03
(Pov di Johan)
Una lacrima ti segna il volto, lo senti sussultare e la musica si arresta.
Ti porti una mano alla bocca, quelle note ti hanno spogliato di ogni corazza, lasciando solamente le tue ferite, mai svanite. I ricordi affondati nel fango, sotto a quell'albero. Quei corpi che ti comprimevano, strappandoti via dolcezza e speranza. Ma poi sei riemerso e hai trovato quegli occhi chiari, che adesso ti osservano ricolmi di apprensione.
«Paura?»
Lo osservi timoroso. Certo che ne hai. Se vi scoprissero, vi fucilerebbero senza possibilità di appello.
Dovevi sopportare, stringere i denti, resistere al tuo cuore che temi essere sbagliato. Non dovevi cedere, non a lui. Gli sfiori la mano, chiudi gli occhi.
Puoi sentire ancora la musica echeggiare tra quelle mura incrinate, ferite come la tua anima.
Non riesce a dirti molto, ma non serve, senti le sue dita carezzarti il collo con cautela prima di baciarti.
Ti sfiora le spalle e ti sussurra «Proteggo...»
E tu gli credi, lasciandoti andare alla sua dolcezza.
Stai riemergendo dal fango...
Grazie alla mia cara amica Miryel di questo meraviglioso dono, e di spronarmi a non fermarmi mai 🖤
Il soldato senza nome è ospite da Johan, ferito... il loro rapporto è ostacolato dall'impossibilità di comunicare, la diversità di lingua.
Nonostante tutto, i due riescono a entrare in contatto?
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