21
"Ehy, MJ?" Sussurrò il ragazzo.
"Peter? Sei tu?" Chiese la ragazza sorpresa.
"Si, non dovrei usare Edith per queste cose, m-ma non ci sentiamo da tanto...magari poi mi dimentichi" Rispose lui.
"N-no, ci ho provato, ma sei praticamente ovunque..." mormorò la ragazza.
"Che stai facendo di bello?" Domandò il ricciolo.
"Nulla, sono in bagno per risponderti. Prima stavo in punizione a - disegnare" "a disegnare la gente triste" dissero in coro.
"Gia.." Borbottò lei.
"E tu?" Proseguì la stessa.
"Sono chiuso in un armadio, con la musica a palla, sperando che non mi spiino." Ammise esasperato.
"Hai fatto qualcosa per cui potresti essere spiato?" Chiese confusa.
"Più o meno. Ci sono in mezzo altre persone e prima di espormi con lo SHIELD vorrei finire l'addestramento con Claudia." Raccontò Peter.
"Giusto, la stregona...come vanno le cose con lei?" Chiese Michelle, speranzosa di coprire tutto il nervoso con l'apatia.
"Normali, fatica ad accettare che dopo oggi sarò io il suo capo, ma è stata davvero utile: ora è come se avessi gli occhi dietro la testa, altro che brivido inquietante." Raccontò entusiasta.
"Mi sembra ottimo! Ma cosa pensi di lei?" Si spinse ad indagare ancora.
"Che è una pessima agente, ma un'ottima amica. Pensavo che avrei trovato qualcuno di distaccato come Strange, invece ci tiene ai problemi della terra. Le ho assegnato un partner, ma hanno già litigato...penso che abbia vissuto molte cose a causa del blip, che Thanos le abbia rovinato la vita e vorrei poter rimediare a quella disfatta...MJ, se fossi stato più forte, forse sarei riuscito a sfilare il guanto in tempo...forse avrei potuto darci un vantaggio...non avevo idea di cosa stessi facendo!" Ammise il ragazzo, sopraffatto dai ricordi, che per lui erano così freschi.
"No, Peter, tu sei Spiderman, ti butti in situazioni così terrificanti che non so dove trovi l'audacia...il tuo coraggio e la forza, vanno ben oltre il proteggere gli altri. Tu sei un eroe! Lo so che sei un eroe, lo siete stati tutti. Ned me lo ha raccontato, Strange disse che c'era solo una possibilità! Non hai sbagliato nulla e poi abbiamo ancora tutto il tempo per crescere, non lo sapevamo ma è questo il nostro tempo. Sono così certa che ci sia un motivo per cui io, te e lui siamo blippati insieme...e c'è un motivo se Claudia non lo ha fatto." Replicò la giovane, appassionata come poche volte.
Peter le piaceva, ma piaceva davvero, riusciva a riscuoterla da quel perenne stato di noia che sentiva, l'avvicinava al mondo e agli altri come avevano saputo fare solo i libri. Le bastava guardarlo, essere contagiata dal suo travolgente entusiasmo, e la patina di nulla che la ragazza sentiva si assottigliava.
Provava paura, preoccupazione, interesse, coinvolgimento e affetto per lui.
La faceva ridere ed imbarazzare.
"M-mi manchi, MJ." Mormorò con gli occhi lucidi.
"Si risolverà tutto, New York sa che tu sei buono." Promise lei.
"Dimmi che sei al sicuro." Le chiese.
"Lo sono, Peter...altrimenti ho una mazza, una pistola e un Avenger personale." Gli rispose, trattenendosi dal fare qualche battuta o citazione più dark.
"Ok." Borbottò annuendo.
"Andrà bene...ci ritroveremo in biblioteca a studiare insieme prima che te ne accorga." Ripetè.
"E prometto di non suggerire alcun giro tra grattacieli questa volta." Aggiunse lui.
