The show must go on
Prima di scendere dal furgone, Sarana si voltò un'ultima volta a guardare tutti. Una mezza piroetta allegra le fece danzare intorno i lunghi capelli castani. Appena fu ferma, un sorriso radioso assottigliò i grandi occhi nocciola facendo apparire le graziose fossette che aveva sulle guance. L'abito di tulle tempestato di rose le lasciava le spalle scoperte, ondeggiò increspandosi momentaneamente nella sua rotazione.
"È stato un sogno, ragazzi, e io sono felice di averlo vissuto insieme a voi."
Tayuya, ormai preparata di tutto punto con il suo vestito argentato ed entrambi i tacchi, l'abbracciò con gli occhi lucidi : "Hai deciso di rovinarmi il trucco? Guarda che poi devo stare un'altra ora e mezza a sistemarlo."
Hidan circondò le spalle di Sasori afferrandolo da dietro, a causa della notevole differenza di statura, la testa del rosso si appoggiò allo stomaco dell'altro.
"Basta con tutte queste smancerie, scendete alla svelta che io e Karin abbiamo ancora da fare." Nonostante Deidara li stesse spingendo tutti verso lo sportello, le lacrime stavano seriamente rischiando di rotolargli sulle guance.
Mentre gli altri scendevano con il fracasso di un terremoto, Itachi fu l'ultimo ad avviarsi con calma verso l'uscita, stavolta indossando delle scarpette che avrebbe poi tolto durante l'esibizione per usare i piedi come se fossero altre mani.
Deidara lo frenò un attimo prima che iniziasse a scendere la scaletta: "Itachi, se non te la senti non succede niente, stasera ci sarò io a deliziare il pubblico. D'accordo non sono te, ma è pur sempre una degna sostituzione, no?"
Il moro non poté fare a meno di sorridere a quella battuta: "Deidara, sembra che tu non abbia mai avuto i postumi di una sbronza, dovresti saperlo che non durano per sempre."
"Va bene, allora spacca tutto come sai fare tu, ma non strafare." il biondo lo lasciò scendere dandogli una pacca su una spalla prima di mordersi le labbra voltandosi dubbioso verso Karin.
"Ieri sera era tutto tranne che ubriaco, vero?" la rossa seguiva con occhi malinconici tutti gli amici che si erano accalcati intorno a un raggiante Naruto.
"Già" Deidara sospirò lasciando finalmente andare la sua preoccupazione "Tuttavia mi fido. Itachi è responsabile, ha degli amici, un fratello di cui prendersi cura e una famiglia che si sta allargando."
Prese il viso della moglie delicatamente tra le mani per baciarla : "Dai, facciamogli vedere chi siamo!"
Il salotto di Kisame era pieno di allegria. Stavolta il divano era stato lasciato gentilmente a Rin, naturalmente Obito aveva preso posto al suo fianco mentre Sasuke si era affrettato a sedersi dall'altro lato. Memore del molesto masticare di Kiba della volta scorsa, aveva fatto in modo di posizionarsi il più distante possibile da lui che si trovava al tavolo della cucina con davanti tutto l'occorrente per ricominciare il suo passatempo preferito. D'accordo con Sakura, avevano deciso di non raccontare niente delle momentanea scomparsa di Madara per non turbare inutilmente gli amici. Il viso sconvolto di Sasuke non passò certo inosservato ai presenti, tuttavia attribuirono la cosa alla diatriba della mattina successa in palestra. Per la serata conclusiva erano arrivate anche Tsunade e Samui, nessuna delle due aveva potuto fare a meno delle loro camicette super scollate e colorate con tanto di fiocco per chiusura.
Nonostante il periodo complicato Kisame era felice, l'indomani avrebbe riabbracciato Itachi e non avrebbe più smesso di ricoprirlo di complimenti finché il marito stesso non gli avrebbe implorato di smetterla. Sorrise iniziando a preparare un Bloody Mary a Sasuke. Nessuno riusciva a portare rancore a un cuore così grande e a dei sentimenti così genuini. È vero che faceva sempre le cose a modo suo e impetuosamente, tuttavia ogni volta Sasuke era mosso da inestimabili valori. Anche da quel lato assomigliava un po' a Madara. Obito e Rin lo avevano già abbracciato affettuosamente, negli occhi dei più grandi solo comprensione. Tsunade e Samui gli scompigliarono i capelli in un gesto materno, Sasuke non se la prese per la perdita dell'impeccabilità.
Grazie, Sasuke, nonostante tutto.
