17. Divano
"È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più."
-Nelson Mandela
"Ehi, cosa è questo sorriso?" Mason si accomoda accanto a me nella panchina dello spogliatoio, dopo aver fatto la doccia, con ancora l'asciugamano legato in vita e i capelli che gli sgocciolano "Devi dirmi qualcosa?"
"Sì, di non bagnarmi i vestiti con i capelli." gli faccio un occhiolino indicando i miei pantaloni che sono stati schizzati appena si è seduto "Perché mi stai fissando?"
Il mio migliore amico fa spallucce, rivolgendomi un'occhiata maliziosa e annuisce come se avesse capito tutto senza nemmeno sentirmi dire qualcosa. "Hai la faccia rilassata post sesso. Mi dici cosa è successo una volta che sei tornato a casa tua?"
"Mi sono addormentato e ho sognato un mondo dove Mason Mount non era più così pettegolo." gli rivolgo un sorriso divertito mentre lui mi imita facendo una smorfia.
"Io non sono pettegolo, sono solo interessato al mio migliore amico. Ti voglio bene e devo sapere come passi il tuo tempo." ride dopo aver parlato e io lo seguo a ruota, scuotendo la testa come arreso "Comunque non sai quanto io sia felice di vederti così, Ben. Era da così tanto tempo che non ti vedevo fare almeno un sorriso sincero. Penso che Isabella ti faccia davvero bene."
Non mi chiedo neanche come abbia capito che c'entra lei in tutto questo, mi limito a sorridere, senza nemmeno rendermi conto. "Abbiamo deciso di restare amici. Lei è una brava ragazza e merita davvero qualcuno che possa amarla."
Mason spalanca la bocca e mi fissa come se improvvisamente mi fosse spuntato un corno in mezzo alla fronte e fossi diventato un esemplare più unico che raro.
"Amici? Io pensavo che lei ti piacesse, anzi ne sono più che certo. Cosa è successo?"
Sbuffo appena e poi alzo gli occhi al cielo, posando la schiena al muro, rilassandomi appena. "Lo sai cosa è successo. Io non voglio una relazione, non sono in grado. Mi piace averla intorno, perciò abbiamo deciso di restare amici così potremo frequentarci." glielo spiego saltando la parte in cui le ho proposto una relazione di puro sesso e zero sentimenti.
"Non vorrei ti sottovalutassi così. Benjamin, tu vali tanto, hai tanto da offrire, devi solo crederci di più." parla con sincerità, come se non riuscisse a capire come io possa avere questo pensiero "Sei un bravo ragazzo, sei bello, dolce, simpatico, intelligente... perché dici sei convinto di non valere abbastanza?"
"Non so amare." lo confesso con voce apatica, una voce che nemmeno mi riconosco "Non so fare stare bene le persone come si dovrebbe. Mason, io non so gestire me stesso, come pensi possa gestire una relazione? Durante i miei attacchi di panico cosa sarei in grado di darle? E durante i miei momenti no?"
"Quanto non mi stai dicendo, Ben? Perché sento che c'è qualcosa che nascondi? Sento che c'è di più." Il suo tono è preoccupato, ma decido di non parlargli di quanto ultimamente sia precaria la mia salute mentale. "Non devi sempre preoccuparti di non fare stare male agli altri."
Sorrido, ora in modo forzato rispetto a quando parlavo di Isa, poi afferro il borsone e mi alzo, pronto per andare via. "Ma che dici? Sto bene, davvero. Ora devo andare da lei, mi ha invitato a cenare a casa sua."
Mason annuisce solamente, con espressione dispiaciuta e un po' seccata del fatto che non gli abbia detto ciò che mi frulla in mente, ma comunque decide di lasciarmi tempo e non insistere. "Va bene, Ben. Divertiti, e stacca un po' la mente."
Gli batto una mano sulla spalla e gli schiaccio un occhiolino comprensivo, prima di uscire dallo spogliatoio velocemente, respirando subito l'aria fresca a pieni polmoni, per rigenerarmi.
Vorrei essere in grado di non pensare di essere un peso caso mai mi aprissi, vorrei essere in grado di essere più trasparente su ciò che provo e sto affrontando, ma purtroppo non riesco. È un mio limite, per quanto frustrante sia.
