Non scappare, ancora.
STACY
Mi sveglio di soprassalto, madida di sudore, come ogni fottuta notte da ormai 5 mesi.
Lyn si trova già di fianco a me, con la torcia del telefono accesa.
"Stacy, cazzo. Un altra volta!"
Mi siedo sul bordo del letto e lei si mette accanto a me accendendo la lambada da comò.
"Cosa posso fare per te?"
Scuoto la testa nervosamente.
"Fai gia troppo lyn. Veramente, sarebbe meglio mi trovassi un appartamento. Con i soldi del lavoro potrei riuscire a pagarmi l'affitto e..."
Scoppia a ridere e incrocia le mie mani con le sua.
"Stai scherzando spero! Sei la mia migliore amica diamine! Abbiamo sempre sognato di vivere insieme tesoro."
Mi sciolgo dalla sua presa e mi alzo dandole le spalle.
"Grazie, davvero."
Sussurro con un filo di voce quasi impercettibile.
"Torniamo a letto, che domani abbiamo da fare tutt'e due."
Annuncia per poi uscire dalla mia camera sorridendo, come sempre.
E' una delle caratteristiche che più amo di lei, il fatto che sorride sempre.
Nessuna di noi due ha avuto una vita semplice, ma nonostante tutto ne siamo sempre uscite insieme.
Tra un pensiero e un altro riesco ad addormentarmi, di nuovo.
7.30. Riecco, quel cazzo di rumore assordante. La fottuta sveglia di Lyn. Mi perseguita da quando ho 10 anni.
"Okay, io resto a vivere con te. Ma rompi quella cosa!"
Dico affacciandomi in camera sua.
"Avanti Stacy, è il regalo di nonna Rose..."
A sentir nominare nonna Rose mi addolcisco, ha fatto un pò da nonna pure a me.
"Okay, ma abbassa il volume ti prego."
Annuisce sorridendo e scende giu in cucina.
Facciamo colazione, poi lei si lava e si veste velocemente e corre al università.
Studia per diventare dottoressa, ed è una delle migliori studentesse della sua facoltà anche se non è la cosa che ama di più al mondo.
Fin da quando siamo bambine il suo sogno è sempre stato quello di diventare attrice e non se la cava nemmeno male.
Ricordo che in 4ª elementare, per la recita natalizia recitò ben sei parti diverse.
Quell'anno è stato il mio ultimo delle elementari perché quello dopo non sono potuta andare a scuola, a causa di mio padre.
Rabbrividisco al pensiero e, sempre in pigiama salgo su e controllo il cellulare. Due messaggi.
MIKE: puoi entrare un ora prima? Jenny è malata.
Un mio collega, che mi da la splendida notizia. anche oggi che dovevo entrare alle 10.00 devo entrare alle 9.00.
IO: certamente...a dopo.
Getto il telefono sul letto e apro l'armadio quando mi ricordo dell'altro
messaggio.
Riaccendo il cellulare e rimando congelata. E' Matthew. Il mio ex migliore amico.
MATTHEW: ehi piccola, come stai? ho ritrovato il tuo numero grazie a nick. Non abbiamo più parlato dopo quella volta...scusami.
Ho fatto solo una grande cazzata...avete intenzione di tornare tu e la bionda? MI MANCHI TANTO. Appena puoi chiamami, dobbiamo chiarire.
Cazzo. Pensieri negativi affollano la mia mente e non riesco più a respirare bene. Mi siedo e rileggo il messaggio altre tre, quattro volte prima di rispondere.
Pensavo fosse arrabbiato con me, dopo che sono partita senza dirgli nulla.
Aveva fatto una scenata, dio. Mi aveva detto le peggio cose ma lo capivo, siamo come fratelli. O lo eravamo.
Sono ben 3 mesi che non lo sento e non lo vedo.
IO: ti chiamo più tardi.
E chiudo il telefono riavvicinandomi all'armadio.
Prendo un paio di leggins, una maglia stretta rossa, una felpa chiusa nera e vado a lavarmi.
Non riesco a smettere di pensare a lui.
Mi lascio i capelli sciolti, anche perché non ho alternative. Gli ho tagliati qualche giorno fa e sono troppo corti per essere raccolti in una coda.
Prendo la borsa nera, gli occhiali da sole, mi infilo le scarpe ed esco di casa.
Appena arrivo nel piazzale, inizio a cercare la macchina. E' di Lyn ma la sua università è qua vicino quindi la raggiunge a piedi lasciando a me la macchina per raggiungere il mio posto di lavoro che si trova in centro a Manhattan.
Sto alla cassa in un locale: "the best drink".
È piccolo e perennemente affollato.
Le luci sono sempre basse, i tavoli in legno e le sedie nere rendono l'aria ancora più cupa.
L'unica cosa che mi rende felice nel passare quelle maledette ore in quel posto, è la musica.
È un locale un po' particolare come la musica che risuona in esso.
Bowie, Doors, Queen...la musica che amo.
Qualche settimana fa doveva persino chiudere, a causa di una forte rissa che si è verificata proprio qua davanti.
Due imbecilli ubriachi, hanno iniziato a prendersi a pugni, uno ha spinto l'altro con violenza addosso al vetro del locale frantumandolo e questo con i vetri rotti ha colpito l'uomo sul petto all'altezza del cuore, uccidendolo sul colpo.
Era venuto fuori che la colpa era di Bill, il proprietario, un ometto anziano e baffuto, perché non aveva i vetri più resistenti.
Siamo stati chiusi per qualche giorno ma poi il padre di Mike, che fa l'avvocato, è riuscito a scagionarci facendo tornare tutto alla norma, tranne per il povero uomo che ci ha rimesso la vita.
Vedo le luci dell'auto e mi avvicino a questa.
Entro gettando la borsa sul sedile posteriore e la metto in moto.
Faccio per allacciarmi la cintura ma il telefono squilla.
È lui.
Resto a fissare lo schermo per un po' quando finalmente mi decido di rispondere.
"Pronto?"
"Piccola."
Sentire la sua voce mi provoca brividi su tutta la schiena. Mi ha sempre chiamato piccola, da quando abbiamo dodici anni circa.
"Ti avrei chiamato più tardi..."
"Lo so, ma avevo voglia di sentirti."
Ha la voce bassa e profonda, quella che usa di solito per fare colpo su una ragazza.
"Ehi Brown! Ti rifai vivo dopo 3 mesi e già ci provi con me...!"
Cerco di sdrammatizzare la situazione, invano.
Ride e mi immagino il suo fantastico sorriso,
"Tecnicamente si. Ma se continui a darmi le spalle non vedrò se sto riuscendo o meno nel mio intento."
"Che...che vuol dire?"
Ride più forte.
"Girati piccola."
No. No. No. No. No.
Scendo dalla macchina senza pensarci troppo ed eccolo lì, Matthew Brown in tutto il suo splendore.
I battiti accelerano tantissimo, sopratutto quando mi si avvicina.
"Piccola..."
Mi volto di spalle e cerco di allontanarmi ma le sue parole mi bloccano.
"Ti prego non farlo, non un altra volta io...io non lo sopporterei, non scappare da me. Da noi. Ti ho cercato per così tanto tempo."
💙
Ciao a tutti!!! Sono Gaia, la scrittrice di questa storia...che ne pensate?? Fatemelo sapere!!
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