Un filo di luce si faceva strada nel buio della stanza, attraverso le alte finestre. Le tende di velluto rosso non erano state tirate bene la sera prima, il raggio solare piano piano giocava con i chiari scuri mentre si depositava sugli oggetti, ombre che luccicavano al suo passaggio. 

Le cornici di vetro disposte in modo da disegnare una "V" terminavano su quella principale, ritraeva una coppia giovane, felice con gli abiti nuziali.

Il bagliore filtrato ricadeva sulle cornici di vetro, disegnava sul soffitto un arcobaleno, mentre il giorno avanzava, le stanze della casa si riempivano di un canto melodioso.

Roberto infastidito dal riverbero, rovesciò a terra le lenzuola di lino, si guardò intorno, con una mano sulla fronte a fare da schermo, stropicciò gli occhi e il suo viso cambiò di espressione al suono della voce melodiosa del suo usignolo, corse in cucina, dove ogni sabato, Lucia, sua moglie, era intenta a preparare la colazione e com'era solito, la soprese baciandola sul collo.

Il suono greve, come di uno scatto lo fece saltare all'indietro e la testa di Lucia penzolò e il suo corpo cadde a terra come un grosso sacco, provocando un tonfo assordante.

Roberto si svegliò, Il bussare incessante alla porta della camera e le voci soffocate dal legno, ricamato con angeli, lo infastidì al quanto. Selena, sua figlia, lo chiamava senza sosta.

Roberto infuriato dall'ennesimo urlo, prese la sua versione della Divina Commedia rilegata in pelle che giaceva sul comodino, la lanciò con forza contro la porta, il battere smise all'istante.

Madido di sudore per l'incubo appena avuto, si accomodò sul letto a baldacchino e rammentò: Lucia, sua moglie, era morta.

La atroce consapevolezza si dissolse in un pianto selvaggio e impetuoso lasciandolo nella mera solitudine. Il solo pensiero che le abitudini del sabato mattina, così come le aveva sognate, non sarebbero state più una dolce sveglia provocò in lui una furia cieca.

Alzandosi dal letto, si diresse dritto al comò rovesciando sul tappeto tutte le cornice, che attutite dalla pesante stoffa non si ruppero.

Prese violentemente tra le mani una cornice con l'intenzione di sbatterla contro le altre per raggiungere il suo intento ma quando vide quello scatto si accasciò a terra. Roberto strinse forte a sé il ritratto di Lucia.

Quella foto a lui cara, la ritraeva imbronciata, aveva un'aria infantile, così la voleva ricordare: timida e schiva. Non le piaceva uscire nelle foto, cercava sempre di nascondersi. Le gote si coloravano di rosso ogni volta che lui si avvicinava con lo sguardo malandrino, come lei lo definiva quando si finiva a passare i sabato mattina tra le lenzuola e Selena era a scuola.

Quanto amore c'era nell'aria, si ritrova a pensare Roberto, Quanta passione nascondeva dietro alle gote purpuree, la mia Lucia.

Respirò profondamente le lenzuola che giacevano smorte a terra, odorano di lei, quel suo profumo a fiori di campagna entra soave nelle narici, sembra che Lucia sia ancora lì a guardarlo, nascosta sotto le lenzuola mentre lui si prepara per la notte.

Roberto si avvolge alle lenzuola desiderando che lamorte porti via anche lui.