01
(Pov di Johan)
Ti siedi sul letto e la osservi, i capelli corvini, gli occhi scuri che virano al viola, quel sorriso ammaliante. Un'illusione, come tutto in quel luogo dimenticato da Dio.
L'anziana ti osserva incuriosita, ti ha scelto tra tanti senza pensarci due volte, ti ha definito "un oggetto molto particolare" di non aver visto spesso ragazzi dalla tua avvenenza, che sei decisamente il pezzo più pregiato della collezione di Madama Butterfly.
Ti ha chiesto come vuoi essere chiamato, le hai dato il tuo nome fittizio, nessuno deve sapere il tuo vero nome, quando sarai finalmente libero potrai sussurrarlo al vento, quando sarai lontano.
Carmen è il nome che le hai dato e lei ha sorriso
"Curiosa scelta, per un ragazzo così avvenente"
Charming ha sussultato, hai percepito il suo sguardo su di te gravare come un macigno, forse ha esitato più del dovuto e Madama Butterfly si deve essere innervosita. Che stupido eppure sa bene che all'interno della sua casa non sono consentite le relazioni tra i suoi preziosi oggetti.
L'anziana era troppo assorta per percepire quella tensione nell'aria, è troppo impaziente di raggiungere il suo obiettivo, il tuo corpo. Trovi curioso come tante donne cerchino attenzione in modo così inusuale. Ma il potere è ciò che le inebria maggiormente, imporre il loro volere, farti sentire impotente di fronte alle loro scelte. Tu sorridi e ti fingi indifferente mentre i loro artigli ti si stringono addosso.
Madama Butterfy ha lasciato la stanza, dopo aver fatto rumore e averti interrotto più volte.
Sembrava quasi infastidita, eppure stavi eseguendo i suoi comandi, nulla di più. Di certo niente che desiderassi veramente fare...
Se fossi libero di scegliere, i tuoi occhi volgerebbero la loro attenzione altrove.
Ti sei sorpreso a pensare a Charming troppo spesso, a lui che nel suo silenzio attira la tua attenzione. Che con pochi gesti cortesi ti mostra la sua gentile apprensione qua di troppe volte ti usano, incuranti della tua stanchezza.
Adesso che sei di nuovo solo con i tuoi pensieri, ti puoi concedere un'emozione reale.
Quella bella stanza, così vuota di sentimento e ricolma di oggetti. Un letto troppo grande per doverci solo dormire. Un divano così scomodo per un focolare domestico. Ti infastidisce tutto della tua stanza, semplicemente perché là dentro non c'è niente di tuo. Tutto è stato scelto da Madama Butterfly, i suoi vestiti, persino le tue pratiche intime sono scelte da lei, spesso sei obbligato anche a farla assistere. Ti sei talmente assuefatto a questa condizione che credi non infastidirti nemmeno più.
Bussano alla porta e tu la osservi apatico, speravi davvero di avere la giornata libera dopo quell'incontro mattutino.
Non immaginavi di trovare Charming sulla tua soglia.
Gli chiedi di entrare in tutta fretta, malgrado averlo nella tua stanza sia una scelta stupida e pericolosa.
Ti sfiora le dita incerto, abbassa lo sguardo imbarazzato. Gli prendi la mano e la porti al cuere, vorresti dirgli che è tutto a posto, che stai bene... Ma sarebbe inutile, una stupida bugia.
Lui è la sola persona che detesti pensare di lasciarti alle spalle, ma che scelta hai?
Allunghi la mano e gli carezzi il volto sorridendogli. Ti guarda con i suoi occhi blu, percepisci le sue labbra sulle tue dita, il suo respiro ti ferma il cuore. Poi prende la tua mano e la porta al petto, ne percepisci il battito ritmico. Inutile negare oltre, quel legame è tangibile.
Cammini a passo lento verso il centro del complesso, hai fame e devi schiarirti le idee.
Sai di aver sbagliato, ogni bacio, ogni gemito è stato uno stupido errore. Perché stai rischiando tanto per qualcuno di cui non conosci neppure il nome. Eppure, è stato bello, pensavi che non avresti più provato quelle sensazioni, così tanto sincero desiderio. Charming è rimasto nella tua stanza, hai il terrore che vi scoprano, ma non hai avuto il coraggio di svegliarlo, nè il cuore di mandarlo via.
Non comprendi le sue parole, ma quel tono così pacato e gentile è così diverso da quello delle persone che solitamente orbitano su di te. La sua cauta e tenera incertezza, attendeva un cenno da parte tua per ogni movimento, spettava a te fare quel passo per completare ogni attimo.
Quando la vedi, d'istinto ti nascondi con il cuore in gola. Madama Butterlfy è seduta in cortile assieme a un'altra donna che non conosci, che sia una cliente? Che stia per chiamarti? O che stia per andare da Charming. Senti il battito accelerare, trattieni il respiro come se potesse percepire la tua presenza. Parla a voce alta, lei non teme di essere udita, non deve tenere a freno i propri pensieri.
«Sei innamorata di lui... e ciò è male... Ti renderà impossibile mentirgli ancora a lungo, farai scelte stupide che ti danneggeranno, che danneggeranno tutti noi...»
La voce della donna è meccanica, fredda. Non pensi di averla mai udita. Non pare nemmeno quella di una persona.
«Vorrei dire il suo nome a voce alta, liberarlo da questa maschera... La verità è che non sopporto più di vederlo obbligato a fare qualcosa contro la sua volontà... Forse sì è amore, ma Carmen è solamente un burattino, mentre l'uomo che vi è celato all'interno sta lentamente morendo...»
«Se soltanto fosse in tuo potere...»
Vorresti muoverti, ma hai il timore di essere visto, sei prigioniero di un incubo, forse non ti risveglierai mai...
Johan si osservò le mani sporche di inchiostro, si sollevò dal tavolo e si diresse verso il pianoforte al centro della stanza.
Il suo ospite stava ancora dormendo, le sue ferite non si sono del tutto rimarginate, e la colluttazione con quel soldato non ha certo migliorato la situazione. Si sedette sul panchetto lasciando scivolare le dita sulla tastiera.
Ricordi quando Hanneka suonava per te, ricordi di aver sognato di ballare con il tuo principe, quando ancora riusciva ingenuamente a sperare. Prima della guerra, della sua morte e di sopravvivere persino a se stesso.
Johan si chiedeva se fosse davvero vivo, alcune mattine sentiva di essere svanito sotto a quell'albero, schiacciato da quei corpi bramosi. Come nel sogno, esattamente come Carmen anche lui era prigioniero, della vita stessa.
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NOTE dell'autore:
E riprendo Johan, dalla brevissima shot "Inchiostro nel Fango"
Pensavo di fare una raccolta di shot e drabble... Mentre riorganizzo la sua storia.
Ringrazio chiunque passerà di qua, anche per una silenziosa lettura.
Per l'Italia, per il Mondo, è un momento molto complesso... Io tornerò a lavorare, il dovere chiama...
Il mio cuore sarà sempre con la mia Musa, così come il desiderio di scrivere ogni volta che mi sarà concesso del tempo.
E come dice il saggio Guccini "...E quindi tiro avanti e non mi svesto. Dei panni che son solito portare. Ho tante cose ancora da raccontare. Per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto..."
A te che è stata donata la fantasia, che viaggi senza muoverti e ti lasci accompagnare dalle parole.
A te che completi con l'immaginazione quel che non viene detto, che aggiungi una parte di te alle mie storie, senza che io debba darti tutte le risposte...
A te... che continui a sognare...
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