Tu sei importante, e lo sarai sempre
ti venererò in questo presente assente.
Un vago ricordo della mia vita passata
rimpiazzata da atti di un'incoscienza innata
sarà ciò che resta in questo mondo perso
al rintocco della campana di un suono diverso.

Le note sinfoniche si mettono in fila
sperando che il mondo assapori il suo rosa
e danzano, muoiono, io ne tiro le fila
mentre la notte si spegne e riposa.
Il sole che brilla, è un puntino nel cosmo
che al conflitto umano però pare infinito
al suono del mio nome subisco uno spasmo
e cadendo nel fango, rimango stordito.
Oh ninfa, mia musa, ascolta il mio canto
che giace in un lago di radici rotte
annaspo per aria, il respiro è affranto
da una cupa visione della mia ultima notte.
Ministro di luce, aiutami tu
che vegli su questa gabbia infernale
ti volgo lo sguardo, in alto, nel blu
fallo smettere, altrimenti tutto fa male.

Sento le ossa morire e risorgere
mentre il corpo diventa presto polvere:
la lama si muove, crea solchi e poi pozzi
incisi nella pelle, mentre tu mi strozzi.

La morte mi tocca, è forse finita?
È così che finisce, la mia inutile vita?

La nebbia mi avvolge, la mia anima è trista,
in questa piazza mi ritrovo a viaggiare;
l'omicidio è travestito, da atto egoista
le tue tracce con cura dovrai occultare.