Mi passo la mano in mezzo ai capelli e cerco di scrollarmi di dosso questa malinconia familiare che finisce sempre per farmi sentire sbagliato, concentrando il mio pensiero su Isabella e sulla serata che ci attende.
*****
Isabella
Osservo gli occhi chiari di Ben e sento quasi lo stomaco stringersi mentre brillano. Ride divertito, coinvolgendo lo sguardo, e posso vedere chiaramente quanto sia sincero in questo momento.
"Che c'è?" mi parla dolcemente, vedendo che mi ero quasi incantata, mentre io mi limito a scuotere leggermente il capo, sentendo le mie stupide guance arrossire di colpo. Maledizione, ma perché devo reagire sempre così? Non posso nascondergli nulla. "Avanti, non dire che non è nulla, avevi lo sguardo pensieroso."
"Stavo ascoltando quello che dicevi." spiego, mentre lui annuisce beffarlo, facendomi capire che non se la beve assolutamente. "Non mi credi?"
Muove l'indice in segno di negazione e continua a sorridere sbilenco. Devo fare tanta fatica per non incantarmi ancora vedendo i suoi occhi limpidi.
"Non ti credo. Non era uno sguardo attento, era più perso." si avvicina ancora di più a me, posando la mano sui miei capelli, con titubanza. Io sento i brividi percorrermi immediatamente e per questo mi mordo il labbro inferiore. "Ti metto in soggezione?" me lo chiede con finta innocenza, sorridendo appena.
"No..." vorrei risultare più convinta di così, ma al momento non mi riesce. La sua mano a contatto con il mio viso mi distrae, così come i suoi occhi limpidi incastrati nei miei. "Benjamin, sei troppo vicino."
Lui sorride furbo e si avvicina ancora di più, sfiorando le mie labbra con le sue. Le sfiora soltanto, senza appoggiarle, facendola sembrare quasi una tortura. "Lo so... avevamo detto di restare amici. So che tu meriti qualcuno che ti possa amare e donare la storia che meriti, ma al momento sei qua davanti a me, questo vestito ti rende così sexy, e sarei stupido a non dare ascolto a quella vocina come mi dice di provarci."
"Ben..."
"Sì? Se non vuoi, mi allontano." a lui sembra facile allontanarlo? Sto morendo alla sola idea delle nostre labbra a contatto, figuriamoci come potrei chiedergli una cosa del genere. "Basta che tu lo dica." sa bene che non lo farò, glielo leggo negli occhi. Alza la mano in aria e poi accarezza le mie labbra, dolcemente.
"Non voglio." mi siedo su di lui, a cavalcioni, e faccio scontrare le nostre labbra, mettendo la parola fine a questa agonia. Le nostre bocche si accarezzano in modo sicuro e famelico, così come le nostre lingue che iniziano a toccarsi in modo quasi violento. Questo bacio non resterà solo un bacio... io non voglio che si fermi così. Io voglio lui.
La sua lingua lecca appena il mio collo, baciandomi poi subito dopo. Io sento le farfalle svolazzare impazzite, mentre infilo le mani in mezzo si suoi capelli, tirandolo di più verso di me.
"Se continuiamo così, io non potrò fermarmi, Isa. E tu hai detto che non vuoi una storia senza senso, ti avevo promesso che-" poso una mano sulla sua bocca e gli impedisco di parlare ancora, fermando il auto discorso.
"Ssh... mi va. Lo so cosa ho detto, ma al momento non voglio fermarti." anniento nuovamente la distanza e lo bacio con passione, afferrando i lembi della sua maglia e togliendola subito dopo. Accarezzo il suo petto e poi lo bacio, fino agli addominali, mentre lo sento sussultare.
"Isa..." Alzo lo sguardo su di lui e vedo i suoi occhi colorati dalla lussuria più pura "ti voglio. Ti voglio ora." Le sue mani finiscono sulla cerniera del mio vestito e me lo sfila immediatamente dalla testa, lanciandolo in una parte a caso del soggiorno.
I suoi occhi si posano sul mio seno e poi abbassa la testa, in modo tale da baciarlo e accarezzarlo. Io trattengo un gemito, gettando la testa all'indietro in modo tale che possa agire indisturbato, mentre lui continua a tracciare ogni centimetro, aiutandosi poi anche con la mano destra, mentre lascia la sinistra sulla mi schiena.
