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4

"Claudia? Ragazza che apre portali? Ehilà!" Urlò Peter, vagando per i corridoi della casa sicura.
Zia May gli aveva detto di aver incontrato l'italiana pochi minuti prima e voleva evitare sorprese andandole incontro.
Le pareti anonime e neutre lo infastidivano, quindi tendeva ad accelerare il passo quando non si trovava in ambienti più famigliari, con oggetti presi dal suo appartamento.
Non voleva ricordarsi di essere imprigionato lì.
La castana non era in camera sua, ne in palestra e nemmeno in terrazza, ma la trovò sul tavolino del salotto, a gambe incrociate.
"Eccoti, ti cercavo." Le disse avvicinandosi, prima di accorgersi che aveva gli occhi chiusi e le cuffiette nelle orecchie.
Stava...meditando?
Da dietro lo raggiunse uno strano rumore e quando si voltò la vide avvicinarsi con un pacchetto di patatine.
Crebbe di avere le visioni, come se fosse stato di nuovo vittima di Mysterio.
Sì girò più volte, appurando di vederne effettivamente due.
"Siete gemelle?" Domandò insicuro, ma quando dal corridoio una terza Claudia fece il suo ingresso, stavolta sfogliando uno dei suoi fumetti, si sentì bloccato.
Poi un portale si aprì sul soffitto e un quarto clone saltò giù nella stanza.
Peter si appoggiò alla libreria, sentendosi le gambe cedere e il cervello andare a mille nel tentativo di comprendere cosa stesse accadendo.
All'improvviso tutte le Claudia alzarono lo sguardo su di lui, si osservarono a vicenda complicemente e scoppiarono a ridere, andando ad unirsi a quella che meditava sul tavolino da caffè.
"Ciao Spider-Man." Lo salutò con un bel sorriso innocuo.
"Ok, mettiamo una regola: niente illusioni, da adesso sono proibiti tutti questi trucchetti!" Istituì.
"Cosa? No! Perché?" Chiese sbuffando.
"Non mi piacciono, dacci un taglio e basta, ti prego." Insistette, facendole borbottare il consenso.
"Come è andata ieri con la tua amica?" Aggiunse poi, sedendosi davanti a lei sulla poltrona.
"L'agente Belova è un tipo complicato, ma adorabile nel profondo." Spiegò ambiguamente.
"Cosa fate insieme?" Continuò.
"Alleniamo una squadra di supporto per gli Avengers, cosicché vi aiutino nei compiti civili e intervengano al vostro fianco nei casi particolari. È interessante: un gruppo molto eterogeneo, slegato dagli obblighi di qualsiasi governo e solo alle dipendenze dell'ONU o dei Vendicatori." Raccontò.
"Voi ne fate parte?" Chiese il ricciolo.
"L'agente Belova, la vedova nera, ne sarà a capo nei momenti in cui collaboreranno con i nuovi Avengers...io faccio solo lezione." Disse.
"Non combatti?" Domandò stupito.
"Cerco di evitarlo." Ammise lei.
Lentamente, sul viso di Spiderman, si formò l'accenno di un sorriso per quella risposta.
"Cosa facciamo oggi?" Proseguì spezzando il silenzio.
"Balleremo." Rispose.
Peter fece una smorfia e rizzò la postura.
"No, perchè?" Chiese affranto.
"Fammi capire: cammini sui muri, ma non sai ballare?" Domandò lei divertita.
"Non è che non sappia ballare in assoluto, è solo che - ehm - me la cavo....cioè, non faccio schifo - sono come una tavola di legno." Disse, se così si può definire quella cozzata di parole.
"Beh, il ballo è molto utile per imparare a meditare, quindi dovrai farlo comunque. Mal che vada, hai comunque imparato qualcosa di nuovo, che fa sempre bene."cercò di incoraggiarlo lei.
"Uh, mi aspettavo una frase più gurosa - non che questa non vada bene, almeno è comprensibile, ma quasi non ci sono abituato." Constatò lui, facendola sbuffare.
"Ora non mi viene in mente nulla di saggio, magari tela dirò dopo la frase gurosa." Replicò, iniziando a incamminarsi verso la palestra.
"Claudia, scusami, ma più ci penso più mi rendo conto che il ballo è l'opposto della meditazione: è agitato, c'è musica ad alto volume e il corpo si muove." Constatò l'eroe mentre aiutava la ragazza a spostare i vari attrezzi per fare spazio al centro della sala.
