La mia anima è sospesa su un filo.
Adesso l'ho capito.

Ci sono stati attimi, giorni, in cui ho creduto di averlo superato.

Ma poi tornava e tornava in modo così prepotente che mi toglieva ogni forza e per affrontarlo. Per continuare a vivere, dovevo sforzarmi di dimenticare. Di giorno tenevo lontano quel pensiero, ci riuscivo, stavo bene, ma di notte, ogni notte, la mia mente sfogava tutto quello che di giorno teneva oppresso.

Ti sognavo.
Ti sognavo ogni notte.
Sognavo il tuo volo, sognavo la mia colpa, sognavo la mia disperazione, sognavo la tua tristezza.
Mi svegliavo piangendo, gridando, con l'affanno e la voglia di prendere il mondo a pugni, finché una doccia calda non ti lavava via e io ricominciavo, come ogni giorno, a scacciarti dalla mia mente.
Poi di nuovo la notte.
La doccia.
Il giorno.
E ancora, ancora, ancora.

Ho capito che cercare di evitarlo non era il modo per uscirne, non potevo cancellare la tua esistenza.

Così la mia anima si è costruita un filo.
Un filo su cui cammina in punta di piedi verso delle mete che non sono mete, ma tappe di un percorso fragile.
L'unica vera meta è la sopravvivenza.

Lei cerca di non guardare giù, al mare di ricordi, perché se l'occhio per sbaglio vi cade, lei perde l'equilibrio.
Soffre di vertigini, la mia anima.
Una volta perso quell'equilibrio, non può fare altro, durante il volo, che sperare di non morire affogata, sperare che il mare in cui sta precipitando non sia un mare troppo profondo.

Quando poi ha la (s)fortuna di sopravvivere, risalire sul filo è terribilmente arduo.
Spera di non cadere di nuovo, si ferisce per restare aggrappata alla roccia della vita su cui tenta di arrampicarsi passo dopo passo.
Se riesce a ritornare sul filo, ci arriva stremata, graffiata, sanguinante, con la consapevolezza che cadrà di nuovo, chiedendosi soltanto quanto riuscirà a resistere questa volta.

Ma l'importante è non fermarsi.

Sul filo, ci deve camminare.
Nel mare dei ricordi, ci deve nuotare.
Sulla roccia della vita, si deve arrampicare.
Senza soste.

Se ti fermi, è finita.