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"È straordinario, è come se lo facessi da tutta la vita e poi la sento mentre si forma, mentre si curva e precipita sulla terra..." Commentò Peter, sdraiandosi al fianco di Claudia.
"Già, spero di poterlo fare ancora per molti anni, anche se già ora sembro un po' troppo grande..." Ammise l'altra.
"Le tue ferite sono quasi del tutto sparite!" Notò allora egli, stupito.
"Mentre nuoto imbriglio energia dimensionale per guarire." Spiegò con noncuranza.
"Me lo insegni? Guarisco abbastanza in fretta, ma meglio in più che in meno." Domandò.
"Ognuno ha i suoi poteri." Replicò, facendogli la linguaccia.
"Cosa? Non vale!" Obiettò offeso.
"Io non mi arrampico sui muri." Disse la castana.
"Crei delle scale." Ribattè l'eroe, facendola ridere.
"Grazie per l'altro giorno, con MJ e Ned." Asserì Peter Dopo un po' di silenzio quieto.
"Mi hai già ringraziata almeno 50 volte, sono felice di averlo fatto, ne avevi bisogno." Ammise sincera.
"Già...invece non ti ho detto che ho capito una cosa quella sera." Iniziò piano, attirando l'attenzione e lo sguardo di lei.
"Mi sono reso conto che è per loro che non mi sto rivelando: non voglio andare a scuola e studiare per il SAT, voglio andarci e studiare con Ned...come non voglio andare al ballo, voglio passare una serata con Michelle, vestirci eleganti e ballare e scambiarci qualche bacio rubato sulla pista. E non mi importa del diploma, ma voglio che zia May possa godersi quel giorno e fare tutte le foto che vuole. Non rinuncerei alle tappe, ma alle persone con cui viverle.
La verità è che Ned, MJ, zia May, Happy  e Betty, Flash e, al diavolo, perfino Brad...posso difenderli da mostri giganti, alieni e supercattivi, ma non posso difenderli ogni secondo di ogni giorno: devo pensare ad un mondo adesso. Ho bisogno che Peter sia solo Peter, per loro." Raccontò il ragazzo.
"Lo so, Pete" sospirò la castana, stringendogli la mano.
"Potrebbero procurarsi tutti una pistola, come MJ." Constatò poi la stessa, ridendo, per sdrammatizzare.
"Già, ancora non so che pensare di quello: un'arma è sempre a doppio taglio e lei probabilmente non avrebbe la meglio in un duello." Ammise, una volta calmate le risa e fattosi più serio.
"Penso che abbia paura quanto te, se non di più." Affermò lei.
"Me lo direbbe?" Replicò, anche se suonò più come una domanda.
"No, non credo. È una tosta - mi piace molto, a proposito." Rispose l'amica.
"Anche a me..." Borbottò, infilando le dita più a fondo nei sassolini.
Strinse il pugno, ora pieno di sabbia umida, e la lanciò verso il mare, con rabbia vuota.
"Come li proteggo?" Chiese, senza un vero destinatario.
La ragazza si alzò seduta e lo abbracciò, lasciando che si accasciasse sulla sua spalla, mentre la mente del ragazzo si affollava del ricordo dei suoi amici quel pomeriggio in cui lei glieli portò.
Il sapore dei pop corn, la testa di MJ sulla sua spalla e le loro mani intrecciate, i suoi capelli che gli sfioravano il viso e il collo, mentre cercavano di vedere Star Wars e i commenti di Ned coprivano l'audio.
"Ci deve essere un modo, anche se non sappiamo ancora quale sia..."sussurrò la ragazza.
"Ci serve un piano." Affermò, stavolta con più determinazione.
"Non potrai fare nulla senza aver prima finito il lavoro con me." Gli ricordò Claudia.
"Nessuno mi proibisce di informarmi e pensare, giusto?" Chiese il ricciolo, staccandosi da lei e guardandola dritta negli occhi.
"Non lo so..."mormorò riluttante.
"Ti ricordi quella cosa sul nuovo panorama dei super? Voglio i file o un rapporto...anzi, tutto quello che riesci a trovare. Chiedi alla Hill o l'agente Belova." Le ordinò.
"Mi sembra una pessima idea e non parlarmi come se fossi già il mio capo." Ammise la castana.
"Andiamo Clauds, devo iniziare da qualche parte." Insistette.
"Se partissimo dal cibo? Ho fame." Propose, alzandosi e andando verso le loro cose.
"Anche io muoio di fame, ma sai che intendo altro." Disse egli seguendola.
"Domani chiamerò Yelena e l'agente Hill, vedo cosa posso fare..." cedette la castana.
"Si!" Esultò Peter, buttandosi sul telo da spiaggia soddisfatto.
"Sei odioso! Vado a prendere i panini al bar. Tu stai qui e asciugati." Gli disse, prendendo i soldi dalla borsa e allontanandosi verso il bar sopra la spiaggia, dove alcune persone stavamo facendo l'aperitivo.
Il ragazzo si cambiò con i vestiti di quando era arrivato in Italia e si mise comodo sulla sabbia ad aspettare.
Andava tutto bene, finché la mano non gli scattò verso l'alto e prese al volo una palla.
L'eroe aprì gli occhi e notò dei bambini molto stupiti poco lontani da lui, che lo guardavano con gli occhi fuori dalle orbite.
Il ricciolo ridacchiò imbarazzato e gliela rilanciò in silenzio, consapevole di non parlare la loro stessa lingua e non volendo comprovare eventuali intuizioni sulla sua identità.
Loro recuperarono cautamente l'oggetto da dove era atterrato e poi corsero via come polli ruspanti.
"Non riesci a non fare l'eroe?" Chiese una voce famigliare, comparendogli alle spalle.
"Non l'ho fatto apposta: la mano ha agito ancora prima che potessi accorgermi della palla." Rispose lui.
"Interessante, la teoria di Yelena è giusta..." mormorò lei con un ghigno.
"Che teoria?" Domandò.
"Una cavolata: secondo lei potrei potenziare i tuoi poteri." Disse con nonchalance.
"Meditando con te imparo a canalizzare l'energia dimensionale e i miei poteri si rafforzano." Completò lui.
"L'idea è quella." Confermò la castana, addentando la sua focaccina.
"Ma perché il mare?" Chiese.
"Perché l'energia è fluida, di solito si spiega con esercizi basati sui moto dell'aria, sull'equilibrio e il respiro...ma con te sarebbero stati falsati. Prendere le onde è un escamotage per farti capire come controllare il tuo corpo per armonizzarti alla natura." Spiegò Claudia.
"E quella cosa sul senso di ragno?" Domandò lui.
"L'hai potenziato, hai aperto la mente e questo ti ha permesso di rafforzare questo senso. Adesso è quasi al pari del tatto, del gusto e degli altri. Penso che si svilupperà completamente dopo l'apertura dei Chakra." Disse l'italiana.
"Ti offendi se dico che mi fai mancare le lezioni di fisica avanzata?" Chiese poi il ricciolo.
"Nope." Rispose coprendosi la bocca piena con il panino.
"Grande...a che cosa sono questi panini strani? È davvero buono!" Cambiò argomento Peter.
"Pan focaccia con rucola, pomodori e alici al limone." Gli elencò lei.
"Alici al limone?" Ripetè.
"Capisco che voi americani viaggiate così tanto, anche io scapperei da un paese in cui non esistono certe prelibatezze." Commentò, facendo ridere entrambi.

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