Cap 27
Ci siamo..🥺
Spero con tutto il cuore che vi piacerà cuoricini💛
Oggi pubblico solo questa spero che il finale e l'epilogo vi piaceranno💛
Buona lettura cuoricini💛 bellissimi e buon pomeriggio vi adoro😘💛
Arianna
Era da una settimana che Adam non lo vedevo.
O almeno, tornava nella notte e la mattina già non c'era più.
Stava succedendo qualcosa di grosso e non voleva dirmelo.
La scorta era aumentata, se non mi ero mai accorta che c'erano degli uomini alla villa, ora ne ero consapevole dato che li vedevo girare, ed erano sicuramente triplicati.
Ero sorvegliata anche se uscivo in giardino.
Controllavano tutto, cosa che mi infastidì molto, dato che controllavano persino Amelina, che la conoscevo da quando ero venuta ad abitare in questa casa e non dovevano osare.
Ma almeno poter sapere che stesse succedendo.
Lo so che non mi raccontava niente del suo lavoro, ma almeno sapere che cosa stava accadendo.
Ero preoccupata, nervosa perché non lo vedevo da una settimana e perché nessuno mi spiegava niente.
Avevo chiesto ad Amelina se era riuscita a scoprire qualcosa ma niente.
Stavo rientrando in quel momento a casa, ero uscita per fare un giro con Jasmine e i nostri bambini e più l'avevo accompagnata alla visita mensile ginecologica per la gravidanza.
Anche lei proprio come me, stava cercando di capire cosa cavolo stesse succedendo, dato che Andrew non lo vedeva da una settimana e non le spiegava niente.
Mi tolsi il capotto, lo stesso feci al mio bambino togliendoli il giubottino, per poi dirigermi diretta nella cucina per preparare il latte al mio bambino quando una voce forte e dominante mi fece sobbalzare dalla paura.
Era lui.
Adam
-DOVE CAZZO ERI!?-
Dissi completamente infuriato.
La vidi sobbalzare per lo spavento per poi girarsi verso di me.
Non mi vedeva da una settimana, ma io la osservavo sempre.
Era sempre sotto a i miei occhi, anche se lei non ne era inconsapevole.
Quando ero rientrato a casa e non lo avevo trovata ero andato fuori di testa.
Avevo subito chiamato i miei uomini, che facevano parte della sua scorta e mi avevano riferito dove si trovasse.
Cazzo, non doveva uscire!
Il turco aveva mandato una scatola esattamente una settimana fa nel mio locale.
Con delle foto della mia donna e del nostro bambino e con un messaggio ben chiaro.
"Non mi troverai mai Adam Dragomir, ma in compenso io o trovato loro.
Preparati a perdere tutto, non solo il potere ma ciò che hai di più caro, loro.
La tua famiglia."
Ero uscito di testa.
Avevo fatto triplicare la scorta a mia moglie e a mio figlio, non dovevano perderli d'occhio nemmeno un secondo, dovevano essere la sua ombra quando io ero fuori.
Avevo notato il suo sguardo, stava parlando anche se lei non aveva emesso un fiato.
Lo so ero sparito da una settimana, le avevo triplicato gli uomini nella villa senza darle un minimo di spiegazione.
Ma lei non doveva sapere.
Doveva stare tranquilla a casa!
Avevo spiegato a i miei uomini che lei non doveva muoversi di casa.
E lo aveva fatto, fino a oggi.
Mi passai nervosamente una mano fra i miei capelli, mentre chiamavo Amelina.
-Occupati di Chris, devo parlare con mia moglie, in privato.-
Dissi spostando lo sguardo freddo e furioso su di lei.
-Andiamo nel mio ufficio Arianna.- Dissi solamente, mentre la vedevo avvicinarsi a me con passi incerti, notando il suo abbigliamento, niente di strano tranne per quella cazzo di scollatura.
Oh bambina sei in grossi guai.
In pochi minuti stavamo entrando nel mio ufficio mentre chiudevo la porta alle sue spalle, mentre avvertivo la sua paura e la preoccupazione.
Mi andai ad appoggiare di fronte alla mia scrivania, mentre incrociavo le braccia al petto, mentre il mio sguardo attento e furioso non gli toglieva gli occhi di dosso.
-Hai intenzione di parlare o vuoi che ti tiro le parole di bocca a modo mio? No perché non sarà piacevole il modo.. Sufletul meu. (Anima mia)
-"I miei uomini vengono puniti per molto meno, ragazzina.
Anche se sei la mia donna, una punizione non te la toglie nessuno.