"Caro Peter, a volte può capitare di cambiare strada, di andare a destra e non a sinistra, ma in fondo tutte portano a Roma." Rispose lei accendendo Spotify e collegandolo alla cassa della palestra, da cui partirono alcune canzoni pop.
"Non è assolutamente vero..." Borbottò il ricciolo intanto.
"Sciogliti, balla come ti viene, cerca solo di seguire il ritmo." Gli disse, ricevendo in cambio una smorfia scettica.
"Un bel respiro e via." Riprovò Claudia incalzante.
Spider-Man, il ragazzo più agile del mondo, colui che può arrampicarsi ovunque, dalla forza sovrannaturale, un sesto senso formidabile e che dondola per New York grazie a delle ragnatele artificiali di sua invenzione inizio letteralmente a ondeggiare rigidamente e annuire seguendo la musica.
L'italiana lo osservò stupefatta.
"Chi ti ha insegnato a ballare?" Chiese lei.
"Zia May, perché? Uh! Il mese scorso io e Ned abbiamo imparato anche questo!" Rispose entusiasta, mostrando alcune mosse prese da Fortnite.
"Ok, il nostro obiettivo oggi non è...questo." Affermò lei, indicando qualunque cosa stesse facendo.
"Devi imparare a seguire il ritmo, a coordinarti con la musica. Prima molleggia un po', lasciati andare, scomponiti." Gli suggerì l'italiana scollandosi come esempio.
"Si, ok, bene..." Borbottò l'eroe. Piegò le ginocchia e iniziò scollarsi, anche troppo violentemente, fino a perdere il controllo delle braccia.
"Ok...ora dimmi una canzone che conosci bene, che ti piaccia." Gli domandò.
"Ehm, vediamo...di solito ascolto la colonna sonora di Starwars quando faccio qualche esperimento. Rock per gli allenamenti e l'indie quando sono con Ned. Mi piace un po' tutto, non ho un genere fisso." Rispose.
"Una canzone, Peter." Ripetè Claudia.
"Should i stay or should I go dei the Clash" Asserì infine.
"Uh, mi piace quella." Concordò la ragazza, facendola partire.
Lei gli prese le mani e lo accompagnò nel mantenere il ritmo della canzone, finché non la lasciò e si scatenò goffamente, spesso cantando in playback e mimando le parole.
Guardandolo lei scoppiò a ridere, fino alle lacrime e si dovette appoggiare al tapis roulant.
"Devo fare proprio schifo se ridi così." Constatò, aiutandola a riprendersi.
"Non fai schifo, ma sei uno spasso.
Ora, prova a ballarla con le cuffie e cerca di lasciarti invadere dalla canzone." Gli disse, passandogli una scatola di AirPods.
"Se devo rendermi ridicolo, almeno fammi sapere a che pro." Replicò lui prendendole.
"Conosci la Menade Danzante?" Chiese Claudia.
"No, chi è?" Domandò.
"È un'antica scultura che ritrae una ballerina dionisiaca. Quel tipo di ballerine si dice che fossero così trasportate dalla musica da fare danze scellerate e innaturali. In realtà si calavano così tanto nel ballo da essere assuefatte ed entrare a tratti nella dimensione astrale." Spiegò.
"Wow, è una cosa sicura? Non è che poi rimango incastrato in un'altra dimensione?" Chiese Peter.
"Assolutamente no, devi solo togliere le inibizioni terrene. Spegnerò la luce per aiutarti nella concentrazione." aggiunse la guru, oscurando la stanza.
Il giovane Parker chiuse gli occhi e si fidò, lasciandosi completamente andare alle canzoni della playlist, sparate a tutto volume nelle sue orecchie, isolandosi da quel mondo complicato, liberandosi dai pesi della coscienza...fino a sentirsi ubriaco di quella nuova atmosfera, fino a inciampare nei suoi stessi piedi e cadere.
Le luci si accesero improvvisamente, mentre il ragazzo recuperava il raziocinio e l'insegnante andò in suo soccorso.
"Tutto bene, Peter?" Chiese.
"Si, Clauds, sto benissimo." Rispose ansimando per la fatica.
"Vuoi un po' d'acqua?" Continuò lei.
"Sarebbe piacevole, si." Acconsentì lui sfinito.
Non si era accorto di aver sudato tanto.

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