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27. Le colpe

"Per un po' forse continuerò ad urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà."
-David Grossman

Chiudo la porta del negozio a chiave e mi giro di scatto verso dietro, quasi saltando in aria per lo spavento, quando sento una mano toccarmi la spalla. Insomma, ero soprappensiero, in più non mi aspettavo che qualcuno mi stesse aspettando a quest'ora all'uscita da lavoro, e la paura ne è il risultato.

Mi porto la mano sul petto e riprendo a respirare regolarmente quando i miei occhi si posano su quelli quasi blu di Ben, ma è una cosa che dura pochi secondi, perché alla sua vista il mio cuore accelera esattamente come quando mi sono spaventata pochi secondi fa. Mi maledico per questo e mi sento in colpa nei confronti di Jack, con il quale esco ormai da un mesetto, ma mi rassicuro dicendomi che è normale che reagisca così a Benjamin, visto che ciò che provavo e che c'è stato tra noi, ci vorrà un po' per dimenticarlo, ma con Grealish sto bene, per davvero.

"Isa... possiamo parlare?" ha la voce strascicata e gli occhi lucidi e rossi, mi ci vogliono pochi attimi per rendermi conto che è ubriaco, o poco gli manca per esserlo. Spero che non abbia guidato in queste condizioni per arrivare da me.

"Ben... stai bene?" rispondo a una domanda con un'altra domanda, preoccupata per il suo stato, poi gli accarezzo il braccio vedendo il suo sguardo perso e leggermente assente.

Il difensore annuisce e poi si allontana dal mio tocco come se si fosse, in qualche modo, appena ustionato. "Sto bene... ho solo bisogno di parlare con te, perché stanotte ti ho sognato e ho provato a dimenticare il sogno, ma non so perché non riesco. Non ci vediamo da un mese, pensavo che fossi uscita dalla mia vita, così velocemente come ci sei entrata, invece ti ho sognata. Eri lì, seduta al bancone del bar, come la prima sera che ci siamo incontrati, eri lì anche vestita allo stesso modo. Sembravi reale. Eri così interessata a conoscermi, proprio quella sera, ma poi mi sono svegliato e ho capito che era solo un sogno, mi sono ricordato che non fai più parte della mia vita, che ti sei allontanata da me come farebbe chiunque."

Sussulto sentendo le sue parole, sia per il discorso in sé sia per la rabbia e il dolore che percepisco ascoltandolo. "Ben... io non mi sono allontanata da te, io sto continuando la mia vita e sto conoscendo una persona. Possiamo essere amici io e te, ma non possiamo più comportarci come prima."

"Quindi tu preferisci eliminarmi perché hai paura di ciò che potrebbe succedere se restiamo soli nella stessa stanza?" lo chiedo con malizia e nervoso allo stesso tempo "Pensavo fossi diversa da tutte le altre. Invece ti sei divertita alla grande e poi ti sei messa con un mio amico, cancellandomi."

"Io ho fatto cosa?" sento una rabbia fortissima espandersi dentro di me, nonostante vorrei evitarlo visto quanto sembra aver bevuto, ma non trovo giusto che mi parli in questo modo dopo tutto. Sono stata accanto a lui nonostante non sapesse cosa volesse, nonostante venisse a letto con me e si pentisse, nonostante mi abbia lasciata sola dopo aver fatto sesso con me solo perché gli avevo confessato di amarlo, e ora che sto con un altro, dopo che lui non mi ha voluto, si presenta da me e mi tratta come se l'avessi usato per poi eliminarlo quando ho trovato di meglio? Non lo trovo giusto. "Non ti devi permettere di parlarmi in questo modo, sei tu che non mi hai mai voluta."

"Non volevo una relazione... ma eri importante per me. E invece te ne sei andata, mi hai sostituito e io, in un attimo, per te non sono esistito più."

"Ma che dici?" sussurro appena, sentendo gli occhi inumidirsi... come può pensare questo di me? "Ti ho amato, Benjamin. Avrei voluto qualcosa di più del sesso con te, ma me ne sono fatta una ragione sapendo che non avrei mai avuto da te ciò che avrei voluto. Ora sto con Jack, stiamo bene insieme, e abbiamo una relazione matura."