"Sarà meglio..." Proseguì Michelle.
"E niente super nemici." Continuò Peter, come a non voler chiudere così presto la telefonata.
"E se fossi tu stesso la tua più grande nemesi? O io?" Replicò la ragazza, con il solito tono ambiguo.
"Boh." Le Rispose il ragazzo, piegando le labbra in un ghigno.
"Boh..." ripetè MJ come un eco, lasciando quell'espressione sciogliersi nel silenzio e poi chiuse semplicemente la chiamata, restando a fissare la loro foto in gelateria.
Uscì dal bagno e tornò in aula punizione, dove il professore alzò gli occhi al cielo notando la sua presenza.
Prese le sue cose e se ne andò via in totale silezio, senza neanche salutare.
Il bello di quei pomeriggi erano i corridoi vuoti, dove poteva correre e ballare e fare qualunque cosa, perché era sola, anche se di fatto non ci aveva mai ballato lì.
Lei non ballava da nessuna parte, in effetti.
Uscita da quel posto fu indecisa su che strada prendere.
I suoi lavoravano entrambi a tempo pieno, anche volendo non avrebbero potuto avere il tempo di preoccuparsi perché fosse a casa entro una certa ora, indistintamente da quanto New York fosse pericolosa.
Guardando l'ora si rese conto che avrebbe fatto in tempo, quindi corse a prendere la metro, diretta da zia Rose.
La donna non era proprio imparentata con Michelle, ma la aveva adottata come nipote dopo la morte di sua nonna, che era anche la sua migliore amica.
Lei era l'unica altra persona che la ragazza trovasse veramente interessante, e senza nemmeno dover avere una storia straordinaria come quella di Peter.
Zia Rose viveva ad Harlem, ci aveva passato tutta la sua vita, nel bene e nel male. Aveva passato la sua infanzia immersa nella musica, dato che suo padre era un sassofonista del rinascimento di Harlem. Poi l'aveva vista diventare un postaccio e, negli anni 90 aveva visto anche la gente tentare di riportarla in auge.
Adesso, dopo una vita come cantante e proprietaria di un locale Jazz, passava il suo tempo solo in chiesa, ad aiutare il coro Gospel e far impazzire il pastore.
A MJ non sarebbe dovuto piacere quel posto: non poteva osservare gli altri, non poteva godersi il silenzio ed ancora non aveva capito in cosa credesse, se credesse...ma non c'era sensazione migliore che sedersi accanto a zia Rose e guardarla criticare le coriste, anche quando gli angeli avrebbero invidiato la loro hallelujah.
Come Michelle aprì il passaggio nell'imponente portone di legno, fu bellissimo essere raggiunta dalle note di "Amazing Grace".
"Dovete impegnarvi di più! Cantare è come pregare due volte! Se volete che Dio vi senta serve che ci mettiate cuore!" Urlò improvvisamente l'anziana dal piano.
"Scusi signora Morton!" Esclamò una delle coriste, prima che ricominciassero da capo.
MJ corse a sedersi accanto alla zia, sullo sgabello del piano e chiuse gli occhi per ascoltare.
"Se sei preoccupata per qualcosa, bambina mia, ti conviene parlare. Gesù ascolta tutti, anche gli scettici." Le Suggerì piano la donna.
Lei la fissò sorpresa, non pensava di aver lasciato trasparire il turbamento per Peter, ma quando zia Rose le sorrise riuscì solo a pensare che tentare non avrebbe nociuto a nessuno e sussurrò piano il testo famigliare:
"...Was blind, but now I see
'Twas Grace that taught my heart to fear
And Grace, my fears relieved
How precious did that Grace appear
The hour I first believed
Yet, when this flesh and heart shall fail
And mortal life shall cease
I shall possess within the veil
A life of joy and peace
Amazing Grace, how sweet the sound
That saved a wretch like me
I once was lost, but now am found
Was blind but now I see
Was blind but now I see"
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