Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo dodici.

"Credo che la Hersen sospetti qualcosa." Disse Cameron, stringendomi più forte e sorridendomi.

Era passata una settimana dall'operazione di Kristal e non era successo un granchè da allora. Cameron si preoccupava sempre che qualcuno ci scorpisse anche se non capivo il perchè. A conoscenza della nostra relazione erano Kristal, Sharon, Nathan ed Ethan. Si quest'ultimo ci aiutava a stare insieme anche dopo le undici.

"Forse perchè state sempre abbracciati e a letto insieme." Ridacchiò Kristal, tornando a leggere la sua rivista. 

"E poi che ti importa?" Gli chiesi per l'ennesima volta. Fece spallucce. Ogni volta che gli domandavo ciò, cambiava discorso.

"Se lo venisse a sapere, al massimo potrá fare qualche domanda e tenerci sott'occhio. Non sarebbe una tragedia, no?" Mi voltai dalla sua parte, incrociando i suoi occhi.

"Non lo so. E se ci vietasse di vederci?" Gli sorrisi, chiudendo gli occhi ed appoggiando la testa sul suo petto. 

"Non succederá." Vidi i suoi occhi chiudersi e tranquillizzarsi. Si lasciò andare e s'addormentò.

Si scansai dalla sua presa ma, appena mi misi sulla sedia a rotelle, lo sentii mugolare e sperai vivamente che non si svegliassi. Per fortuna afferrò il mio cuscino e lo abbracciò, ritornando nel mondo dei sogni.

Non che non lo sopportavo o che non gli volessi stare accanto, ma volevo godermi un po' d'aria fresca.

Da quando avevamo intrapreso quella relazione, non c'era stato un momento in cui non lo vedevo sorridermi, guardarmi di nascosto o non mi stringesse fra le braccia. Non che non mi piacesse, anzi, amavo stare abbracciata a lui per ore in silenzio. Quelle piccole attenzioni mi rincuoravano e colmavano l'affetto che in quegli anni mi era mancata.

"Se ti vedesse ti direbbe 'se mi guardi ancora mi sciuperai'." Ridacchiò Kristal, volgendomi un sorriso divertito.

"Non è da lui. E poi non è vero."
Risposi facendo la finta offesa.

"Si che è vero, lo stai ammirando da una manciata di minuti senza spicciare parole. Manca solo che cominci a sbavare." Rise lei , scuotendo ripetutamente il capo rasato. 
Le feci la linguaccia, mi pareva di essere tornata all'asilo. L'infanzia. Il periodo più bello della mia vita. Poi hanno rovinato tutto, lui ha distrutto ogni gioia, riducendola in mille frammenti oramai non più ricomponibili.

"A che pensi?" Kristal si fece seria e si sedette sul mio letto, parandosi davanti alla sottoscritta.

"Niente." Le sorrisi.

Mi avvicinai alla porta e l'aprii, scorgendo la testa di fuore e cercando di capire se qualcuno vi si trovasse nel corridoio.

Chiusi la porta dietro di me e,  nell'istante in cui mi voltai per dirigermi agli ascensori, la voce della Hersen echeggiò.

"Io già la so." Urlò a qualcuno a me ignoto.

Mi infilai nella prima stanza che capitò e il destino fu dalla mia parte. Non era la camera di chissá quale persona a me estranea ma, bensì, quella di Cameron e Nathan. 

"Cia..." Nathan iniziò a parlarlare ma lo zittii velocemente. Lui tornò al suo libro senza chiedere spiegazioni.

Appoggiai l'orecchio alla porta per sentire le parole del medico. Non so perché mi importasse ma la mia parte curiosa non riusciva a regolarsi.

"Ma di chi sta parlando dottoressa?" Chiese una voce maschile profonda e familiare. Troppo. Ethan.

Si fermarono sicuramente a sfogliare delle cartelle. L'avevo dedotto perché le loro voci non erano non sembravano avvicinarsi o allontanarsi e lo dedussi anche dal rumore di carte sfogliare e cartelle sbattute violentemente sulla scrivania.

"Farai sorgere qualche dubbio ai pazienti con questo fracasso." La rimproverò Ethan, sicuramente sorridendole. Era da lui. Non si arrabbiava mai, a differenza mia che ero molto irascibile, e se si incavolava sorrideva sempre. Almeno e quanto mi ha riferito Cameron.

"Abigail Evans." Disse, continuando a frugare. 

"Abi? Sicura? Non credo proprio tu starai sbagliando." Infatti...

"Sí. Evans, Evans, Evans. Dove già l'ho sentito?" Si chiedeva frustata, continuando a ripetere il mio cognome sempre più a bassa voce ogni volta.

"Abigail Evans. Ha qualcosa di non so..." Si fermo a pensare una parola adatta.

"Familiare." Continuò, concludendo la frase.

"Non so, non credo proprio. Comunque stasera andrò a cercare, nei suoi dati e nella cartella clinica, i nomi dei genitori. Forse conoscerai il padre o la madre. Domani mattina le farò sapere." Disse e li sentii allontanare.
Mi staccai dalla porta e l'aprii.

"Prima di andartene, mi spieghi che cosa è successo? Perché ti sei intrufolata in camera mia e mi hai zittito?" Chiese con un tono dolce, non era incazzato. Pareva Ethan da diciassettenne.

"Ero venuta a trovarti ma devo andare a svegliare Cameron prima che la Hersen entri in camera." Alzò gli occhi al cielo e ridacchiò.

"Non me la bevo ma ti faccio passare. Domani mattina mi spieghi tutto." Disse, sorridendomi ed io annuii.

"Ed anche il fatto perchè Cameron sta sempre da te, più del dovuto e tardando certe volte, e quando torna, anche se sono le tre, parla constantemente di te." Risi pensando a quel cretino del mio ragazzo. 

Ritornai in stanza e trovai solo Cameron. Kristal? Sicuramente da Sharon. Non le avevo presentate io. Un giorno Sharon mi stava sspettando in camera per parlare ma vi trovò Kristal e vi naque una grande amicizia, anche perchè le due erano state tradite da un ragazzo e si piangevano una addosso all'altra.

Mentre il ragazzo di Kristal l'aveva tradita con la migliore amica della (ex) bionda, il fidanzato di Sharon era stato con altra ragazze e la prendeva solamente in giro cercnado idi portarsela a letto a causa di una stupidissima scommessa.

Mi sedetti sul letto e scossi Cameron.

"Cam, dai sveglia." Gli scuotevo il corpo ma non si svegliava, ed io che avevo paura di interrompergli il sonno prima.

Gli morsi il collo, sapevo che era il suo lato debole. Ciò lo svegliò.

"Ma sei pazza?" Urlò, massaggiandosi il collo.

"So che ti piaccio." Lo baciai e lui sorrise sulle mie labbra, scuotendo il capo.

"Perchè mi hai vegliato?" Mi chiese, sbadigliando e stiracchiandosi.

"Dobbiamo andare da una parte. " Gl risposi, tirandolo per un braccio.
Si alzò dal letto e si mise a sedere sulla sedia a rotelle ed io lo seguii a ruota, passandò però dal letto all'aggeggio.

"Dove dobbiamo andare?" Mi chiese, dirigendosi fuori daa porta.

"Questo me lo devi dire tu." Mi guardò stupito.

"Non avevo progettat..." Lo interruppi immediatamente.

"Dimmi dove sono riposte tutte le cartelle con tutti i dati dei pazienti." Inclinò il capo di lato.

"Perchè?"

"Poi te lo spiego. Ora andiamo lì." Annuì senza fare altre domande. Era troppo assonnato per fare quesiti.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro