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seconda prova

Allora, per iniziare ho scelto l'elemento ghiaccio, e come ambientazione ho scelto l'antica Grecia, come narrativa storica.

7 anni. Furono passati già 7 anni da quando venni messo al mondo. Mi sembrò ieri il giorno che mio padre cadde alle Termobili. Il dolore, il vuoto che avevo dentro mi divorava, la tristezza e il silenzio. Mia madre è sempre stata una donna forte, valorosa e instancabile. Ma in quel fatidico giorno, più di un anno fa, quando arrivò la notizia a Sparta, era come se mia madre fosse anch'essa  morta dentro. All'apparenza era viva, ma per la sua profonda depressione che la stava consumando voracemente, era come se fosse priva di emozioni e fredda come un cadavere.

Io la osservavo che rimaneva stessa a letto, a fissare il vuoto. Non si riprese più da quel giorno. Ma io invece, tenevo i miei nervi saldi, perché non potevo lasciarmi portare via dalle emozioni, non potevo. Mio padre era un eroe, e lo è tutt'ora. E non avrebbe mai voluto vedere una cosa del genere.

Passò un anno, e ora la Gocè mi sta chiamando. Voglio diventare esattamente come mio padre, e questa è la mia unica possibilità di onorare il mio nome.

Degli uomini entrano in casa per prelevarmi. Di solito, gli altri bambini Spartani della mia età piangono, si disperano, si agitano e opponevano​ un'inutile e umiliante resistenza. Ma io rimasi fermo e mi incamminai verso il mio destino.

Mentre mi incamminai, una donna attirata e compiaciuta del mio coraggio, vide in me un vero spartano. Lei è una donna giovane, e nonostante la sua semplicità sembra quasi una dea. La semplicità dei suoi veli che volteggiavano tra i campi di grano, la semplicità del suo ambito completamente bianco senza gioielli, e suoi capelli biondi che rispecchiavano l'alba. Lei si avvicinò verso di me, e si inchinò alla mia altezza.

Mentre lei mi guardava trito negli occhi, io mi perdevo nei suoi: intensi, profondi e azzurri come l'Oceano, ma soprattutto luminosi. Lei con uno sguardo serio, e la voce forte e avida di una vera  donna spartana, narrò intensi aneddoti di coraggio:

"Noi non dobbiamo preoccuparci di niente perché conosciamo già la risposta. Sappiamo tutto e controlliamo tutto, è questo il nostro lavoro. A qualcuno sembrerà ingiusto che sia così, ma il fato, ha voluto questo. E nessuno, ricordatelo bene, nessuno può opporsi al fato, nemmeno un dio. A dirla tutta, tutti gli dei che "esistono" non sono che una mera invenzione, un'invenzione per lenire il timore... Il timore di noi; vogliono credere che qualcuno possa contrastarci. Si sbagliano."

La donna riprende a vagare beatamente tra i campi mentre io rimango in silenzio, a riflettere sul suo saggio messaggio. Questo è il nostro lavoro ed è così che moriamo, ed è così che viviamo. I nostri nemici pregano e sussurrano balbettando parole di ghiaccio ai loro dei, lo fanno perché hanno paura. Credono di contrastarci con la sola benedizione dei loro dei, che sfruttano per nascondere il loro timore. Ma nessuno si può opporre a noi, a Sparta.

mi sentivo​ realmente pronto per partire.

L'addestramento spartano si fecce giorno per giorno sempre più sadico, cruento, crudo e cattivo. I miei polmoni si riempirono di aria ghiacciata, e i miei piedi si addormentarono quasi dolcemente a causa del freddo gelido dell'inverno. Gli alberi erano ricoperti di neve e in lontananza si poterono osservare le cime delle montagne ricoperte di ghiaccio, che quasi quasi brillano e rifletterono la luce emanata dalla luna.

Era la mia iniziazione, se solo riuscissi a tornare sano e salvo a casa, sarei tornato da spartano. Nel caso contrario invece, non sarei tornato affatto.

Fecce così talmente freddo, che iniziai a sentire dolore, un dolore lancinante sulla mia pelle. Ma tutto sommato c'ero già abituato, perciò ignorai la sensazione di dolore perché ormai mi abituai. Con voraci frustate mi adattai ad ignorare il dolore, in modo tale che esso non intacchi mai la mia lucidità e la cresciuta percezione e sopportazione delle cose, come ad esempio il freddo.

Quel giorno non fu il mio ultimo giorno. Quella notte non fu la mia ultima notte. Ma fu l'inizio di una nuova svolta nella mia vita. Finalmente tornai vittorioso dal mio popolo, e finalmente diventai come loro, proprio come mio padre re Leonida.




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