"Mi hai dimenticato velocemente, perciò non penso fossi così innamorata come dici." spalanco la bocca e faccio per ribattere, ma vengo interrotta dall'arrivo di Mason. Corre letteralmente verso di noi e interrompe la discussione tra me e Chilwell. Ci guarda entrambi, a turno, quasi come se volesse leggerci le menti.

"Ciao Isabella... scusa, eravamo al bar e sono andato un attimo in bagno, e a quanto pare ha deciso di fare una gita." dal modo in cui parla e dalla sua espressione sembra quasi che sappia esattamente ciò che Benjamin mi ha detto, nonostante non abbia assistito, e capisco così che il difensore ha parlato di me e di questa storia già prima. "Spero non abbia esagerato."

"Non importa..." Mi obbligo a dire queste parole "È ubriaco e non in sé."

Mason annuisce, mentre Benjamin si libera dalla presa del suo migliore amico e scuote la testa freneticamente, ribattendo. "Non sono mai stato più lucido di così. Ora finalmente capisco come stanno le cose. Capisco che non sono mai stato poi così importante. Ora mi sarà più semplice farmi una ragione della tua assenza e non incolparmi."

"Sei uno stronzo." lo sussurro, mentre alcune lacrime scappano al mio controllo e mi rigano il viso "Parli così di me, dopo che ti sono sempre stata vicina, quando stavi male, nonostante il modo in cui mi trattavi. Mi sono fatta usare da te pur di averti nella mia vita e questo è il ringraziamento? Sei così egoista che non accetti che sia andata avanti anche se tu non mi vuoi. Non accetti che sia felice..." Un singhiozzo mi toglie il fiato e, per una volta, me ne frego di stare attenta a ciò che dico e non mi preoccupo nemmeno del fatto che ci sia anche Mason presente. Devo sempre pensare a non ferire gli altri, ma a me chi ci pensa?

"Eri felice con me, Isa..." fa spallucce come se questo pensiero lo tormentasse e non trovasse spiegazione. "Passavamo bei momenti... ma tu ti sei messa con un altro."

"Io e te non stavamo insieme, e non sarebbe nemmeno mai successo. È stata una tua scelta e l'ho rispettata, mi sono innamorata di te sapendo che non mi avresti mai dato lo stesso in cambio, ma ora ho bisogno di essere amata a mia volta." mi asciugo gli occhi con la manica del maglioncino e tiro su con il naso "Non so nemmeno se domani ricorderai qualcosa di questo... ma non importerà. Spero troverai la tua tranquillità anche se al momento mi odi. Buona serata, anche a te Mason."

Il centrocampista mi saluta con un sorriso spento e un cenno del capo, mentre Benjamin mi fissa e basta, senza dire nulla, senza ribattere e senza farmi capire cosa gli stia passando per la testa. Si chiude in sé, e mi lascia fuori, perciò abbasso il capo e mi allontano, dirigendomi alla fermata del bus.

Cammino con le gambe pesanti, ma non tanto quanto il cuore. Cammino con gli occhi appannati dalle lacrime. Cammino con in testa le parole di Benjamin che rimbombano ferite e colme di rabbia, ferendo me a loro volta. Cammino con un leggero senso di colpa che mi invade. Cammino con il respiro corto e un dolore lancinante al petto. Cammino senza voltarmi, consapevole di aver fatto tutto ciò che potevo per lui.

Non avevo i mezzi di andare oltre, non me lo ha mai permesso, e io avevo bisogno di ricevere tanto quando do. Benjamin non era pronto ad amarmi, ed è stato chiaro su questo, non potevo continuare in bilico a vivere qualcosa che per me era importante e per lui, invece, non aveva sapore di una relazione.

Non potevo continuare a stare così male, senza sapere cosa aspettarmi... avevo bisogno di una relazione stabile, avevo bisogno di ciò che Jack mi sta dando. E mi dispiace se Chilwell sta male, mi dispiace davvero da morire, non vorrei vederlo così... ma non accetto che venga scaricata su di me la colpa.

Io gli ho teso la mano tante volte e lui non l'ha mai afferrata saldamente per rialzarsi... e io non posso, e non voglio, restare per tutta la vita a terra perché lui non è pronto a tenerla stretta. Non merito questo, ho bisogno di amore anche io.

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