Forse Sasuke era riuscito a vedere più avanti di tutti gli altri messi insieme, nonostante lo scivolone Kisame non aveva perso di vista ciò per cui aveva lottato molti anni della sua vita. A Madara magari sarebbe occorso più tempo, tuttavia la sua eccezionalità gli avrebbe impedito di uscire completamente fuori strada. Kisame sorrise certo di vedere finalmente la luce affacciarsi al termine di quel lungo tunnel.
L'applauso esplose improvviso appena iniziata l'esibizione di Sasori e Sarana accompagnata dalla musica di Tayuya. I piccoli alieni che cercavano casa sul nostro pianeta e la loro amicizia con una ragazza umana era una storia molto commovente, in fin dei conti.
"Quel ragazzo è proprio un esempio per tutti" commentò Tsunade, rivolta a Kisame, appoggiata al bancone della cucina gustandosi la sua bevuta "Madara ha centrato esattamente il punto, è riuscito a trasformare i suoi mostri in bellissima arte."
Era serena, Kisame si sentì sollevato guardando quei bellissimi occhi nocciola. Tutti avevano visto scivolare lui, Sasuke, Madara, Neji e Hinata, ma alla fine erano stati contenti di riaccoglierli in pista con qualche cerotto qua e là. Ne era valsa la pena di ogni cosa.
La bellissima musica di Tayuya invase la stanza, a Kisame venne in mente la prima sera in cui l'aveva vista suonare il flauto ai tempi dell'università. Adesso, finalmente, poteva guardare a quel periodo con serenità. Quella melodia era sempre stata incantevole, Kisame all'epoca l'aveva interpretata come sinistra semplicemente perché era lui che percepiva la vita andargli troppo stretta. Quelle note amplificavano lo stato in cui chi ascoltava si trovava già.
Ho sempre pensato che la musica sia la lingua dell'anima. Tutti la capiscono da un capo all'altro della Terra senza bisogno di studiare niente. Nasciamo già con questa capacità dentro di noi, Tayuya ha il dono di farcela proprio vedere quest'anima che risulta spesso così difficile da capire.
Due sguardi identici dai rari riflessi viola catturarono l'inizio dell'esibizione di Itachi e Sai, gli altri occhi erano neri con le ciglia sottili e lunghe e nascosti sotto una morbida frangia mossa. Nagato si sentiva soffocare stretto tra Yahiko e Shisui sul divano. Era riuscito a starsene solo per più o meno metà mese, ma poi aveva dovuto cedere ai due che desideravano la sua compagnia. Mentre non faceva altro che scuotere la testa rossa di fronte alle continue offerte di stuzzichini, si domandava il perché di tanto accanimento. Aveva deciso di far felici Yahiko e Shisui accettando una birra. Le loro continue battute gli mandavano il cervello su di giri facendolo sentire esausto mentalmente.
Era l'ultimo giorno di spettacoli e sembrava essere andato tutto liscio. Ma questo era ciò che mostravano le telecamere, le cose di cui Nagato non era a conoscenza potevano essere completamente diverse. I dubbi con cui si era seduto su quel divano gli avevano fatto andare il cuore a mille per tutta la sera, ora che quei due - Itachi - erano apparsi sullo schermo la situazione era peggiorata facendogli sentire anche una specie di trivella nello stomaco. I suoi sospetti erano tutt'altro che infondati, la sera in cui era andato a trovarli aveva avuto l'impressione che tutto il gruppo se la stesse spassando un po' troppo, compreso Naruto. Tuttavia non era quello il problema principale, Nagato era stato colpito dalla naturalezza con cui il marito aveva letto le brutte notizie ricevute da Sasuke sul viso di Itachi.
Sei corso a consolarlo appena io me ne sono andato, Naruto? Di tempo ne hai avuto da vendere. Per me avresti fatto lo stesso? Saresti stato capace di leggere una brutta notizia sul mio viso così al volo?
Le pupille di Nagato si dilatarono pronte a cogliere qualunque sfumatura sul viso di Naruto nel caso in cui la regia avesse deciso di inquadrarlo. Il corpo di Itachi gli faceva male, non solo aveva delle proporzioni perfette ma era anche aggraziato nei movimenti. Questa era una caratteristica che il moro aveva sempre avuto qualunque cosa facesse, gli veniva naturale e senza sforzo, semplicemente era nato così. Nagato era stato suo compagno per tanti anni per cui sapeva per certo che riusciva ad essere elegante persino lavando i piatti o sfregando il pavimento, assumeva queste pose armoniose pensino quando era solo, segno che proprio era fatto così. Nagato non avrebbe mai potuto competere con una figura così eterea e Naruto gli occhi li aveva eccome.
