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La mia signora madre e gli anziani della comunità oggi mi hanno dato il permesso di studiare a casa di una compagna di classe.
É stato strano, la famiglia della mia compagna si dà un bacio sulla guancia per salutarsi. Si chiamano per nome e la mia compagna si rivolge alla sua signora madre con l'appellativo: mamí.
Signor Diario se ci provassi anch'io, pensi che la mia signora madre lo troverebbe corretto?
Nel corridoio si udivano urla, un pianto disperato.
Roberto si alzò di scatto dal letto, correva alla ricerca di quel suono stridulo, trovandosi così davanti alla porta della camera di Selena. Non esitò un attimo, come spinto da una forza sconosciuta, Roberto entrò. Seduta a terra con dei quaderni in mano, Selena piangeva.
Sembrava così piccola in quella stanza col letto a baldacchino e la scrivania in legno massello.
Papà… Io non sapevo… Io non potevo immaginare… l'ho odiata così tanto...
Sono i diari della mamma.
Roberto non volle farle notare che era per terra a leggere, si stava creando una sintonia con la figlia e non aveva intenzione di spezzarla con vacui commenti.
Roberto si sedette a terra insieme a lei e lessero.
Il mio signor padre ha dettato le leggi della casa a me e a mio signor fratello. Il mio piccolo signor fratello ha bisogno di dormire quindi prima del calar del sole dobbiamo andare letto.
Signor Diario ho provato a chiamare la mia signora madre: mamí.
Il segno della sua disapprovazione lo porto marchiato sulla mia pelle, un piccolo avvertimento: un cerino acceso alla base del mio collo, emanava un odore acre. Ho lavato la mia capigliatura con le erbe medicinali per non sentire più quel fetore di morte.
L'odore di menta sui miei capelli mi ha tranquillizzata.
La crudeltà della lettura, avvicinavano sempre di più padre e figlia e si ritrovavano nel pianto.
Lucia aveva descritto sempre la sua famiglia come conservatrice, e ciò le aveva bastato a Roberto. Aveva sempre immaginato una famiglia cattolica conservatrice, con idee antiche, spiegandosi in questo modo l'allontanamento di Lucia, quando avevano scoperto la gravidanza. Ma mai aveva compreso quanto fosse lontano dalla verità.
Signor Diario oggi sono diventata effettivamente figlia del demonio. La mia signora madre dice che ho una maledizione addosso, come tutte le donne.
Il mio corpo sta cambiando e la mia signora madre mi ha procurato una fascia dove avvolgo il mio seno, simbolo di perdizione. Posso purificarmi solo avendo figli. Ma… Ho domandato alla mia signora madre come si fanno i figli… non chiederò più nulla al riguardo. Sto scrivendo in piedi perché il dolore delle cinghiate non mi permettono di farlo. Sono pensieri impuri ha detto la signora madre e ha aggiunto che sono figlia del demonio. Mi ha fatto inginocchiare davanti al pastore della nostra comunità e a turno mi hanno dato le cinghiate.
Mentre urlavano: demonio esci da questo corpo.
La menta lenisce le mie ferite…
Signor Diario ho conosciuto un ragazzo che non fa parte della mia comunità, per la prima volta ho paura di parlarne alla mia signora madre.
Signor Diario, il mio signor padre mi ha permesso di andare con lui in città. Una novità, solitamente vado in città solo per andare a scuola e l'eccezione per studiare con la mia compagna.
Il mio signor padre mi ha permesso di alzare lo sguardo mentre vendeva i prodotti dell'orto. Mi ha detto che devo imparare a negoziare, per essere una buona moglie…
Oggi é il giorno della mia nascita, quindici anni. La mia comunità mi festeggia con canti, intorno a me danzano, battendo i piedi e le mani. La signora madre mi ha presentato il mio futuro marito. Il mio signor padre mi ha detto che le nozze si terranno alla fine di quest'anno.
Signor Diario si chiama Roberto, il ragazzo di città, é tanto dolce e intelligente… chissà se riuscirò mai a incontrarlo da sola…
Signor Diario ti scrivo queste righe col cuore pesante. Sono dentro un autobus diretto verso una vita nuova… spero… domani avrei dovuto sposarmi, ma ho scoperto di avere un bambino che cresce dentro di me. La signora madre ha urlato: figlia del demonio, con i capelli color magenta, sei venuta su questo mondo per torturarmi, io ti aborro come figlia. Figlia del peccato.
Mi ha strattonato i capelli e mi ha colpita con un tubo di ferro, ho corso il più veloce che ho potuto . Voglio crescere il mio bambino fuori da questa setta, voglio vivere! Voglio essere una persona normale...
Il pianto unì padre e figlia passando la notte a parlare, come non avevano mai fatto prima.
Appoggiata alla parete, fuori dalla camera, seduta sulla moquette, a gambe unite sul petto, Amanda tratteneva il pianto di dolore per la vita passata della sua signora.
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