scusami, davvero.»
mormorò dopo attimi di silenzio che parvero durare un'eternità.
Sapeva che quella affermazione era dettata dalla rabbia e anche perché quella mattina non l'aveva neanche avvisata che a scuola ci sarebbe arrivata da sola.

«Non ti preoccupare, ti spiegherò tutto dopo.»
Lilah sembrò capire la fine della frase e a cosa si stesse riferendo la bionda, perché annuì e cominciò di nuovo a mangiare. Voleva davvero parlarne con Lilah di quella foto, ma non durante il pranzo.

Persa nella sua immaginazione e nei suoi pensieri, che da giorni la continuavano a tartassare, non sì accorse della presa sul suo braccio da parte di Lilah.

La stava scuotendo leggermente, gli occhi fissi davanti a lei.

Chrissy spostò lo sguardo verso di lei, guardando il suo braccio occupato dalla sua presa.

«Chi è quello che ti sta fissando?» disse con un sorriso ampio e fuori luogo; le lanciò uno sguardo facendo l'occhiolino, Chrissy che in faccia aveva dipinto uno sguardo confuso.

«Girati...»

Quando i suoi occhi incrociarono i suoi, il suo cuore mancò un battito.

Eddie Munson stava fissando proprio lei, dal suo tavolo che sì trovava in fondo alla mensa.
Con i capelli lunghi e le mani che tenevano il suo mento, il suo amico vicino a lui che parlava ma lui non sembrava dargli molta attenzione.

Chrissy iniziò a sentirsi di troppo quando il ragazzo, nonostante lei lo avesse notato molto bene, continuò a fissarla senza distogliere lo sguardo.

«La cheerleader e il mostro! Chi l'avrebbe mai detto...»

Lilah stava per continuare a blaterare cose campate in aria ma Chrissy la zittì immediatamente con uno sguardo.
Mugugnò un «Smettila!» a bassa voce con lo sguardo di Eddie che continuava a fissarla.

«È un dato di fatto che il nerd esuberante e pluribocciato provi qualcosa per la cheerleader casta e pura.»

«Dio finiscila!»

Sì accovacciò nascondendo la testa tra le braccia, il suo viso in fiamme dopo la cazzata che aveva detto la sua migliore amica.

Il suo umore era drasticamente cambiato!

Era la terza volta che incontrava o guardava Eddie, e per la terza volta aveva sentito quel brutto formicolio allo stomaco e il viso che cominciava a diventare come un pomodoro maturo.

«Dicono che a letto è un vero gentiluomo, almeno che non vuoi provare tu stessa...»

«Lilah!»

«La smetto.»

Il mattino dopo stava aspettando Lilah davanti casa sua. Quella mattina aveva indossato una semplice gonna azzurra con una maglietta abbinata, sua madre l'aveva praticamente obbligata a indossare quel completo.

Con il vento che tirava, non troppo forte, vide la figura della sua migliore amica che sì avvicinava a lei.
I capelli rossi legati in una coda alta e lo skateboard sotto braccio.

A vederle erano una l'opposto della altra.

«Buongiorno.»
Lilah sì avvicinò a lei abbracciando la sua piccola figura esile, poi sì staccarono e iniziarono ad avviarsi verso la scuola.

«Devo parlarti.»

«Oh per la questione di ieri? Vorrei sapere anch'io cosa ti è preso.»

Strinse forte la bretella del suo zaino, i capelli che non aveva legato quella mattina le davano un'enorme fastidio.

«L'altro giorno ho trovato questa.»
Indirizzò la foto verso di lei fermandosi a metà via.

Con le mani congelate Lilah prese la foto tra le mani guardandola con punto interrogativo nel cervello.

23/04/1981

Era la data che era scritta dietro la fotografia. Era ingrigita con il tempo, certo, ma ancora riconosceva tutto.

Il bar, il suo stupido apparecchio e il ragazzo seduto in mezzo a loro.

«Davvero non ricordi?» disse restituendo la fotografia alla ragazza che aveva davanti.
Chrissy prontamente rispose di no, aveva come un buco nel cervello che non riusciva a riempire.

Quando cercava di pensarci troppo le veniva in mente qualcosa ma poi come una nuvola di fumo scompariva all'istante.

«Io, tu e Munson. Ci eravamo conosciuti alle medie, suonava la chitarra e l'avevo trovato subito interessante...»

Lo sguardo di Chrissy adesso era completamente confuso, e pregò la rossa di continuare.

«Uscivamo come amici. Quel giorno ti avevo obbligata ad uscire con noi perché non volevo rimanere sola con lui.»

«Perché?»

Lilah incrociò le braccia al petto, il vento che era aumentato a raffica. «Cosa?» disse riferita al non domanda che le aveva posto Chrissy.

«Se uscivi con lui, perché all'ultimo ne avevi paura?»

«Non avevo paura, i miei interessi erano cambiati. Non volevo lasciarlo in asso e ti avevo portata con me, tutto qui.»

Era ancora più confusa adesso, Lilah le aveva accennato qualcosa su Eddie ma non che nel tempo libero "uscivano" insieme.

«Chi ha scattato la foto?»

Lilah sbuffò stanca di tutte quelle domande buttate a raffica, implorò Chrissy di smetterla ma la ragazza non era connessa.

«Suo zio, credo? Insomma cosa importa? È successo tanti anni fa!»

Sì risveglio dal suo stato di convalescenza quando Lilah cominciò a scuoterla per le braccia.
Eddie Munson era stato così vicino e lei non lo aveva neanche notato.

Era sicuramente diverso da ora, dai capelli rasati non lo aveva riconosciuto, ma non sì aspettava di certo che quello fosse in qualche modo lui.

«Non me ne hai mai parlato!»

«Dimmi tesoro sì è infatuato di te? Perché è da giorni che i tuoi pensieri portano sempre a lui.»

Aprì la bocca per ribattere ma aveva ragione, era la fottutisima verità.
Lilah non sbagliava mai, succedeva rare volte.

Forse non aveva tutti i torni, e anche se le dava fastidio ammetterlo la sua presenza non le dispiaceva.

Ieri quando aveva appoggiato il suo braccio sulla spalla, aveva provato rabbia all'inizio per poi essere dissiapato dal rossore sulle sue guance.

Le bastava un solo suo sguardo per bruciare, e sì sentiva un'adolescente con gli ormoni a palla.
Quelle che ricevevano i mazzi di fiori dai loro fidanzatini.

Era inaudito e fuori dagli schemi.

Cosa le stava succedendo?

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