Certo in modo diverso e piacevole per me ma frustante per te. "-
-Allora ti decidi a parlare o devo intervenire io?-
Dissi avvicinandomi a lei, con passo sicuro e dominante, mentre non perdevo nemmeno una reazione del suo corpo, notando quanto fosse nervosa, mordendosi nervosamente il labbro.
-Io..-
-Tu? Amore, non mi ci vuole niente metterti sulle mie ginocchia e farti una bella sculacciata per la cazzata che hai fatto stasera. E credimi ne o una voglia da matti, mi prudono le mani, cazzo!-
Dissi afferrandola per la vita, stringendola possessivamente a me, in modo da non potermi sfuggire.
Mentre con l'altra mano, le alzavo il volto, in modo che i suoi bellissimi occhi da ninfa si incatenassero hai miei.
-Mi dispiace, non sapevo che non..-
-Ah, non farlo bambina no! I miei uomini mi hanno riferito che sei voluta uscire lo stesso, anche se loro hanno detto, "il capo non vuole."-
-Adam, tu non mi dici niente, non capisco perché debba rimanere a casa, insomma o accompagnato Jasmine alla visita medica dato che suo marito era con te e poi abbiamo portato Ramon a prendere un gelato tutto qui. Cosa c'è che non va in questo?-
-C'è che non va ,che tu cazzo non devi uscire! Come cazzo te lo devo dire?!?-
La vidi trasalire fra le mie braccia.
Mi passai una mano fra i capelli con fare frustato, mentre cercavo di calmare un po' il mio tono per non farla spaventare.
-Amore mio, ce una brutta situazione e dovete stare a casa ok?-
Vidi il suo sguardo così limpido così puro, e io così stronzo.
Lo so, l'avevo aggredita, ma cazzo avevo perso la testa, con la paura costante che mi ritrovo che gli possa succedere qualcosa, torno a casa e lei non c'è, mi è andato il sangue al cervello.
-Va bene amore, scusami.. Non ricapiterà più.-La sentii sospirare.
Abbassai gli occhi da quello sguardo sincero, alle sue labbra peccaminose dal sapore di fragola e non resistetti.
Cazzo era una settimana che non la vedevo come intendo io e non l'assaggiavo in tutti i sensi.
Mi tuffai su quelle meraviglie e la baciai.
La strinsi a me con fare passionale, mentre la mia lingua saccheggiava la sua bocca con fare rude, mentre la sua si intrecciava alla mia con fare timido, mentre la sentivo gemere di piacere, sotto il mio ringhio di eccitazione.
-"Cazzo piccola quanto mi sei mancata!
Mia cazzo, mia!"-
Un ruggito di possesso risuonava dal mio corpo quando..
Era un tutto un susseguirsi d'immagini e ricordi confusi, che si accavallavano fra di essi..
La stavo per prenderla sulla scrivania del mio ufficio quando..
Degli spari provenienti dal piano di sotto ci fecero bloccare.
Afferrai la mia pistola risposta del mio cassetto mentre urlavo a mia moglie di non muoversi.
Feci correre Amelina con Chris nel mio ufficio, mentre parecchie dei miei uomini giacevano privi di vita intorno alla sala e la cucina.
Il turco ci aveva trovati e con se aveva portato i suoi uomini.
Spari da per tutto, i proiettili volavano come chicchi di riso.
Un solo obbiettivo avevo..
Ucciderlo.
Io e i miei uomini stavamo sparando, vetri sparsi ovunque, corpi che cadevano, ma il mio obbiettivo era il bastardo che si stava facendo scudo con i suoi uomini.
-"Figlio di puttana, morirai presto!"-
Dovevo rimanere lucido, non potevo prendere il controllo, dovevo farlo fuori e se mi facevo prendere dall'ira rischiavo di farmi ammazzare come un novellino.
Mi spostai dietro a un divano, mentre facevo segno hai miei uomini di coprirmi, mentre mi avvinavo al bastardo.
Arrivai silenziosamente alle sue spalle, mi alzai in piedi puntandogli la canna della pistola dietro alla testa.
-Muori.- Dissi, con voce gelida prima di premere il grilletto e fargli saltare la testa.
I miei uomini fecero fuori gli altri restanti, mentre intimavo di portare i corpi privi di vita fuori dalla villa, che sembrava una scena di guerra.
Presi e salii sopra alle scale, dirigendomi dalle mie ragioni di vita, questa fottuta merda era finita, finalmente potevamo vivere tranquilli.
Certo ci sarebbero sempre stati nemici, questa era la realtà della mia vita e ciò che ero, ma li avrei abbattuti uno per uno, nessuno poteva battere il re della mafia rumena.
Continua
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