Forse non solo gli occhi, anche il cuore e tutto il resto.
"Ora si arriva al più bello, ragazzi." Shisui sapeva che le scene più mozzafiato Itachi e Sai se le tenevano verso la fine.
E tutti sapevano che nemmeno Shisui non era stato, in passato, indifferente al fascino del cugino. Faceva parte di qualcosa del periodo in cui entrambi erano ragazzini. Shisui lo aveva sempre raccontato senza problemi, Madara lo aveva scritto e per Yahiko non c'era mai stato niente di male. Yahiko non aveva certo gli stessi pensieri, timori e inadeguatezze del fratello.
Per forza, nessuno è sgradevole come me.
Yahiko non rispose, tuttavia sorseggiava il suo cocktail tranquillo senza riuscire a staccare gli occhi dallo schermo.
Itachi e Sai avevano concluso, per l'ultima volta. L'applauso esplose sia dal vivo che sul divano, le mani di Nagato erano talmente magre da non produrre praticamente suoni. Per la prima volta fu inquadrato Naruto, il biondo era sorridente e raggiante mentre applaudiva energicamente.
Naruto, tu potresti affermare per tutta la vita che sei così entusiasta per il successo degli spettacoli da te organizzati, tuttavia io sarò sempre l'unico a vedere che c'è anche altro.
Questa volta Sai e Itachi fecero qualcosa di completamente diverso, scivolarono giù dal nastri in un modo mai accaduto prima. Shisui sgranò gli occhi rischiando di strozzarsi con la sua bevuta, il sorriso scomparso all'improvviso e la pelle impallidita.
Itachi, una volta terminata la bellissima figura finale delle spaccate volanti e contemporanee, non si era più impadronito della seta rossa per lasciarsi scivolare in basso. Pareva essersi afflosciato come un palloncino sgonfio. Sai si era calato a terra tenendolo in braccio mentre i nastri gli si srotolavano intorno alle cosce. L'eleganza del movimento perfetta; nonostante il pubblico li vedesse di spalle, si appezzavano le punte dei predi di Itachi sempre tese. La pubblicità fu mandata all'improvviso.
"Qualcosa è andato storto, Yahiko."
Il viso terrorizzato di Shisui fece più paura a Nagato che a lui stesso e a Yahiko.
Il rosso si mordicchiò i piercing appuntiti sul labbro inferiore: "Hai ragione, chiamo Kisame."
Nagato si sentiva svenire.
"Kiba, sei sempre il solito imbranato!" sbraitò Samui mentre anche tutti gli altri si erano voltati a guardarlo con aria di rimprovero.
"Ehm... scusate." il castano si alzò immediatamente dal bracciolo su cui si era seduto. Sfortunatamente il suo fondoschiena aveva toccato il telecomando e il televisore si era sintonizzato casualmente su un chiassosissimo concerto rock.
La musica e le energiche proteste dei presenti, fecero tremare i vetri della casa di Kisame per cinque minuti buoni. L'imbarazzo aveva poi reso Kiba ancora più impacciato e così, nel tentativo di afferrare il dispositivo, lo aveva fatto rovinare dietro il divano. Si erano dovuti alzare e spostare tutto quanto per cercarlo. Sasuke sbuffava come una locomotiva a vapore facendo ridere di gusto Sakura. L'ultima immagine rimasta sulla retina di tutti erano Itachi e Sai che eseguivano le loro bellissime spaccate. Nessuno udì i cellulari che squillavano a turno a causa del baccano.
"È mai possibile che da Kisame non risponda nessuno?" Yahiko sembrava più stizzito che preoccupato, adesso.
"Provo a chiamare Naruto." Nessuno aveva mai udito l'estroverso Shisui con un tono così grave.
"Io continuo a provare." Nagato sorrise agli altri due afferrando il suo telefono.
Uscì dal portone, gli altri due, presi dal nervosismo, pensarono che si fermasse sul pianerottolo per telefonare. Non lo videro posare il cellulare di nuovo subito dopo. Nagato scese le scale silenziosamente. Arrivò in fondo, spinse la porta del palazzo, uscì sul marciapiede. Il profumo dei muri caldi lo investì, la luce dei lampioni lo avvolse. Voci di famiglie uscivano dalle finestre che rimanevano aperte fino a tardi a causa del caldo, a quell'ora persino il rumore del traffico sembrava essere gradevole. Bellissimi suoni, stupenda serata. Nagato aveva sempre avuto tutto questo intorno senza mai riuscire a goderselo in pieno. Solo adesso poteva farlo, per la prima volta era davvero sereno.
