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"Mi scusi, signorina, potrei avere un caffè caldo?" Domandò, quasi supplicò, il giovane americano al bancone.
Anche se l'ambiente caldo del bar gli dava ristoro, sembrava che il freddo avesse raggiunto perfino le sue ossa.
"Ecco a lei, sono due euro." Asserì la ragazza, servendogli una fumante tazza piena.
"grazie mille." Rispose, passandole i soldi.
La barista ricominciò a lavorare sotto gli occhi attenti del ragazzo, che di tanto in tanto si girava per controllare chissachè.
"Una foto? Durano di più." Chiese la bionda, senza alzare lo sguardo.
"Cosa? No! S-scusi..." Esclamò lui, abbassando subito gli occhi.
"I-in realtà sono ad Oslo per una persona...sto cercando una persona...Eyra Hansen. Mi risulta che lavorasse qui." Spiegò impacciatamente.
"È in cucina, chi la cerca?" Domandò con mal celato astio.
"Mi serve un favore, è privato." Si limitò ad insinuare, evidentemente sulle spine.
Lei sospirò, poi si avvicinò e disse: "vai verso il bagno, prima ci sarà una porta per lo staff. Aspetta Eyra sul retro." Lo istruì.
Ned annuì, mandò giù il rospo ed eseguì le istruzioni, per bene della squadra.
Purtroppo però, la stanza era un vicolo cieco e la barista lo aveva rinchiuso, mentre una rossa dagli occhi mogano usciva dalla porta principale.
"Cristo santo, davvero impressionante!" Esclamò una sconosciuta, poggiandole la mano sul braccio.
"I miei piedi! Non riesco a muovermi!" Affermò lei furiosa.
"Avresti dovuto dare retta al mio amico. Sapevamo che saresti stata un'osso duro, abbiamo preso precauzioni per parlarti tranquillamente e lui era la tua occasione di fare le cose con calma." Spiegò la castana.
La donna riuscì a muoversi quel tanto per coprirle gli occhi con il palmo. "Fanculo" Sibilò cercando di accecarla con un flash.
"Avevo preso precauzioni anche per questo." Replicò Claudia, mostrando il suo viso.
Gli occhi erano vitrei e sembrava cieca come una talpa.
"Andiamo!" Esclamò, spingendola in un portale, che la fece cadere alle spalle di Peter, in una prigione runica, che immediatamente rivelò i suoi tratti originali: capelli tinti di bianco, ma scuri alla radice e chiarissimi occhi azzurri.
"Scusa il ritardo, è più difficile senza la vista." Affermò, prima di creare un'incantesimo per riattivare quel senso.
Sistemato ciò, aprì un portale per Ned, che lo condusse nel medesimo posto dagli amici.
"Voi siete pazzi! Perché? Che volete da me?" Domandò lei.
"Scusa i metodi, ma quando abbiamo letto di te ci siamo un po' preoccupati. Puoi manipolare la luce, sei un'illusionista e ho avuto una terribile esperienza con gli illusionisti ultimamente." Raccontò il ricciolo.
"Sei Peter Parker! Quello in tv! Spider-Man..." Constatò lei.
"Lo sono e al mio ritorno dal blip mi è stata lasciata una lista di nuovi super, nati o scoperti negli ultimi sei anni. Prima che ti cerchino lo SHIELD, il governo, i tuoi creatori o qualche altra minaccia, voglio farti una proposta." Chiarì, continuando a darle le spalle.
"Hai ucciso quel tizio, Mysterio." Rivangò lei.
"Per quel che vale, mi stava puntando una pistola alla testa." Rispose Peter.
"Assassino? Eroe? Giustiziere?" Chiese gongolante.
"Eroe, almeno finché posso." Si fece coraggio a dire egli.
"Mostri come Thanos e Quentin Beck muoiono ogni volta che scelgono la vendetta. Gli Avengers fanno solo del loro meglio per proteggerci tutti." Intervenne Claudia.
"Affrontando nemici per cui molto probabilmente non sono neanche realisticamente pronti." Aggiunse Ned.
"Adoperando il sacrificio finché necessario." Concluse Peter, pensando subito a Natasha Romanov e Tony Stark.
"Commovente, ma non capisco che volete. Gli Avengers hanno già fallito...oppure non saremmo qui." Sbuffò lei.
"Gli Avengers sono un gruppo, non muoiono così facilmente. Questo è un cambio della guardia, signorina Eyra Hensen...volete essere allenata per parteciparvi?" Chiese Peter.
"No! Mi rapite e poi mi chiedete di partecipare a delle guerre aliene? No!" Esclamò lei.
"Non solo guerre aliene. Ognuno di noi combatte le proprie battaglie, a volte facendosi supportare dagli amici e si...quando capita ci si allea per le situazioni più pesanti. Se non è un'emergenza prepararsi ad ogni evenienza, non so cosa lo sia. Ci sono passato, è meglio avere alleati quando si inizia a usare i propri poteri." Spiegò.
"Cosa ci guadagno?" Chiese la bionda.
"Amici, sostegno, uno stipendio, vitto e alloggio..." elencò Peter.
"Qualcosa che non possiedo?" Insistette.
"La cittadinanza americana, come ti suona? Il quartiere generale della squadra è a New York, quindi diventeresti Americana in poco tempo." Raccontò.
"Ora suona molto più allettante. Ho sempre odiato il clima norvegese." Sbuffò.
"In America potresti anche proseguire il tuo lavoro sul generatore di luce pulita." Proseguì Peter.
"Direi che l'ultima volta è stata fin troppo un fallimento, o un successo..."mormorò, illuminando i suoi occhi come lampadine.
"Bruce Burner - Hulk - una volta mi ha detto che anche se gli ci sono voluti anni per capire quanto quell'esperimento fallito fosse una benedizione, non ha mai avuto dubbi sul fatto che dovesse esserci un motivo per quella condizione." Raccontò Spiderman, catturando l'attenzione della donna.
"Liberatemi...e io vi concederò un periodo di prova." Rispose.
"È un lavoro da totalmente dentro o totalmente fuori. Anche se non vorresti che fosse così." La avvisò amaramente Claudia.
La bionda esitò, ci rimugino, ma poi mormorò un "dentro", fissando il giovane Avenger negli occhi.
La stregona si affrettò a togliere la trappola e Peter le tese la mano per suggellare il patto con un gesto di rispetto reciproco.
"Benvenuta nella squadra." La accolse Ned entusiasta.
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