"Chilwell..." ansimo il suo cognome e lui alza lo sguardo, sorridendo maliziosamente e sicuro di sé.
"Che c'è?" mi sfida a dirgli apertamente ciò che voglio, perciò io porto le mani sulla cintura dei suoi jeans e la apro all'istante, pensando al bottone subito dopo. Ho quasi le mani che tremano, ma il momento è così eccitante che non riesco a stare calma. "Isabella, sei impaziente, eh?"
"Lo sono." ammetto, mentre mi alzo dalle sue gambe in modo tale da potergli levare i pantaloni e subito dopo l'intimo. Decido di prendere in mano la situazione, facendogli vedere la parte più coraggiosa di me. Voglio che sappia quanto lo desidero e quanto mi piaccia fare sesso con lui.
Lo osservo per qualche secondo, beandomi del suo corpo perfetto, poi mi tolgo le mutande, sorridendo maliziosamente, prima di risedermi sulle sue gambe, lo sento deglutire nel momento in cui mi posiziono meglio su di lui e, baciandolo sulle labbra, faccio in modo che entri in me.
"Mio Dio, Isa." le parole gli escono in modo naturale dalla bocca quando mi inizio a muovere su di lui, in modo regolare. Poso le mani sulle sue spalle, quasi aggrappandomi, e inizio a dettare il ritmo, iniziando a gemere immediatamente.
Sento il cuore accelerare all'istante quando lo vedo sgranare gli occhi, facendomi capire quanto gli stia piacendo tutto questo. Anche lui inizia presto a muovere i fianchi, facendomi lanciare un urlo, che non riesco a trattenere, quando mi dà di più.
Sento il piacere più puro propagarsi in ogni mio muscolo. Sento il piacere inondarmi la mente e il corpo. Mi sento trasportare verso un mondo dove non importa definire le relazioni, ma l'importante è provare qualcosa di forte e intenso come in questo momento.
Benjamin porta le mani sulla mia schiena e mi attira più a sé, iniziando nuovamente a torturare il mio seno, con le labbra e i denti. Questo rende tutto ancora più eccitante, tanto che non riesco più a contenere i miei gemiti. Lascio che senta chiaramente i segni del mio godimento. Non mi interesso di nulla. Abbasso completamente le difese e agisco senza imbarazzo.
"Benjamin, mio Dio..." parlo in modo affannato, mentre continuiamo a muoverci in modo regolare, e sento il piacere aumentare a ogni spinta. "ci sono quasi..."
Lui bacia le mie labbra sentendo le mie parole, mentre con la mano destra accarezza e poi strizza i miei seni. Sento lo stomaco contorcersi e poi attorcigliarsi, mentre ogni parte di me si sente come se fosse in paradiso.
Anche lui ora inizia a rilasciare gemiti e versi gutturali, facendomi compiacere e rendendolo, ai miei occhi, ancora più sexy. Continuo a muovermi, raggiungendo l'apice, urlando il suo nome e baciandolo poi sulla bocca. Dal modo in cui cambia l'intensità delle sue spinte di bacino, capisco che anche il suo orgasmo è vicino, infatti mi raggiunge poco dopo, ringhiando il mio nome.
Io passo la mano tra i suoi capelli bagnati dal sudore, gli lascio un bacio sulla fronte, posando poi la testa sul suo petto. Lui scivola fuori da me e mi stringe a sé, tenendomi stretta in modo che non cada a terra, ma senza dire una parola. Non c'è bisogno che parli per farmi capire quanto sia confuso al momento. Abbiamo fatto ciò che avevamo detto non avremo più fatto.
Ascolto il battito del suo cuore galoppare veloce, mentre il suo petto si alza e abbassa irregolarmente, ancora senza il giusto fiato. Trovando tutto questo estremamente confortante e familiare... quanto mi piacerebbe che diventasse abitudine, e mi fa male pensare che abbiamo dei pensieri diversi su ciò che vogliamo.
Al momento però non dovrei pensare a questo, non voglio pensare a questo. Voglio solo godermi il momento, godere della compagnia di Benjamin. Voglio provare a stare bene io e, allo stesso tempo, aiutare lui a stare bene.
Non mi chiederò cosa sarà dopo oggi. Non mi chiedo nulla e non mi faccio programmi, chiudo solamente gli occhi beandomi del profumo di Ben e di questo appagamento che sento fisicamente ed emotivamente.
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