Itachi sorrise permettendo finalmente alla sua mente di annebbiarsi. Ce l'aveva fatta, il pubblico forse non si era accorto di niente pensando che quell'uscita diversa dal solito fosse prevista. Con l'ultimo sforzo aveva raggiunto Sai fidandosi ciecamente della sua percezione dei muscoli che perdono potenza. Con gli ultimi secondi di luce concessi ai suoi occhi era stato capace di mantenere delle pose controllate e armoniose.
Naruto, ce l'abbiamo fatta.
Scivolò nel buio. Era bello scivolare quando non esisteva più niente a cui aggrapparsi. La voce di Naruto gli arrivò lontanissima. Sensazione di fresco, forse lo avevano adagiato sull'erba.
"Itachi?"
Non avrebbe saputo dire se lo stessero scuotendo, non aveva importanza, una beatitudine estrema si era impadronita di lui.
Naruto stava morendo di angoscia ma Itachi sembrava sereno, pareva riposare tranquillo steso su quel prato dietro al palco. Il biondo si riavviò la frangia dorata e intrisa di sudore sollevando lo sguardo stravolto sugli altri amici e i membri dello staff che gli si erano accalcati intorno. Hidan non c'era, aveva deciso all'ultimo momento di andare a dare una mano a Deidara e Karin. La sua era più che altro curiosità, era una vita che moriva dalla voglia di vedere come erano fatti i mortaretti di Deidara. Naruto realizzò che questo fosse un bene, con il suo carattere volitivo e impulsivo avrebbe rischiato di perdere il controllo compromettendo quella delicata situazione. Naruto doveva a tutti loro delle spiegazioni, si vedeva che le stavano attendendo. Nonostante l'angoscia erano rimasti a distanza premettendo solo a Naruto di toccare il corpo inerte di Itachi.
"Allora, io farò un breve chiarimento presentando l'imminente spettacolo di Deidara. Voi, Tayuya, Sasori e Sarana intrattenete tutti finché Deidara non comincia. Io vado a prendere la macchina, porto subito Itachi a casa e poi torno per il discorso finale. Sai, se si riprende venitemi incontro così accorciamo i tempi. Nessuno dovrà accorgersi di niente."
Nagato non dovrà accorgersi di niente.
Naruto non sapeva cosa significasse dover fare dei sorrisi falsi semplicemente perché i suoi erano sempre stati veri. Quella sera aveva dovuto farlo per la prima volta nella sua vita davanti a quei bambini che erano stati con il naso all'insù fino a pochi minuti prima, era un suo dovere. Non aveva potuto impedire alla sua voce di tremare per un paio di volte si era scusato con un: "perdonatemi ma sono emozionato sapendo che questa avventura sia giunta al termine."
Uno scroscio di applausi lo aveva costretto a interrompersi. Ingoiò le lacrime dietro al sorriso smagliante.
Itachi, perché? Non doveva andare così. È colpa mia, non dovevo permetterti di fare l'ultima serata con qualunque mezzo possibile. Avevo visto lo stato in cui eri.
Scendendo dal palco, Naruto aveva visto Itachi seduto con Sai che gli sosteneva le spalle, sembravano parlarsi. Il biondo si sentì un poco sollevato. Tuttavia non c'era tempo adesso per verificare, fece cenno a Sai che si sarebbe avviato a prendere la macchina. Il tempo era poco prima dello spettacolo di Deidara e c'erano una trentina di chilometri da percorrere andata e ritorno.
Il cuore gli batteva all'impazzata mentre guidava verso di loro, sperò che le trasmissioni fossero state interrotte in tempo e che Nagato non si fosse accorto di niente come il pubblico dal vivo. Se lo augurò anche per Sasuke e tutti gli altri a casa. Ma squillò il telefono, si trattava di Shisui che chiedeva notizie del cugino. Naruto cercò di tranquillizzarlo affermando che era solo stanchezza, il dubbio di Shisui gli arrivò palpabile attraverso la cornetta nonostante gli avesse risposto affermativamente. Nagato aveva saputo, era lì nella stessa stanza con loro in quel momento. Per Naruto sarebbe stata dura, adesso, aspettare ancora molte ore prima di poter rivedere il marito.
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