Capitolo diciotto.
Promemoria: È successo tutto in fretta ma non mi pento di questa scelta perché l'ho fatta per una persona che amo, mia figlia Aria.
Cara Abigail,
Lo so ora penserai che sono stata precipitosa in questa scelta ma non posso permettere che mia figlia perda la sua vita nel giro di un paio di giorni, o forse ore.
Mi hanno chiamato dicendomi che Aria doveva sottoporsi ad un intervento al più presto, al suo povero cuoricino. Il problema era che non ce n'erano di compatibili tranne quello di un suo familiariare.
Ho deciso di donarle il mio cuore.
Ho parlato con l'Hersen prima di scriverti questa lettera e Aria sarà affidata a mia madre, Kara. Il padre? Era militare e non lo vedevo quasi mai. Morì circa un anno fa durante una lotta in Iraq. Arrivò solo un stupida lettera di condoglianze che bruciai poche settimane dopo.
É stato tutto così veloce e non ci ho pensato due volte su. Dopo la ripresa definitiva della voce di Aria, ho fatto promettere a mia madre di accompagnare Aria qualche giorno qui, in ospedale, per farti visita e perché so quanto mia figlia ti voglia bene, forse più di quanto te ne vorrebbe una sorella.
Dì a mia figlia che la mamma l'ha sempre amata.
Vi voglio bene,
Hanna.
Lessi la lettera ad alta voce mentre le lacrime mi colava giù per il volto.
Sentii le minute braccia di Kristal, stringere il mio corpo rimasto immobile nel pronunciare quelle parole.
"Mi chiami Cameron, per favore?" Annuì, uscì e rientro nella stanza seguito dal mio ragazzo. Egli mi venne incontro e m'abbracciò, era ciò di cui avevo bisogno.
"Io sono da Nathan, vi lascio soli." Cameron mi baciò il capo e vi appoggiò il mento sopra.
"E se non andrà bene?" Mi zittì con un bacio.
"Smettila, smettila di pensare sempre al peggio, smettila di pensare, di farti mille paranoie." Mi sussurrò all'orecchio. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, scuotendo la testa.
"So fatta così."
"Lo so ed io ti amo così come sei. Non voglio che tu ci stia male, andrà tutto bene. Quella bambina é forte, proprio come te."
"Ma io non c'è la farò, sono troppo debole." Le lacrime copiose e silenziose coprivano il mio volto, o meglio, baciavano la maglia grigia di Cam.
"Tu c'è la farai, amore, sei forte e promettilo."
"Cosa?" Alzai il capo per guardarli negli occhi e dirai di ciò naso.
"Promettimi che non mollerai mai, lotterai fino alla fine anche quando mi avrai più le forze di farlo. Fallo. Continua. Ritenta. Non arrenderti, sei forte piccola mia." E restammo in quella stanza, tra i silenzi e i pensieri che offuscavano la mente.
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